Bags for Africa 2013: il cuore in una borsa

La borsa è sicuramente uno degli accessori più amati da noi donne: spesso mi sono chiesta perché e mi sono data alcune risposte. Da una parte ci sono quelle di ordine pratico: per esempio, trovo che la borsa sia in un certo senso democratica, perché non ci divide per taglie. Possiamo innamorarci di un pezzo senza domandarci – come capita invece per gli abiti – se riusciremo a starci dentro e se sarà disponibile nella nostra taglia. Dall’altra parte ci sono invece le risposte più intime, quelle che preferisco: la borsa è quel contenitore al quale affidiamo qualche segreto nonché il piccolo mondo che portiamo con noi ogni giorno. Il fatto che possano essere veicolo per un sogno è dunque logico e conseguente, per esempio diventando oggetto di iniziative di beneficenza: recentemente ve ne ho raccontata una e oggi vi racconto Bags for Africa, progetto al quale tengo molto.

Martedì 26 novembre, nel Salone d’Onore della Triennale di Milano, si è svolta la quarta edizione di Bags for Africa, l’asta di beneficenza nata nel 2010, voluta e organizzata da COOPI – Cooperazione Internazionale. Il 26 novembre era anche il giorno del mio compleanno e ho deciso che il modo migliore per festeggiarlo fosse proprio quello di partecipare alla serata, per ottimi motivi: fare ciò che amo dando il mio piccolo contributo, ovvero assistere, raccontare, testimoniare e spargere la voce; dare continuità a un progetto che ho già appoggiato in passato.

Bags for Africa vive grazie a tanti supporti preziosi: quello di numerose maison di moda che hanno aderito donando le borse; quello della casa d’aste Christie’s, di Morino Studio e del media partner Vanity Fair; quello del Comune di Milano, di Expo Milano 2015 e della Camera Nazionale della Moda Italiana.

COOPI è un’organizzazione umanitaria, laica e indipendente, che lotta contro ogni forma di povertà. Giorno dopo giorno, assiste le popolazioni colpite da catastrofi e conflitti e lavora per favorire lo sviluppo civile, economico e sociale: è presente in Africa, America Latina e Medio Oriente. Solo per darvi un’idea del lavoro svolto, vi cito qualche dato relativo al 2012: COOPI è stata presente in 24 paesi con 176 progetti. I beneficiari diretti delle sue attività sono stati oltre 3.600.000.

Quest’anno i fondi raccolti sono destinati ai progetti contro la malnutrizione in Niger e Ciad. Donne e bambini sono i principali destinatari degli interventi: i due paesi dell’Africa centrale, nella regione del Sahel, sono stati colpiti duramente dalla siccità del 2011 che ha determinato un tasso di malnutrizione estremamente elevato. I bambini, essendo soggetti vulnerabili, sono i più colpiti: 1 bambino su 2 è in stato di malnutrizione cronica e 1 su 4 muore a causa di alimentazione povera e problemi connessi. Le mamme, oltre a essere colpite dalla stessa condizione, sono le prime responsabili della corretta alimentazione e della salute dei piccoli: per questo motivo COOPI lotta contro la malnutrizione materno-infantile, riconoscendo alle mamme un ruolo primario. I fondi raccolti durante Bags for Africa 2013 serviranno a combattere concretamente e su più fronti: dalla gestione immediata dei casi di malnutrizione alla riabilitazione delle strutture sanitarie locali, dalla diffusione delle buone pratiche nell’alimentazione della famiglia e dei neonati alla promozione del ruolo delle donne, supportandole durante la gravidanza e aiutandole nella costruzione della relazione psicologica e affettiva coi loro bambini. Le donne possono diventare le protagoniste del cambiamento e dello sviluppo all’interno della società in questi paesi: COOPI ci crede e ci credo anch’io. Ecco perché ho voluto dare il mio (piccolissimo) contributo.

All’asta hanno aderito quest’anno 45 aziende che hanno donato ognuna una borsa in stile vintage: la quarta edizione ha avuto infatti un tema speciale, quello degli anni ’60, voluto sia per ricordare un periodo memorabile per la moda sia per ricordare la nascita di COOPI,  fondata nel 1965.

La borsa donata dalla maison John Richmond
La borsa donata dalla maison John Richmond
La borsa donata dalla maison CO|TE, in tessuto glitterato abbinato a pelle. Secondo voi, poteva non colpirmi?
La borsa donata dalla maison CO|TE, in tessuto glitterato abbinato a pelle. Secondo voi, poteva non colpirmi?
La borsa donata dalla maison Vivienne Westwood
La borsa donata dalla maison Vivienne Westwood

Oltre ai big della moda, è stata battuta all’asta anche una mini collezione fatta di 4 borse realizzate da Martina Maggiorelli con le artigiane del progetto COOPI in Marocco. Martina aveva vinto nel 2012 il concorso “Giovani stilisti per una moda sostenibile”, organizzato in collaborazione con l’Area Progetti Speciali di IED Moda Milano: essendo stata anch’io una studentessa IED, sono particolarmente orgogliosa di questa cosa. Martina ha potuto compiere un viaggio, professionale e umano, con lo scopo di progettare e realizzare una collezione insieme alle donne artigiane della cittadina di Zaio, presso i laboratori promossi da COOPI: un sapere millenario, quello della tessitura del Nord Africa, si è fuso con le conoscenze di Martina, dando luogo a pezzi unici. Il progetto ha dunque dato a queste donne una possibilità di lavoro, sviluppo e formazione.

Una delle borse di Martina Maggiorelli battuta all’asta da Renato Pennisi: borsa secchiello multicolore ispirata ai vasi africani, base in paglia
Una delle borse di Martina Maggiorelli battuta all’asta da Renato Pennisi: borsa secchiello multicolore ispirata ai vasi africani, base in paglia
Una delle borse di Martina Maggiorelli battuta all’asta da Renato Pennisi: maxi pochette in pelle intrecciata e sacco riciclato dell’agricoltura marocchina. Arricchita da un ricamo in lana e da perline.
Una delle borse di Martina Maggiorelli battuta all’asta da Renato Pennisi: maxi pochette in pelle intrecciata e sacco riciclato dell’agricoltura marocchina. Arricchita da un ricamo in lana e da perline.

Le donne sono le protagoniste dell’asta in tutti i sensi, quelle italiane e quelle africane: le prime, acquistando le borse, aiutano le seconde, impegnate ogni giorno nella sfida per la sopravvivenza.

Grazie alle 49 borse bandite con grande professionalità e simpatia da Renato Pennisi della casa d’aste Christie’s, sono stati raccolti 20.000 euro: ad accompagnare Pennisi durante la serata, c’è stata una madrina d’eccezione, la conduttrice televisiva Camila Raznovich che è stata instancabile nel lanciare numerosi appelli volti a ricordare la destinazione benefica dei fondi raccolti.

Renato Pennisi batte all’asta la borsa di Agatha Ruiz de la Prada
Renato Pennisi batte all’asta la borsa di Agatha Ruiz de la Prada
Renato Pennisi batte all’asta la borsa di Antonio Marras
Renato Pennisi batte all’asta la borsa di Antonio Marras
Renato Pennisi batte all’asta la borsa di Benedetta Bruzziches
Renato Pennisi batte all’asta la borsa di Benedetta Bruzziches
Renato Pennisi batte all’asta la borsa di Daniela Bentivoglio
Renato Pennisi batte all’asta la borsa di Daniela Bentivoglio
Renato Pennisi batte all’asta la borsa di Gabs
Renato Pennisi batte all’asta la borsa di Gabs
Renato Pennisi batte all’asta la borsa di Roger Vivier
Renato Pennisi batte all’asta la borsa di Roger Vivier
Renato Pennisi batte all’asta la borsa di Stella Jean
Renato Pennisi batte all’asta la borsa di Stella Jean

Oltre ai rappresentanti delle case di moda e al Presidente COOPI, Claudio Ceravolo, ha partecipato alla serata anche il Cavalier Mario Boselli, Presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana. Tra i presenti anche molti personaggi noti di Milano e del mondo della moda e della televisione, tra cui Marinella Di Capua, Tania Missoni, Cristiana Versace, Gaia Trussardi, Alessandra De Marco, Paola Saltari di Vanity Fair, Laura Morino Teso di Morino Studio e Guido Bagatta.

Camilla Raznovich con Claudio Ceravolo, Presidente COOPI
Camilla Raznovich con Claudio Ceravolo, Presidente COOPI
Camilla Raznovich col Cavalier Mario Boselli, Presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana
Camilla Raznovich col Cavalier Mario Boselli, Presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana

Il 26 novembre, Camilla Raznovich ha detto qualcosa che approvo anch’io: odio la strumentalizzazione del dolore e non intendo farla, ma credo sia estremamente necessario aprire gli occhi davanti a drammi concreti e urgenti. Ripeto un dato che ho scritto anche in principio: in Niger e Ciad, 1 bambino su 2 è in stato di malnutrizione cronica e 1 su 4 muore a causa di alimentazione povera e problemi connessi. E credo, semplicemente, in ciò che ha ricordato anche il Cavalier Boselli: chi ha avuto di più ha il dovere di guardarsi attorno e aiutare gli altri.

Il lavoro di COOPI prosegue senza sosta. Ci sono tanti modi per contribuire: qui sotto trovate tutti i canali web per seguire le attività e vi segnalo che l’organizzazione porta avanti anche progetti di sostegno e adozione a distanza.

Grazie di cuore per qualsiasi cosa potrete fare,

Manu

Le foto incluse nel testo sono tutte miei scatti

Piccolo ricordo personale pescato in rete: io ed Enrico, il mio amore
Piccolo ricordo personale pescato in rete: io ed Enrico, il mio amore
Piccolo ricordo personale pescato in rete: io intenta a lavorare col mio iPad
Piccolo ricordo personale pescato in rete: io intenta a lavorare col mio iPad
Piccolo ricordo personale pescato in rete: ancora io ed Enrico, in seconda fila
Piccolo ricordo personale pescato in rete: ancora io ed Enrico, in seconda fila

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Per seguire COOPI, avete tantissimi modi: a ognuno il suo canale preferito! Qui trovate il sito e qui la pagina dedicata a Bags for Africa 2013, qui il blog, qui la pagina Facebook, qui Twitter, qui Google+, qui il canale YouTube

Per le adozioni a distanza, qui tutte le informazioni

Per vedere il mio reportage dell’edizione 2012, cliccate qui

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Ricordo infine le 45 aziende che hanno aderito a Bags for Africa 2013 IV edizione: Agatha Ruiz de la Prada, Alberta Ferretti, Alviero Martini 1^ Classe, Antonio Marras, Braccialini, L’Autre Chose, Benedetta Bruzziches, Brunello Cucinelli, Carta e Costura, Cinzia Rocca, Cividini, Costume National, CO|TE, Daniela Bentivoglio, Daniela Gerini, Eduardo Wongvalle, Ermanno Scervino, Fratelli Rossetti, Gabs, Giancarlo Petriglia, Giuseppe Zanotti Design, Hogan, John Richmond, Lorenzo Riva, Marta Ferri, Martino Midali, Mywalit, Moschino, Piquadro, Renato Balestra, Roberto Cavalli, Rodo, Roger Vivier, Salvatore Ferragamo, Santoni, Stefanomano, Stella Jean, Thalé Blanc, Tiziana Fausti, Tod’s, Trussardi, Valentino Orlandi, V°73 by Elisabetta Armellin, Vivienne Westwood, Zagliani.

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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