Hunger issue 5: Rankin e i suoi Rivoluzionari

Non è un mistero per coloro che mi conoscono: detesto cordialmente convenzioni, conformismo, omologazione.
Odio le cose tipo “facciamolo perché lo fanno tutti”.
Fin da ragazzina, la mia ammirazione è sempre andata agli eroi al contrario, a quelli che hanno avuto il coraggio di sovvertire i sistemi e di buttare all’aria le regole preconfezionate e obsolete.
Sono quindi molto felice di annunciare che Hunger, rivista che ammiro, dedica la sua prossima uscita al concetto di rivoluzione.

The Hunger è una rivista semestrale creata dal fotografo, regista, editore britannico Rankin.
Lanciata nel novembre 2011, Hunger vuole fornire una nuova piattaforma espressiva a tutti coloro che possiedono uno spirito creativo, con la finalità di produrre innovazione e senza scendere a compromessi.
Tramite una serie di collaborazioni con talenti emergenti del mondo dell’arte, della moda e dell’editoria, Hunger è alla costante ricerca del progresso culturale e dell’originalità.
La rivista è affiancata da Hunger TV, un sito web innovativo, ricco di video, interviste, approfondimenti e film correlati agli articoli della rivista, oltre a una serie di articoli su altri personaggi famosi e anteprime dei numeri futuri.
Ho già dedicato un precedente post a Hunger, a Rankin e a un suo video che ha visto protagoniste la modella Cara Delevingne e la cantante Rita Ora (potete rileggerlo qui).

Il 5° numero di Hunger verrà lanciato il 24 settembre: il tema abbracciato da questa edizione è quello della “Rivoluzione”, con quattro diverse copertine dedicate ad altrettanti personaggi rivoluzionari, ovvero Debbie Harry, Bryan Ferry, Rebel Wilson e Chiwetel Ejiofor.
Ciascuno a proprio modo, questi uomini e queste donne hanno rifiutato il mondo delle convenzioni per portare una rivoluzione nel settore in cui si muovono.

Il secolo che stiamo vivendo viene talvolta descritto come l’era della rivoluzione digitale: Hunger vuole celebrare alcuni personaggi che stanno guidando una rivoluzione culturale. 

Le parole di Rankin sono eloquenti: “Per noi, essere rivoluzionari significa raccontare il presente e cercare al tempo stesso di dare impulso alla cultura. Non ci basta parlare dell’ultima app per iPhone, che comunque ci interessa e ci affascina, ma desideriamo presentare le persone che, a nostro parere, lasceranno un segno nella storia: artisti piuttosto che celebrità e idee destinate a rimanere nel tempo, anziché effimeri slogan pubblicitari”.

Debbie Harry non ha certo bisogno di presentazioni: attrice di successo (cito “Videodrome” di David Cronenberg), cantautrice, cantante, modella e in genere artista eclettica, in Italia è maggiormente nota per essere la cantante del gruppo newyorkese Blondie. Ad Hunger spiega il suo segreto: “Personalmente, non amo percorrere il viale dei ricordi e cerco sempre di vivere il presente”. Il prossimo anno si celebra il 40esimo anniversario della fondazione dei Blondie e il gruppo dovrebbe pubblicare a breve il suo decimo album in studio. Grazie a una straordinaria capacità di mescolare generi diversi reinterpretandoli col suo stile pop-punk alternativo, Debbie Harry ha rappresentato una figura di riferimento per la rivoluzione punk. “Ho sempre pensato che il mio percorso fosse una continua ricerca e non ho mai smesso di sperimentare cose nuove”: no comment, credo non sia necessario.

Anche Bryan Ferry non necessita di presentazioni. Ha rivoluzionato il rock britannico con i Roxy Music e ha introdotto un sound e uno stile originali e innovativi. Sempre alla ricerca di strade nuove e inesplorate, Mr. Ferry ha continuato costantemente a evolversi come artista. Recentemente ha collaborato con Baz Luhrmann alla stesura della colonna sonora per “Il grande Gatsby”. L’ultimo album è una raccolta di suoi vecchi brani, riproposti in versione strumentale, nello stile del jazz anni ’20. “È fondamentale cercare sempre di fare qualcosa di nuovo”, ha dichiarato ad Hunger.

 E se lo dice lui che è un cosiddetto mostro sacro…

Rebel Wilson è un’attrice australiana (nonché sceneggiatrice e produttrice), una delle donne che sono riuscite a sfondare a Hollywood senza scendere a compromessi, mantenendo intatto il proprio senso dell’umorismo ed evitando di conformarsi agli stereotipi. Ha contribuito a dimostrare ai produttori che nelle commedie le donne non devono essere per forza relegate a ruoli secondari ma possono diventare protagoniste, alla pari con i comici di sesso maschile. Tosta la ragazza!

Anche Chiwetel Ejiofor è un attore. Nato a Londra da genitori nigeriani, studia recitazione dall’età di tredici anni: in patria e in teatro, ha ottenuto grande successo interpretando “Amleto” e “Romeo e Giulietta”. È anche lui un maestro nell’arte del reinventarsi: i suoi lavori sono estremamente eclettici e diversi l’uno dall’altro, a dimostrazione della sua grande versatilità. Parlando del suo approccio al ruolo da protagonista in “12 Years a Slave”, il film del regista britannico Steve McQueen di prossima uscita nelle sale, l’attore racconta ad Hunger: “Mi piace entrare nella parte in modo totale, fino a perdere la consapevolezza del fatto che sto solo recitando”.

Mi piace segnalare che nella sezione dedicata all’arte ci sarà spazio per Eyal Gever e per il duo Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari. Gever ha sostituito i pigmenti con i pixel, in una fusione di arte e tecnologia perfettamente rappresentativa del carattere del nostro secolo, mentre il duo Cattelan & Ferrari ha fondato la rivista di arte sperimentale TOILETPAPER che esplora l’ossessione per l’immagine tipica della società contemporanea, sovvertendo i valori del consumismo e del capitalismo (per inciso, date un’occhiata qui, credetemi, non ve ne pentirete).

Il numero include anche un inserto con copertina rigida dedicato alla moda e in particolare alla collezione autunno/inverno 2013 di Prada. Dopo avere trasformato l’azienda di pelletterie del nonno in un brand di fama mondiale, Miuccia Prada continua a portare innovazione nel mondo della moda e lo fa senza interruzione dagli anni ’80. Hunger vuole rendere omaggio al suo approccio, dedicandole un servizio di 12 pagine.

Sento ripetere spessissimo che la carta stampata è ormai solo un retaggio del passato adatto ai nostalgici. Sicuramente in ciò c’è del vero, perché l’informazione viaggia oggi molto veloce grazie alla rete: Rankin e il suo team restano convinti che l’edizione cartacea sia invece complementare alla versione digitale e che si arricchiscano a vicenda. Io concordo con loro e, pur usando molto la rete, faccio parte di coloro che non rinunceranno mai al piacere di tenere in mano, accarezzare, annusare, sfogliare e leggere una bella rivista o un buon libro.

A tutti quelli che la pensano come me, ricordo nuovamente che il numero 5 di Hunger sarà in vendita il 24 settembre. E se non potete aspettare, iniziate a gustarvi il teaser di presentazione.

Io vi saluto con alcuni screenshot tratti proprio da tale teaser.

Manu

P.S.: se dopo questo mio post la vostra fame visiva e intellettuale è aumentata (così come farebbe piacere a Rankin e come da sottotitolo della sua rivista), vi consiglio di fare un giro anche sulle pagine Facebook di Hunger e dello stesso Rankin (da lì trovate anche tutti gli altri suoi canali, incluso il suo sito).

Hunger, dal teaser di presentazione 5° uscita
Hunger, dal teaser di presentazione 5° uscita
Hunger, dal teaser di presentazione 5° uscita
Hunger, dal teaser di presentazione 5° uscita
Hunger, dal teaser di presentazione 5° uscita
Hunger, dal teaser di presentazione 5° uscita
Hunger, dal teaser di presentazione 5° uscita
Hunger, dal teaser di presentazione 5° uscita
Hunger, dal teaser di presentazione 5° uscita
Hunger, dal teaser di presentazione 5° uscita
Hunger, dal teaser di presentazione 5° uscita
Hunger, dal teaser di presentazione 5° uscita
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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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