La Moda aiuta il Duomo e instaura un dialogo tra apparenza ed essenza

Ho espresso più volte, qui e in altre sedi, il mio entusiasmo per il fermento che sta animando Milano.

Sono felice di cogliere e sottolineare tutta una serie di elementi concreti che mi fanno ben sperare che la mia città torni a essere una delle protagoniste della vita culturale e sociale italiana: talvolta, mi sono spinta fino a esprimere il sogno di un nuovo Rinascimento.

Non mi pento di queste parole e di queste speranze, anzi, le riconfermo proprio ora: in questi giorni, la città è piacevolmente invasa dal movimento generato dal Salone del Mobile e dalla Design Week e devo dire che si respira un’atmosfera bellissima, allegra, vivace e vitale. Come se ciò non bastasse, giovedì mattina ho partecipato all’inaugurazione di un evento che ha dato ancor più senso al mio entusiasmo in quanto unisce due dei miei grandi amori, quello per Milano – appunto – e quello per la Moda (questa è una delle occasioni in cui il termine va scritto con la M maiuscola).

Da buona milanese, quando parlo di amore per la mia città non posso non pensare al Duomo, una delle più grandi cattedrali gotiche in Italia e in Europa.

Il Duomo è il simbolo che rappresenta il capoluogo lombardo nel mondo grazie a una straordinaria architettura frutto di una storia secolare: generazione dopo generazione, epoca dopo epoca, lo scorrere del tempo ha scolpito e plasmato il marmo della Cattedrale, unendo tecniche e soluzioni ideate e realizzate da sapienti artisti e artigiani.

Un tempo, sul Gran Cantiere della Cattedrale, gli artisti partecipavano coralmente al sostegno della Veneranda Fabbrica, storico ente preposto alla conservazione e alla valorizzazione della Cattedrale. Istituito nel 1387 da Gian Galeazzo Visconti, allora Duca della città, l’ente si adopera da oltre seicento anni per la valorizzazione e la promozione del patrimonio di arte, cultura e storia del Duomo e provvede al reperimento delle risorse necessarie al suo mantenimento.

Visto che il profilo del Duomo si staglia sulla città ed è inconfondibile, anche da lontano, per le sue 135 guglie, la Veneranda Fabbrica ha avviato un progetto di raccolta fondi che è stato chiamato Adotta una Guglia.

Alcune guglie in una foto presa dalla pagina Facebook di <em>Adotta una guglia</em>
Alcune guglie in una foto presa dalla pagina Facebook di Adotta una guglia

Le guglie rappresentano l’elemento tipico dell’architettura gotica: solamente il Duomo di Milano ne possiede un numero così elevato ed esse sono coronate dalla Guglia Maggiore, la celeberrima Madonnina. Sono ricche di statue, di nicchie, di trafori e, essendo perennemente esposte a sole e intemperie, necessitano di cure e restauri periodici.

Tornando un po’ all’originario costume che voleva che gli artisti partecipassero attivamente e in prima persona al mantenimento della Cattedrale, la Fabbrica fa appello alla forma artistica che è oggi segno di distinzione ed eccellenza di Milano nel mondo: naturalmente, questa forma artistica è la Moda.

L’iniziativa è stata chiamata La Moda aiuta il Duomo ed è stata possibile grazie alla disponibilità di alcuni stilisti e brand che hanno scelto di aderirvi, mettendo generosamente a disposizione le proprie creazioni: martedì 19 aprile alle ore 19:30 presso la Sala delle Colonne del Grande Museo del Duomo, nel cuore di Palazzo Reale, proprio accanto al Duomo, sarà promossa una grande asta benefica.

Giorgio Armani, Brunello Cucinelli, Cividini, Corneliani, Costume National, Diesel, Etro, Salvatore Ferragamo, Genny, Gucci, Isaia, Krizia, Loriblu, Martino Midali, Missoni, Moncler, Moreschi, Prada, Emilio Pucci, Roberto Cavalli, Tod’s, Trussardi, Vicini, Vivienne Westwood: sono questi i prestigiosi nomi che sostengono l’iniziativa e che hanno donato abiti e accessori dalle loro collezioni.

<em>La Moda aiuta il Duomo:</em> da sinistra, abiti di Vivienne Westwood, Roberto Cavalli, Etro
La Moda aiuta il Duomo: da sinistra, abiti di Vivienne Westwood, Roberto Cavalli, Etro
<em>La Moda aiuta il Duomo:</em> abito Roberto Cavalli
La Moda aiuta il Duomo: abito Roberto Cavalli
<em>La Moda aiuta il Duomo:</em> abito Etro
La Moda aiuta il Duomo: abito Etro

Il ricavato sarà interamente destinato al progetto Adotta una Guglia: oltre all’apporto fondamentale di stilisti e brand, il tutto è stato reso possibile dal patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana, dal sostegno di Tiffany & Co. e dalla collaborazione della casa d’aste Christie’s. Tiffany parteciperà inoltre all’iniziativa donando un gioiello.

La conferenza stampa alla quale ho partecipato giovedì ha avuto lo scopo di presentare il progetto e vi dico che lo scenario è stupefacente: abiti e accessori sono infatti in mostra nelle sale del Grande Museo del Duomo, ospitati in mezzo a quella che è la straordinaria collezione permanente.

Il percorso espositivo unisce così abiti e opere d’arte, forme nuove e forme antiche, tessuti e marmi, sapienza sartoriale e maestria architettonica: il filo conduttore è la bellezza. E, guardando con attenzione, si scoprono similitudini tra le pieghe delle stoffe e quelle della pietra.

Fino a martedì 19 aprile (trovate il calendario dettagliato qui di seguito), tutti coloro che visiteranno il Grande Museo del Duomo avranno l’opportunità di vedere dieci abiti destinati all’asta, impreziositi dai gioielli scelti per l’occasione da Tiffany: l’iniziativa si inserisce proprio tra gli eventi del FuoriSalone che ho citato in principio e, per l’occasione, oggi sabato 16 aprile, il Museo resterà eccezionalmente aperto fino alle ore 22.

<em>La Moda aiuta il Duomo:</em> abito Genny
La Moda aiuta il Duomo: abito Genny
<em>La Moda aiuta il Duomo:</em> abito Genny
La Moda aiuta il Duomo: abito Genny
<em>La Moda aiuta il Duomo:</em> abito Genny
La Moda aiuta il Duomo: abito Genny
<em>La Moda aiuta il Duomo:</em> sopra, abito Krizia; sotto, abito Missoni
La Moda aiuta il Duomo: sopra, abito Krizia; sotto, abito Missoni

Al fine di permettere la partecipazione anche a chi non potrà essere fisicamente presente la sera del 19 aprile, la Veneranda Fabbrica del Duomo ha scelto di appoggiarsi a CharityStars, la prima piattaforma digitale che mette all’incanto oggetti, esperienze e incontri esclusivi con personaggi famosi e aziende, devolvendo in beneficenza i proventi raccolti.

Il supporto di CharityStars consente di formulare delle pre-offerte fino al 18 aprile per tutti i lotti: i più rappresentativi e almeno uno per ogni brand partecipante saranno poi messi all’incanto la sera dell’evento, mentre sarà possibile aggiudicarsi gli altri direttamente online.

Invito calorosamente chi si trova a Milano in questi giorni ad approfittare dell’opportunità visitando un’esposizione che – a mio avviso – fa felici tutti: se non si conosce il Museo, questa è un’ottima occasione per avvicinarsi a un luogo davvero splendido e di rara bellezza; se si è attratti dalle cose curiose, si resta colpiti dal dialogo armonioso che si è instaurato tra opere d’arte e capi di moda.

Vi assicuro che è un accostamento di grande effetto e io sono stata felicissima di esserne testimone: grazie alle attività che svolgo, vedo ogni giorno tante cose interessanti, eppure questa mi resterà nel cuore come un’esperienza davvero particolare e alquanto unica.

Sempre più spesso brand e stilisti adottano le bellezze artistiche e architettoniche del nostro Paese diventando novelli mecenati e consentendone il restauro: La Moda aiuta il Duomo è un nuovo capitolo di un rapporto che spero possa essere duraturo e che deve essere continuativo perché la Moda, grazie all’interesse e al richiamo che esercita su moltissime persone, può davvero aiutare l’Arte a essere conosciuta, amata, tutelata e protetta. È una sorta di responsabilità morale e civica.

Alla conferenza stampa di <em>La Moda aiuta il Duomo</em> | Sopra, da sinistra: lo storico d’arte Philippe Daverio, James Carolan (Presidente del Board di International Patrons of Duomo di Milano), Monsignor Gianantonio Borgonovo (Presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano) e il Cavalier Mario Boselli (Presidente Onorario Camera della Moda) | Sotto, Mons. Borgonovo e il Cav. Boselli con Raffaella Banchero (Managing Director Italy & Spain di Tiffany & Co.)
Alla conferenza stampa di La Moda aiuta il Duomo | Sopra, da sinistra: lo storico d’arte Philippe Daverio, James Carolan (Presidente del Board di International Patrons of Duomo di Milano), Monsignor Gianantonio Borgonovo (Presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano) e il Cavalier Mario Boselli (Presidente Onorario Camera della Moda) | Sotto, Mons. Borgonovo e il Cav. Boselli con Raffaella Banchero (Managing Director Italy & Spain di Tiffany & Co.)

Chi mi conosce è al corrente di una mia grande convinzione e ormai lo sa anche chi mi legge qui sul blog: per me la Moda non è solo apparenza, ma è anche sostanza ed essenza.

La moda è mutevole per sua stessa natura e rappresenta l’epoca della quale è figlia; un’opera come il Duomo sfida il tempo da oltre mezzo millennio. Sembrerebbero dunque lontani, eppure, ciò che sta avvenendo nelle sale del Museo dimostra che il dialogo è possibile: sono sfaccettature della nostra vita, diverse ma che possono convivere. Sono entrambe degne di rispetto e amore in quanto siamo davanti a manifestazioni dell’ingegno umano.

Grazie alla presentazione dell’iniziativa La Moda Aiuta il Duomo ho scoperto che, già nel 1847, la scrittrice tedesca Fanny Lewald pensò a un parallelo tra Architettura e Moda. “Se dovessi utilizzare un’immagine del mondo femminile, allora direi che il Duomo di Milano appare come un tessuto a merletto, gigantesco e al tempo stesso delicato, che la mano di un mago abbia di colpo trasformato in pietra”: così scrisse Fanny nel suo Italienisches Bilderbuch, Album Italiano, resoconto di un viaggio intrapreso nel nostro Paese.

Giovedì, quasi 170 anni dopo, sono rimasta molto colpita dalle parole di Philippe Daverio, celebre storico dell’arte intervenuto alla conferenza stampa: Daverio ha affermato che la Moda Italiana trova la sua capitale in Milano grazie alla lunghissima tradizione che la città ha nell’arte del manufatto. L’abitudine del fare a mano – ha aggiunto – ha generato una capacità e un’attitudine trasversale che oggi può unire la Cattedrale e la Moda: il Grande Museo del Duomo copre sei secoli di storia e, grazie a una raccolta straordinaria e unica di statue, racconta anche l’evoluzione del Costume.

Se lo scrivono letterati, se lo afferma uno storico come Philippe Daverio, allora quella mia benedetta convinzione che unisce Moda ed essenza trova ulteriori motivi per esistere e resistere.

Manu

 

 

La Moda aiuta il Duomo
Esposizione aperta al pubblico coi seguenti orari:
16 aprile 2016, dalle ore 10 alle ore 22
17-18 aprile 2016, dalle ore 10 alle ore 18
19 aprile 2016, dalle ore 10 alle ore 13
Ultimo accesso un’ora prima della chiusura
Grande Museo del Duomo di Milano | Palazzo Reale, Piazza del Duomo 12

Qui trovate il sito ufficiale del Duomo di Milano; qui trovate la sezione dedicata al Grande Museo del Duomo; qui trovate il progetto Adotta una Guglia

Qui trovate la piattaforma CharityStars e qui trovate la sezione dedicata a La Moda Aiuta il Duomo

 

 

Ringrazio l’ufficio stampa per le foto inserite qui sopra e chiudo invece con una gallery di miei scatti realizzati giovedì mattina in occasione della conferenza stampa (cliccate sulle immagini per ingrandirle e scorrerle)

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

patrizia spirito
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Ciao, ci siamo conosciute proprio giovedì mattina alla stessa conferenza stampa, ci ha presentato Michelle Kling. Leggo nel tuo articolo molte delle sensazioni che ho avuto anche io durante la conferenza stampa. Tutto l’evento e’ stato bellissimo, altrettanto il museo e l’abbinamento di grandi stilisti in mezzo a tanta storia architettonica e artistica riconosciuta in tutto il mondo. Concordo con te che oggi, il valore della Moda, possa davvero contribuire a salvare il patrimonio artistico Italiano. Se ti fara’ piacere puoi trovare l’articolo che ho scritto, in proposito, sul mio blog. Un cordiale saluto. Patrizia Spirito

Manu
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Ciao Patrizia,
Ma certo, mi ricordo di te e mi fa piacere ritrovarti qui.
Leggerò volentieri il tuo articolo: sono felice di sapere che condividiamo sensazioni e impressioni ispirate da questa esperienza.
Alla prossima occasione, allora, e salutami Michelle.
Buona serata,
Manu

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