L’arte di Giovanni Bellini e il desiderio di trasparenza di Civicum

Sono la prima a sostenere il fatto che non si possa essere competenti in ogni campo, tuttavia rifiuto i compartimenti stagni e faccio volentieri incursioni in campi diversi dalla moda. Rifiuto, insomma, di avere i paraocchi: dovrei forse fingere di non vedere né sentire ciò che accade solo perché ho grande passione per la moda?

Non credo: questo non è certo il momento giusto per chiudersi dentro alla propria piccola gabbia, che sia più o meno dorata. Non si può non guardarsi attorno, non si può ignorare la necessità che si respira oggi nel nostro Paese, quella di un cambiamento e di una svolta.

Credo che, in questo frangente, a ognuno di noi tocchi la propria parte, per quanto possiamo e nella misura in cui siamo in grado di offrire il nostro contributo. Amo molto l’arte e ho quindi risposto con gioia a un invito speciale: sono felice di raccontare questa esperienza, perché mi consente di condividere bellezza ma anche di porre l’accento su un progetto che riguarda la trasparenza nell’ambito dei conti pubblici, argomento sicuramente di gran moda (perdonate il piccolo gioco auto-ironico).

Mercoledì ho partecipato a Brera Special Project, una serata interamente dedicata alla Pinacoteca. Abbiamo avuto l’opportunità di visitare la mostra dedicata a Giovanni Bellini, privatamente e con una guida molto brava; poi ci siamo spostati a Palazzo Cusani per la presentazione di un progetto intitolato Conti Trasparenti.

La mostra dedicata al pittore veneziano protagonista dell’arte rinascimentale italiana nasce da quella che è l’attività principe di ogni museo, ovvero la cura e la ricerca sul proprio patrimonio: come ci ha spiegato Sandrina Bandera, Soprintendente e Direttore della Pinacoteca, lo studio continuo e instancabile da parte di ricercatori, storici e restauratori serve proprio a proporre mostre sempre nuove e sorprendenti.

Giovanni Bellini alla Pinacoteca di Brera<span style="font-size: 13px; line-height: 19px;"> </span>
Giovanni Bellini alla Pinacoteca di Brera 
Giovanni Bellini alla Pinacoteca di Brera
Giovanni Bellini alla Pinacoteca di Brera
Giovanni Bellini alla Pinacoteca di Brera: la nascita della pittura devozionale umanistica<span style="font-size: 13px; line-height: 19px;"> </span>
Giovanni Bellini alla Pinacoteca di Brera: la nascita della pittura devozionale umanistica 

La Pietà di Giovanni Bellini è considerata un capolavoro assoluto tra le opere conservate a Brera e, proprio attraverso il suo recente restauro, è nata l’idea di allestire l’esposizione: è un dipinto difficile, sul quale ci sono forse più dubbi che certezze.

Non se ne conosce, ad esempio, il committente e non ci sono appigli sicuri e assoluti per la sua datazione: per questi motivi, si è cercato di radunare attorno al dipinto un contesto di opere che ne ricostruiscano la genealogia e che ne testimonino l’eccezionalità.

La mostra offre dunque un piano di lettura particolare ed è di forte interesse anche per chi ha avuto modo di ammirare il dipinto già in passato. Sono rimasta particolarmente colpita dall’espressività data da Giovanni Bellini ai personaggi da lui ritratti: la loro sofferenza è quasi tangibile.

Giovanni Bellini – <em>Pietà</em>, 1460 circa
Giovanni Bellini – Pietà, 1460 circa
Giovanni Bellini – <em>Pietà con i santi Marco e Nicola</em>, 1465 – 1472 circa
Giovanni Bellini – Pietà con i santi Marco e Nicola, 1465 – 1472 circa
Giovanni Bellini – <em>Imbalsamazione di Cristo</em>, 1475 circa<span style="font-size: 13px; line-height: 19px;"> </span>
Giovanni Bellini – Imbalsamazione di Cristo, 1475 circa 

La serata ha avuto un seguito altrettanto interessante con la presentazione del progetto Conti Trasparenti. Come dice il nome stesso, esso permetterà una ricognizione contabile ed organizzativa condotta proprio sulla Pinacoteca di Brera con lo scopo di migliorarne l’efficienza: è il primo passo di un processo di collaborazione tra cittadini e stato per il miglioramento della gestione dei musei pubblici.

Il progetto è gestito dalla Pinacoteca stessa, dalla Soprintendenza ai Beni Artistici, Storici ed Etnoantropologici di Milano e da Civicum, associazione libera, indipendente e apartitica senza scopo di lucro.

Civicum ha come obiettivo il raggiungimento dell’efficienza dello stato attraverso la trasparenza dei conti pubblici e porta avanti l’idea che una rendicontazione appropriata, trasparente e comprensibile sia un diritto dei cittadini e un dovere delle istituzioni. Conti Trasparenti è considerato un caso pilota per meglio comprendere come funziona un pezzo decisamente importante di questo nostro stato, con lo scopo di far emergere le modifiche necessarie per ottenere semplificazione, efficienza e responsabilità.

È molto interessante anche il fatto che il modello creato per Brera potrebbe essere replicato su altre strutture.

Sandrina Bandera (Soprintendente per i Beni Artistici, Storici ed Etnoantropologici di Milano e Direttore della Pinacoteca di Brera) e Federico Sassoli de Bianchi (Presidente di Civicum)
Sandrina Bandera (Soprintendente per i Beni Artistici, Storici ed Etnoantropologici di Milano e Direttore della Pinacoteca di Brera) e Federico Sassoli de Bianchi (Presidente di Civicum)

Ve lo confesso: sono tornata a casa contenta.

In primo luogo, perché ho visitato una mostra meravigliosa che consiglio a tutti (è aperta fino al 13 luglio): pur essendo milanese di nascita e innamorata da sempre di Brera e del suo patrimonio, ho imparato molte cose e ho guardato a Giovanni Bellini con rinnovato interesse.

In secondo luogo, perché ho scoperto Civicum e ho sentito parole che mi sono piaciute: trasparenza, semplificazione, efficienza, responsabilità. Credo che, in momenti in cui crisi è diventata la parola più tristemente ricorrente, ci sia un gran bisogno di pulizia: i beni pubblici e la cultura sono di noi tutti, non permettiamo ad altri di decidere per noi.

Io, per esempio, sto provando a dare il mio microscopico contributo scrivendo questo post: vorrei tanto potervi incuriosire e sarei felice se anche solo uno di voi avesse voglia di approfondire l’argomento, perché, come ha detto Federico Sassoli de Bianchi, Presidente di Civicum, ognuno di noi può fare qualcosa per migliorare il Paese.

Lo stato deve essere visto come una grande casa comune: per noi cittadini è possibile prendercene cura pur non occupandoci di politica in maniera diretta. Certo, è necessario avere dei progetti concreti, come quelli seguiti da Civicum.

Ricordiamoci sempre che la prima cosa da cambiare è proprio il nostro modo di vedere e vivere le cose: bisogna cercare di avere parte attiva senza pensare di essere troppo piccoli.

E visto che a me diverte mischiare sacro e profano (dalla pittura devozionale umanistica alla musica pop), prendo in prestito un verso di Michael Jackson, tratto da Man in the Mirror“If you wanna make the world a better place / Take a look at yourself, and then make a change”.

Manu

 

 

Per approfondire:

Qui il sito della Pinacoteca di Brera, qui la pagina Facebook e qui Twitter. Ribadisco che la mostra dedicata a Giovanni Bellini è aperta fino al 13 luglio.

Per saperne di più su Civicum: qui il sito, qui la pagina Facebook e qui Twitter.

 

 

Un paio di piccoli ricordi personali: io alla serata <em>Brera Special Project</em>
Un paio di piccoli ricordi personali: io alla serata Brera Special Project

 

 

Le foto delle opere di Giovanni Bellini sono miei scatti: per tutte le altre ringrazio Morino Studio

Personal look: nelle foto indosso la collana MEDUSA di LEEK Handmade Jewellery by Francesca Porro (dettagli qui)

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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