Chiuso per ferie 2019, AGW ospita Gloria Vian e il suo «Esserci o esistere»

Tra le diverse attività che compongono il mio panorama professionale figura l’insegnamento.
È l’attività che richiede maggior impegno, energia e passione, perché insegnare è una gioia nonché una grande responsabilità.
Mi regala molte soddisfazioni ma anche qualche sconfitta: è una sfida continua ed è una sfida che non intendo abbandonare in quanto ci tengo (e ci credo) moltissimo.
E così, attraverso Accademia del Lusso che continua a credere in me (grazie ), tengo dei corsi di editoria e comunicazione della moda con focus specifico sulla loro evoluzione via web: si è da poco concluso l’anno accademico 2018-19 e io sto già pensando ad aggiornare i materiali per il nuovo anno che inizierà tra settembre e ottobre.

Tra le regole imprescindibili che mi do in qualità di docente, includo la necessità di essere imparziale, dando le stesse possibilità a tutti gli studenti e non assecondando in alcun modo simpatie (o antipatie) personali.
Ma ora che l’anno accademico è finito, ho deciso che, per una volta, posso concedermi uno strappo alla regola, anche perché la studentessa alla quale darò voce oggi, Gloria Vian, si è laureata lo scorso 1° luglio, concludendo tra l’altro il suo percorso con il massimo dei voti.

La tesi di laurea di Gloria ruota attorno a un argomento attuale e interessante: si intitola «Esserci o esistere» e si pone l’obiettivo di analizzare il rapporto tra mondo reale e mondo virtuale.
L’argomento è decisamente complesso e sfaccettato: ho molto apprezzato la serietà, l’impegno e la profondità con cui Gloria ha affrontato il tutto, ho molto apprezzato le ricerche che ha condotto anche attraverso interviste a vari professionisti ed esperti e, infine, ho molto apprezzato l’installazione che ha dato corpo alla sua tesi.

Alla luce di tutto ciò, quest’anno ho deciso di lasciare a Gloria Vian una responsabilità, ovvero quella di essere il post che ogni estate ‘chiude per ferie’ il blog: lo faccio per due motivi.

Il primo motivo è qualcosa che suonerà estremamente familiare a tutti coloro che mi fanno il dono (grazie anche a voi ) di leggere il blog: desidero sostenere il talento, sempre e in ogni sua forma e manifestazione.
Gloria Vian ha una bella testa, è curiosa, si interroga, sa scrivere.
Abbiamo bisogno di una nuova generazione fatta di persone come lei e sono onorata di poter dare voce e spazio a una giovane donna di talento e a un assaggio della sua tesi che è estremamente interessante.

Anche il secondo motivo è in linea con la mia posizione e la posizione del blog: Gloria si interroga su qualcosa – il web – che mi sta molto a cuore e su questioni che sono nevralgiche e centrali per il mio lavoro, in Accademia del Lusso e su tutti gli altri fronti.

Ho scritto spesso che resto un po’ perplessa quando sento parlare del web come quintessenza dei mali del mondo, dunque torno a ribadire un concetto che espongo proprio ai miei studenti.
Il web è solo un mezzo, è solo uno strumento; non ha un’anima in quanto non è un essere vivente, pertanto non è di suo buono o cattivo, intelligente o stupido, onesto o disonesto, ingenuo o furbo.
Siamo noi a conferirgli un’anima a seconda dell’uso che ne facciamo, a seconda di ciò che da lui ci aspettiamo: per esempio, in qualità di nativa analogica e immigrata digitale (ovvero persona nata e cresciuta prima dell’avvento delle tecnologie ma oggi utilizzatrice del web per lavoro e per svago quasi al pari dei nativi digitali ovvero Millennials e Generazione Z), io ho dovuto conquistare il mio spazio poco a poco e mi aspettavo che, da curiosa di natura quale sono sempre stata, il web contribuisse ad annullare quelle barriere di qualsiasi tipo che ho sempre detestato e che mi facevano sentire limitata.
E questo ho avuto: ho ritrovato persone, ne ho conosciute altre che molto probabilmente non avrei potuto incontrare in altro modo, ho imparato tantissime cose, ho avuto accesso a molte informazioni e conoscenze.
Se dovessi dunque mettere sui due piatti di una bilancia positività e negatività del web, per me il primo piatto sarebbe molto più pesante del secondo.

Sono ottimista, sì (in tutto), però sono anche realista: il web è oggi più che mai in costante e continuo fermento e sono tanti i cambiamenti che stanno investendo la dimensione digitale e, conseguentemente, le nostre vite reali e so che tali cambiamenti possono andare a incidere su quei due piatti, quello della positività e quello della negatività, magari fino a capovolgerli o quasi – chissà.

Sul piatto della positività e delle opportunità, metto subito la tendenza attuale che privilegia maggior chiarezza e pulizia.
Per esempio, quella che riguarda Instagram: dopo l’esperimento in Canada, il social nasconde il numero dei ‘like’ anche in Italia per quanto il test, iniziato a metà luglio, non è una decisione definitiva bensì una prova.
Lo scopo? «Vogliamo aiutare le persone a porre l’attenzione su foto e video condivisi e non su quanti ‘like’ ricevono»: così dice Tara Hopkins, Head of Public Policy EMEA di Instagram.
D’altro canto, esiste un problema evidente: quest’anno, le ‘frodi degli influencer’ (che si tratti di acquistare follower o di usare sistemi automatizzati per mettere ‘mi piace’ o commentare i post) costeranno agli inserzionisti 1,3 miliardi di dollari. A dirlo è uno studio di Roberto Cavazos, professore ed economista dell’Università di Baltimora, recentemente pubblicato dal prestigioso Business of Fashion: pare che fino al 50% del coinvolgimento (engagement) dei contenuti sponsorizzati potrebbe essere falso…
Sempre sul fronte chiarezza e pulizia, aggiungo i nuovi canali social (come Diet Prada e Give Credit) che denunciano ‘i panni sporchi’, questioni come plagi e appropriazione culturale.
Tra le opportunità, metto anche la questione blockchain nonché l’accresciuta consapevolezza di tutti noi consumatori circa sostenibilità ambientale e sociale, tutto spinto proprio dai maggiori strumenti offerti dal digitale; metterei anche bitcoin e criptovalute, inclusa Libra, la novità che (tra conferme e smentite) Facebook dovrebbe lanciare nel 2020.

So anche cosa c’è sul piatto della negatività e delle problematiche, argomenti altrettanto forti come hater, stalker, cyber bullismo, hacker, fake news: tutto vero, tutto tristemente esistente.
Ci sono argomenti come alienazione dalla realtà e perdita dei rapporti umani diretti a favore della dimensione virtuale.
Sembra una lista breve, quella delle negatività, eppure sono argomenti talmente densi e complessi da bastare a riempire milioni di pagine, virtuali e reali.
Giusto in questi giorni e giusto parlando di odio, ho condiviso attraverso Facebook e Twitter un intelligente e lucido articolo di Tommaso Labate che racconta come, nonostante esista il problema delle ‘frodi degli influencer’, non sia altrettanto giusto generalizzare, giudicare a priori, condannare un’intera categoria e mettere alla gogna.

Insomma, c’è tanto, tantissimo su cui riflettere e di queste positività e negatività (più altre ancora, come per esempio le nuove professioni nate grazie al web) parla la tesi di laurea di Gloria.

E allora lascio spazio alle parole, alle foto a un video di Gloria Vian: chi meglio di un membro della Generazione Z può offrirci il suo punto di vista su questi temi?

Io vi auguro buona estate e ci risentiamo tra qualche settimana.

(E per… rimanere in tema: se vi va, in fondo trovate il link ai miei social attraverso i quali resterò attiva e presente. Troverete solo pensieri leggeri e foto di vacanze, lo prometto)

Manu

 

Gloria Vian e la sua installazione <em><strong>«Esserci o esistere?»</strong></em>
Gloria Vian e la sua installazione «Esserci o esistere?»

Un pensiero, una domanda, una realtà.

«Esserci o esistere» non vuole essere solo una semplice installazione, ma un’esperienza vera e propria che accompagni i visitatori a porsi un’importante domanda: «Esisto o vivo?».

Mi chiamo Gloria Vian e il 1° luglio, presso l’Accademia del Lusso di Milano, nella sede di via Chioggia, ho approntato l’installazione «Esserci o esistere» in occasione della discussione della mia tesi di laurea in Styling and Communication.

Con un semplice passo, varcata la soglia di un grande schermo di smartphone, gli ospiti hanno avuto accesso all’interno della struttura e si sono trovati a percorrere, completamente al buio, un lungo corridoio alle cui pareti pellicole riflettenti davano la rappresentazione distorta della loro immagine. Un’allusione al modo in cui la società si esprime attraverso i social.

Si giungeva quindi in uno spazio pentagonale con quattro schermi che proiettavano nello stesso momento tre argomenti e un tema a essi trasversale, frequentemente presenti sui social.

L’argomento socio-politico era rappresentato da un post dell’attivista sedicenne Greta Thunberg, seguito da scene di folle scese in piazza a manifestare incitate da post e dai social.

Sul secondo schermo un video ha affrontato il tema distruttivo, un tema trasversale a tutti gli argomenti in cui è implicato l’uso dei social: bullismo e trollismo sono oggi la causa di comportamenti estremi. Si potevano leggere e vedere post presi da Instagram che testimoniano l’invidia, la cattiveria, l’odio estremi che si possono trovare sul web; a seguire anche gli atti estremi cui possono essere spinti i destinatari dei messaggi.

Il terzo schermo testimoniava il cambiamento del concetto di viaggio oggi.
La voglia di condividere sui social e di mostrare al mondo le nostre avventure porta a un inaridimento dell’esperienza del viaggio e alla perdita della sua vera essenza come perfezionamento del sapere e arricchimento culturale.

L’ultimo argomento è quello del lavoro, perché i social hanno dato possibilità di realizzazione personale, addirittura di inventare nuovi mestieri.
La società giudica e taccia di superficialità chi si reinventa attraverso i social, ma a quali valori ha dovuto rinunciare e quale prezzo ha dovuto pagare chi ha raggiunto il successo in questo modo?

La realtà dei social è bella, colorata, piena di gente e luci ed è anche ‘apparenza’.

Il crash degli schermi e un improvviso black-out portavano al finale… un finale aperto…

Qualora qualcuno fosse interessato al mio progetto o volesse maggiori chiarimenti, oltre alle foto e al breve video che segue, vi lascio anche il mio indirizzo e-mail personale: gloria.vian@hotmail.it

Gloria Vian

 

 

 

 

 

A glittering woman è anche su Facebook | Twitter | Instagram

 

Sharing is caring: se vi va, qui sotto trovate alcuni pulsanti di condivisione

 

 

 

 

 

Spread the love

Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Lascia un commento

Nome*

email* (not published)

website

error: Sii glittering... non copiare :-)