ElleBj: indossare un anello e ascoltare le sensazioni che ti dà

Amo essere donna con tutti i suoi pro e tutti i suoi contro. A volte sento dire ad altre “se rinasco, voglio essere uomo”: io no, non ci penso nemmeno, nonostante le difficoltà e a volte la fatica di essere donna, nonostante le paure e la lontananza anni luce da una reale parità con gli uomini. Amo le infinite possibilità dell’essere nata in un corpo e con un cuore di sesso femminile, amo perfino le mie contraddizioni, le mie paranoie e tutto quel bagaglio di sfumature e di sentimenti che ci sono valsi il soprannome di “sesso debole” (grande stupidaggine… noi deboli?) o “gentil sesso” (già meglio).

Non mi lamento nemmeno di cose che ad altre appaiono come seccature: per me fanno parte del gioco e non vivo come un peso il prendermi cura di me stessa perché mi piace, mi diverte, mi stuzzica la fantasia. Non mi vesto per essere bella né per apparire magra né per apparire giovane (fasi superate da tempo): mi vesto per esprimere me stessa, perché attraverso gli abiti e gli accessori mi piace comunicare.

Per questo mi piacciono in particolar modo i gioielli. Colleziono bijou da quando avevo 15 anni: mi piacciono le cose strane, particolari o con un significato intrinseco. Amo i materiali più disparati: il mio criterio di scelta non è la preziosità commercialmente attribuita, bensì il valore che gli oggetti assumono per me.

Amo le forme e i messaggi più o meno nascosti: amo i ricordi o anche le cose nuove quando mi fanno sentire subito a mio agio e le sento mie.

Quando mi hanno chiesto di indossare un anello della collezione Shame di ElleBj Body Jewels mi sono subito incuriosita. Perché? Perché l’invito portava una parola magica: “vivere”, ovvero vivere un gioiello per capire che sensazione ti dà e cosa ti comunica. Mi piace, corrisponde al mio concetto: provare prima di esprimere un’opinione.

Da sempre, da quando l’essere umano ha iniziato a indossare oggetti per adornarsi, essi sono diventati un vero e proprio codice di linguaggio e di comunicazione: di volta in volta sono stati amuleti oppure simbolo di potere, stato sociale, appartenenza a un gruppo. E io li vivo proprio così, come simboli e messaggi. Per questo non scelgo mai i miei gioielli a caso, per questo rifuggo dai pezzi banali.

Questo anello che indosso anche ora, mentre scrivo, reca l’incisione di un’ombra femminile, dunque simbolo nel simbolo e anche di straordinaria attualità, fra diritti delle donne calpestati in molti paesi e femminicidi consumati in altri ancora cosiddetti evoluti. E in questo anello io vedo un simbolo di forza, un’anima che vola leggera sopra molte cose: vedo quella femminilità di cui parlavo in principio e della quale sono straordinariamente orgogliosa.

Il nome della collezione è Shame e questa parola inglese si può tradurre in tanti modi: significa vergogna, peccato ma anche pudore. Vergogna per quei diritti calpestati, per esempio.

Ma sono una persona positiva e il significato che scelgo è il terzo: pudore nonché senso di protezione verso quella femminilità a volte un po’ ostentata da noi donne e che io vorrei tornasse a una dimensione più intima e privata. Pudore perché sono orgogliosa di essere donna e perché – in questo – non ho bisogno di dimostrare niente a nessuno.

Mi piace questo anello Shame, mi piace l’idea di ElleBj… l’ho vissuto e mi ha fatto fare un sacco di riflessioni.

Manu

Se vi piace l’anello: qui il sito di ElleBj Body Jewels e qui la pagina Facebook

La prima foto è di Enrico, mia dolce metà, con mia rielaborazione.

La seconda è un autoscatto.

Io & il mio anello Shame by ElleBj Body Jewels
Io & il mio anello Shame by ElleBj Body Jewels
Io & il mio anello Shame by ElleBj Body Jewels
Io & il mio anello Shame by ElleBj Body Jewels
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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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