L’uomo secondo Alessandro Dell’Acqua e Julian Zigerli

Ve lo confesso apertamente: per quanto riguarda la moda, in genere non apprezzo le mezze misure. Mentre le sostengo fermamente in altri ambiti e in altri contesti, non mi piacciono se applicate al guardaroba, soprattutto a quello maschile: oggi desidero spiegarvi perché, secondo me, occorre fare una scelta netta.
Se uno stilista decide di fare quel tipo di moda che continua la grande tradizione sartoriale (Savile Row docet), occorre che padroneggi alla perfezione tagli, proporzioni, volumi e che sappia dosare sapientemente rigore e contemporaneità. Se decide invece di fare moda d’avanguardia, bisogna che prima di tutto studi quanto sopra e che poi si dedichi con passione a sovvertire le regole: occorre che osi e che lo faccia in grande stile, senza timori.
Ciò che sta in mezzo, per come la vedo io, è noia.
Visto che penso che la moda sia linguaggio e comunicazione, credo che stare a metà tra le due scelte crei un territorio in cui regna la confusione, qualcosa di ibrido che non è né carne né pesce, una sorta di macchia grigia e indefinita. Detesto quando una collezione comunica un senso di pretenziosità immotivata, così come detesto se trasmette un messaggio del tipo vorrei ma non oso.
Ciò che è certo è che occorre coraggio per entrambe le opzioni: se si segue la strada tracciata dai grandi sarti, si accetta un confronto che può risultare rischioso; se si decide di rompere con la tradizione, si tenta di scrivere nuovi codici che spesso risultano di non facile comprensione, soprattutto nell’immediato.
In entrambi i casi, occorre portare avanti la propria scelta con chiarezza, determinazione e decisione.

Dopo questa edizione di Milano Moda Uomo, ho deciso di raccontarvi solo due eventi, scelti tra quelli (pochi, stavolta) ai quali ho partecipato: sono ottimi emblemi di ciò che penso, un esempio di tradizione portata avanti con competenza – Alessandro Dell’Acqua – e un esempio di rottura coraggiosa e decisa – Julian Zigerli.
Le loro scelte sono evidenti e nette, esattamente come piace a me.

 

La collezione autunno / inverno 2015 – 16 Alessandro Dell’Acqua è un omaggio alla musica e al compositore e pianista Dmitri Shostakovich.
Così come le note musicali si susseguono in un’eterna alternanza di alti e bassi, altrettanto fa il brand attraverso geometrie rigorose e forme più libere: proprio come avviene nelle opere di Shostakovich, la collezione passa da elementi puliti ed essenziali ad altri più complessi.
Si parte dal bianco e nero, omaggio ai tasti avorio ed ebano di un pianoforte: poi, prendendo spunto da quella che è probabilmente la composizione più celebre dell’artista russo, il Waltz No. 2, in cui la musica prende un ritmo più energico, anche le proposte del brand diventano un susseguirsi di tinte intense e vigorose come il blu cobalto, il bordeaux e il verde bottiglia, stemperati dalla presenza di note di grigio.
Cappotti e giacche hanno ampi revers a lancia; i pantaloni con le pinces sono in tessuti flanellati; le lane secche si contrappongono a quelle morbide dal pelo lungo, come il mohair.
Alla presentazione, mentre mi muovevo tra i manichini, sorridevo.
Il lavoro fatto dal brand è esattamente ciò che intendo quando parlo di padroneggiare alla perfezione le regole: è stata scelta la strada dei grandi classici, con gusto contemporaneo e una giusta dose di impronta personale.
Il marchio privilegia la sartorialità e l’accuratezza e le rende adatte a uomini di tutte le età, dal giovane gentiluomo al professionista affermato.
Non c’è posto per bizzarrie e stranezze, qui, eppure il risultato è tutt’altro che antico.

La presentazione <strong>Alessandro Dell’Acqua</strong> è stata animata da una <em>live performance</em> al piano, proprio per sottolineare l’ispirazione musicale della collezione autunno / inverno 2015 – 16
La presentazione Alessandro Dell’Acqua è stata animata da una live performance al piano, proprio per sottolineare l’ispirazione musicale della collezione autunno / inverno 2015 – 16
Il bianco, il nero e lo spartito musicale che diventa quasi un tatuaggio sul manichino
Il bianco, il nero e lo spartito musicale che diventa quasi un tatuaggio sul manichino
Con la presentazione della collezione maschile, il brand ha dato anche una <em>preview</em> di quella femminile
Con la presentazione della collezione maschile, il brand ha dato anche una preview di quella femminile
I tessuti flanellati dei pantaloni
I tessuti flanellati dei pantaloni
Alternanza di motivi micro e macro
Alternanza di motivi micro e macro
<em>Live performance</em>
Live performance
La maglieria, come questa sciarpa, presenta motivi <em>ton sur ton</em> e che ricordano quelli dei tessuti <em>jacquard</em>
La maglieria, come questa sciarpa, presenta motivi ton sur ton e che ricordano quelli dei tessuti jacquard
Il bordeaux
Il bordeaux
Un’altra anticipazione donna
Un’altra anticipazione donna
Gli ampi <em>revers</em> a lancia
Gli ampi revers a lancia
<em>Live performance</em>
Live performance
Ancora <em>revers</em> a lancia
Ancora revers a lancia
Il blu cobalto e il verde bottiglia
Il blu cobalto e il verde bottiglia
Blu cobalto, verde bottiglia e un’altra sciarpa con motivi <em>ton sur ton</em> che ricordano quelli dei tessuti <em>jacquard</em>
Blu cobalto, verde bottiglia e un’altra sciarpa con motivi ton sur ton che ricordano quelli dei tessuti jacquard
Un’ultima anticipazione donna
Un’ultima anticipazione donna
Piccolo ricordo personale: io intenta a scattare foto alla presentazione Alessandro Dell’Acqua. Da <em>fotografa</em> a <em>fotografata.</em>
Piccolo ricordo personale: io intenta a scattare foto alla presentazione Alessandro Dell’Acqua. Da fotografa a fotografata.

 

Seguo Julian Zigerli da diverse stagioni e amo il fatto che si stia facendo conoscere per uso del colore, positività e un tocco di humour.
Le sue collezioni hanno sempre nomi curiosi ma ben motivati: quella per l’autunno / inverno 2015 – 16 si chiama “Point Fingers And Call Names”.
Julian si ispira ai red carpet hollywoodiani, mondo invidiato eppure spesso messo in ridicolo, contro al quale siamo sempre pronti a puntare il dito e fare i nomi: gioca così con l’idea del lusso, ne prende colori e dettagli, ma li ripropone in una nuova prospettiva.
Dopo precedenti collaborazioni, attinge stavolta ai lavori fotografici degli artisti Rico & Michael (Rico Scagliola e Michael Meier), ingigantendoli e usandoli per dare vita a stampe inusuali che spiccano tra sprazzi di rosso Ferrari e bagliori metallici.
La fotografia non è però solo superficie visiva: diventa taglio e dona ai capi una forma rettangolare.
Il risultato? La collezione, come dice lo stesso stilista, “splende come una Cadillac metallizzata che attraversa la città sotto la pioggia al sorgere del sole”.
A fine sfilata, mentre applaudivo, ho pensato a una cosa: il giovane svizzero si conferma come uno stilista che non ha paura di osare, di rompere col passato e di proporre nuovi codici e – rispetto alle precedenti collezioni – credo abbia trovato un suo modo più maturo per innovare senza spaventare coloro i quali sono conservatori.
E trovo che questo rappresenti una crescita.

La sfilata di <strong>Julian Zigerli</strong> per l’autunno / inverno 2015 – 16
La sfilata di Julian Zigerli per l’autunno / inverno 2015 – 16
Una stampa ripresa dalle foto di Rico & Michael
Una stampa ripresa dalle foto di Rico & Michael
Bagliori metallici
Bagliori metallici
I dettagli delle foto di Rico & Michael vengono ripresi e ingigantiti
I dettagli delle foto di Rico & Michael vengono ripresi e ingigantiti
Una stampa ripresa dalle foto di Rico & Michael immersa in un rosso Ferrari
Una stampa ripresa dalle foto di Rico & Michael immersa in un rosso Ferrari
Ancora bagliori metallici
Ancora bagliori metallici
Rosso Ferrari e i dettagli delle foto di Rico & Michael che vengono ripresi e ingigantiti
Rosso Ferrari e i dettagli delle foto di Rico & Michael che vengono ripresi e ingigantiti

 

Perché ho unito, qui, oggi, Alessandro Dell’Acqua e Julian Zigerli?
In primo luogo, perché ripeto che i due brand sono emblemi perfetti, l’uno di tradizione portata avanti con competenza e l’altro di rottura coraggiosa e decisa: hanno scelto e hanno sgombrato il campo da qualsiasi equivoco o fraintendimento.
Poi, perché desidero dimostrare che l’esistenza di una cosa non deve necessariamente escludere l’altra né deve spaventarci.
E infine, perché mi piacerebbe che, un giorno, potesse andare di moda una cosa: comprendere e rispettare.
Apprezzo il lavoro fatto da entrambi i brand e credo che non sia affatto importante che io esprima una preferenza o faccia una scelta: non voglio che il mio gusto personale influenzi una valutazione oggettiva del loro lavoro.
Sarà ogni uomo a scegliere e ciascuno porterà nella propria vita ciò che è più giusto per lui, eppure mi piacerebbe che questo non comportasse una cieca chiusura verso l’altra opzione.
Si può scegliere di non indossare qualcosa perché non ci rappresenta, ma ciò non significa negarci la possibilità di apprezzarne comunque il valore.

Manu

 

 

 

Le fotografie della presentazione Alessandro Dell’Acqua sono miei scatti: quelle della sfilata Julian Zigerli sono del bravissimo Piero Biasion

 

 

 

Alessandro Dell’Acqua – per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui il sito del brand e qui il sito di Ve. An. Fashion che produce la collezione. Qui Instagram.

Una curiosità: se volete riascoltare Dmitri Shostakovich e il suo Waltz No. 2, ecco una bella registrazione.

In un primo momento, non avevo associato titolo e musica, così ho cercato su Google: me la sono riascoltata mentre scrivevo questo post e ho pensato di condividerla.

 

 

Julian Zigerli – per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui il sito, qui Facebook, qui Tumblr, qui Instagram, qui Twitter e qui il canale Vimeo.

I miei precedenti articoli su Julian Zigerli: qui l’articolo sulla collezione SS 2015, qui una panoramica sulle stagioni FW 2014-15 e SS 2014, qui la sua presenza al White di gennaio 2014

La sezione New Talents del sito della Camera Nazionale della Moda dove potete trovare anche Julian: qui

 

 

 

 

 

Se vi va, potete seguire A glittering woman su Facebook | Twitter | Instagram

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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