Dimensione Danza: dal contest Lose Control alla collezione GoAskGinger

Sono una che si butta, quindi ho pochissimi rimpianti legati a cose che avrei voluto fare: sono piuttosto un tipo da rimorsi, quelli sì, perché a volte ho fatto proprio delle gran stupidaggini, lo ammetto. I pochi rimpianti che ho sono legati all’adolescenza, età in cui dovevo sottostare a quanto veniva deciso dai miei (severissimi) genitori. Volete conoscere due miei rimpianti legati a quell’epoca? Non aver imparato a suonare uno strumento (il piano) e non aver studiato danza. Quanto ho fantasticato attorno a tutù, calzamaglie, cache-cœur, scarpette con la punta di gesso… Avrei voluto avere l’allure delle ballerine classiche, vestirmi di quei colori pastello che mi facevano sembrare tutto così etereo, avere le gambe affusolate e muscolose e il collo del piede perfetto: invidiavo perfino le dita dei piedi spesso massacrate e incerottate. Sono e sono sempre stata goffa, un eterno brutto anatroccolo mai diventato cigno, altro che eterea, eppure non so cosa avrei dato per condividere il sudore, il sacrificio, la fatica di cui si alimentavano le amiche che danzavano (sono un po’ contorta, lo so, a me le cose non danno soddisfazione se non sono guadagnate con impegno). Avete presente il film “A Chorus Line”? Ecco, io mi ci immedesimavo quasi fino alle lacrime. Provate dunque a indovinare quale fosse all’epoca uno dei miei brand preferiti… Dimensione Danza, un vero must!

A distanza di tanti anni, proprio Dimensione Danza mi ha invitata a una sua giornata fatta per diffondere un paio di progetti speciali. Apoteosi! Il brutto anatroccolo ha avuto la sua piccola rivincita: chi l’avrebbe mai detto quando, a 14 anni, appiccicavo il naso alle vetrine del negozio?

Il primo progetto speciale che voglio condividere con voi è legato al contest #LOSE CONTROL. Dimensione Danza è sinonimo di dinamismo e funzionalità vissuti con un tocco di eleganza e da sempre offre un ventaglio di possibilità per ogni mood e necessità. Oggi il brand vuole spingersi oltre e regalare al suo pubblico un’opportunità unica: entrare in sintonia con la propria anima più artistica, accantonare convenzioni e inibizioni, ascoltare il proprio ritmo e danzare!

Vi è mai capitato, pensando di non essere visti, di lasciarvi andare a un momento di follia liberatoria in cui vi siete cimentati in un moonwalker alla Michael Jackson o in un Harlem Shake? Se la risposta è sì, il contest fa per voi: Dimensione Danza raccoglie il meglio di questi momenti come se fossero rubati attraverso telecamere di sorveglianza.

Attraverso il contest #LOSE CONTROL, chi vorrà perdere il controllo in nome della danza potrà partecipare al concorso per il video più bello: il materiale sarà infatti selezionato e raccolto in un sito dedicato e votato dagli utenti. Partecipare è semplicissimo: girate un video di massimo 2 minuti (che sia in un supermercato o allo sportello bancomat, in un parcheggio o in un parco, all’ingresso di un cinema o su un attraversamento pedonale), caricatelo su YouTube o Vimeo e inviate l’indirizzo del video. Trovate tutte le istruzioni dettagliate qui e potete partecipare anche con una foto. Non fatevi alcun problema di tecnica o di stile: ognuno può osare il proprio, qualsiasi esso sia, incluse mosse e passi assolutamente propri, nonché espressioni e smorfie irriverenti e comiche. È proprio questo lo spirito del concorso! #LOSE CONTROL, ideato e curato dalla giovane agenzia milanese Formulabruta sotto la direzione creativa di Micol Angeleri, si annuncia come un’interessante applicazione del fenomeno del marketing virale.

Ieri, insieme al fantastico staff di Dimensione Danza, ho avuto anch’io l’opportunità di cimentarmi nella mia versione di #LOSE CONTROL: il risultato sono le foto che vedete. Niente passi di danza per me, è vero, ma almeno mi sono lasciata andare a qualche smorfia ed espressione. E soprattutto mi sono divertita un sacco!!!

Ah, dimenticavo di parlarvi dei premi, anche se sono fermamente convinta che non siano determinanti in questo caso: a spingere a partecipare è la voglia di essere visti e di condividere. A ogni modo: al 1° classificato andrà un voucher Dimensione Danza del valore di 300 euro più un iPad Mini; a coloro che si classificheranno tra il 2° e il 5° posto andranno quattro voucher del valore di 300 euro ciascuno. Affrettatevi, si può partecipare fino al 2 dicembre!

Il secondo progetto speciale è strettamente connesso al primo ed è una capsule collection: si chiama GoAskGinger Milano e si basa su quattro tessuti fondamentali, ovvero jersey, felpa, seta e ciniglia. Quattro tessuti che sono stati spesso applicati all’abbigliamento per il tempo libero (o leisurewear per gli amanti dell’inglese) e che, reinterpretati con dettagli e accessori preziosi, diventano oggi i nuovi protagonisti di una dimensione chic ed esclusiva. Perché dico che questo progetto è strettamente connesso al primo? Perché nelle foto che avete visto qui sopra, io indosso alcuni dei capi di questa collezione!

La capsule consiste in un mini-guardaroba di capi di derivazione sportiva ma così curati nella lavorazione e nei dettagli da poter essere indossati nella vita di tutti i giorni, a ricreare quell’allure che tanto invidiavo alle danzatrici: un istinto naturale per l’eleganza, un’inclinazione che porta a mixare tutto col contrario di tutto, senza limiti alla creatività.

Facilità d’uso e femminilità sono i concetti chiave per capi con volumi avvolgenti, da mixare, sovrapporre e abbinare liberamente in base alla propria creatività, al mood e all’occasione. Ogni singolo pezzo della collezione è tinto in capo, cosa che conferisce un aspetto piacevolmente vissuto: t-shirt, felpe, abiti, canotte e pantaloni rivelano una nuova identità in chiave luxury grazie a lavorazioni, applicazioni, patch di tessuto, trattamenti raffinati e dettagli inaspettati.

Parliamo dei dettagli, appunto, e partiamo dalle perle: al naturale o tono su tono perché tinte in capo, vengono applicate una ad una, un procedimento che dona loro movimento creando motivi di grande effetto. Continuiamo con le microborchie: sono tono su tono e formano luminosi pavé su tasche, raglan, spalle e scollature. Passiamo alla pelle: viene applicata su ciniglia e felpa, come banda laterale sui pantaloni, come dettaglio sulle felpe a bordare i profili, rivestire i cursori delle zip e i contorni dei cappucci. E per finire ecco la laminatura color oro iridato: ottenuta attraverso processi quasi artigianali, viene applicata su felpa, ciniglia, jersey di cotone mélange e illumina risvolti a fondo manica e a fondo gamba. La laminatura impreziosisce anche alcune t-shirt oppure riveste totalmente giubbotti con interni in seta.

Dalla capsule collection GoAskGinger Milano: uno dei miei pezzi preferiti, la felpa grigio mélange con cappuccio e perle. Calda, confortevole, chic!
Dalla capsule collection GoAskGinger Milano: uno dei miei pezzi preferiti, la felpa grigio mélange con cappuccio e perle. Calda, confortevole, chic!

In principio dicevo che uno dei quattro tessuti fondamentali è la seta: la si ritrova in inserti inaspettati che spuntano da spacchi, incroci e fondi.

La vocazione luxury di GoAskGinger Milano si ritrova anche nei colori, classici ma inediti, nelle nuance crema, grigio chiaro, grigio piombo, rosa cipria, military e blu, tutte ottenute attraverso tinture e lavaggi.

Ai capi si affianca una linea di accessori, pensata con la stessa filosofia: guanti a mezza manica in felpa laminata color oro, guantini a mezze dita con rifiniture in pelle, cappelli in felpa con banda centrale in pelle, cappucci-sciarpa con interno in seta e infine shopper in canvas con decori oro.

GoAskGinger Milano vuole dunque farsi manifesto di un lusso accennato, mai esibito: non è la vistosità a determinare la preziosità, bensì l’esclusività dei tessuti, dei trattamenti, dei dettagli, delle lavorazioni.

Dalla capsule collection GoAskGinger Milano: uno dei miei pezzi preferiti, il giacchino in felpa rosa cipria con perle. Grintoso e chic!
Dalla capsule collection GoAskGinger Milano: uno dei miei pezzi preferiti, il giacchino in felpa rosa cipria con perle. Grintoso e chic!

La capsule collection rappresenta un nuovo capitolo nel percorso di Ginger Baroni, anima creativa di Dimensione Danza, e arriva esattamente a 30 anni dalla nascita del brand. È infatti il 1983 quando Nadia Necchi, ballerina, e suo marito Enrico Baroni, fashion stylist, tornano dagli USA con un’idea: affascinati dal modo di vestire dei ballerini di Broadway (l’immaginario del quale anch’io parlavo in principio citando “A Chorus Line”), iniziano a pensare a un progetto che affondi le proprie radici nel mondo della danza e del musical con lo scopo di portarli nel vissuto quotidiano. Nasce il progetto Dimensione Danza, un’intuizione nuova e originale, e nasce la prima linea italiana di capi totalmente ispirati al mondo della danza. Viene aperto il primo negozio monomarca in Italia, in corso Europa a Milano, con scuola di danza annessa: quanti (miei) sospiri su quelle vetrine, era proprio lì che appiccicavo il naso…

Poco prima del 2000, entra in scena Ginger, la figlia di Nadia ed Enrico. I molti viaggi e i soggiorni in Italia e all’estero permettono a Ginger di avere una visione all’avanguardia su mode e tendenze e così lei decide di fare della sua passione una professione: diventa direttore creativo di Dimensione Danza e gestisce l’azienda accanto a mamma Nadia.

Trent’anni fa, Dimensione Danza ha riempito un vuoto: oggi torna a farlo e in ben due modi.

Punta a diffondere una filosofia ancora poco condivisa in Italia, quella di proporre capi da tempo libero chic e di classe, un abbigliamento da domenica rilassata ma piena di stile, lontano dall’idea di capi sformati e senza personalità. E propone #LOSE CONTROL, un contest che libera il movimento che è in noi e ci contagia facendoci sorridere… e ballare!

E – a tutti coloro che si sono sentiti dei brutti anatroccoli come me – dico… è il momento della riscossa!

Manu

 

Il contest #LOSE CONTROL: qui il sito e qui la sezione dedicata su Facebook

Dimensione Danza: qui il sito, qui la pagina Facebook, qui Twitter.

 

Un grazie speciale a Isabella ed Elettra 🙂

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Valeria
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… se hai quel sorriso.. in fondo capisci che non sono più una lettrice.. ma un’amica che adora come sei e quel che fai! splendida come sempre Manuuuu!

emanuela
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Un abbraccio grande grande e speciale 🙂
Manu

Guapita Tondita
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A parte che i capi che hai scelto di indossare sono favolosi e mi piaci un sacco in questa veste sportiva, il sorriso tuo è il miglior accessorio! Pensa, ero convinta che avessi fatto danza da piccolina!

emanuela
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Hai detto una delle cose più belle che si possano dire a una persona: il sorriso come miglior accessorio. Mi piace!
Davvero pensavi avessi fatto danza??? Ah ah ah, allora dissimulo “bene” la mia goffaggine 😉
Un grande abbraccio,
Manu

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