Jumbled: uno stile di vita che unisce due menti creative

Questo è il penultimo post prima delle vacanze estive. Volevo quindi qualcosa di speciale per concludere la stagione alla grande, qualcosa che riassumesse tutti i valori nei quali credo: l’ho trovato. La storia che vi racconto oggi racchiude tutto ciò che amo di più, contiene gli elementi sui quali spingo con forza ogni volta che posso: la bellezza delle persone e del loro talento. Vi racconto la storia di Jumbled, di Simone Borioni e di Fabiola Grisci.

Simone e Fabiola fanno coppia nella vita e nelle attività che portano avanti in parallelo, un vero e proprio progetto, un modo di pensare, di sentire e di fare che li unisce: ad accomunarli è la medesima passione e la cura che mettono in ogni singola cosa che fanno.

La prima curiosità che ho avuto nei loro confronti è stato il nome. Non conoscevo questo termine inglese e, cercando sul dizionario il verbo jumble, ho trovato la definizione “to mix in a confused mass, put together without order”, ovvero fare un miscuglio, mettere alla rinfusa. Jumbled mi è così diventato immediatamente simpatico, perché il miscuglio e la rinfusa io li immagino come nuclei di creatività senza fine. Non per nulla, uno dei miei aforismi preferiti è quello del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche: “bisogna avere ancora un caos dentro di sé per partorire una stella danzante”.

Se chiedete di Jumbled a Simone, lui sorride e spiega che è uno stile di vita. Io aggiungo che è una factory nel senso più creativo del termine, ovvero factory intesa come studio artistico (pensando a grandi personaggi come Andy Warhol).

È l’anno 2011 quando il designer Simone Borioni fonda Jumbled con l’intento di realizzare t-shirt di alta qualità con un design che si ispira alla cultura vintage ma che ne rielabora l’immaginario visivo, reinterpretandone i caratteri distintivi e adottando nuovi codici di comunicazione. Jumbled è dunque un marchio tutto italiano che progetta, produce e vende magliette realizzate artigianalmente.

Ogni giorno, sentiamo parlare di molte realtà, di tutte le dimensioni e di tutti i settori, che stanno affrontando una situazione difficilissima: attraverso Jumbled, Simone vuole portare avanti la sua idea che è quella di non abbandonarsi alla negatività bensì di reagire, cavalcando l’attualità e ribaltando in punti a favore alcuni aspetti legati alla recessione.

La voglia di spendere il giusto per quello che si acquista, l’esigenza di prodotti durevoli, la qualità, il desiderio di creare un cerchio empatico tra produttore e consumatore: sono questi gli aspetti sui quali si fonda la filosofia Jumbled. Tutto parla di attenzione e qualità, a partire dai materiali scelti per realizzare i prodotti fino ad arrivare al design, sempre ideato, disegnato e realizzato da Simone, il cui talento artistico è nato tra gli incisori urbinati della storica regione del Montefeltro ed è poi maturato all’interno di alcune delle più grandi agenzie creative internazionali milanesi.

La ricerca iconografica e l’elaborazione grafica dei soggetti sono fasi portate avanti con attenzione minuziosa: posso affermare che Jumbled è un brand con una vintage attitude, ma che non si pone limiti creativi.

La stampa è il risultato di processi tecnici artigianali, realizzata sfruttando la potenzialità della serigrafia in termini di resa, resistenza e quindi durata nel tempo: la selezione della maglieria, dei tessuti, del taglio delle t-shirt (di ottima fattura con cotoni di prima qualità, ho toccato con mano) è la prerogativa irrinunciabile che accompagna ogni produzione.

Il progetto prevede la produzione di pochi pezzi, proprio per avere sempre sotto controllo la qualità finale dei capi.

Anche il packaging rappresenta un mondo e un modo di pensare: etichette ricamate, targhette stampate su carte speciali e la presenza per ogni t-shirt di una speciale pin (ovviamente made in Italy) tracciano un’identità forte e ricercata, una dimensione nella quale nulla viene lasciato al caso e viene pensato con passione.

La distribuzione e la vendita avvengono, oltre che sul web, con la presenza di stand (anche se credo sia più corretto definirli temporary store, considerando la cura e la ricercata particolarità dedicate alla presentazione e all’arredo) in eventi particolari che abbiano una connotazione filosofica che si sposi con quella di Jumbled: la musica, lo stile, l’attitudine vintage.

Simone Borioni in uno dei <em>temporary store</em> Jumbled
Simone Borioni in uno dei temporary store Jumbled

Il percorso di Fabiola Grisci si collega strettamente a quello di Jumbled, ponendosi in sintonia completa e sulla stessa lunghezza d’onda.

Da sempre appassionata di gioielli, nel giugno 2011 Fabiola inizia a produrre i suoi con l’intento di esporli al pubblico, grazie, appunto, alla collaborazione con Jumbled che le offre l’opportunità di avere spazi espositivi in contesti vicini al mondo del vintage: le sue creazioni di gusto retrò, infatti, ben si sposano con questo ambito e sono basati su una ricerca, su riferimenti e ispirazioni che guardano al mondo della moda di epoche passate.

In seguito, l’esigenza di ideare soluzioni espositive originali adatte a rendere l’essenza delle sue creazioni porta Fabiola a creare delle teste da usare come supporti per orecchini e collane. Le sue teste sono soggetti unici nel loro genere e diventano a loro volta pezzi in esposizione, grazie alle delicate espressioni disegnate su forme armoniose di visi femminili, delle sognatrici, che attirano subito l’attenzione del pubblico.

È così che la loro presenza aumenta di volta in volta a ogni evento frequentato e non più come semplici supporti espositivi, bensì come parte integrante della collezione.

Ideate e realizzate da Fabiola che ne esalta le caratteristiche vintage dipingendo pettinature d’epoca, le teste diventano talmente caratterizzanti da far nascere una serie di t-shirt a loro ispirate.

Così come fa Simone, anche Fabiola si occupa personalmente di selezionare i tessuti e scegliere i tagli. La caratteristica di queste magliette è la presenza di uno script calligrafico che sintetizza uno stile coordinato al mondo creativo delle teste e dei gioielli.

Spronata da queste esperienze positive, Fabiola non smette di studiare e di ricercare nuovi ambiti creativi e, dall’amore per il mondo del gioiello e del vintage, inizia a focalizzare il suo interesse anche su altri accessori.

Studia, approfondisce le proprie conoscenze e avvia – senza interrompere le altre creazioni – la realizzazione di cappelli e borse in diversi tessuti e diverse lavorazioni. Anche questi pezzi sono realizzati a mano e sono riconducibili al suo stile, al suo gusto e alla sua visione, unica anche se declinata in diverse forme.

Tutti i pezzi di Fabiola, gioielli, teste, borse e cappelli, sono elementi unici, a tiratura limitata, produzioni artigianali frutto di stile, gusto e talento personali, ma anche di studio, ricerca e curiosità che non conoscono fine.

Le vecchie tradizioni, conservate e rivalutate con sapienza da Fabiola che fa tesoro delle conoscenze tramandate dalle generazioni passate, sono un elemento caratterizzante riconoscibile in ogni elemento da lei realizzato.

Fabiola è uno spirito creativo a 360°, un’esploratrice che declina il suo linguaggio in tante forme: chissà cos’altro ha in mente, visto che non ha paura di mettersi in gioco, che la sua ricerca continua a espandersi e visto che è anche lei una sognatrice, come le sue teste. E lo è nel senso più bello e vero del termine: “sognare per me non vuol dire non avere i piedi per terra”, mi ha detto, “bensì avere dei progetti da realizzare”.

Potrei forse non essere d’accordo con lei?

Fabiola Grisci in uno dei <em>temporary store</em> Jumbled
Fabiola Grisci in uno dei temporary store Jumbled

Simone ha dato la definizione ideale, Jumbled è un progetto e uno stile di vita e ha tutto ciò che mi piace: cura, attenzione, idee, modo di pensare, ricerca continua, voglia di comunicare.

Sono certa che capirete perché l’ho voluta definire factory e perché penso che la creatività sia una stella danzante partorita dal caos, da quel (sano) miscuglio (o jumble) che solo le menti fertili sanno produrre.

E quindi concludo con lo stesso invito che Simone fa dalla pagina Facebook: chi non è conformista salga a bordo!

Manu

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui il sito Jumbled, qui il blog, qui la pagina Facebook e qui Instagram

Per qualsiasi informazione sulle creazioni di Simone e di Fabiola scrivete a info@jumbled-factory.com

Se volete conoscere di persona Simone e Fabiola e vedere le loro creazioni, avete una bellissima opportunità qualora abitiate o siate in vacanza dalle parti di Senigallia: dal 2 al 10 agosto allestiranno uno dei loro temporary store al Summer Jamboree, meravigliosa manifestazione vintage che ogni anno si svolge nella cittadina marchigiana sulla Riviera Adriatica per festeggiare la musica e la cultura dell’America anni ’40 e ’50. Trovate maggiori informazioni circa la manifestazione sul sito e sulla pagina Facebook.

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Jessica Ingrid
Reply

Mi è piaciuto molto questo post, grazie per farci conoscere questi artisti.

Manu
Reply

Grazie a te per aver letto e per aver dato la definizione giusta: artisti.
Un abbraccio,
Manu 🙂

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