Ladurée e Yann Menguy, dal macaron al dessert

Devo confessare che, per quanto riguarda il cibo, la mia preferenza va di gran lunga al salato.

Difficilmente scelgo i dolci: prediligo il salato perfino a colazione e lo scelgo soprattutto quando ho fame, fame vera.

Fanno eccezione alcuni momenti, come la pausa caffè: in quel caso, adoro regalarmi la bevanda e un dolcetto. Di caffè, però, ne prendo davvero pochi.

In ogni caso, non amo i dolci troppo elaborati e preferisco i gusti semplici: poi, chissà perché (forse perché spesso sono la regina delle contraddizioni?), faccio delle eccezioni per specialità che, in effetti, sono ad alto tasso di zuccheri.

Due esempi? Adoro la torta Sacher (rigorosamente l’originale e non perché io sia snob ma perché, una volta provata, si capisce la differenza) e i macaron, i pasticcini fatti con due gusci di meringa deliziosamente ripieni.

So che tanti criticano i blogger sostenendo che non facciamo altro (sì, mi ci metto anch’io) che fotografare macaron, muffin, donut e cupcake.

Vorrei però dire a queste persone che i macaron non sono un’invenzione di noi diabolici blogger: esistono da moltissimo tempo ed è un dato di fatto che siano molto fotogenici, spesso più di molti altri dolcetti.

Ebbene sì, fateci caso: anche le cose inanimate, dagli oggetti al cibo, possono venire bene o male in foto, esattamente come le persone e, visto che l’estetica conta anche in cucina, il tutto va a vantaggio dei coloratissimi pasticcini.

All’evento Ladurée del 27 maggio, due degli ingredienti usati dallo chef Yann Menguy per il suo dessert sono stati i macaron – <em>of course!</em> – e i lamponi.
All’evento Ladurée del 27 maggio, due degli ingredienti usati dallo chef Yann Menguy per il suo dessert sono stati i macaron – of course! – e i lamponi.

Che ci crediate o meno, conosco e amo i macaron da tempo immemore, da molto prima di pensare di aprire un blog.

Ho raccontato spesso del mio amore per la Francia, per la sua cultura e per la sua gastronomia: considero questo paese come la mia seconda patria, lo conosco piuttosto bene, l’ho girato parecchio e ho scoperto i macaron talmente tanti anni fa da non ricordare più se ho incontrato prima loro o prima Ladurée, il marchio più famoso.

Nel paese d’oltralpe, moltissimi pasticcieri offrono le loro versioni del celebre dolcetto eppure ammetto che quelli di Ladurée restano per me irrinunciabili al punto che non riesco più a separarli né a stabilire una cronologia, un po’ come la storia dell’uovo e della gallina: cos’è arrivato prima per me, il macaron o Ladurée?

Yann Menguy, chef Ladurée, e un momento della preparazione.
Yann Menguy, chef Ladurée, e un momento della preparazione.

Ma tornando a noi, ai detrattori del (povero) macaron e alle sue lontane origini: dovete sapere che Larousse Gastronomique, importante enciclopedia gastronomica, cita i macaron come dolci creati nel 1791 in un convento vicino Cormery, un paese nella regione della Loira. Alcuni fanno invece risalire il suo debutto addirittura a Caterina de’ Medici, la quale commissionò a un pasticcere italiano il dolce che portò con sé nel 1533, quando sposò Enrico II di Francia.

Se ne ritrovano poi ulteriori tracce nel 1830, quando i macaron venivano serviti due a due (chissà perché?) con l’aggiunta di marmellate, liquori e spezie.

Il macaron Ladurée è stato creato all’inizio del XX secolo da Pierre Desfontaines, secondo cugino di Louis Ernest Ladurée, fondatore nel 1862 della maison che porta il suo nome: oggi, i pasticcini piccoli e rotondi, croccanti fuori e soffici dentro, vengono fabbricati tutti i giorni nei laboratori del celeberrimo marchio che ormai ha negozi sparsi in tutto il mondo.

<em>Le dessert est servi!</em>
Le dessert est servi!

Gli chef Ladurée dosano con meticolosa precisione le mandorle, le uova e lo zucchero e aggiungono un ingrediente speciale: un pizzico di savoir-faire unico, un segreto pari a quello della Coca-Cola. Già, perché nonostante le tante versioni esistenti, i dolcetti di Ladurée restano irrinunciabili – come dicevo – per me e per moltissimi altri nonché inimitabili.

I macaron della maison sono di due tipi, quelli in gusti disponibili tutto l’anno e quelli che seguono invece l’andamento delle stagioni: tra i classici, uno dei miei preferiti è quello al caramello con burro salato.

Oltre al sapore, Ladurée cura con attenzione anche la palette dei colori, per la gioia di tutti gli esteti.

Direi che la mia passione per i macaron è piuttosto evidente: potete quindi immaginare la gioia quando sono stata invitata a uno show cooking voluto dalla casa francese e che ha visto come protagonista Yann Menguy, giovane astro francese e nuovo chef incaricato delle creazioni di pasticceria. Ladurée, infatti, non si limita a fare macaron.

Delicato sentore di rosa e fresco gusto di lampone per i dessert preparati dallo chef Yann Menguy.
Delicato sentore di rosa e fresco gusto di lampone per i dessert preparati dallo chef Yann Menguy.

Nonostante sia giovanissimo, Yann (dal look estremamente à la page, con barba e tatuaggi) vanta già un curriculum di tutto rispetto con incarichi prestigiosi: il suo tratto distintivo è la passione per i dolci creativi.

Ed è proprio questo ciò che ha fatto per noi in occasione dello show cooking, creando dei dessert freschissimi al profumo di rosa e lampone.

Da vera inetta in cucina, non credo mi sarà possibile replicare la creazione del giovane pasticciere, ma ho fatto decisamente onore alla mia porzione, assaporando fino in fondo la delicatezza dell’aroma di rosa.

Perché, come ci ha spiegato Yann, è tutta questione di equilibrio: l’aroma va dosato alla perfezione, né troppo né insufficiente, perché nel primo caso sarebbe nauseante e nel secondo non sarebbe percepito dalle nostre papille. E se si riesce a mantenere l’equilibrio, tutti i gusti emergono e nessuno sovrasta l’altro.

Ammiro chi sa creare l’equilibrio perfetto e infatti, affascinata dallo chef che ha naturalmente centrato il dosaggio, ho voluto essere anch’io equilibrata e – lo giuro – mi sono fermata alla prima coppa del suo dessert.

Poi, però, come un’irriducibile bambina, ho rubato qualche lampone: che dite, avrei dovuto tacere questo dettaglio?

Vi prego, signori di Ladurée, invitatemi ancora anche se rubo i lamponi.

Manu

 

P.S.: ora che ho esaudito un mio desiderio culinario approcciando da vicino Ladurée, punto all’altra mia icona in fatto di dolci. Ve lo dico, se avete un buon contatto presso l’Hotel Sacher detentore della ricetta originale della torta austriaca più famosa, potreste guadagnare la mia eterna gratitudine 😉

 

 

 

Tutte le foto qui sopra sono miei scatti realizzati il 27 maggio in occasione dello show cooking di Yann Menguy a Milano

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito Ladurée, qui la pagina Facebook, qui Twitter e qui Instagram.

I canali dedicati Italia: qui la pagina Facebook e qui Instagram.

I negozi Ladurée in Italia: Via Spadari 6, Milano | Galleria Del Corso 4 c/o Excelsior, Milano | Via Borgognona 4, Roma | Via Cola Di Rienzo 173 c/o Coin, Roma | Piazza Dei Mercanti 2 c/o Vela Massimo Rebecchi, Lucca | Via Della Vigna Nuova 48, Firenze

Per seguire Yann Menguy: qui la sua pagina Facebook.

E infine qui trovate l’album ufficiale dell’evento di Milano dal quale ho estratto la foto qui sotto 🙂

Io (al centro, col mio fido iPad) intenta a seguire chef Menguy.
Io (al centro, col mio fido iPad) intenta a seguire chef Menguy.

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Ange
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Fantastico questo post voglio condividerlo

Manu
Reply

Grazie di cuore, Angela cara, il tuo apprezzamento mi fa davvero molto piacere.
Senza contare la tua volontà di condividere il post 🙂 🙂 🙂
Un abbraccio,
Manu

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