Hai ragione tu, caro Julian Zigerli, “Life Is One Of The Hardest”

Più passa il tempo e più si rafforza in me la convinzione che la moda sia un’arte nonché un linguaggio parlato a volte da personaggi che possiamo definire precursori o anticipatori o pionieri. Sono coloro che riescono a cambiare e riscrivere i codici, che hanno il coraggio di introdurre cambiamenti epocali: se queste persone non esistessero, ci vestiremmo ancora come i nostri trisavoli.

Non usando i codici attuali o stravolgendoli, è normale che questi stilisti risultino un po’ visionari. Faccio un paragone: pensate a cosa accadde quando alcuni artisti abbandonarono la pittura figurativa per passare a quella astratta; furono presi per folli. A mio avviso, Julian Zigerli è uno di questi antesignani: credo che stia cercando di sovvertire i codici esistenti, introducendo la sua visione ironica. Le sue parole d’ordine sembrano essere colore, positività e un tocco di humour.

Dopo aver aperto la precedente edizione di Milano Moda Uomo sfilando all’Armani Teatro con la benedizione del grande Re Giorgio (e scusate se è poco, come si suol dire), Julian ha invece stavolta chiuso la kermesse sfilando nella splendida cornice di Palazzo Isimbardi in un clima sicuramente carico di attesa e curiosità. Quando ho visto entrare i primi due modelli, sul mio volto si è aperto un sorriso: il giovane stilista è riuscito, ancora una volta, a sorprendermi.

La collezione si chiama Life Is One Of The Hardest e la spiegazione sta in un ricordo di Julian: “È stato qualche anno fa. Stavamo navigando da qualche parte nel bel mezzo del nulla a Maiorca, bevendo gin tonic. Il sole stava scendendo e mio padre sì è appoggiato all’indietro e ha detto la vita è una delle cose più difficili“.

Da questo ricordo e da una buona dose di ironia nasce il titolo della collezione per la primavera / estate 2015: lo stilista ipotizza un mondo eccentrico visto attraverso gli occhi di un colletto bianco, annoiato dalle interminabili ore di lavoro in ufficio. Per fuggire, l’uomo fa sogni di evasione e libertà, immaginando un mondo parallelo e colorato.

L’ispirazione per la tavolozza dei colori viene direttamente dal mondo che il colletto bianco ben conosce, quello del computer: il profilo CMYK – la sigla di Cyan, Magenta, Yellow, Key blacked, ovvero il modello di colore utilizzato da molti sistemi di stampa – diventa il punto di partenza e il risultato lo potete vedere coi vostri stessi occhi.

Julian usa a piene mani ciano, magenta, giallo e nero e le tinte vengono anche mixate e combinate tra loro: gioca senza paura con forme, proporzioni, lunghezze e tagli.

Julian Zigerli SS 2015 (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli SS 2015 (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli SS 2015 (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli SS 2015 (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli SS 2015 (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli SS 2015 (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli SS 2015 (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli SS 2015 (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli SS 2015 (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli SS 2015 (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli SS 2015 (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli SS 2015 (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli SS 2015 (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli SS 2015 (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli al termine della sfilata (photo credit Piero Biasion)
Julian Zigerli al termine della sfilata (photo credit Piero Biasion)

Le stampe su pantaloni, maglie e camicie sono realizzate a mano: talvolta ricordano la morbidezza della schiuma spray, altre volte sembrano create e manipolate attraverso programmi di computer grafica.

E sotto al braccio, spuntano borse anch’esse illuminate da tinte vivaci e che diventano zainetti al termine della giornata di lavoro.

E così, il nostro colletto bianco finalmente emerge dal suo cubicolo grigio e uniforme per ritrovarsi in un mondo fuori dagli schemi, un po’ folle, pieno di nuove e infinite possibilità. La vita sarà anche una delle cose più difficili, ma il giovane Zigerli prova a renderla meno dura con tutta la sua gioia di vivere.

D’altro canto, Julian l’ha dichiarato, a lui piacciono “le cose kitsch e carine”, quelle che si ipotizza essere destinate a ragazzine e bambini piccoli: lui, invece, le usa per i grandi.

Avete capito, il nostro stilista? L’avevo già scritto e oggi lo ripeto: secondo me, Giorgio Armani ha visto lontano quando l’ha scelto come talento da ospitare.

Manu

 

P.S.: In mezzo a tanti elogi, posso muoverti una piccola critica affettuosa, caro Julian? Amo te e tutto ciò che fai, mi sembra evidente, tuttavia c’è una cosa che non mi fa impazzire: le calzature che fai indossare ai tuoi modelli. In gennaio c’erano le pantofole che mi ricordavano quelle che si trovano negli hotel: in effetti non mi dispiacevano, le trovavo molto ironiche. Ricordo che uno dei ragazzi ne aveva persa una a metà passerella, continuando a sfilare con elegante nonchalance. Stavolta, però, siamo passati a ciabatte che proprio non mi piacciono, per quanto dotate di una suola originale (una sorta di nuvola?): considera che sono una (rompiscatole) che detesta le infradito in plastica, tipo piscina, portate in città. Sono certa che uno col tuo talento può trovare soluzioni altrettanto ironiche e informali ma più chic. Mi prometti che ci pensi? 😉

 

 

La sfilata vista coi miei occhi: un po’ di miei scatti

LIFE IS ONE OF THE HARDEST

Morning lights up past the fade

Don’t let the pavement settle

-Rolling on the tide

Another look, another stab

Another silver medal

-Call it what you like

And it’s something like a secret

You can feel it on the rise

Life is one of the hardest

And it’s so soft – do you dare me?

Hold my breath, I’m scared to death

But I can feel it coming

-It’s tripping down inside

Sticking to the sidewalks – sorry

Punch the glass and watch them scatter

-Makes it all worthwhile

And it’s something like a secret

You can feel it in your eyes

Life is one of the hardest

And it’s right there – do you dare me?

Do you dare me?

Dalla colonna sonora della sfilata creata da Eating Out (Daniel Pitout) per Julian Zigerli

 

 

Per approfondire:

Qui il sito di Julian Zigerli, qui Facebook, qui Tumblr, qui Instagram, qui Twitter e qui il canale Vimeo

Qui lo shop on line

I miei precedenti articoli su Julian Zigerli: qui una panoramica sulle stagioni SS 2014 e FW 2014-15 e qui la sua presenza al White di gennaio 2014

 

 

Piccolo ricordo personale: da sinistra io coi miei amici Mariella Cortes e Andrea Tisci in attesa della sfilata di Julian Zigerli (photo credit Sam Cosmai)
Piccolo ricordo personale: da sinistra io coi miei amici Mariella Cortes e Andrea Tisci in attesa della sfilata di Julian Zigerli (photo credit Sam Cosmai)
Piccolo ricordo personale: io in mezzo ai miei amici Mariella Cortes e Andrea Tisci dopo la sfilata di Julian Zigerli nel bellissimo giardino di Palazzo Isimbardi (photo credit Nicola Bedussi)
Piccolo ricordo personale: io in mezzo ai miei amici Mariella Cortes e Andrea Tisci dopo la sfilata di Julian Zigerli nel bellissimo giardino di Palazzo Isimbardi (photo credit Nicola Bedussi)

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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