Clash Collection: Debora Zavaglia fa convivere aborigeni e giapponesi

Ieri sera girovagavo per il web e, tra mille spunti, mi sono imbattuta in questo pensiero: “I sincerely believe that energy grows from itself and the more energy you expand the more you create within yourself”. Sono parole della grande Diana Vreeland, uno dei miei punti di riferimento. Mi è sembrato naturale accostarle alla persona della quale desidero parlarvi stamattina: Debora Zavaglia.

A lei ho già dedicato un precedente post, presentando la sua collezione The Wolf’s Choice: trovo che l’affermazione di Mrs. Vreeland – l’energia cresce da sé e più la spargi più si crea dentro di te – sia semplicemente perfetta per descrivere la vitalità e la voglia di fare che animano Debora la quale è riuscita a sorprendermi ancora una volta con una capsule collection dedicata al freddo inverno che stiamo affrontando.

La sua Clash Collection nasce dallo studio di due culture lontane e molto diverse tra loro, quasi agli antipodi: quella degli aborigeni australiani e quella del popolo giapponese. Cosa può esserci di più distante? Da una parte le tradizioni del popolo natio australiano, fortemente legato alla terra; dall’altra il bon ton e il formalismo del paese del Sol Levante. Clash in inglese significa appunto scontro, urto, collisione: non è certo l’opposizione, però, a suscitare l’interesse di Debora, bensì l’unione e l’incontro. La stilista vuole infatti dimostrare che le due culture sono lontane solo apparentemente e che gli opposti non solo si attraggono ma possono anche fondersi e dunque incontrarsi senza scontrarsi: possono dare vita a equilibri nuovi, intrisi di armonia e originalità.

Ritratto di Debora Zavaglia
Ritratto di Debora Zavaglia
Uno dei capi della Clash Collection
Uno dei capi della Clash Collection
Francesca Camera, modella, mostra la foto del capo Clash Collection che ha indossato per la sfilata di Milano
Francesca Camera, modella, mostra la foto del capo Clash Collection che ha indossato per la sfilata di Milano

Le forme e le geometrie che Debora ha portato negli abiti vogliono essere una sintesi tra la spigolosità degli aborigeni australiani e la rotondità dell’educazione nipponica.

Per questo motivo, forme a trapezio e colli stondati si mescolano tra loro: lo scopo – perfettamente raggiunto, a mio avviso – è quello di trovare un equilibrio e affermare che proprio in quest’ultimo nonché nella ricerca della positività risiede il miglior modo per stare bene con noi stessi e con gli altri. Voilà!

Debora Zavaglia, Clash Collection
Debora Zavaglia, Clash Collection
Debora Zavaglia, Clash Collection – foto di Massimo Iudicelli
Debora Zavaglia, Clash Collection – foto di Massimo Iudicelli
Debora Zavaglia, Clash Collection – foto di Massimo Iudicelli
Debora Zavaglia, Clash Collection – foto di Massimo Iudicelli

“La passione, che sempre mi guida, non mi ha soltanto fatto approdare in due mondi così colmi di elementi da capire e da reinterpretare, ma mi ha spinta a cercare dei tessuti altrettanto particolari, ormai praticamente introvabili”: questo è quanto mi ha detto Debora. Avrebbe potuto la nostra stilista scegliere una strada semplice e banale? No, non sarebbe stato da lei!

E dunque tutti i tessuti che ha utilizzato sono originali degli anni ’60 e ’70, cosa che ha elevato e raddoppiato la portata della sfida: da un lato, c’è stata infatti la difficoltà di accostare fantasie e fogge; dall’altro, c’è stato il dover fare i conti con i metraggi a disposizione, ovviamente non in quantità illimitata.

Il risultato? Una capsule collection fatta di abiti non in serie, non perfettamente uguali tra loro: eppure, neanche a dirlo, le differenze convivono in perfetta armonia.

Debora Zavaglia, Clash Collection: dietro le quinte della sfilata di Milano – foto di Massimo Iudicelli
Debora Zavaglia, Clash Collection: dietro le quinte della sfilata di Milano – foto di Massimo Iudicelli
Debora Zavaglia, Clash Collection: dietro le quinte della sfilata di Milano – foto di Massimo Iudicelli
Debora Zavaglia, Clash Collection: dietro le quinte della sfilata di Milano – foto di Massimo Iudicelli
Debora Zavaglia, Clash Collection: dietro le quinte della sfilata di Milano – foto di Massimo Iudicelli
Debora Zavaglia, Clash Collection: dietro le quinte della sfilata di Milano – foto di Massimo Iudicelli

Debora Zavaglia ha presentato la Clash Collection in due eventi, uno a Milano e uno a Torino: sono stata presente a quello del 10 dicembre tenutosi nel capoluogo lombardo e voglio darvi testimonianza non solo della bellezza e della qualità dei capi ma anche della concretezza e della coerenza della stilista.

Parole e pensieri sono molto importanti per Debora: non restano sospesi nell’aria bensì si concretizzano trasformandosi in fatti reali. Il suo pensiero coincide per lei con un modo di vivere: basta guardare la sua collezione e l’iniziativa umanitaria che ha deciso di sostenere.

Un mio scatto alla sfilata di Milano del 10 dicembre: anche i bijou sono, ovviamente, di Debora
Un mio scatto alla sfilata di Milano del 10 dicembre: anche i bijou sono, ovviamente, di Debora
Un altro mio scatto alla sfilata di Milano del 10 dicembre: i bijou di Debora raccontati attraverso la mia passione per i dettagli
Un altro mio scatto alla sfilata di Milano del 10 dicembre: i bijou di Debora raccontati attraverso la mia passione per i dettagli
Un ricordo della sfilata di Milano del 10 dicembre: in mezzo alle quattro modelle, due per parte, ecco da sinistra la mia collega Erica di Erica MakeUp Dolls, Debora Zavaglia e io (con cappellino bianco)
Un ricordo della sfilata di Milano del 10 dicembre: in mezzo alle quattro modelle, due per parte, ecco da sinistra la mia collega Erica di Erica MakeUp Dolls, Debora Zavaglia e io (con cappellino bianco)

Come ho spiegato, alla base del lavoro di Debora c’è il concetto di trasformare lo scontro in incontro e c’è il desiderio di trasmettere positività: per questo motivo, la stilista ha deciso di fare un gesto estremamente concreto, sostenendo la struttura ospedaliera Ntongo Etani Santa Bertilla che sorge nella cittadina di Bondo, nella Repubblica Democratica del Congo. In Lingala, la lingua più diffusa in Congo, Ntongo Etani significa alba o rinascita e infatti l’obiettivo del progetto (seguito dalla Caritas di Treviso, dal dottor Mario Giobbia e dai suoi collaboratori) è quello di garantire un nuovo inizio agli abitanti di Bondo: terminare i lavori di ristrutturazione dell’ospedale, garantire una riserva energetica continuativa e acquistare beni di prima necessità.

Come poter supportare questa iniziativa in modo allegro e gioioso, secondo quello che è l’autentico spirito di Debora? La stilista ha pensato di farlo attraverso il proprio lavoro e le proprie creazioni, in occasione dei due eventi di Milano e Torino e con un servizio di personalizzazione dei capi.

Personalizzazione: scommetto che questa parola vi ha incuriosite, care amiche. Debora propone un’idea interessante, prolungando la proposta già fatta in occasione delle sfilate: la Clash Collection viene messa a disposizione di tutte coloro che vogliano provare i capi con una possibilità in più, la presenza della stilista stessa e della sarta che collabora abitualmente con lei. La loro appassionata consulenza fa sì che ogni singolo capo risulti perfetto per la donna che lo sceglie: un vero e proprio servizio su misura.

Tutto questo è possibile per tre giorni a partire da oggi, venerdì 20 dicembre, per arrivare fino a domenica 22. Scenario dell’appuntamento è ancora una volta la città di Torino e lo showroom V come Vintage di Dario Barbero.

Anche in questo caso, come per tutte le vendite realizzate attraverso la Clash Collection, parte del ricavato sarà devoluto a favore dell’ospedale Ntongo Etani Santa Bertilla.

Quale migliore occasione? Abiti bellissimi e pressoché unici, rifiniture sartoriali, scelta attenta dei materiali, un servizio su misura e una sarta in grado di rendere i capi assolutamente perfetti per ogni cliente: a dare un ulteriore senso a tutto, c’è la possibilità di concretizzare il pensiero positivo in gesti veri. Ormai sapete come la penso su certe cose, quindi non aggiungo altro.

Se non siete di Torino e se non potete andarci, non vi preoccupate: Debora sarà felicissima di ascoltare le vostre richieste anche dopo l’evento.

Contattatela all’indirizzo e-mail che vi lascio qui sotto e vedrete se non ho ragione: è una persona meravigliosa, energia allo stato puro. E capirete perché la frase di Diana Vreeland mi sia sembrata semplicemente perfetta per iniziare questo articolo.

Manu

 

 

Dettagli dell’evento che si svolgerà da venerdì 20 a domenica 22 dicembre:

Debora Zavaglia e Clash Collection c/o showroom V come Vintage

Via delle Orfane, 5 (zona piazza Savoia) – Torino

Tel. 011 198 26 180 – qui la pagina Facebook dedicata all’evento

Per contattare Debora e per visionare la Clash Collection anche dopo l’evento di Torino, scrivete a deb.zavaglia@gmail.com

 

 

Per approfondire:

Qui il sito di Debora Zavaglia e qui la pagina Facebook

Qui per leggere il mio articolo sulla collezione The Wolf’s Choice

 

 

Ricordo della sfilata del 10 dicembre: in azione col mio iPad
Ricordo della sfilata del 10 dicembre: in azione col mio iPad

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Francesca
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Le linee mi piacciono molto e trovo interessanti gli accessori in panno.
Francesca
The Glossy Mag

emanuela
Reply

Non posso che concordare su entrambi i fronti, cara Francesca 🙂
Manu

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