Franco Catalini, quando il legno diventa alta sartoria

La storia che vi racconto oggi è tanto bella da poter sembrare una favola.

Invece, è una storia reale e si differenzia da una fiaba per almeno due motivi.

Prima di tutto, non inizia con “c’era una volta” bensì con “c’è” in quanto è attuale e sta accadendo ora. E poi, non è un volo di fantasia bensì una vera e concreta dimostrazione di ingegno, talento e saper fare.

E allora iniziamo: prima di tutto, ci sono i due protagonisti, Mattia Pasini e Franco Casotto.

Mattia Pasini, classe 1991, è un giovane diplomato in architettura ed arredo; Franco Casotto, classe 1964, è un esperto falegname e un abile ebanista. La sua Casotto Restauri si occupa dal 1998 di mobili antichi e in stile, usando metodi tradizionali (finitura con gommalacca a tampone, lucidatura con cera d’api), privilegiando il lavoro manuale e cercando di mantenere le tecniche degli antichi artigiani del legno.

L’attività portata avanti da Franco implica passione e conoscenza dei materiali, degli stili e delle tecniche utilizzate nel corso dei secoli per la lavorazione e la produzione di mobili: il passo successivo e naturale è stato quello della costruzione di interni moderni su misura, dal mobile ai soppalchi, con progettazione al computer e seguendo le esigenze del cliente.

Un giorno, Mattia e Franco si incontrano: la profonda passione che condividono – la passione per il lavoro artigianale, per la creatività, per il fatto in Italia – fa sì che decidano di collaborare.

Mattia, inoltre, resta affascinato dall’enorme, smisurata cultura di Franco per il legno: ne è tanto affascinato da decidere di lasciare un posto fisso per iniziare una nuova avventura a quattro mani, modo di dire particolarmente appropriato.

(Piccolo inciso: l’umiltà, il coraggio di mettersi in gioco, la voglia di non fermarsi e di imparare… che grandi doti!).

Franco Casotto e Mattia Pasini
Franco Casotto e Mattia Pasini

Tempo dopo, succede che Mattia, appassionato di papillon e di tutto ciò che è particolare e non omologato, voglia un farfallino in legno per un matrimonio: fra quelli in vendita online, non ne trova però uno di suo gusto. La soluzione per il suo socio e amico Franco è più che ovvia e immediata: facciamone uno noi, dice a Mattia.

Ed è così che, con entusiasmo, i due selezionano un blocchetto di legno pregiato: seguendo le indicazioni del giovane apprendista, il maestro disegna, sgrossa e scolpisce, saggia la consistenza del legno e le sue venature.

Attraverso la sgorbia (un particolare tipo di scalpello), truciolo dopo truciolo, arriva a ottenere il papillon: nessuna colorazione o smalto, la finitura è naturale al 100%. A esaltare colore e lucentezza è un trattamento con cera d’api.

Dalla selezione del legno al papillon finito, ci vogliono giorni di lavoro: il risultato è un piccolo capolavoro di artigianato italiano.

Fasi di lavorazioni e strumenti di lavoro per i papillon firmati Franco Catalini
Fasi di lavorazioni e strumenti di lavoro per i papillon firmati Franco Catalini

Quel primo piccolo capolavoro è in realtà tanto sopraffino da attirare in breve tempo grande attenzione: le richieste sopraggiungono sempre più numerose, tanto da spingere i due artigiani a coniare il marchio Franco Catalini.

I singoli pezzi vengono numerati e viene realizzato (sempre a mano) un packaging degno dell’oggetto: da una scelta dettata in origine dal gusto personale è nata insomma una nuova avventura.

Nuova l’avventura ma non l’idea, come Mattia tiene a sottolineare: i papillon in legno esistevano già, mi ha detto, e il merito suo e di Franco non risiede nella paternità dell’idea quanto piuttosto nell’approccio assolutamente artigianale e manuale interamente fatto in Italia, anzi, precisamente a San Giovanni Ilarione, in provincia di Verona (ripeto, amo l’umiltà e aggiungo che amo anche la schiettezza).

E non uso l’espressione fatto in Italia a caso: coerente fino in fondo con sé stesso e col progetto, Mattia preferisce l’uso di tale termine, l’equivalente italiano di made in Italy.

I dettagli Franco Catalini: confezione in mogano, marchiata a fuoco; taccuino in pelle, fatto a mano, da portare magari nella tasca della giacca, per garantire la protezione costante del papillon volendo magari toglierlo.
I dettagli Franco Catalini: confezione in mogano, marchiata a fuoco; taccuino in pelle, fatto a mano, da portare magari nella tasca della giacca, per garantire la protezione costante del papillon volendo magari toglierlo.

Per i loro papillon, Franco e Mattia utilizzano essenze come mogano, ciliegio, bosso, olivo, noce, iroko (un tipo di legno che proviene dall’Africa equatoriale e con cui si realizzano anche alcuni strumenti musicali): la scelta del pezzo da trasformare può essere dettata, per esempio, dalla presenza di una venatura particolare. Alcuni pezzi sono bicolore e dunque prevedono che vengano assemblate due essenze diverse.

Va da sé che ogni papillon è unico e irripetibile come se fosse un bellissimo capo d’alta sartoria. In legno, però.

Nonostante il papillon sia tornato in auge, non è da tutti indossarne uno, meno ancora indossarne uno in legno, eppure, grazie al passaparola e alla presenza sui social, il marchio Franco Catalini sta funzionando al punto tale che Mattia e Franco hanno lavorato alacremente per perfezionare ogni dettaglio: i primi pezzi confezionati prevedevano fettucce, mentre ora le cinghiette sono in pelle.

Confesso di essere stata incuriosita dal nome Franco Catalini e di aver chiesto spiegazioni a Mattia durante una nostra lunga chiacchierata: il nome Franco è un omaggio a Franco Casotto – e questo lo avevo indovinato.

La parte misteriosa è Catalini e spero mi perdonerete se non rivelo il significato ora. È una storia molto bella e intima, una storia che merita di essere raccontata direttamente da Mattia e Franco che la condividono nel momento in cui consegnano i loro papillon, a voce o attraverso un biglietto inserito nel packaging.

Esistono pochi misteri, oggi: c’è spesso quella che sembra un’urgenza, una frenesia di rivelare tutto, e invece i misteri – quelli belli – sono così affascinanti. Lascio dunque volentieri questo.

Concludo con una considerazione.

Ho dichiarato più volte di subire il fascino del guardaroba maschile e di essere una di quelle donne che rubano pezzi dall’armadio del proprio lui: i papillon Franco Catalini sono tra quei pezzi che sicuramente ruberei, nonostante siano stati concepiti per gli uomini.

E infatti non mi sono stupita scoprendo un fatto: dei pezzi finora venduti, solo una piccola parte è stata ordinata da uomini. Tutti gli altri sono stati ordinati da donne per fare un regalo.

O almeno, così hanno dichiarato le acquirenti: a me resta il dubbio.

Controllerò se avvisto donne che indossano papillon firmati Franco Catalini e agli amici uomini do intanto un piccolissimo consiglio: questi sono oggetti meravigliosi che vi porteranno a distinguervi con classe ed eleganza.

Manu

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate la pagina Facebook Franco Catalini

Potete contattare Mattia al numero 348 80 22 750 oppure scrivere all’indirizzo info@casottorestauri.com

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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