Gaia Petrizzi va a Parigi (e io riparto da e con lei)

Non è facile riannodare i fili recisi dall’orrore.
Non è facile ripartire e per giorni ho continuato a chiedermi da dove e con cosa, perché nulla mi sembrava adatto.
Non è facile tornare a parlare di cose belle e leggiadre – nonostante sia un lavoro che faccio con passione: mi sono chiesta seriamente se e quanto avesse un senso.

Dopo molti dubbi, sono infine arrivata a prendere una decisione.
Sì, il senso ce l’ha, visto che opero con grande sincerità e mettendoci tutto il cuore.
Ce l’ha, visto che credo profondamente nella cultura e nella bellezza in tutte le loro forme ed espressioni e visto che credo che esse siano libertà.
Ce l’ha, visto che credo con tutta me stessa che non arrendersi e non farsi cambiare sia la risposta migliore a chi vuole toglierci esattamente tutto ciò, a chi vuole toglierci aria, libertà, gioia di vivere.

Eppure, nonostante questa decisione alla quale sono infine giunta, non riuscivo a scegliere l’argomento col quale ripartire: poi, d’un tratto, la nebbia si è diradata e le idee si sono fatte chiare.

Di Gaia Petrizzi e del suo brand Tupi Tupi avevo parlato diverso tempo fa, più o meno agli inizi dell’avventura di A glittering woman: torno oggi a parlarne con orgoglio per annunciarvi un’esposizione dei suoi meravigliosi gioielli d’arte a Parigi.
Qualcuno potrà pensare: sei pazza, in un momento simile non solo ci parli di gioielli ma per giunta anche di un’esposizione a Parigi?
Ebbene sì, amici miei, è così, perché Parigi è vita, è bellezza, è cultura, è arte, è movimento vivace, è fermento intellettuale: è stata ferita a morte, è vero, ma si rialzerà, ne sono certa, e il modo migliore per aiutarla – a mio avviso – è credere che possa farlo, che possa rialzarsi.

La mostra di Gaia a Parigi era stata fissata prima dell’orrore e continua a essere confermata: considero questo fatto come una vittoria dei valori nei quali credo con convinzione.
E se prima della notte di sangue del 13 novembre avevo già intenzione di parlare di questo evento che si svolgerà nella capitale francese, oggi mi sembra quasi un’esigenza nonché la scelta migliore – forse l’unica possibile – per ripartire qui sul blog, per dare il mio contributo e per dare un messaggio forte: la società civile non si piega né si ferma, né dopo i fatti parigini né dopo i terribili accadimenti in altri luoghi.

Le creazioni di Gaia sono una perfetta manifestazione di cultura e bellezza: raccontano un animo gentile, sensibilità e fantasia, gusto ed estro.
Nel suo lavoro c’è poesia. E amore. E cura. E conoscenza.
Non c’è spazio, invece, per la fretta né per la superficialità né per l’omologazione.

Giovedì 26 novembre, Gaia Petrizzi e le sue creazioni saranno le protagoniste della mostra-evento Ciclamini a Mezzanotte ospitata presso la Galleria Flaq, spazio parigino dedicato alla sperimentazione artistica e culturale.

Gaia Petrizzi è designer, scenografa, artista, collezionista di oggetti d’epoca: dopo una decennale esperienza per la maison Versace, nel 2011 ha creato il marchio indipendente Tupi Tupi che ben esprime una gamma eterogenea di sensibilità e di influenze che partono dalle suggestioni culturali delle sue radici campano-lucane.

Insieme ad alcuni pezzi rigorosamente unici e fortemente rappresentativi della collezione Tupi Tupi, Gaia esporrà da Flaq una capsule collection di collane scultura create appositamente per la galleria parigina, una piccola tribù di marionette dipinte a mano e impreziosite da antiche stoffe, passamanerie, pietre ed elementi vintage. Le marionette si trasformano in accessori da interpretare liberamente e diventano pezzi d’arte da indossare.

Tutte le creazioni firmate Tupi Tupi sono il frutto di una ricerca appassionata di oggetti e suggestioni del passato: grazie ad abilità artigianale e grande sensibilità stilistica, Gaia riesce a proporre composizioni eleganti, armoniose e sicuramente inaspettate, stupisce con sovrapposizioni e abbinamenti inconsueti eppure equilibrati.

I suoi gioielli e i suoi accessori sono esposti in diversi showroom in tutta Italia e sono spesso presenti in allestimenti artistici che riescono a far incontrare e dialogare mondi diversi, dalla moda al design.

<em>Bayarmaa (madre di gioia)</em> – volto in gesso dipinto, pelle laserata, bottoni e passamaneria in filo d’oro d’epoca, orecchini in foglia d’oro datati 1930, stoffa stampata, elementi decorativi vintage cuciti a mano. Pezzo unico.
Bayarmaa (madre di gioia) – volto in gesso dipinto, pelle laserata, bottoni e passamaneria in filo d’oro d’epoca, orecchini in foglia d’oro datati 1930, stoffa stampata, elementi decorativi vintage cuciti a mano. Pezzo unico.
<em>Il riposo del soldato</em> – volto di bambola antica in biscuit, corpo di bambola vintage in celluloide, passamaneria in filo d’oro da paramento religioso, base a uncinetto, orecchino in foglia d’oro datato 1930, bottoni militari d’epoca, spallina d’inizio secolo da divisa militare in metallo dorato con frangia, pistola decorativa in metallo, monili d’epoca da teatro, cravatta in stoffa. Pezzo unico.
Il riposo del soldato – volto di bambola antica in biscuit, corpo di bambola vintage in celluloide, passamaneria in filo d’oro da paramento religioso, base a uncinetto, orecchino in foglia d’oro datato 1930, bottoni militari d’epoca, spallina d’inizio secolo da divisa militare in metallo dorato con frangia, pistola decorativa in metallo, monili d’epoca da teatro, cravatta in stoffa. Pezzo unico.
<em>Madgui</em> – volto in gesso dipinto, cordoni in cotone con nappine, stralcio di paramento religioso in seta ricamata a mano, monili da teatro datati 1940, medagliette votive. Pezzo unico.
Madgui – volto in gesso dipinto, cordoni in cotone con nappine, stralcio di paramento religioso in seta ricamata a mano, monili da teatro datati 1940, medagliette votive. Pezzo unico.
<em>Magalì (perla)</em> – volto in gesso dipinto, corpo di bambola vintage, cornice decorata a mosaico, chiusure di collana d’epoca in metallo e perle, passamaneria, elementi metallici decorativi ricamati a mano. Pezzo unico.
Magalì (perla) – volto in gesso dipinto, corpo di bambola vintage, cornice decorata a mosaico, chiusure di collana d’epoca in metallo e perle, passamaneria, elementi metallici decorativi ricamati a mano. Pezzo unico.
<em>Munkh (eterno)</em> – volto in gesso dipinto, cravatta in seta stampata, passamaneria in filo d’oro d’epoca, serratura antica, orecchino in foglia d’oro datato 1930, moduli metallici ricamati a mano, pietra blu datata 1940 da un gioiello da teatro. Pezzo unico.
Munkh (eterno) – volto in gesso dipinto, cravatta in seta stampata, passamaneria in filo d’oro d’epoca, serratura antica, orecchino in foglia d’oro datato 1930, moduli metallici ricamati a mano, pietra blu datata 1940 da un gioiello da teatro. Pezzo unico.
<em>Ochir (tuono)</em> – volto in gesso dipinto, orecchini in foglia d’oro datati 1930, cornice in metallo lavorato, passamanerie d’epoca, elementi decorativi vintage cuciti a mano, fibbia antica decorata con incisioni dorate. Pezzo unico.
Ochir (tuono) – volto in gesso dipinto, orecchini in foglia d’oro datati 1930, cornice in metallo lavorato, passamanerie d’epoca, elementi decorativi vintage cuciti a mano, fibbia antica decorata con incisioni dorate. Pezzo unico.
<em>Odon (stella)</em> – cordoni vintage in cotone con nappine, fiori in stoffa, passamanerie d’epoca, pizzi ricamati, spille anni ’50, base in perline e specchietti intrecciati a mano. Pezzo unico.
Odon (stella) – cordoni vintage in cotone con nappine, fiori in stoffa, passamanerie d’epoca, pizzi ricamati, spille anni ’50, base in perline e specchietti intrecciati a mano. Pezzo unico.
<em>Oyuna (saggia)</em> – volto in gesso dipinto, pietre dure, stoffa, sottogonna in perline intrecciate a mano, elemento di gioiello teatrale datato 1940 con pietra centrale, passamaneria antica in filo d’argento, decori metallici. Pezzo unico.
Oyuna (saggia) – volto in gesso dipinto, pietre dure, stoffa, sottogonna in perline intrecciate a mano, elemento di gioiello teatrale datato 1940 con pietra centrale, passamaneria antica in filo d’argento, decori metallici. Pezzo unico.

Non ho figli, lo sapete già, ve l’ho detto, e dunque non so cosa possa provare un genitore che vede crescere colui o colei a cui ha dato la vita.

Sebbene il destino o il caso non abbiano previsto per me tale ruolo (o non l’abbia previsto io stessa), ci sono alcune occasioni in cui penso di comprendere l’orgoglio che riempie una madre o un padre: credo infatti di provare qualcosa di simile ogni volta in cui sono testimone del successo di coloro che seguo con costanza, affetto, ammirazione e stima.

Per loro, mi sento un po’ chioccia e, in questo momento, sono piena di orgoglio, gioia ed emozione per Gaia.

Tra l’altro, il 26 novembre è anche il giorno del mio compleanno: ecco, per me questo è un ulteriore segno.

Oh, Gaia, ora provo a farmi piccola piccola: tu, però, poi mi porti a Parigi con te?

Manu

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito (con e-shop), qui la pagina Facebook e qui l’account Instagram di Gaia Petrizzi e del suo marchio Tupi Tupi.

Per maggiori info, potete anche scrivere a gaia@tupi-tupi.it

Qui trovate il mio primo articolo su di lei.

L’evento Ciclamini a Mezzanotte si svolgerà giovedì 26 novembre 2015 a partire dalle ore 19:30 presso la Galleria Flaq in rue Quincampoix al civico 36 a Parigi.

Flaq è un centro di sperimentazione artistica e culturale: accoglie mostre, spettacoli, proiezioni di film, concerti, conferenze, presentazioni di riviste e libri, laboratori teatrali, vari workshop e altro ancora.

Qui trovate il sito e qui la pagina Facebook: qui trovate la pagina dedicata all’evento con Gaia Petrizzi.

 

 

 

 

 

<em><strong>“Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.”</strong></em> Così disse Paolo Emanuele Borsellino, magistrato assassinato con cinque agenti della sua scorta, uno degli uomini più importanti nella lotta alla mafia insieme al collega ed amico Giovanni Falcone a sua volta assassinato con la moglie Francesca Morvillo e tre agenti. Dedico questa frase con tutto il cuore a Parigi e a noi tutti, perché l’orrore – che si chiami mafia o terrorismo – ha un solo scopo, quello di seminare la paura e distruggere libertà e civile convivenza. <em>Non permettiamolo, non alimentiamola.</em>
“Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.” Così disse Paolo Emanuele Borsellino, magistrato assassinato con cinque agenti della sua scorta, uno degli uomini più importanti nella lotta alla mafia insieme al collega ed amico Giovanni Falcone a sua volta assassinato con la moglie Francesca Morvillo e tre agenti. Dedico questa frase con tutto il cuore a Parigi e a noi tutti, perché l’orrore – che si chiami mafia o terrorismo – ha un solo scopo, quello di seminare la paura e distruggere libertà e civile convivenza. Non permettiamolo, non alimentiamola.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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