Borse, mare, miti, talento: in una parola, aMarCortese

Credo che, leggendo A glittering woman, si possano notare alcune cose.

Prima cosa: amo il mare. Fa parte di me e io faccio parte di lui.

Mi manca ogni singolo giorno in cui gli sto lontana e colleziono oggetti che riescano a ricordarmelo, dai barattoli di sabbia delle località che visito fino ai marinai: avete presente quelle statuette in vario materiale che spesso si trovano nei negozi di souvenir nelle località di mare, quegli oggetti un po’ kitsch? Mio marito e io li collezioniamo.

Non per nulla, mare figura tra i tag più utilizzati nonostante questo sia un blog che dichiara di occuparsi principalmente di moda.

Altra cosa che credo sia assai evidente: sostengo i talenti emergenti, le start-up e tutti coloro che, con talento e capacità, sanno portare avanti idee nuove. Gli emergenti, a mio avviso, sono una boccata d’aria fresca: è come aprire le finestre di una stanza e lasciare entrare aria che sa di primavera.

Terza cosa: amo le belle storie.

Mettete insieme queste tre cose – il mare, gli emergenti e le belle storie – e viene fuori il massimo che io possa desiderare, un’alchimia che è riuscita alla perfezione al brand di cui vi voglio parlare oggi: si chiama aMarCortese e fa borse e accessori.

Ma prima di parlare delle borse, voglio parlarvi di aMarCortese (scritto proprio così e non per caso) come insieme di ispirazioni, omaggi, simbologie e significati che si possono ritrovare nel progetto e nel nome stesso.

Una delle ispirazioni si lega indissolubilmente al territorio romagnolo, luogo d’origine del progetto: nel nome, infatti, c’è un tocco dell’Amarcord di felliniana memoria. La notorietà del film datato 1973 e diretto da Federico Fellini è talmente grande che il suo titolo (derivante dall’espressione in dialetto romagnolo “a m’arcord” ossia “io mi ricordo”) è diventato un neologismo, ad indicare una rievocazione in chiave nostalgica: oggi anche aMarCortese gli rende omaggio, echeggiandone il suono.

Ulteriore ispirazione è quella delle rotte marittime ottocentesche e del mito romantico del marinaio che gira il mondo da un porto all’altro soltanto con la propria sacca e i propri amori: da qui, tutta una serie di simboli appartenenti alla navigazione e che ritroviamo come dettagli sulle borse.

Parlando di mare e navigazione, ecco un ulteriore omaggio, quello a Corto Maltese, personaggio di culto del fumetto d’autore. Viaggiatore e marinaio, Corto (che in spagnolo significa “svelto”) fu creato dal grande disegnatore veneziano Hugo Pratt nel 1967: le sue avventure si ambientano nel corso dei primi trent’anni del ‘900, fra Venezia e le isole dei Caraibi, passando per le steppe della Manciuria e le foreste amazzoniche. È un antieroe, un moderno Ulisse che alla ricchezza preferisce la libertà, portando chiunque legga le sue avventure a viaggiare in alcuni dei luoghi più affascinanti del mondo: aMarCortese vuole proporre lo stesso spirito.

Il mare, i marinai, i viaggi, le rotte, Amarcord, Corto Maltese: in una parola, aMarCortese.

Dimenticavo: c’è anche l’omaggio all’arte, tra Dante e William Blake.

Tanta carne al fuoco? Ora vi spiego come il tutto si trasli sulla loro prima creazione.

Il nome di questo primo modello è My Ditty Mariner bag ovvero M.D.M.: ogni pezzo porta una targhetta numerata e progressiva che identifica anche l’originalità della borsa.

La borsa è trasformista e presenta diverse soluzioni. Compagna di viaggio per orizzonti itineranti, si può portare in tanti modi: a mano, come postina, zaino, sacca da marinaio, a spalla.

È fatta interamente in pelle tinta al vegetale per ottenere una gamma di colori che comprendono testa di moro, cognac, sabbia, blu notte e azzurro.

Gli interni, estraibili, sono in lino come le vele dell’antica marineria e vengono dipinti a mano con un metodo tradizionale romagnolo.

Queste tele – dipinte, tagliate e suddivise nelle varie borse – hanno come soggetti un mattang (una sorta di mappa nautica di origine polinesiana) e una rivisitazione in chiave marinara del vortice degli amanti Paolo e Francesca, così come narrati da Dante nella Divina Commedia e come raffigurati da William Blake, celebre pittore e poeta inglese. Ed ecco spiegato il precedente accenno alle due immortali figure.

Il trasformismo di <em>My Ditty Mariner</em>
Il trasformismo di My Ditty Mariner
Uno sguardo agli interni
Uno sguardo agli interni

Le fibbie esterne sono in bronzo e sono piccole sculture realizzate con la tecnica della fusione a cera persa. Riprendono i segni distintivi del brand: la serie Pequod utilizza come chiusura un’ancora e gli occhi apotropaici delle barche, mentre la serie Les Fleurs utilizza una sirena e delle onde.

Se vi state chiedendo incuriositi cosa siano gli occhi apotropaici… siete come me, mi sono posta la stessa domanda.

Vi è mai capitato di vedere degli occhi misteriosi dipinti sulla prua delle vecchie imbarcazioni? Si chiamano occhi apotropaici, da un termine greco che significa allontanare: secondo antiche credenze, allontanano gli influssi malefici.

Dettagli di <em>My Ditty Mariner</em>: la chiusura a forma di ancora e le fibbie che riprendono gli occhi apotropaici delle barche
Dettagli di My Ditty Mariner: la chiusura a forma di ancora e le fibbie che riprendono gli occhi apotropaici delle barche

Le fibbie di regolazione della tracolla, con la loro forma, sono invece un omaggio al sole, alla luna crescente e all’albatro, maestoso uccello marino che ha sempre solleticato l’umana fantasia per molte ragioni, dall’imponente apertura alare all’abitudine di nidificare in luoghi inaccessibili.

A proposito, mi viene in mente ora che c’è una poesia di Charles Baudelaire che si intitola “L’Albatros” e che fa parte della raccolta “Les fleurs du mal” e Les Fleurs è, appunto, il nome di una delle due serie di aMarCortese.

Più mi inoltro in questa storia e più trovo riferimenti incrociati: visto che mi piacciono le storie e i rimandi, direi che il brand mi ha dato pane per i miei denti.

Completa la borsa il marchio stampato a caldo, descritto anche da un testo poetico, una sorta di cantico, impresso a laser sulla pelle.

<em>My Ditty Mariner</em>: dettaglio delle fibbie di regolazione della tracolla e della targhetta col testo poetico che racconta aMarCortese
My Ditty Mariner: dettaglio delle fibbie di regolazione della tracolla e della targhetta col testo poetico che racconta aMarCortese

Tutto è curato nei minimi dettagli per un prodotto completamente made in Italy, anzi, made in Romagna.

A questo punto, forse, mi e vi chiederete se questa sia una borsa da uomo o da donna: vi dico che aMarCortese l’ha pensata per gli uomini, ma lascio a voi la decisione.

Volete sapere la mia opinione? È una borsa per chiunque ami il mare, per chiunque prediliga gli oggetti con tanta storia e tanto significato e per tutti coloro che hanno carattere e personalità.

Se poi qualche donna vuole regalare questa borsa al proprio uomo preferendo per sé stessa qualcosa più ad hoc, vi anticipo che sarete accontentate: continuate a seguirmi e vi aggiornerò sugli sviluppi che stanno già bollendo in pentola.

Il logo di aMarCortese che viene anche impresso sulla borsa e che riassume tutto ciò che vi ho raccontato finora: il mare, la navigazione, Corto Maltese, la luna, gli occhi apotropaici, l’albatro in volo…<span style="font-size: 13px; line-height: 19px;"> </span>
Il logo di aMarCortese che viene anche impresso sulla borsa e che riassume tutto ciò che vi ho raccontato finora: il mare, la navigazione, Corto Maltese, la luna, gli occhi apotropaici, l’albatro in volo… 

Mi piace infine riconoscere il giusto merito anche a colui che si è occupato delle campagna fotografica per aMarCortese e che ha scattato tutte le immagini che accompagnano questo post: si chiama Giacomo Brini ed è un fotografo di grande talento.

Le nostre strade si sono già incrociate in passato e sono felice che si incrocino ancora. Bravo Giacomo, le tue foto restituiscono in pieno il carattere del progetto.

Penso che questa sia una gran bella storia di talenti e di passione, inclusa quella per il mare.

Mi sono divertita nel raccontarvela e spero voi amerete il risultato di tanto lavoro fatto da aMarCortese, giovane brand dalle idee già chiare.

Manu

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui il sito aMarCortese, qui la pagina Facebook e qui Instagram

 

 

 

 

Ultimo appunto…

Tra le varie accezioni dell’aggettivo cortese, il vocabolario Treccani cita anche questo:

“3. letter. generoso, che concede largamente (soprattutto in senso fig.)”

Cortese con senso di generoso: calza alla perfezione, visto che aMarCortese è un brand ricco di simbologie e significati, dunque generoso nel regalare emozioni.

E con questo, passo e chiudo.

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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