Ricordi di sale e di mare: Menton, Roquebrune-Cap-Martin, Éze

La sera di Natale, dopo aver trascorso la giornata coi nostri cari, Enrico e io ci siamo fermati sul divano, per regalarci un momento di relax prima di andare a dormire. Abbiamo acceso la tv, girovagando per i canali. Siamo rimasti ipnotizzati davanti a un documentario, non ricordo nemmeno più su quale rete: ciò che conta è che parlava della Polinesia e in particolare della coltivazione della perla nera. So che molte persone, in questo periodo, sognano – giustamente – la settimana bianca, le montagne, la neve, il fuoco nel caminetto, la cioccolata calda: non ci posso far nulla se, indipendentemente dalla stagione, per me la meta da sogno è sempre e comunque il mare. Non mi importa la stagione, non mi importa di latitudine e longitudine, non mi importa se ci sia il sole o se tiri tempesta, non mi importa se siano i mari caldi o le fredde scogliere del nord: io al mare ci starei ogni giorno della mia vita.

E così mi sono ritrovata a pensare: quand’è l’ultima volta che sono stata al mare? È stato a settembre, un week-end in Francia, in Costa Azzurra, tra Menton, Roquebrune-Cap-Martin ed Éze. La motivazione ufficiale? Il modellismo: abbiamo approfittato del fatto che Enrico dovesse partecipare a un concorso. Come ho spiegato in una precedente occasione, la mia adorata metà fa parte dell’AMIS, ovvero l’Associazione Milanese di Uniformologia, del Soldatino e del Figurino Storico: è un appassionato collezionista nonché pittore di figurini storici e fantasy. La motivazione ufficiosa? Ritagliarci ancora qualche giorno al mare e in Francia, paese che noi amiamo molto e che negli anni abbiamo girato in lungo e in largo. Non ci dispiace mai avere una scusa per tornarci.

È stato un modo per immagazzinare un po’ di mare e sole, fare scorte per l’inverno, insomma, un po’ come un orso prima del letargo. E così, mi è venuta voglia di tirare fuori le foto di quel week-end ormai lontano.

Chissà che non mi diano un po’ di motivazione: forse, dopo avervele mostrate, sarò pronta per archiviare i ricordi e per affrontare il lungo inverno che ancora abbiamo davanti a noi. Forse.

Manu

 

P.S.: Per inciso… Per noi la Polinesia è Il Viaggio, quello con le iniziali maiuscole. Ci siamo stati nel 2008 e se chiudo gli occhi sono perduta: centinaia di ricordi mi assalgono… Ma questa è un’altra storia…

 

 

Menton non ha bisogno di presentazioni: situata alla frontiera con l’Italia, è adiacente alla città di Ventimiglia. Jacques Élisée Reclus, geografo e anarchico francese, la soprannominò “Perla della Francia”: non posso dargli torto.

Il limone è uno dei simboli della città: dal 1933, in febbraio, ha luogo una festa dedicata al frutto.

Roquebrune-Cap-Martin è un’altra piccola perla della Costa Azzurra.

Il suo castello, situato nella parte alta del vecchio borgo, risale addirittura al X secolo.

Io ritratta da Enrico
Io ritratta da Enrico
Io ritratta da Enrico
Io ritratta da Enrico

Momento di pausa
Momento di pausa

Apriamo un capitolo dedicato: come era già capitato il giorno prima a Menton, anche a Roquebrune-Cap-Martin ci siamo imbattuti in un mercatino dell’usato, quelli che in Francia chiamano “brocante” oppure “marché aux puces” o ancora “vide grenier”. Il concetto è sempre lo stesso: svuotare case, soffitte, cantine, garage e rimettere i “tesori” così trovati sul mercato, nel tentativo di dar loro una seconda vita e di raggranellare – perché no? – un po’ di soldi.

Io li adoro, si fanno un sacco di scoperte interessanti…

Il mercatino di Menton
Il mercatino di Menton
Il mercatino di Menton
Il mercatino di Menton
Il mercatino di Menton
Il mercatino di Menton
Il mio bottino dal mercatino di Menton: un paio di orecchini vintage. Sono degli anni ’80 e sono di un brand francese che si chiama Scooter Paris.
Il mio bottino dal mercatino di Menton: un paio di orecchini vintage. Sono degli anni ’80 e sono di un brand francese che si chiama Scooter Paris.
Il mercatino di Roquebrune-Cap-Martin
Il mercatino di Roquebrune-Cap-Martin
Parcheggiato davanti al mercatino di Roquebrune-Cap-Martin: il mezzo perfetto, in pieno spirito vintage!
Parcheggiato davanti al mercatino di Roquebrune-Cap-Martin: il mezzo perfetto, in pieno spirito vintage!
Il mio bottino dal mercatino di Roquebrune-Cap-Martin, anche se in realtà l’oggetto delle mie brame era il bassorilievo sulla destra: sembrerebbe essere in una pietra calcarea e dovrebbe rappresentare Santa Teresa di Lisieux, mi è stato detto. Volevo acquistare solo quello, ma la signora gentile che me l’ha venduto mi ha proposto l’intero lotto a soli 4 euro: potevo forse essere scortese e dire di no? Ne voglio ricavare un medaglione, il bassorilievo è già sotto vetro e in una cornice in metallo dorato.<span style="font-size: 13px; line-height: 19px;"> </span>
Il mio bottino dal mercatino di Roquebrune-Cap-Martin, anche se in realtà l’oggetto delle mie brame era il bassorilievo sulla destra: sembrerebbe essere in una pietra calcarea e dovrebbe rappresentare Santa Teresa di Lisieux, mi è stato detto. Volevo acquistare solo quello, ma la signora gentile che me l’ha venduto mi ha proposto l’intero lotto a soli 4 euro: potevo forse essere scortese e dire di no? Ne voglio ricavare un medaglione, il bassorilievo è già sotto vetro e in una cornice in metallo dorato. 

E infine ecco Éze: la città storica, in collina, è oggi conosciuta come Éze-Village mentre quella moderna, sorta nel novecento, è chiamata Éze-Bord-de-Mer.

Una curiosità: il sentiero che unisce Éze-Village con Éze-Bord-de-Mer è dedicato al filosofo tedesco Friedrich Nietzsche che qui scrisse una parte di Cosi parlò Zarathustra.

Il motto della cittadina è “Isia Moriendo Renascor” (Isia è il nome della città in latino e “Moriendo Renascor” significa “morendo rinasco”). L’emblema è una fenice appollaiata su un osso.
Il motto della cittadina è “Isia Moriendo Renascor” (Isia è il nome della città in latino e “Moriendo Renascor” significa “morendo rinasco”). L’emblema è una fenice appollaiata su un osso.

Interno della Cappella della Santa Croce, conosciuta anche con il nome di “Cappella dei Penitenti Bianchi”
Interno della Cappella della Santa Croce, conosciuta anche con il nome di “Cappella dei Penitenti Bianchi”

A Éze-Village, Enrico e io ci siamo imbattuti nell’atelier di Dimitri Parant, pittore e autore di ritratti cosiddetti “subliminali”.

In ogni suo dipinto c’è un punto bianco: se lo si fissa per 30 secondi e poi si chiudono gli occhi per 10, appare un’altra immagine, quella “vera”. Ero scettica e ho provato: ebbene sì, è così! In realtà le sue opere si basano sul cosiddetto fenomeno dell’immagine residua, un’illusione ottica: il motto di Dimitri è “vous pouvez voir avec les yeux fermés” ovvero “potete vedere con gli occhi chiusi”.

Se volete dare un’occhiata, qui e qui ci sono i suoi siti e qui potete provare il fenomeno dell’immagine residua.

Un’altra curiosità, stavolta legata all’acqua francese forse più famosa: la Perrier.

In occasione del suo 150° anniversario che ricorre quest’anno, Perrier ha scelto di dedicare la sua limited edition 2013 a uno dei massimi artisti americani del XX secolo: Andy Warhol. Nel 1983, il genio della Pop Art incontrò Perrier: fu per lui un rendez-vous talmente folgorante che dedicò alla famosa acqua minerale ben 38 sue opere originali. A 30 anni di distanza, “The Andy Warhol Foundation” ha accettato di ricordare l’incontro memorabile e i 150 anni del brand francese: Perrier ha dunque potuto rivestire la sua edizione celebrativa in puro stile Pop Art.

Le bottiglie e le lattine di Perrier indossano quindi gli sfolgoranti colori delle opere di Warhol.

Ed eccoci all’ultimo giorno…

Dopo due giorni di sole, è arrivato il temporale: il mare è così… Eppure a me non dispiace nemmeno in questo caso. E poi guardate lo splendido arcobaleno che ha salutato la nostra partenza 🙂

 

Tranne le tre in cui compare la sottoscritta, tutte le foto sono miei scatti, molti presi dal mio account Instagram.

Per leggere il reportage di Enrico sul concorso Menton Figurines Show pubblicato per l’associazione AMIS, cliccare qui

 

Per approfondire:

Ville de Menton: qui il sito ufficiale della città e qui la sua pagina Facebook; qui il sito dell’Ufficio del Turismo e qui la sua pagina Facebook.

Un posto a Menton nel quale vi consiglio di andare a mangiare: Restaurant Port Garavan, qui il sito e qui la pagina Facebook. Mi piace perché il meglio della Francia e il meglio dell’Italia si uniscono in un melting pot ottimamente riuscito.

Roquebrune-Cap-Martin: qui il sito ufficiale e qui il sito del comitato delle feste del paese.

Éze: qui il sito dell’Ufficio del Turismo e qui la pagina Facebook.

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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