I Tubini di Valeria Bosco e la tecnica Shibori

Amo da impazzire la moda quando è modalità d’espressione e di linguaggio. Lotto ogni giorno per portare avanti questa visione e dunque mi emoziono davanti a chi non smette mai di sperimentare e di mettersi in discussione.

Conoscere Valeria Bosco e innamorarmi del suo progetto Tubini è stato immediato e naturale: per lei ogni donna deve godere di una totale libertà d’espressione e deve poter giocare con la moda. La sua proposta è quella di abbinare i desideri e le necessità del momento ai tagli e ai colori unici delle sue collezioni.

Ho incontrato Valeria lo scorso settembre, in occasione del suo press day: la prima cosa dalla quale sono stata attirata è stata la sua personalità, ferma e tranquilla, nonostante si intuisca tutta la bruciante passione che la anima. Mi piacciono le persone che hanno occhi espressivi e che ti guardano dritto in faccia e lei è proprio così: nei suoi occhi si può scorgere un mondo sfaccettato che si appoggia su talento, passione, gusto innato nonché sul percorso di tutto rispetto compiuto nell’universo moda.

Fin dal suo esordio, Valeria colleziona infatti collaborazioni importanti con molte celebri maison: è apprendista di Enrica Massei e poi assistente stile da Franco Moschino, consulente stile da Gianfranco Ferré, senior designer da Basile, consulente stile per Genny, senior designer per le collezioni donna per Gerolamo (Gimmo) Etro. Ma è la ricerca ciò che da sempre la affascina e così, nel 1997, arriva per lei la svolta decisiva: incontra le tinture a mano e capisce che è arrivato il momento di fare un passo avanti.

Valeria fonda così Lasabui, laboratorio specializzato nella decorazione artistico-artigianale su tessuto: sperimenta il tie & dye, la stampa e la pittura a mano libera e soprattutto la tintura Shibori, un’antica tecnica di tintura giapponese che diventa la sua grande passione. Poco conosciuta fuori dal Giappone, questa tecnica unisce l’arte dell’origami a quella della tintura a mano: la sovrapposizione dei bagni di tintura crea la magia, svelando sfumature inaspettate e misteriose. Il risultato è quello di disegni ripetibili ma mai uguali tra loro.

Ritratto di Valeria Bosco
Ritratto di Valeria Bosco

Durante i suoi anni di attività, il laboratorio Lasabui produce, completamente a mano, linee di complementi d’arredo tessili, abbigliamento donna e accessori a marchio proprio: si occupa anche dell’ideazione e realizzazione di disegni su tessuti per grandi firme della moda quali Alberto Aspesi, Bottega Veneta, Etro, Gucci, Moschino, Prada, Yves Saint Laurent e tanti altri.

Giorno dopo giorno, tingere i tessuti diventa per Valeria un’espressione profonda di sé e un elemento che caratterizza profondamente il suo lavoro. La stilista ama trasformare i materiali, unendo abilmente tecnica ed istinto: ama lavorare con le mani per dare forma alle emozioni.

L’esperienza di Lasabui dà luogo alla seconda svolta decisiva e apre la strada al progetto Tubini, una linea di abbigliamento composta da pochi ed essenziali modelli. Protagonista assoluto della collezione è il tubino nella sua interpretazione più classica, rivisitato da Valeria per colori e tessuti attraverso la tecnica Shibori. I tessuti sono scelti accuratamente e personalmente dalla stilista: cashmere, lana e seta.

Ispirazione di Valeria Bosco nelle sue creazioni per Tubini è il minimalismo.

Il suo è uno stile pulito, privo di orpelli, che mette al centro e valorizza i tessuti tinti e decorati a mano, con colori e disegni mai uguali, esattamente come le donne che li indosseranno.

Questo è per lei il vero lusso che non si deve perdere, quello di abiti facili da interpretare e fare propri, adatti ad ogni occasione, da indossare con gioia e leggerezza.

Nell’immaginario creativo della stilista, i suoi Tubini diventano archetipo di femminilità e di uno stile che va ben oltre le mode convenzionali o stagionali. Il suo è un continuo lavoro di ricerca e tecnica atto a raggiungere una nuova idea di glamour: accessibile e liberato – finalmente – da qualsiasi forma di omologazione.

Valeria libera gli abiti da problemi di occasione d’uso e li rende adatti ad ogni età e ad ogni taglia: sarà la donna che li indossa a riempirli, a farli propri, ad interpretarli, a personalizzarli a seconda del proprio umore e delle proprie necessità.

Ogni abito ha così tante interpretazioni, tutte quelle che ci sono nella vita di ognuna di noi.

Questa è una parte che mi affascina molto nel lavoro di Valeria: l’unicità del capo raggiunta attraverso la tintura Shibori dialoga con l’unicità di chi lo indossa.

E la stilista porta il discorso ancora oltre grazie ai cappotti reversibili: un solo capo con due anime.

Valeria Bosco introduce infatti nella collezione autunno / inverno 2013 – 2014 una grande novità, quella dei capispalla reversibili: giacche, caban e cappotti hanno un lato in caldo tessuto in tinta unita mentre l’altro è in tessuto tinto con la tecnica Shibori.

I capi possono pertanto essere indossati in due modi.

Si può esibire il lato in flanella, panno o jersey, tutti materiali naturali e preziosi adatti al freddo dell’inverno.

Oppure si può mostrare il lato che presenta le colorazioni sfumate e i disegni geometrici tipici dello Shibori, effetto realizzato tingendo la fodera in seta.

Un’ampia linea di sciarpe, foulard e pashmine completa alla perfezione i tubini e i capispalla, sempre all’insegna dei materiali pregiati.

Direi che l’unico imbarazzo, in questo caso, è il dover scegliere tra tanti colori e fogge!

A parte il mio blaterare su Valeria e sul suo mondo, mi fa piacere che a raccontarvelo sia proprio lei, spero esercitando su di voi lo stesso fascino che ha esercitato su di me.

Vi invito pertanto a guardare questo video in cui Valeria parla della sua visione, delle sue esperienze e della tecnica Shibori.

Il video è piacevole, immediato e scorre veloce.

Trovo che il progetto di Valeria sia un dono: da una donna per tutte le donne!

Se volete approfondire su Tubini e Valeria Bosco, qui trovate il sito, qui la pagina Facebook e qui il canale DailyMotion sul quale ci sono anche alcune bellissime interviste alla stilista.

Manu

 

Qualche mio scatto dalla presentazione del 12 settembre 2013

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Yvonne
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Ciao sei bravissima. A Madrid ho conosciuto una maestra di shibori..ecc…
Vorrei sapere ..SI può usare anche su seta?
Grazie

Manu
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Ciao Yvonne e grazie per il tuo commento.
Questo mio articolo risale a quasi 10 anni fa: è datato 11 dicembre 2013 e tu mi hai fatto ripensare all’incontro ormai lontano con Valeria Bosco.
Purtroppo non ho più avuto occasione di incontrare Valeria, ma ho riletto l’articolo: ho fatto un ripasso, diciamo così, e ti confermo ciò che mi aveva raccontato appunto lei e che riporto qui di seguito.
“Protagonista assoluto della collezione è il tubino nella sua interpretazione più classica, rivisitato da Valeria per colori e tessuti attraverso la tecnica Shibori. I tessuti sono scelti accuratamente e personalmente dalla stilista: cashmere, lana e seta.”
E ancora…
“I capi possono essere indossati in due modi: esibendo il lato in flanella, panno o jersey, tutti materiali naturali e preziosi adatti al freddo dell’inverno, oppure esibendo il lato che presenta le colorazioni sfumate e i disegni geometrici tipici dello Shibori, effetto realizzato tingendo la fodera in seta.”
Direi pertanto che la risposta alla tua domanda è sì, questa tecnica si può usare anche su seta.
Un caro saluto e grazie ancora,
Manu

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