Io, Fata Madrina 2.0 in una Bianca Notte Regale (grazie Pinina!)

Da quattro anni, ogni fine novembre, mi viene concesso un privilegio straordinario: vivere un magico sogno, con la possibilità – per una notte – di diventare chiunque io desideri.
In tempi un po’ grigi e incerti, avere una simile possibilità equivale a un sogno vero e proprio; stavolta, poi, la notte speciale è stata quella di sabato 26 novembre, ovvero esattamente la data del mio compleanno.
Colei che mi fa tale dono è la Contessa Pinina Garavaglia: interessante, piacevolissima, poliedrica protagonista della vita mondana italiana e internazionale nonché persona dotata di grande intelligenza, acume, sensibilità e cultura, Pinina allestisce con passione e mano sapiente la sua festa in costume, un palcoscenico molto speciale che ogni anno anticipa il Natale.
Grazie a lei, sono stata una dama della Belle Époque Imperiale (2013); ho vestito i panni di Medora, la protagonista femminile de Il Corsaro, melodramma di Giuseppe Verdi (2014); ho vissuto I Secoli d’Oro, festa in total gold tra fantasia e storia (2015).
Quando in settembre ho ricevuto l’invito per il nuovo party, sono rimasta immediatamente colpita dal tema scelto da Pinina: Bianca Notte Regale, con un dress code che richiedeva un costume rigorosamente candido.
L’ispirazione poteva venire da “storia, fiaba o fantasia”, come recitava l’invito: così, ho deciso che quest’anno mi sarei lasciata guidare proprio dalla fantasia con un tocco di fiaba.
Dovete sapere che, quand’ero piccina, amavo molto la figura della Fata Madrina, personaggio delle fiabe dotato di poteri magici e che agisce come un mentore, nel ruolo che una vera madrina aveva soprattutto una volta.
Mentre tutte (o quasi) le altre bambine sognavano di essere la principessa o comunque l’eroina protagonista, io – leggendo La bella addormentata e Cenerentola entrambe nella versione di Charles Perrault – fantasticavo invece di essere lei, la Fata Madrina.

La Fata Madrina dai cartoni animati di Walt Disney all’interpretazione di Helena Bonham Carter in un film sempre targato Disney
La Fata Madrina dai cartoni animati di Walt Disney all’interpretazione di Helena Bonham Carter in un film sempre targato Disney

Ho iniziato a pensare che il mio sogno di bambina poteva infine avverarsi e ho pensato di aggiungere un tocco di estro personale: se Fata Madrina doveva essere, volevo però una versione moderna, adatta ai tempi in cui viviamo. Insomma, una Fata Madrina versione 2.0 avvezza perfino a computer, social network e altre magie digitali!

Per calarmi in tali panni, ho scelto una candida creazione firmata BkiB, marchio tutto italiano nato per mano di Simona Chiaravalle: come potete vedere dalle foto, si tratta di un delizioso caftano in morbida ciniglia con piume svolazzanti su maniche e orlo inferiore.
Per completare il tutto, ho aggiunto una parrucca a caschetto, un piccolo diadema, una cascata di perle e dei collant in pizzo, tutto rigorosamente bianco. Come tocco portafortuna, ho portato con me una piccola bacchetta ricevuta in dono tempo fa’ da Cristina, cara amica: sapevo che, prima o poi, sarebbe tornata utile!
Pinina, splendida come sempre e vestita per l’occasione da Regina dei Cigni (in centro nell’ultima foto), ha dato vita ancora una volta a un’esclusiva rappresentazione nella quale gli attori siamo stati noi tutti, i suoi ospiti: resta però lei l’indiscussa protagonista di una Bianca Notte Regale che è stata l’ennesimo sogno perfetto.

Lo so, sono stata una Fata Madrina sui generis, un po’ bizzarra ed eccentrica.

Vi confesso che sono anche eternamente impacciata e un po’ maldestra: ho provato però una grande gioia quando Elena, altra cara amica, osservando una mia foto nei giorni successivi, ha commentato «e poi sei proprio una Fata Madrina per i talenti che promuovi».
È bello essere compresi, è bello che qualcuno legga i nostri intenti: quello formulato da Elena è stato esattamente il pensiero che ho avuto nel decidere di incarnare tale personaggio, perché la bambina di tanti anni fa’ oggi spera di poter fare qualcosa di utile per tutti i meravigliosi talenti che incontra grazie al suo lavoro.
«Tutto sommato, la felicità è una piccola cosa.»
Così scriveva il grande poeta romano Trilussa e io ho sempre pensato che avesse ragione.
Lo penso ancora di più oggi, riguardando le foto di sabato scorso, ricordando la felicità nel prepararmi e nel vivere quella serata, riassaporando il commento di Elena.

Come sempre… grazie Pinina.

Manu

 

 

 

 

La pagina Facebook della Contessa Pinina Garavaglia: qui

L’album ufficiale con tutte le foto della festa: qui

Il mio post sulla festa Belle Époque Imperiale, Natale 2013: qui

Il mio post sulla festa Teatro dell’Opera, Natale 2014: qui

Il mio post sulla festa di primavera 2015: qui

Il mio post sulla festa I secoli d’Oro, Natale 2015: qui

 

 

 

 

A proposito di BkiB…

Il marchio è nato da un’idea di Simona Chiaravalle, ex pubblicitaria e mamma di quattro fanciulle: dall’esigenza di vestirle al mare, Simona ha iniziato a concepire una linea che dal costume da bagno sviluppa progressivamente una serie di proposte per l’abbigliamento.
BkiB è un mondo tutto da scoprire, fatto di caftani, housecoat, dressing gown, abiti, tute, costumi da bagno, versatili e adatti a diversi contesti: l’ispirazione è in costante e continua evoluzione, dalle forme orientali dei kimono alle vestaglie d’ispirazione francese passando per le citazioni Art Déco, tenendo sempre ben presente il limite che separa la seduzione dall’eccesso, senza mai oltrepassarlo.
BkiB conferma la vocazione al sofisticato e all’esclusivo anche attraverso una meticolosa ricerca, tra tessuti floccati su disegni originali, morbidissime piume, materiali semitrasparenti e leggeri: un altro talento, insomma, tutto italiano e che va ad aggiungersi alle mia emozionata collezione di punte di diamante degne di una vera Fata Madrina, anche se questa volta, forse, i ruoli si sono invertiti ed è stata Simona a essere il mio mentore vestendomi per una magica notte.

Se volete sapere e vedere di più, qui trovate il sito BkiB, qui la pagina Facebook e qui l’account Instagram.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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