Il sapore dei gioielli di gusto? Un po’ serio e un po’ surreale
Un paio di settimane fa, qui su A glittering woman, ho parlato di un rapporto particolare e molto creativo, quello tra moda e cibo.
Concludendo il post, ho accennato a una mostra importante: oggi torno a parlarne con gioia poiché giovedì sono stata all’inaugurazione e vi dico subito che l’esposizione è bellissima e che merita una visita.
Si intitola Gioielli di gusto e si tiene a Palazzo Morando, a Milano: l’intento è chiaro anche grazie al sottotitolo, offrire racconti fantastici tra ornamenti golosi.
Aperta dal 18 settembre all’8 dicembre 2015, la mostra si propone come un punto di incontro fra cibo e ornamenti: sono esposti circa 200 affascinanti pezzi d’autore, in un fantastico mix di gioiello, bijou e accessorio moda.
Il tutto propone una riflessione seria ma anche divertente, perché se nell’ambito del gioiello prezioso il cibo è presente da sempre (esistono testimonianze e reperti risalenti al IV secolo avanti Cristo) con significati spesso allegorici (mi viene subito in mente il melograno), con l’avvento del bijou il rapporto è diventato invece surreale, ironico e talvolta anche provocatorio.
Tra le molte interpretazioni e declinazioni del cibo, tema principale di Expo 2015, non poteva sicuramente mancare l’ornamento personale in quanto gli alimenti augurano ricchezza e sono promessa di vita: è per questo che percorrono la storia del gioiello dai tempi antichi a quelli contemporanei, dalle culture vicine a quelle lontane.
Tra i cibi più spesso rappresentati ci sono uva, ananas, fragole e ancora frumento, baccelli di pisello, funghi, pomodori, pasta, pesci, granchi, uova e selvaggina: non dimentichiamo tutto il settore delle bevande, presenti nella mostra in maniera decisamente sfiziosa attraverso fantasiosi anelli oppure gemelli da polso.
Le forme e i colori delle delizie del palato e della tavola hanno ispirato e ispirano gioiellieri, designer e stilisti e così, grazie a tanta fantasia, il cibo, svincolato dalla sua funzione nutritiva, si è trasformato in oggetti che tracciano allegri capitoli nella storia dell’ornamento.
“Il tema degli alimenti – spiega Mara Cappelletti, insegnante di storia del gioiello e ideatrice della mostra – è proposto in maniera ricorrente negli ornamenti. Se il riferimento è quello ‘alto’ dei gioielli più preziosi, moltissimi sono i bijou vintage, quelli contemporanei e quelli della moda che interpretano in modi diversi il tema gourmand. Abbiamo voluto rappresentare tutti questi mondi che, sempre più spesso, prendono ispirazione l’uno dall’altro. Grazie all’appassionato lavoro di ricerca compiuto dalle curatrici, siamo in grado di proporre una serie di racconti fantastici che accomunano il piacere estetico a quello del gusto”.
Gli allestimenti sono stati curati da Alejandro Ruiz, designer di fama internazionale: la professoressa Cappelletti è stata affiancata da colleghe di grande esperienza e preparazione come Maria Canella, Mariateresa Chirico e Anty Pansera.
Gioielli di gusto si snoda in un percorso diviso in quattro aree tematiche distinte.
Il gusto dei gioielli è la sezione dedicata agli oggetti preziosi e propone la creatività dei grandi gioiellieri con bellissimi oggetti ottocenteschi appartenenti alla collezione De Marchi, esemplari Art Déco e ancora degli anni ‘30 e ‘40 tra cui pezzi storici di Mauboussin (gioielliere di grande reputazione che creò il suo marchio nel 1827). Si prosegue con pezzi degli anni ’50, ’60 e ‘70 per concludere infine con i contemporanei, alcuni realizzati proprio in occasione della mostra. Piccola curiosità: la sezione ospita anche due gioielli dalla storia originale, i ciondoli – realizzati da Rosamaria Venetucci per Didoni Pietre – che riproducono per forma e dimensioni la pralina vincitrice del World Chocolate Masters nel 2013.
La sezione intitolata Il gusto della moda racconta come le ispirazioni gastronomiche non siano mai mancate nella moda che spesso ricorre agli alimenti per dare forma ai bijou più divertenti. Moschino, Ferré, Missoni, Marras, Krizia si sono rifatti a questo tema per realizzare le loro creazioni così come molti protagonisti della fashion jewellery tra cui Ayala Bar, Yvone Christa New York e Ornella Bijoux (nome ricorrente qui sul blog, ne ho parlato in diverse occasioni). Tra i pezzi ospitati, non ci sono solo bijou, ma anche accessori e abiti nonché le borse-scrigno di Mary Frances (alcune erano nel mio post precedente su moda e cibo) e Vitussi (che fa straordinari pezzi partendo dal fico d’India).
La sezione Il gusto contemporary presenta una collezione di pezzi unici o realizzati in piccolissime serie e ospita 15 designer il cui lavoro è caratterizzato dalla sperimentazione e dalla ricerca su forme e materiali. Si va dal pane smaltato di Annalisa Cocco al pane bruciato di Nicoletta Frigerio, dal lichene di Eleonora Ghilardi (già da me presentata qui sul blog e sì, i licheni così come i muschi sono commestibili e costituiscono una parte sostanziale della dieta nell’Artico) ai charms che valorizzano i piatti tipici delle regioni italiane di Gioielli Dop (presenti nel mio post su moda e cibo), dal recupero di materiali e oggetti di Franca Goppion e di Veronica Guiduzzi al lavoro di astrazione di Gumdesign e di Giorgio Gurioli, dai cioccolatini in vetro di Elena Rosso a quelli in carta di Angela Simone, dalle originali e divertenti creazioni di La Hormiga e di Barbara Uderzo ai bracciali in sughero di Tappo’s. Si finisce con due artiste internazionali, la giapponese Norihito Hatanaka che crea gioielli in plastica incredibilmente somiglianti a piatti reali e l’israeliana Yael Friedman, affascinata dalla possibilità di creare gioielli innovativi in materiali insoliti come frutta e altri vegetali essiccati.
La quarta e ultima sezione si intitola Il gusto vintage: ospita una serie di bijou appartenenti al periodo compreso dalla prima metà dell’Ottocento fino agli anni Novanta, con pezzi di Trifari, Boucher, Sharra Pagano (anche in questo caso, nome del quale ho già parlato) per giungere alle collezioni storiche di Fendi, Ferré e Lagerfeld. La sezione conta numerosi pezzi di due prestigiose collezioni, quella di Deanna Farneti Cera (grandissima esperta e ricercatrice, collezionista, docente e autrice di splendidi volumi) e quella di Demaldé (negozio di bijou d’epoca e d’autore che anima la via Ponte Vetero a Milano fin dal 1985, punto di riferimento per televisione, teatro e giornali). Proprio grazie a Demaldé è stato realizzato uno spazio dedicato all’uomo – Gentleman’s Corner – con una selezione di gemelli da polso che propongono soggetti di caccia e pesca, elementi e utensili di cucina, bevande come birra e Coca-Cola.
Mi piace dare spazio e attenzione anche all’allestimento che avete potuto vedere nelle mie foto qui sopra e che, come dicevo, è stato ideato da Alejandro Ruiz: l’idea di base è quella di rappresentare una tavola allestita per un qualche convivio e sulla quale sono collocati i gioielli in maniera solo apparentemente distratta.
In un gioco di ordine-disordine, emerge la sorpresa: gli utensili e gli oggetti della mise en place hanno forme reali, ma sono in realtà origami. È infatti la carta l’elemento materico scelto da Ruiz per definire il registro del suo progetto: insieme alla paper designer Luisa Canovi, ha dato vita a una tavola sognata e a oggetti chiaramente identificabili eppure dotati di dettagli che li rendono incompleti e quindi più irreali. Sognati, appunto.
La carta è in contrasto con la brillantezza delle pietre, coi colori ricchi del metallo, con le tinte accese delle resine, delle plastiche e delle stoffe: destinata a deperire nel tempo, contrariamente ai gioielli, è lo sfondo ideale per questa mostra e contribuisce a creare una vivace contrapposizione.
La mostra Gioielli di gusto – che è inserita tra gli eventi di ExpoinCittà – non si fermerà a Milano e, dopo questa prima tappa, inaugurerà un percorso che partirà dal Brasile: successivamente approderà negli Stati Uniti, in un itinerario ancora da definirsi ma che toccherà alcune fra le città più importanti per poi proseguire nel mondo.
Il fatto che io ami gioielli e bijou non è un mistero e non lo è nemmeno il mio amore per la buona tavola: vedere questi due argomenti riuniti mi fa sorridere e anche riflettere, esattamente come da intenzioni dell’ideatrice Mara Cappelletti.
Complimenti, professoressa, questa è una gran bella mostra e sono orgogliosa che parta da Milano.
Andatela a vedere con curiosità: constaterete voi stessi che è stato fatto un grande lavoro di ricerca e troverete tanti spunti da sviluppare ulteriormente, secondo il vostro gusto.
Manu
Gioielli di gusto – Racconti fantastici tra ornamenti golosi
Palazzo Morando | Costume Moda Immagine
via Sant’Andrea 6, primo piano – Milano
18 settembre – 8 dicembre 2015 | Orari: dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 19:30. Il museo è chiuso il lunedì.
T. 02 884 65735 – 64532
Qui il sito della mostra, qui la pagina Facebook e qui Twitter
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Alcuni miei articoli connessi
Qui trovate il mio post Quando moda e cibo se ne vanno a braccetto che include foto delle creazioni di Mary Frances e Gioielli Dop, nomi presenti in mostra
A proposito di altri nomi presenti in mostra:
Qui e qui trovate i miei post su Ornella Bijoux e Maria Vittoria Albani, anima e designer
Qui trovate il post che racconta il mio incontro con Sharra Pagano e Lino Raggio, il suo fondatore
Qui trovate il mio post su Eleonora Ghilardi
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Manu
Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.
Glittering comments
Ciao Manu!
Lo sai che guardando le foto ho pensato subito ai gioielli della Schiaparelli e di Franco Moschino, vero? Alcuni pezzi sono molto interessanti e raffinati, altri invece devono ancora “maturare” almeno dal punto di vista tecnico e stilistico. Meraviglioso il collier con gli epiteli di cipolla, all’inizio pensavo fosse addirittura prosciutto… e ovviamente il rimando al vestito di carne indossato da Lady Gaga è stato immediato!
Alessandro caro,
sono contenta ogni volta in cui esiste uno scambio di opinioni; ammetto di essere proprio entusiasta se e quando lo scambio avviene con persone argute e acute come te. Ne sono onorata, davvero.
Immagino – conoscendo e ammirando la tua preparazione – che tu abbia immediatamente – e giustamente – pensato a Moschino, alla Schiaparelli e anche a Lady Gaga.
E ti confesso una cosa: anch’io, a un primo sguardo, ho creduto che il collier di Veronica Guiduzzi fosse fatto col prosciutto, quello crudo. Quando ho scoperto che la materia prima veniva dalla cipolla… sono rimasta estremamente impressionata. E sono felice che anche tu lo trovi meraviglioso.
Ah, per inciso: il pezzo appartiene alla collezione di Deanna Farneti Cera e devo dire che glielo invidio molto!
Condivido anche la tua ulteriore analisi, alcuni pezzi devono ancora maturare.
Su questo, mi permetto una piccola postilla: trovo bello che chi ha curato la mostra abbia voluto dare un’occasione anche a chi ha ancora strada da fare. A mio avviso, ciò costituisce un incoraggiamento e il confronto con altri designer già affermati non è che salutare ed educativo.
Grazie di cuore per le tue parole sempre intelligenti e piene di autentica passione.
Spero di vederti in Fashion Week,
Manu
Sono delle splendide creazioni, complimenti per le foto!
DIARIODIUNACIDO.COM
Passa a trovarmi,
Baci Andy
Ciao Andy 🙂
Per prima cosa, lasciami dire che è un piacere conoscere un collega uomo: in questo nostro settore abbondano le blogger di sesso femminile, ben vengano gli uomini!
Poi, ti ringrazio per i complimenti: sì, le creazioni sono davvero splendide. Se ti capita, se hai tempo e modo, fai un salto a Palazzo Morando.
Nel frattempo, ho visitato volentieri il tuo blog scoprendo, tra l’altro, un post interessante nel quale parli della competizione scorretta ed esasperata tra blogger. Ti ho lasciato un commento, sono d’accordo con quanto esponi.
Un grande saluto,
Manu