Aspettando la primavera: i cappelli della collezione Doria 1905 SS 2019

Ho osservato che ogni volta in cui mi trovo in difficoltà, magari perché sto vivendo una situazione che non mi fa sentire completamente a mio agio, la mia testa inizia a ragionare in prospettiva futura, concentrandosi su ciò che verrà.

Non credo di essere l’unica alla quale capita; credo, al contrario, che questo sia il più classico tra i meccanismi di difesa del nostro cervello.

Prendete, per esempio, la mia avversione per l’inverno: non so dirvi, sinceramente, se a mettermi più a disagio sia il freddo o la poca luce, fatto sta che, appena ne ho l’ardire, inizio a pensare alla primavera.

E diciamo che, di solito, questo momento coincide con la seconda metà di gennaio: archiviato dicembre, archiviato il solstizio d’inverno (il giorno più corto dell’anno, con mia grande sofferenza), archiviate tutte le festività, posso iniziare a pensare che, tra poco più di 45 giorni (evviva l’ottimismo…), inizierà marzo, il mese che porta con sé la primavera, almeno da calendario.

È vero, gennaio è molto lungo (e spesso è il mese più freddo qui a Milano), febbraio è più corto ma può essere altrettanto gelido; eppure, è innegabile che la prospettiva futura è adesso quella di marzo e che ciò che verrà a piccoli passi è la bella stagione.

Tra l’altro, proprio in queste ultime sere, ho fatto caso a come le giornate stiano tornando ad allungarsi dopo il citato solstizio d’inverno: verso le 17 c’è ancora luce mentre, fino a dicembre, alla stessa ora era già praticamente buio.

Insomma… ho già iniziato a ragionare in prospettiva e per esempio, pochi giorni, fa vi ho parlato di Matilde Castellini e del suo progetto detox perfetto per iniziare a pensare al – come l’ho chiamato in quel post? – «risveglio che la bella stagione porta con sé».

Ebbene sì, sono proprio convinta nel mio volere ragionare in prospettiva e oggi vi propongo di seguirmi in un altro racconto che desidero condividere pensando alla primavera: torno a parlarvi dei cappelli firmati Doria 1905, storico brand pugliese che sono orgogliosa di avere portato qui nel blog già in altre occasioni.

In verità, desidero parlarvi della collezione Doria 1905 SS 2019 già da diverso tempo, precisamente da quando ho avuto occasione di assistere alla sfilata che si è svolta lo scorso 23 settembre a Milano, quando ho realizzato lo scatto qui sotto, proveniente dal mio account Instagram, nonchè questo breve video.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Emanuela Pirré (@aglitteringwoman) in data:

Come potete vedere dallo scatto e dal video, in quella occasione i cappelli sono stati accompagnati da abiti disegnati dalla stessa stilista del brand, la brava Alessandra Maregatti, e la scelta di Alessandra è stata quella di disegnare dei pulitissimi chitoni.

Il chitone (dal greco antico χιτών, chitōn) era l’abito impiegato comunemente nella Grecia antica, una tunica di stoffa leggera chiusa da una cucitura.

La storia del costume ci dice che il chitone fu interpretato in modo diverso dai Dori e dagli Ioni, due delle popolazioni dell’antica Grecia: Alessandra ha reso omaggio in particolare al chitone dorico.

Il chitone dorico era più corto, semplice e senza maniche, costituito da un unico rettangolo di stoffa in lana o in lino: per chiuderlo si poteva ricorrere alla cucitura laterale o a fibbie, in modo da formare un drappeggio.

Alessandra ha disegnato proprio dei leggeri chitoni dorici dalle linee pure ed essenziali, una perfetta base di partenza per accompagnare ed esaltare lo stile, a mio avviso riconoscibilissimo, della maison salentina; sono state invece le calzature a far tornare me e tutti gli ospiti con i piedi per terra e nel presente, letteralmente, perché – seguendo l’onda contemporanea dello streetwear che fa delle sneaker un must ormai da varie stagioni – Alessandra ha deciso di far indossare alle sue modelle proprio quelle che, una volta, erano scarpe destinate all’attività fisica.

Sneaker stilose, genderless e particolarmente dedicate alle viaggiatrici perché consentono di muoversi veloci; ed è  proprio il tema del viaggio – che scandisce da sempre le stagioni di Doria – a essere capace di abbattere le barriere tra spazio e tempo, oltrepassando i limiti degli universi maschili e femminili e approdando in una dimensione assoluta in cui la bellezza dimentica generi e definizioni.

Viaggio è anche alternanza di stili, modi e interpretazioni del cappello, un accessorio che, spesso più di ogni altro, può mettere in luce il nostro io più autentico; un viaggio in cui lui e lei si scambiano i ruoli, riscoprendo il gioco delle differenze.

Doria 1905 desidera attestarsi definitivamente come un brand dal mood genderless, accentuando la direzione della moda internazionale e proponendo un gusto trasversale che supera le separazioni tra i generi con uno stile unico e alternativo, a partire dalla coerenza di ispirazione nei colori che raccontano il Salento, sempre al centro dell’universo di Doria 1905, sovrapponendosi nelle nuance: cielo, turchino, blu marino, tufo, rosso Negramaro (il vino più famoso), zafferano, cioccolato, rosso Copertino (altro celebre vino), beige leccese.

Colori e atmosfere si fondono per dare vita al disegno leitmotiv della collezione Doria 1905 SS 2019, dal tratto leggero e dal sapore vintage, un motivo delicato e inedito al quale è stato dato il nome di Salento Mandala, e che orna, deliziosamente e quasi segretamente, la parte inferiore della falda di alcuni cappelli, come potete vedere sia nella mia foto di sfilata qui sopra sia in una delle foto qui sotto.

I modelli si costruiscono su abbinamenti inconsueti, tra classico e sportivo: il modello drop e il baseball aprono la strada a cappelli Fedora, coppole, baker boy hat, roller; le grandi ali (o falde o tese) trovano la loro forma migliore tra canvas, denim, lini, erbe intrecciate, fibre di legno fino ad arrivare al lusso informale – come sempre avviene in casa Doria – di Panama colorati e preziosi mix di cotone e baby alpaca.

Al culmine del viaggio, ecco che appare TooDoria, la capsule collection rigorosamente unisex, con contrasti black & white e forme pulite: i cappelli sono decorati da zip e vengono declinati in materiali quali il canvas e il papier.

<em>Mood genderless</em> per la collezione Doria 1905 SS 2019
Mood genderless per la collezione Doria 1905 SS 2019
Doria 1905 SS 2019, modelli JOE e SVEND
Doria 1905 SS 2019, modelli JOE e SVEND
Doria 1905 SS 2019 , modelli MANDALA e MANDALA BOY
Doria 1905 SS 2019 , modelli MANDALA e MANDALA BOY
Sopra: Doria 1905 SS 2019, modello DAKOTA / Sotto: Doria 1905 SS 2019, modello JAKE
Sopra: Doria 1905 SS 2019, modello DAKOTA / Sotto: Doria 1905 SS 2019, modello JAKE

Come avevo raccontato in precedenza, il marchio Doria nasce a Maglie (in provincia di Lecce) nel lontano 1905 da un piccolo laboratorio sartoriale nel centro cittadino, specializzato nella produzione di berretti e abbigliamento: in quel laboratorio, la famiglia D’Oria realizzava con artigianalità e passione capi preziosi.

L’azienda viene poi rilevata alla fine degli Anni Novanta dalla famiglia Gallo di Asti la quale si distingue sin dagli esordi per il suo impegno nella produzione artigianale di alta gamma: la grande attenzione per la cura dei dettagli, degli stili e delle tendenze ha portato ad arricchire la gamma di prodotti in un’ottica di continua evoluzione e di costante miglioramento.

Oggi l’Azienda vanta uno staff giovane e completamente rinnovato, composto da una divisione commerciale, una sezione stile, 60 operai specializzati e un laboratorio interamente dedicato alla prototipia non solo per il marchio Doria (ribattezzato Doria 1905 in onore della sua prestigiosa storia e dell’anno di fondazione), ma anche per i clienti esterni.

E i cappelli non sono più semplici copricapo, ma accessori preziosi che sono risultato di un un matrimonio tra passione, abilità, impegno e dedizione – e che dunque rivendicano un ruolo da veri protagonisti.

Proprio nell’ottica di cambiamento ed evoluzione, dopo la sfilata di settembre, ho potuto toccare e provare la collezione Doria 1905 SS 2019 in occasione di un particolare press day che ha fuso il mondo dei cappelli con il mondo della musica.

Doria 1905 ha scelto uno spazio milanese inedito in cui presentare la collezione, un luogo ricco a sua volta di storia (come lo è il marchio pugliese) nonché di arte e di passione: si tratta di Griffa & Figli Pianoforti, piccolo tempio della musica in cui il saper fare si tramanda attraverso le generazioni dalla fine dell’Ottocento.

Storia e innovazione accomunano le due realtà devote – ognuna nel proprio settore – all’eccellenza e alla grande tradizione del fatto a mano.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Emanuela Pirré (@aglitteringwoman) in data:

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Emanuela Pirré (@aglitteringwoman) in data:

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Emanuela Pirré (@aglitteringwoman) in data:

Estrema eleganza (come sempre!) e sobrietà (che nel loro caso non fa mai rima con banalità) per la splendida collezione Doria 1905 SS 2019 e infinita meraviglia tecnica (e anche estetica) per i capolavori Steinway & Sons che sono i protagonisti dello spazio Griffa: insieme mi hanno donato una grande emozione e un momento di perfetta e assoluta bellezza.

Nel corso del press day, è stata presentata anche l’ultima novità del prestigioso brand Steinway & Sons, il modello Spirio, un pianoforte a coda con la straordinaria capacità di… suonare da solo!

Spirio prevede un sistema di riproduzione automatica ad alta risoluzione: la tastiera è completamente automatizzata attraverso un’interfaccia con iPad e ciò consente di eseguire brani tratti da un ampio repertorio in continuo aggiornamento, musica classica, jazz o pop, tango, boogie-woogie o soul. Da Mozart, Liszt o Tchaikovsky fino ai Beatles, Coldplay o Adele… la scelta è estremamente ampia.

E, naturalmente, oltre a questa funzione stupefacente, il pianoforte può essere regolarmente suonato da un pianista reale e non virtuale.

Come affermo spesso, apprezzo la contaminazione tra generi diversi in ogni cosa e in ogni campo, poiché la contaminazione offre nuove opportunità e propone legami inediti e mai scontati: ho dunque amato l’originale commistione tra moda e musica, precisamente tra cappelli e pianoforti.

Non mi resta che attendere la primavera per abbandonare i miei amati berrettoni in lana e tornare a indossare cappelli più leggiadri, magari in lino o in papier o in erbe intrecciate, sognando rotte leggendarie verso mari lontani, proprio come suggerisce il motivo Salento Mandala che tanto mi è piaciuto.

Manu

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito Doria 1905, qui la pagina Facebook, qui Twitter e qui Instagram.

Qui trovate il mio primo articolo su Doria 1905 e sulla stagione autunno / inverno 2014 – 15; qui trovate il mio secondo articolo sulla collezione primavera / estate 2016.

 

 

 

 

 

A glittering woman è anche su Facebook | Twitter | Instagram

 

 

 

 

 

Spread the love

Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Lascia un commento

Nome*

email* (not published)

website

error: Sii glittering... non copiare :-)