Enrico Mazza FW 17-18, ode a uno sfarzo lontano dalla visione tradizionale

Chi si somiglia si piglia, dice la saggezza popolare.

Voi ci credete?

Io sì e non solo per quanto riguarda amore e amicizia: mi piace pensare che questa attrazione tra simili funzioni in tutti gli ambiti.

In qualità di libera professionista posso (quasi sempre) scegliere di seguire proprio questo principio decidendo di lavorare con chi ha la mia stessa visione. Ho messo quel quasi sempre tra parentesi perché non sono un’illusa né un’ingenua e dunque so perfettamente che nessuno di noi è libero al 100%, nemmeno quando siamo capi di noi stessi, e io non faccio eccezione – purtroppo.

Ma questo, per fortuna, è uno di quei giorni in cui posso raccontare di uno splendido incontro nato dalla grande libertà di poter scegliere: desidero parlarvi di un uomo che mi è piaciuto immediatamente perché ho ritrovato in lui tanti dei miei stessi ideali uniti a grinta, energia, entusiasmo.

Quest’uomo si chiama Enrico Mazza e posso definirlo un creativo a tutti gli effetti e a tutto tondo, un visionario (nel senso migliore del termine) delle forme e del lifestyle a 360 gradi.

Esprime la propria creatività in molteplici e variegati ambiti: è curioso (come lo sono io), è affamato di stimoli quanto prolifero di idee e trae ispirazione da tutto ciò che lo circonda, come racconta lui stesso.

«Non considero l’ispirazione un atto di snobismo. La visione di un film, di una pubblicità, la lettura di un libro, di un articolo di giornale, la contemplazione di un’opera d’arte; l’ascolto di un suono, una sinfonia, una canzone, la sensazione tattile di ogni tipo di materiale, dalla pietra, mondo dal quale provengo, al metallo, al legno, alla seta; cerco di cogliere dai dettagli normali della vita quotidiana elementi che possano raccontare qualcosa di più. Mi piace utilizzare tutti i cinque sensi, non privilegiandone nessuno, per arrivare alla creazione del mio progetto.»

Enrico è insomma una persona decisamente poliedrica, un esteta che esplora senza preconcetti (né suoi né imposti da altri) tutti gli ambiti della bellezza, della cultura e della vita: sa dare vita a un continuo movimento di forme e gusti ed è eternamente proteso verso la ricerca dell’eccellenza.

Un bel ritratto di Enrico Mazza
Un bel ritratto di Enrico Mazza

Mi piace sottolineare come Enrico Mazza provenga dal mondo del design e nello specifico del marmo: ha mosso i primi passi nell’azienda di famiglia che lavora questa materia.

Lo ha studiato, classificato, modellato in forme nuove; ha creato manufatti unici e personali che hanno affrancato il marmo dalla sua stessa tradizione.

Un’altra sua grande passione è quella per lo champagne: questo vino meraviglioso cela una grande tradizione fatta di cultura e conoscenza e, per approcciarvisi, Enrico ha adoperato la meticolosa cura e la grande passione già da lui applicate con successo al design. Attraverso tanto studio, è arrivato a essere riconosciuto come apprezzato esperto: oggi realizza anche una prestigiosa produzione in collaborazione con una maison storica del settore e questa produzione porta il suo nome.

Da qualche tempo, Enrico ha approcciato anche la moda, ambito che l’ha sempre attratto, e – ancora una volta – lo ha fatto con piglio scrupoloso e con quel suo metodo quasi scientifico che si nutre di studio approfondito senza nessuna improvvisazione.

La competenza e l’amore per la materia gli permettono di riconoscere e selezionare accuratamente i materiali in funzione della sua idea creativa mentre, per quanto riguarda la parte stilistica, ha cercato e trovato supporto in una persona di grande e comprovata esperienza che lo sta coadiuvando e affiancando. Tutto ciò mi conferma la sua intelligenza, oculatezza e umiltà.

Ed è così che Enrico presenta la sua seconda collezione – la prima è stata la primavera / estate 2017 – rigorosamente Made in Italy e di alto profilo.

E volete sapere qual è l’ispirazione della collezione autunno / inverno 2017 – 18?

Con occhio libero da convenzioni sociali e culturali, Enrico guarda ai party dall’atmosfera surreale organizzati negli anni Settanta della famiglia Rothschild nonché ad alcune delle loro celebri ospiti, tra le quali Grace Kelly, Bianca Jagger e Audrey Hepburn.

Dal lookbook della collezione Enrico Mazza FW 17 – 18
Dal lookbook della collezione Enrico Mazza FW 17 – 18

La donna di Enrico Mazza ha una vibrante voglia di osare, di sperimentare, di rivivere occasioni mondane piene di sfarzo eppure lontane dai classici (e talvolta noiosi) canoni di eleganza tradizionale, spingendosi piuttosto verso una formula personale ricca di sensualità e di spregiudicatezza.

L’inconscio richiamo notturno si traduce in trasparenze sensuali mai volgari, in esaltazione delle forme femminili attraverso pantaloni e gonne con vita alta stile bustier, in geometrie e materie di ricami inaspettati, in tessuti importanti di differente sapore, talvolta maschili, talvolta tecnici, sempre mediati dall’Alta Moda, come la seta trattata in modo rivoluzionario con accostamenti inediti.

Non mancano cenni a capi classici come il cappotto a redingote, con la vita segnata, slargato verso il fondo e più lungo sul retro: inutile dire che anche di questo Enrico dà la sua personale (e bellissima, a mio avviso) interpretazione.

Pellicce preziose vengono stratificate con materiali inconsueti di sapore quasi lunare, con piume nere, con pelle d’anguilla: il piercing è motivo ricorrente ed è presente anche su bottoni personalizzati, rappresentando un segno che diventa icona di questa donna sicura di sé e delle sue visioni.

Così come distintivo diventa anche il gioco di aperture strategiche che danno alla donna la libertà di decidere quanto profondo debba essere uno spacco nella gonna o nei pantaloni. È bello e ben pensato il gioco di trasformazione presente anche nella mantella che si può aprire sui lati per liberare le braccia, mentre il colletto a fusciacca diventa cintura che segna la vita.

Tornando alla Hepburn: la ricordate, bellissima e malinconica, intenta a cantare l’indimenticabile Moon River nel film Colazione da Tiffany? Enrico le rende un tributo riprendendo dettagli del testo nelle stampe di morbide fodere interne e anche in alcuni capi in felpa. Perché la felpa? Perché Audrey ne indossava una grigia proprio in quella scena…

Ve l’ho detto, nulla è casuale con Enrico e proprio the moon, la luna, è un astro che torna sempre nelle sue collezioni, più o meno celata, in qualità di simbolo emblematico del culto della femminilità.

Come lui racconta «la luna è il mondo dei sogni, dell’immaginario, dell’inconscio, della notte; rappresenta il mistero dove ha origine ogni conoscenza profonda, dove ogni definizione sfugge, dove tutto è sfumatura e dove l’amore è il fulcro della vita; il sogno e la follia sono i mezzi per superare la razionalità e l’individuo può liberarsi dalle convenzioni sociali.»

Dal lookbook della collezione Enrico Mazza FW 17 – 18
Dal lookbook della collezione Enrico Mazza FW 17 – 18

Naturalmente, anche lo shooting che Enrico Mazza ha fatto realizzare per il lookbook alimenta lo stesso concetto di libertà e visione personale.

Per mostrare la collezione (vedete alcune immagini qui a intervallare le mie parole), ha voluto raccontare la storia di una giornata fuori dall’ordinario vissuta su un set particolare, ovvero il Grand Hotel et de Milan, storico hotel meneghino.

E così il suo lookbook diventa un vero libro «perché, così come la mia collezione, voglio che lasci un segno, che trasmetta un’emozione a chi avrà l’occasione di sfogliarlo. La collezione è amore, fatica, notti insonni, creatività, studio, arrabbiature, litigi, ansie: come si fa a richiudere tutto ciò dentro un semplice catalogo? Sarebbe un delitto.»

Sapete una cosa? Sono d’accordo. Sarebbe un delitto.

E sebbene Enrico si dichiari molto concreto, ben ancorato e con i piedi per terra (e lo è, credetemi), proprio per quella sua formazione legata a materiali così tangibili come il marmo, mi piace questa sua voglia di assecondare le emozioni, di lasciarle fluire e di non nascondere la passione che mette in tutto ciò che fa.

Ben fatto, caro Enrico.

Manu

 

 

 

Qui potete trovare il sito di Enrico Mazza e qui la sua pagina Facebook

 

 

 

Condivido con voi alcuni degli scatti che ho realizzato lo scorso 16 marzo in occasione del mio incontro con Enrico Mazza presso il suo atelier di via della Spiga: la prima foto racchiude tre delle sue passioni e dei suoi campi di azione (lo champagne, il design con la lampada da lui creata e la moda), nella quarta potete vedere uno degli abiti con l’omaggio alla Hepburn e a Moon River.
Per visualizzare la gallery, cliccate sulla prima foto e poi scorrete con le frecce laterali.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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