Hawaiian Tropic, una serata tra nuove app e chef stellati

Vi ho mai detto che in cucina sono una completa frana?

In verità, non sono perfetta in nessuna delle faccende di casa, però, mentre so stirare e rigovernare (diciamo decorosamente), sono davvero un’assoluta incapace ai fornelli: non so preparare più di un piatto di pasta o di un uovo fritto. E dire che mia madre è una cuoca provetta e che anche mio padre sa cucinare bene (poveretti, che figlia degenere).

A ogni modo, a dispetto della mia inettitudine, oggi desidero darvi un paio di ricette vincenti, la prima per una serata e la seconda per un piatto (state tranquilli, in questo caso non è mia).

Partiamo con la serata: siete pronti? Ecco gli ingredienti fondamentali.

Prima di tutto, prendiamo un’amica speciale, perché condividere le cose belle è il mio credo; poi, pensiamo a un luogo affascinante: infine, aggiungiamo voglia d’estate e di sole. Le ricette, di solito, usano la formula q.b., quanto basta.

Queste sono state le basi di una serata organizzata da Hawaiian Tropic, il marchio che pensa a tutti gli amanti dell’abbronzatura fin dal lontano 1969.

La loro formula, diventata poi un enorme successo, nacque ispirandosi al mix di oli naturali che i nativi hawaiani si spalmavano sulla pelle per proteggersi da sole, acqua e vento: nel 1974, la miscela divenne così amata e popolare da dare inizio alla produzione su larga scala.

Oggi, Hawaiian Tropic offre un’ampia linea di prodotti rinomati per qualità, efficacia, profumazione e texture: lozioni, oli e creme offrono un’esperienza polisensoriale che coccola e protegge la pelle.

Il brand ha voluto festeggiare e inaugurare la nuova stagione con un evento chiamato SUNsation, nome che gioca con sun e sensation: l’idea, infatti, è stata quella di farci sperimentare un percorso in grado di coccolare tutti i sensi.

Insieme ad Alessia Foglia, amica, collega e partner in crime di diverse esperienze, ho raggiunto uno dei miei luoghi preferiti qui a Milano, il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci: un’installazione curata dalla nota scenografa Anna Congiu in collaborazione con Studio Delight e Spazio 65 ha riempito la Sala delle Colonne di luci multicolore ed eteree cortine di seta.

In questa suggestiva atmosfera, ci sono stati presentati i prodotti per l’estate 2015.

Tra le novità di stagione, a me è piaciuta la Silk Hydration Face: pensata per le zone delicate del viso, protegge la pelle fino a 12 ore. È una crema perfetta anche sotto il make-up: io non mi trucco mai quando prendo il sole, ma mi fa piacere segnalarlo a beneficio di tutte coloro che amano essere impeccabili e allo stesso tempo protette.

È interessante anche la nuova linea di oli protettivi in formato spray: consentono un’applicazione più comoda, si assorbono rapidamente senza ungere la pelle e sono caratterizzati dalle profumazioni esclusive al cocco e al mango.

Ciò che amo in maniera particolare è che, per garantire l’impegno nel sostenere una protezione sicura, Hawaiian Tropic ha scelto di attenersi alle raccomandazioni della Skin Cancer Foundation, organizzazione no profit che si occupa del tumore maligno più comune al mondo, il cancro della pelle.

La Fondazione si occupa di raccogliere fondi per la ricerca e di diffondere programmi educativi con lo scopo di contribuire a ridurre l’incidenza e la mortalità di questo tipo di cancro.

A partire dal fattore di protezione 15, tutti i solari Hawaiian Tropic riportano il simbolo che certifica il rispetto delle raccomandazioni di Skin Cancer Foundation.

Durante la serata, è stata presentata anche EasySun, una nuova applicazione per smartphone e tablet che piacerà a tutti coloro che, prima di una gita, di una vacanza o di un viaggio, consultano febbrilmente tutti i siti di previsioni meteo.

EasySun è esclusiva, gratuita e unisce dati meteorologici, geolocalizzazione e punti di interesse: rende possibile leggere la descrizione dei luoghi da visitare nonché le relative recensioni grazie a un link con Foursquare, è disponibile su sistemi operativi Android e iOS e può essere usata in tutto il mondo.

Dopo l’immersione nell’esotico mondo di Hawaiian Tropic e dopo un tocco di tecnologia, Alessia e io eravamo decisamente orientate verso la modalità vacanza.

Quanto a creme e cappello eravamo già a posto (guardate la foto qui sotto): per rendere perfetta l’atmosfera, mancava solo la soddisfazione del palato e a questo ha pensato lo show cooking di Cristina Bowerman.

Alessia e io
Alessia e io

La famosa chef stellata Michelin ha preparato davanti ai nostri occhi un piatto a base di ingredienti, profumi e sapori tropicali.

Che meraviglia il suo Tropical Tuna!

È vero, ai fornelli sono un’inetta, ma divento una campionessa se impugno la forchetta: sono una buongustaia, ebbene sì, apprezzo la tavola in tutte le sue sfumature e con tutti i suoi piaceri.

E dire che, leggendo la sua biografia, ho scoperto che anche Cristina Bowerman, originaria di Cerignola in Puglia, è partita facendo dell’altro: dopo la laurea in giurisprudenza, si era trasferita a San Francisco per continuare gli studi forensi.

Io non so come fosse in veste di avvocato, ma vi dico che, dopo aver assaggiato il suo tonno, sono ben felice del fatto che abbia deciso di trasformare la sua più grande passione – quella per la cucina – in un mestiere, laureandosi alla Culinary Academy di Austin, in Texas.

Nel 2009, Cristina ha ricevuto le due forchette dal Gambero Rosso e nel 2010 la Stella Michelin, unica donna italiana per quell’anno: oggi, partecipa come relatrice a numerosi congressi in Italia e all’estero ed è docente presso varie scuole.

Lo chef Cristina Bowerman all’opera
Lo chef Cristina Bowerman all’opera

Inarrestabile, sempre curiosa di arricchire la propria ricerca, studia con particolare attenzione l’applicazione della scienza in cucina, come ha fatto anche durante la nostra serata mostrandoci una particolare tecnica di affumicatura a freddo del tonno.

A questo punto, sono un po’ in imbarazzo perché, ovviamente, considerata la mia inettitudine culinaria, non so spiegare tale tecnica nel dettaglio: vi propongo però un piccolo compromesso e, come ho annunciato in principio, vi lascio qui sotto la ricetta originale di chef Bowerman.

Se decidete di preparare il Tropical Tuna chiamatemi, così vengo ad assaggiarlo e vi dico se è uguale al suo: sappiate, però, che sono un giudice inflessibile, altro che quelli di un certo programma televisivo.

Come dite? Loro sanno cucinare e io no? Ah, già, è vero.

Beh, comunque sono offesa e mi ritiro, vado a incipriarmi il naso, cosa che sicuramente mi riesce meglio: mentre che ci sono, sotto alla cipria metto un po’ di Silk Hydration Face e do un’occhiata a EasySun.

Chissà che io non riesca a trovare un po’ di sole in questo maggio milanese al momento un po’ capriccioso.

Manu

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui potete trovare il sito Hawaiian Tropic, qui la pagina Facebook, qui l’account Instagram.

Per scaricare la app EasySun, cliccate qui per sistema operativo iOS e qui per Android.

Qui potete trovare il sito della Skin Cancer Foundation e qui la sezione in italiano.

Qui potete trovare il sito di Cristina Bowerman.

 

 

 

Come promesso, ecco la ricetta del Tropical Tuna di Cristina Bowerman

Ingredienti: 240 gr di filetto di tonno – 20 gr di legno di ciliegio – 160 gr di succo di mandarino tardivo estratto fresco – 1 cucchiaio di aceto di pomodoro – 80 gr di papaya frullata e passata al setaccio – 160 gr di daikon (non sapete cos’è il daikon? Ma dai, è una varietà del ravanello comune originaria dell’Asia orientale! Sì, è vero, l’ho cercato su Wikipedia  🙂 ) – 80 gr di edamame (fagioli di soia) – 40 gr di succo di limone – 2 gr di agar agar (gelificante naturale ricavato da alghe rosse – sia benedetta Wikipedia 🙂 ) – 1 litro di olio tenuto in freezer – 4 cucchiaini di olio al trombolotto (limone di origine medievale, Cristina consiglia quello di Fabio Stivali) – 60 gr di Conciato Romano (formaggio di origine antica, presidio Slow Food, Cristina indica quello prodotto dall’azienda Lombardi) – sale di Maldon

Dopo aver affettato il tonno stile sushi, affumicatelo leggermente a freddo con il legno di ciliegio. Unite il succo di mandarino alla papaya ed emulsionate con un po’ di olio, sale e un goccio di aceto di pomodoro. Preparate gli spaghetti di daikon con l’apposita macchinetta, conditeli con il caviale di limone, olio extra vergine, edamame sbollentato, sale (per preparare il caviale di limone, portate a ebollizione il succo di limone con agar agar poi fate gocciolare con una siringa in olio freddissimo per farlo rapprendere). Finite il piatto condendo il tonno con l’olio al trombolotto adagiato sul daikon, edamame e mandarino/papaya. Rifinite con scaglie di Conciato Romano.

Buon appetito 🙂

(Guardate che brava, prima di divorare il mio tonno l’ho anche fotografato per voi  🙂 )

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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