Barbie strizza l’occhio all’Oriente per una buona causa

Quand’ero bambina, che fossi da sola, con mia sorella o con gli amici, giocavo moltissimo e con tutto ciò che capitava a tiro.
In cortile, c’erano la bicicletta, la corda per saltare, l’hula hoop e qualsiasi tipo di palla. Giocavamo a nascondino, a mosca cieca, a campana, a ruba bandiera, ad elastico: al mare e sulla sabbia, facevamo tunnel, fossati, piste per le biglie, castelli e perfino torte.
A casa, giocavo con le macchinine, le bambole, i pentolini, le costruzioni, le carte, le figurine e i giochi in scatola, dall’Allegro Chirurgo al Monopoli: ricordo che mi piaceva giocare a dama.
Mi inventavo giochi fabbricando cose da sola: per esempio, adoravo i barattoli vuoti che chiedevo a mia mamma.
Ho consumato milioni di fogli, matite, pastelli e pennarelli coi quali mi impiastricciavo all’inverosimile.

Ai genitori, dunque, desidero dire una cosa: non fatevi influenzare da nessuno, decidete con la vostra testa.
Volete regalare una Barbie alla vostra bambina? Fatelo. Volete regalarle le macchinine? Fatelo. Volete regalare un peluche a un maschietto? Fatelo, senza remore e senza sensi di colpa.

Non sarà una Barbie a fare di vostra figlia una donna vanitosa, così come non sarà una macchinina a farne un maschiaccio, così come non sarà un peluche a fare di un ragazzino uno smidollato senza spina dorsale.

A mio avviso, i bambini non caricano giochi e giocattoli di tutte le implicazioni (e complicazioni) morali, psicologiche e sociali che invece riusciamo a trovare noi adulti: si divertono o non si divertono, amano o non amano. Punto.
Mettono la fantasia e si calano in infiniti ruoli, ma giocare a fare i pirati o le ballerine non segnerà fatalmente e irreversibilmente i loro destini da adulti, stiamo sereni su questo.
(Tra l’altro, il bello è proprio questo, poter essere tutto ciò che si vuole e poi cambiare idea quando ci si annoia. Magari si potesse fare altrettanto da adulti!)

Ho giocato col Dolce Forno e questo non ha fatto di me una brava cuoca (purtroppo); ho giocato con bambole e bambolotti eppure non ho sviluppato istinto materno (per fortuna, forse, viste queste mie idee); ho avuto perfino una pistola giocattolo con la quale mia sorella e io scimmiottavamo banditi e cowboy, eppure non sono diventata nemmeno una fuorilegge (non fino a oggi, almeno).
Credo invece che, al contrario, giocare a tutto e con tutto abbia sviluppato in me tanta curiosità, da sempre.

Dico queste cose seguendo e ascoltando il cuore, dando voce ai ricordi della bambina che sono stata: non pretendo di essere certo un’esperta, anzi, non ho nemmeno figli.

Come immaginerete, non sopporto le polemiche che talvolta divampano proprio attorno a Barbie e le riservo invece bellissimi ricordi d’infanzia: per me è stata una compagna per la quale mi piaceva immaginare mille avventure.
Quando oggi guardo mia nipote che con occhi sognanti mi presenta le sue Barbie (incluse un paio delle mie vecchie, conservate da mia mamma e oggi passate in eredità), capisco che la magia continua.

Vestivo Barbie esattamente come vestivo le bambole, dunque non è colpa sua se ho la fissazione per la moda.
Anche perché, se è per questo, giocavo anche a disegnare figurini, facevo collane e bracciali infilando perline e ho giocato sia con Gira la Moda sia con la Maglieria Magica.

Tra l’altro, a marzo dello scorso anno, la mia amica Barbie a compiuto ben 55 anni, sebbene non li dimostri: il 9 marzo 1959, infatti, faceva il suo ingresso alla Fiera del Giocattolo di New York e, da allora, ha fatto tanta strada.

In occasione del suo 55° compleanno, Barbie si è regalata la copertina dell’edizione estiva di<em> Sports Illustrated</em>, mitica rivista americana, riproponendosi col mitico costume a righe bianche e nere del suo esordio: ecco la foto che avevo già pubblicato lo scorso 9 marzo sulla mia pagina Facebook e che mostra la bambola originale del 1959.
In occasione del suo 55° compleanno, Barbie si è regalata la copertina dell’edizione estiva di Sports Illustrated, mitica rivista americana, riproponendosi col mitico costume a righe bianche e nere del suo esordio: ecco la foto che avevo già pubblicato lo scorso 9 marzo sulla mia pagina Facebook e che mostra la bambola originale del 1959.

La sua carriera è stata decisamente eclettica e ha perfino vestito i panni di astronauta, sergente del corpo dei Marines e candidata presidenziale, ben prima che queste cose accadessero veramente nella realtà.

Più di 70 stilisti hanno disegnato abiti per lei, tra cui Christian Dior, Balenciaga, Yves Saint Laurent, Giorgio Armani e sono tante le celebrità alle quali è stata dedicata una Barbie Collector, la serie speciale destinata ai collezionisti, stelle del cinema, come Audrey Hepburn e Grace Kelly, ma anche protagoniste della musica pop, come la splendida Jennifer Lopez.

Barbie ha ugualmente colpito l’immaginario di personaggi appartenenti agli ambienti più disparati: nel 1985, per esempio, è diventata la musa di un grande pittore, Andy Warhol, che l’ha immortalata in un quadro diventato poi celebre.

Come tutte le dive che godono di una grande fama, anche Barbie ha e ha avuto qualche detrattore ed è stata oggetto di qualche polemica, come dicevo, ma la verità è che gode di un successo senza eguali che la rende una della bambole più amate di sempre.
Confessiamolo senza timore e senza vergogna, molte di noi l’hanno amata e per un motivo secondo me molto semplice: Barbie dà corpo a un desiderio estremamente normale in ogni bambina, quello di rapportarsi con la vita adulta.

Anche se ormai sono cresciuta, le notizie che riguardano Barbie mi incuriosiscono sempre molto e, a quanto pare, guardando le tante iniziative che la coinvolgono, non sono l’unica a subire il suo fascino.

L’avventura più recente? Guardare a Oriente… per una buona causa.

Vi spiego: la casa produttrice Mattel e Luisa Via Roma hanno realizzato un progetto speciale lanciato in occasione della decima edizione di Firenze4ever, evento che ha l’intento di riunire esperti di moda, arte musica e tecnologia e che si svolge due volte l’anno, in gennaio e in giugno, nel capoluogo toscano.

Il tema di questa edizione di Firenze4ever è Oriental Obsession: per l’occasione, Barbie si è vestita di nero e oro con un abito appositamente ideato per lei dall’artista giapponese Hiroyuki Kikuchi, art director, illustratore e fotografo.

Barbie <em>Oriental Obsession</em>: dai bellissimi bozzetti alla realizzazione.
Barbie Oriental Obsession: dai bellissimi bozzetti alla realizzazione.

Barbie Oriental Obsession è stata realizzata da Mario Paglino e Gianni Grossi, i designer che compongono il duo Magia 2000 e che da anni sono gli stilisti di Barbie per gli eventi speciali Mattel.

Mario e Gianni hanno curato tutto il look della bambola, interamente realizzato a mano in soli 10 esclusivi esemplari numerati, partendo dal bozzetto di Hiroyuki Kikuchi e studiando tutti i particolari.

Come accennavo, le 10 Barbie Oriental Obsession hanno il cuore tenero: sono state infatti messe all’asta su eBay a partire da ieri, lunedì 12 gennaio, e tutto il ricavato sarà devoluto a The Anastacia Fund, associazione creata dalla cantante Anastacia nell’ambito dell’importante Breast Cancer Research Foundation.

Anastacia, da sempre impegnata nella sensibilizzazione del tema del tumore al seno (lei stessa ha avuto e sconfitto il cancro), è la madrina del progetto e ha dato il via all’asta.

Ognuna delle 10 Barbie sarà corredata da una copia originale del disegno firmato da Hiroyuki Kikuchi: l’asta proseguirà per una settimana e si chiuderà alle ore 12 di lunedì 19 gennaio.

Devo dire che l’artista giapponese e il duo Magia 2000 hanno fatto un lavoro davvero interessante, pieno di passione nonché di cura perfetta di ogni singolo dettaglio: vi invito a guardare il video qui sotto, scommetto che ne sarete a vostra volta affascinati come lo sono stata io.

Spero che le 10 Barbie vadano a chi saprà apprezzarle e conservarle e spero che portino tanti soldi alla causa della lotta contro il tumore al seno, una lotta che, purtroppo, al momento non conosce tregua.

Come sostengo sempre, si può arrivare alle grandi cose partendo dalle piccole e quindi, ancora una volta, sono orgogliosa della mia bionda amica: il suo compito, quello di far sognare, continua anche così.

Manu

 

 

 

Se volete partecipare all’asta e provare ad aggiudicarvi una delle 10 Barbie Oriental Obsession, le trovate qui

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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