So this is Christmas

Negli ultimi tempi, gli stati che pubblico sul mio profilo Facebook raccontano spesso inquietudini, perplessità, preoccupazioni.
Raramente mi capita di raccontare in via diretta di inviti ricevuti, posti in cui sono andata, persone che mi hanno cercata, nuovi contatti che si delineano. Preferisco che a raccontare ciò che faccio sia il mio lavoro e ciò che produco, senza vantarmi di nulla, anche perché successi e insuccessi sono del tutto relativi ed è spesso molto soggettivo il metro con cui li misuriamo.
Mi metto molto in discussione e mi faccio tante domande. Sto facendo abbastanza? Sono all’altezza di ciò che faccio? Sono efficace? Potrei fare di più? Cosa manca al mio lavoro?
Quando ho iniziato a pensare di scrivere un post con la mia wish list e i consigli di Natale avevo parecchi dubbi. Il progetto ha preso forma strada facendo: sono partita da un’idea un po’ confusa che ho corretto pian piano e che pian piano si è delineata.
Uno dei dubbi che avevo riguardava proprio la struttura stessa di un post che sarebbe stato corale, un unico palcoscenico sul quale sarebbero saliti molti attori, tutti col ruolo di protagonisti e nessuno di comprimario: tutto ciò avrebbe funzionato? Come sarebbe stata la convivenza?
Poi, dopo aver pubblicato il post, ho iniziato a ricevere molti messaggi da parte dei protagonisti, tutti entusiasti, tutti contenti. E soprattutto contenti di una cosa: fare parte di un gruppo di splendidi talenti.
Uno di questi talenti ha anche fatto un gesto assai significativo per me, ha creato una vignetta in cui c’è un albero di Natale sul quale le preziose decorazioni sono costituite dai nomi di tutti i creativi coinvolti: aMarCortese ha fatto un bellissimo omaggio a tutti, mettendo in evidenza la forza del gruppo. Questi ragazzi hanno fatto un passo oltre perché, invece che pensare al loro orticello, hanno valorizzato tutti quanti.
Ecco, mi si è aperto il cuore e, d’un tratto, qualsiasi dubbio è stato risolto, qualsiasi nebbia è stata dissipata.

A volte, per guardare il nostro lavoro e ciò che facciamo con la giusta obiettività, occorre allontanarci da noi stessi e magari prendere in prestito gli occhi degli altri usandoli per osservarci, perché capita che, nei nostri confronti, siamo troppo indulgenti oppure troppo severi.
Essere compresi nei propri intenti è uno dei regali più grandi che si possano ricevere: ci dà un ruolo e ci fa sentire amati e utili.
Attraverso i ringraziamenti e le tante condivisioni (tutte fatte con parole che esprimono vera comprensione del progetto, nessuno ha pensato solo a sé stesso) e attraverso la vignetta, ho potuto dare un vero senso al lavoro che avevo fatto perché ho percepito di essere stata capita, che la mia idea era passata e che era diventata di tutti: fare gruppo, fare squadra, fare sistema, non temere gli altri bensì avvicinarsi a chi condivide i nostri stessi valori. Creare un circolo virtuoso in cui il saper fare sia un valore che unisce, accomuna e spinge avanti.
Ho sentito forte e chiaro che molte persone credono nella condivisione come strada percorribile, ho sentito che dobbiamo insistere e proseguire. Ho sentito che avevo scelto le persone giuste e ho sperato che ce ne siano molte, molte altre.
Per una volta, ho avuto la certezza di aver fatto un buon lavoro, di aver costruito qualcosa e questo fa bene al cuore. E ora so che quel post è stato un buon modo per fare il punto di quasi un anno di lavoro.
Adesso, per me, è davvero Natale. Ho trovato un senso, il mio senso.
Guardare quest’albero con tutti i nomi mi commuove, profondamente.
Ho ricevuto il dono più bello nel quale potessi sperare, perché questo, per me, è il significato del Natale. Portare avanti valori positivi da condividere, fare la mia parte in prima persona. Scoprire e riunire realtà che sono legate da un fil rouge, quello del saper fare. Aiutare chi ha talento, bravura, passione: io cerco di raccontare il tutto, ma sono le persone in gamba a fornirmi la materia prima. Vedere che i primi a comprendere sono le persone che cerco di sostenere che, anziché fare le primedonne, capiscono e condividono il valore del far sistema.
Buon Natale a tutti voi che leggete e, come sempre, grazie di esserci: sappiate che siete importanti. Siete parte integrante del mio progetto che punta alla qualità, al talento, al saper fare, all’eccellenza, siete anche voi attori protagonisti. Perché detenete un potere fondamentale, scegliere, e io spero che eserciterete questo diritto a favore del vero talento.
E voglio farvi un augurio: che possiate trovare e vivere il vostro senso del Natale.

Manu 

Il mio post con la wishlist e i consigli di Natale: qui
Lo splendido omaggio firmato aMarCortese: qui e qui

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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