Curiel SS 19 Haute Couture: dai fogli di carta ai fogli di chiffon, tulle, seta

Sono innumerevoli gli autori, dagli scrittori fino ai cantanti, che hanno paragonato il tempo a un foglio, usando la metafora del libro.

Il passato viene paragonato a un libro già scritto, mentre presente e futuro sono libri ancora da scrivere, fogli bianchi da riempire.

Stavolta, a lasciarsi guidare da questa bella metafora, è una maison di moda e così la collezione Curiel SS 19 Haute Couture diventa una storia di fogli.

Ci sono i fogli di carta ingialliti dal tempo e ritrovati per caso in uno scomparto segreto della libreria, un tesoro di disegni e appunti firmati da Gigliola Curiel (nipote della fondatrice Ortensia Curiel) a partire dagli Anni Quaranta; e ci sono invece i fogli di chiffon, tulle oppure seta, virtuosamente assemblati uno sull’altro in sartoria per creare volumi, strati di colore e… tocchi di poesia.

Nasce così un’alta moda senza precedenti perfino nella poetica di questo pregiato atelier: una vera e propria scatola del tempo che contiene passato, presente e futuro.

Si comincia dall’omaggio proprio a Gigliola Curiel, incredibile signora di Trieste che, verso la metà degli Anni Quaranta, arriva a Milano: apre una prima sartoria in via Durini e, nel giro di tre anni, si ritrova con 128 lavoranti a tempo pieno.

Confrontando quegli schizzi ritrovati in casa con il ricchissimo materiale d’archivio, Raffaella detta Lella (figlia di Gigliola) e Gigliola detta Gil (la nipote) sono riuscite a ricostruire alcuni autentici capolavori.

Gigliola Castellini Curiel e Raffaella Curiel alla presentazione della collezione Curiel SS 19 Haute Couture (ph. credit ufficio stampa)

Uno di questi capolavori è l’abito Tagliatelle, così chiamato poiché è costruito grazie a 21 striscioline di tessuto lunghe fino ai piedi, cucite, rivoltate e poi appoggiate sul bordo in sbieco nell’incavo della schiena di un sublime modello da sera in cady nero del 1960 (lo vedete nella prima foto qui sotto e anche qui, in uno scatto che ho realizzato alla presentazione dello scorso 20 febbraio, durante la Settimana della Moda).

C’è un vestito corto che incorpora un collare in minuscole perle di vetro multicolore: si chiama Millefoglie e anche in questo caso è facile intuirne il perché, visto che richiede oltre 100 metri (100!) di chiffon rosa, fucsia, turchese, bluette, viola, rosso.

Nella redingote di faille rosso ci sono invece 10 pieghe a cannone che rendono il passo regale e danzante: sotto si può indossare l’abito rosso a pieghe verdi in organza jacquard, un gioco cromatico da alta sartoria.

L’apoteosi di asimmetrie e sovrapposizioni si raggiunge con il vestito lungo in chiffon color smeraldo: 18 metri di velo impalpabile tagliato in sbieco, drappeggiato e doppiato fino a formare un’indimenticabile gonna a forma di calla.

Unico nel suo genere è anche il modello Gigliola con 47 metri di chiffon rosso e rosa drappeggiati in sbieco sul corpo.

Dalla collezione Curiel SS 19 Haute Couture – da pc, potete cliccare sulla prima foto e scorrere avanti/indietro con le frecce laterali (ph. credit ufficio stampa)

Un grande esercizio di stile è stato fatto anche su uno spettacolare completo chiamato Aurora e presentato nel 1950 a Palazzo Grassi: abito e cappotto da gran sera in lana e seta jacquard con incrostazioni di rose magistralmente adagiate nei 5 pannelli che compongono il paltò.

Non mancano poi i pantaloni a portafoglio bluette sotto la giacca di organza ricamata in punto tessitura nella stessa tinta; il classico tailleur detto Curiellino, con gonna plissé a portafoglio e giacca trapuntata a ricami degradé; un abito giallo ranuncolo a pieghe di mikado drappeggiate e poi decorate con un rilievo di foglie ricamate.

La collezione Curiel SS 19 Haute Couture comprende 25 pezzi d’autore che raccontano la storia di una famiglia il cui sistema di discendenza funziona per linea materna: dalla fondatrice Ortensia passando per la nipote Gigliola e poi Raffaella, un’altra Gigliola e ora sua figlia, un’altra Ortensia.

Ce ne vogliono di fogli per scrivere questa storia di donne eleganti e forti che lavorano per l’eleganza delle donne e che – come scrivo spesso – continuano a rappresentare la mia oasi di serena bellezza nella frenesia spesso incomprensibile della Milano Fashion Week.

Manu

 

 

 

 

 

La Maison Curiel nel web: qui

I miei articoli precedenti su Curiel: collezione autunno / inverno 2018-19 qui; collezione primavera / estate 2018 qui; collezione primavera / estate 2017 qui

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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