Alberto Zambelli SS 16 e l’Africa di Seydou Keïta

Qualche settimana fa, una persona mi ha fatto un’osservazione: parlando di una mia intervista ad Alberto Zambelli, mi ha fatto notare che lo stilista “è uno sconosciuto per il grande pubblico”.

Sarà. Forse è vero, forse no.

Comunque, ho sorriso – e sorrido – perché resta il fatto che, in ogni caso, questo risulta essere un modo piuttosto limitato e ristretto di vedere la faccenda che è molto più ampia e sfaccettata.

Primo: ho molta stima del “grande pubblico” e credo molto nelle persone in generale. Credo nel mio prossimo e in coloro i quali mi fanno il dono di leggere ciò che scrivo. Credo nella loro – nella vostra! – curiosità e voglia di conoscere. Cosa dite, sbaglio? Faccio male?

Secondo: penso che da un professionista o da un cosiddetto insider, ovvero da uno che sta dentro un certo ambiente, occorra aspettarsi (e pretendere) che presenti delle autentiche novità alle quali chi fa altro nella vita non ha modo o tempo di arrivare. Faccio un esempio pratico: se vado dal dentista, pretendo che sia in grado di presentarmi l’avanguardia e le tecniche più nuove ed efficaci, quelle che io non conosco ma che a lui devono essere note. Idem per la moda: se io fossi nel lettore da “grande pubblico”, da un editor o da un blogger pretenderei autentiche chicche e primizie da ricercatore.

Terzo: a me non è mai piaciuto vincere facile perché conquistare una vetta considerata ostica mi dà maggior soddisfazione che camminare su una frequentatissima pianura già largamente battuta. Non ho mai scelto la via più comoda, nemmeno quando ho potuto.

Aggiungete che sono ostinata al limite della cocciutaggine: difendo le mie opinioni con forza e perseveranza. Mi metto in discussione, sì, ma cerco, alla fine, di ragionare e scegliere sempre e comunque con la mia testa.

E, infine, amo la bellezza e il coraggio.

Mettete insieme il tutto e otterrete ciò che mi sono messa in testa: sono convinta che Alberto Zambelli e un manipolo di altri talentuosi stilisti sappiano portare avanti la bellezza dimostrando di avere il coraggio delle proprie idee.

Dunque, vale la pena di sostenerli e supportarli. Dunque, insisto e torno di nuovo a parlare di lui, di Alberto, scegliendo ancora una volta la strada meno facile, scontata e battuta.

Questa è la mia risposta a tutte le persone che pensano che parlo di “sconosciuti per il grande pubblico” (sconosciuti sui quali, tra l’altro, punta un’istituzione quale la Camera Nazionale della Moda Italiana). E, se riuscirò a fare la mia parte e a far conoscere il lavoro di Alberto attraverso il mio piccolo spazio, magari anche a una sola persona, sarò felice. Punto.

Chiarito tutto ciò, veniamo alla collezione della quale desidero parlarvi oggi, quella che è andata in passerella lo scorso 27 settembre 2015 e che è dedicata alla prossima bella stagione.

Lo stilista al termine della sfilata della collezione Alberto Zambelli SS 16
Lo stilista al termine della sfilata della collezione Alberto Zambelli SS 16

Fonte di ispirazione della collezione Alberto Zambelli SS 16 sono gli scatti di Seydou Keïta, fotografo africano nato in Mali e che proprio nel suo paese ha realizzato splendidi reportage.

Seydou Keïta, classe 1921, ha una storia molto affascinante: iniziò ad appassionarsi alla fotografia quando, nel 1935, uno zio di ritorno da un viaggio in Senegal, gli regalò un rullino e la sua prima macchina fotografica, una Kodak.

Le sue prime fotografie in bianco e nero (tecnica che mantenne poi per tutta la sua carriera) ritraevano parenti, amici e vicini di casa. Per alcuni anni, continuò a lavorare sia come falegname sia come fotografo: nel 1949, riuscì finalmente a dedicarsi completamente alla sua passione e ad aprire il suo studio fotografico.

Per sviluppare le sue foto, Keïta usava gelatina e sali d’argento, tecnica che donava particolare nitidezza e contrasti molto netti alle sue immagini: prediligeva soggetti immortalati in scenari particolarmente rappresentativi della cultura e del modo di vivere africani.

Alberto è rimasto affascinato in particolare dagli scatti realizzati tra il 1948 e il 1963 e ha trasformato la straordinaria espressività del bianco e nero di alcuni di quei ritratti nella tridimensionalità concreta di abiti da indossare.

“Osservare non è solo guardare, ma è farsi portare dove l’immagine vuole condurci”: con queste parole, lo stilista ha presentato indumenti ricchi di fascino.

Ho visto sfilare in passerella trench alla caviglia sovrapposti a tulle ricamati, frange lavorate a macramè e macro ricami su rafia, felpe oversize e t-shirt dalle maniche importanti, abiti tunica e abiti sottoveste a uovo, pantaloni pigiama, sovrapposizioni di trasparenze, stampe e ricami che evocano danze tribali oppure incisioni indigene.

Il tutto è reso naturale – come sempre nelle collezioni di Alberto – da tessuti (cotone, organza, lino, seta, fresco lana) che accarezzano il corpo con delicatezza.

I colori scelti dallo stilista sono tutte le sfumature del bianco (ottico, gesso, latte per arrivare fino al crema) e poi l’ortensia (una delicatissima sfumatura di viola), il grigio con bagliori acciaio e l’ebano.

La sfilata Alberto Zambelli SS 16
La sfilata Alberto Zambelli SS 16

Chiudo il reportage della sfilata e della collezione raccontando di un premio che Alberto Zambelli si è appena aggiudicato: il designer è il vincitore della prima edizione del Premio Ramponi.

Nato per volere di Alfredo Ramponi, titolare dell’omonima azienda che si è imposta nel mondo della moda per aver inventato il primo cristallo sintetico, il premio, rivolto a designer di moda e accessori, vuole sostenere e incentivare la ricerca e la progettualità dando forza a uno stilista in uno dei passaggi essenziali e al contempo più delicati della sua carriera: l’esposizione fieristica e la campagna vendita.

Alberto Zambelli (che tornerà tra l’altro a sfilare in occasione di Milano Moda Donna il prossimo 28 febbraio) potrà dunque esporre le proprie creazioni in uno spazio speciale a lui interamente dedicato in via Tortona, nel capoluogo meneghino, durante la nuova edizione del celebre White, il salone internazionale della moda contemporanea. Come ho raccontato in altre occasioni, il White si svolge durante la Fashion Week e dunque raddoppierà l’appuntamento della sfilata.

“Ritengo sia importante coltivare la nostra responsabilità imprenditoriale attraverso forme di supporto e valorizzazione. Anche White ha a cuore la creazione di reti di sostegno, un motivo di sintonia verso un obiettivo comune”. Parola di Alfredo Ramponi che aggiunge che “Alberto ha proposto ai giudici un profilo ricco di esperienze, che sa di novità e con un alto carico di interesse”.

Alberto è stato votato da una giuria di esperti tra i quali spiccano nomi di tutto rispetto come quelli di Mario Boselli (Presidente Onorario Camera Nazionale della Moda), Michela Gattermayer (Vice Direttore Moda del magazine Gioia!), Cristina Manfredi (Caposervizio Vanity Fair), il designer Philipp Plein e buyer molto importanti.

Perché vi segnalo il tutto e perché menziono questi nomi? Perché torno alla mia tesi iniziale: magari il mio parere può contare poco, ma diciamo che quello di figure tanto importanti dà parecchia concretezza, solidità e riconoscimento ufficiale al lavoro portato avanti da Alberto. Bravo!

Niente male per “uno sconosciuto”, no?

Manu

 

 

 

 

Le immagini che accompagnano questo post sono quelle della sfilata del 27 settembre 2015 e sono state realizzate dal bravissimo Piero Biasion (grazie all’ufficio stampa)

 

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito, qui la pagina Facebook e qui l’account Instagram di Alberto Zambelli

Lo scorso 19 settembre 2015, Alberto ha inaugurato il suo spazio a Polpenazze del Garda, in provincia di Brescia. Lo trovate in via Zanardelli 45A (tel. 0365 654499) oppure potete seguire la pagina Facebook dedicata qui

Se volete leggere i miei articoli sulle precedenti collezioni di Alberto Zambelli: qui trovate quello sulla collezione autunno / inverno 2015 – 16; qui quello sulla collezione primavera / estate 2015; qui quello sulla collezione autunno / inverno 2014 – 15; qui quello sulla collezione primavera / estate 2014

L’intervista che ho realizzato per SoMagazine subito dopo la presentazione della collezione Alberto Zambelli SS 16 che vi ho presentato oggi: qui

Ramponi e Alberto Zambelli avevano già collaborato per un precedente progetto datato 2014: ve l’avevo raccontato qui

La sezione New Talents del sito della Camera Nazionale della Moda dove potete trovare anche Alberto Zambelli: qui

 

 

 

 

Alcuni miei scatti in backstage, alcune delle cose che ho più amato nella collezione Alberto Zambelli SS 16: le figure che si stagliano nitide sulle trasparenze, i ricami di danze tribali e incisioni indigene, le frange.
Alcuni miei scatti in backstage, alcune delle cose che ho più amato nella collezione Alberto Zambelli SS 16: le figure che si stagliano nitide sulle trasparenze, i ricami di danze tribali e incisioni indigene, le frange.

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

florisa
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Carissima Manu ti ho un po’ trascurata in questo ultimo periodo, ma sono in un turbinio di cose da fare, presentazioni del mio libro, orgnizzazione del prossimo “Fashion Intelligence” scritto a più mani con colleghe brillanti e un po’ “primedonne” e ancora.. un altro progetto appena cominciato che riguarda un libro rivolto ai genitori e di cui io curerò la parte ludica scrivendo come se fossi il bambino , mentre la mia collega educatrice e pedagogista sarà la parte seria e si rivolgerà ai genitori. ma nonostante questo ti seguo sempre anche se non commento per mancanza di tempo. Questa volta non posso farne a meno perché la parolina magica “AFRICA” ha sempre su di me un effetto ipnotizzante..Io amo l’Africa..sono vissuta per diverso tempo e in modo intermittente a Mogadiscio. Ho ancora negli occhi colori e forme e nel naso profumo ed odori. Mi piace moltissimo la collezione che hai proposto e Alberto Zambelli è veramente straordinario. Bello bello bello..originale . audace nei tagli di quei tessuti fragilissimi , raffinatissimi i ricami, i macramè , le stampe…felice di essere stata incantata ancora una volta dalle tue immagini. Io sarò fuori combattimento per un po’..non so esattamente quanto. Lunedì dovrò fare un prericovero preparatorio ad un intervento chirurgico che spero farò al più presto. I primi di dicembre mi hanno trovato dei noduli nel polmone e sono costretti a sfrugugliare nel mio corpicino per capire se questi ospiti sono innocui o no. Ho temporeggiato prima di fissare la data perché dovevo andare a Parigi (fatto..) e preparare il programma delle presentazioni..inoltre non volevo rovinare il natale a nessuno. Fino alla scorsa settimana nemmeno i miei figli sapevano nulla. I medici mi hanno concesso il tempo richiesto ed ora sono pronta. Venerdì ho la mia ultima presentazione e poi lunedì parto per questa nuova avventura. Comprati pigiamini con cuoricini, gattini, pantofoline, una valanga di mutande , calzini, libri ecc ecc . Ti farò sapere ..spero solo che non vadano troppo a fondo nel mio torace..lì conservo troppe cose segrete, troppe emozioni, i miei spettinati pensieri in cui spesso inciampo e quella follia che mi consente di rimanere bambina..un abbraccio grande grande Florisa

Manu
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Oh mamma, Florisa cara, quante emozioni tutte in una volta!
Aspetta, fammi riordinare e pettinare un po’ i pensieri: qui c’è tanta carne al fuoco.
Partiamo dalla cosa più semplice: sono felice che il lavoro di Alberto ti sia piaciuto. Sai che nutro grande stima per te e per il tuo lavoro e che mi fido ciecamente della tua sensibilità di grande esperta del settore moda, dunque mi dà gioia sapere che questo bravo stilista è riuscito a suscitare la tua approvazione nonché tanti ricordi. Mogadiscio? Non finisci mai di sorprendermi…
Poi, parliamo del fatto che dici di avermi trascurata: cara Florisa, con le persone come te non conta la quantità perché c’è tantissima qualità. Tu sai dare presenza di alta qualità e quindi non importa quanto riesci a essere presente perché, quando ci sei, superi abbondantemente ogni eventuale precedente assenza.
E poi direi che hai motivi più che validi (e ottimi) per essere molto impegnata: sono ammirata davanti a tutti i tuoi bellissimi impegni e sai che tifo per te. Sempre.
E infine veniamo al discorso salute, quello che mi sta più a cuore.
Mi addolora non poco leggere di questa novità, eppure sono molto fiduciosa, sai, perché tu sei una Vera Forza della Natura, scritto proprio così, con le iniziali tutte maiuscole.
Ti vedo coi tuoi pigiami coi quali regalerai un sorriso a tutti. Io ti manderò una valanga di pensieri positivi e ti scriverò: voglio sapere, naturalmente.
Sai, mi colpisce una bizzarra combinazione: un’altra persona alla quale tengo molto deve affrontare proprio settimana prossima un’importante operazione chirurgica. E io devo fare un esame questo venerdì, un medico mi ha messo (un’antipatica) pulce in un orecchio.
Non solo: tutte e tre siamo accomunate da una cosa, tacere con chi amiamo per far sì che non si preoccupino. Già, non vogliamo mai disturbare né rovinare niente a nessuno né vogliamo che gli altri si preoccupino per noi.
Chiudo qui, perché mi sto emozionando pensando al tuo torace e ai segreti e alle emozioni che racchiude.
Noi ci aggiorniamo altrove.
Un abbraccio immenso e forte,
Manu

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