Sei artisti esplorano la Metamorfosi dei Corpi

A come Arte. Quattro lettere, solo quattro, per racchiudere un mondo.
Un mondo ampio, articolato, sfaccettato perché è espressione dell’animo umano, è espressione della nostra parte immateriale, quella che sfugge a confini e definizioni.
Come ho già avuto modo di affermare, per me bellezza e cultura non conoscono genere, non possono essere intrappolate in strutture rigide e devono scorrere liberamente mescolando forme che sono solo apparentemente diverse.

Amo l’Arte perché è modalità d’espressione trasversale.
Perché regala emozioni e sensazioni che spesso sono soggettive, anche se è vero che esistono criteri universali e che esiste la critica degli esperti.
Perché può annullare le distanze di qualsiasi tipo, di epoche, di luoghi geografici, di classi sociali.

Sapete quali sono le mie mostre preferite?
Quelle in grado di creare un dialogo, una convivenza, un ponte, un’armonia.
Quelle che non seguono necessariamente un ordine cronologico bensì tracciano affinità più sottili, mescolando epoche vicine e lontane.
Quelle che riescono ad affiancare nomi celebri e meno conosciuti, evitando di partire da un pregiudizio di superiorità in base alla fama.
Quelle che attribuiscono uguale dignità al lavoro di qualsiasi artista sia che si esprima attraverso un dipinto, una scultura, un’installazione, una foto, un abito.
Un abito, sì. Gli stilisti, il loro lavoro e le loro creazioni sono sempre più spesso i protagonisti di mostre in grandi musei in tutto il mondo.

A proposito della capacità che l’Arte ha di essere trasversale, desidero condividere con voi un’iniziativa che mi ha molto colpita per via della sua formula molto particolare.

Nel 1995, gli artisti Anna Stuart Tovini e Vincenzo Chiarandà insieme a Emanuele Vecchia, esperto di web, fondano il network UnDo.Net con un preciso obiettivo: sperimentare le potenzialità della rete nella produzione di arte e cultura.

Oggi, UnDo.Net è un network che produce e diffonde cultura artistica contemporanea attraverso la partecipazione diretta, ovvero permette ai professionisti di condividere e promuovere le proprie idee e al pubblico di accedervi in modo democratico e collaborativo.

È per questo motivo che il network ha attirato la mia attenzione, per tale visione e per l’organizzazione della prima edizione di Studi festival, evento che si terrà a Milano da martedì 10 a domenica 15 febbraio: per la prima volta, nel capoluogo meneghino ci sarà l’apertura collettiva degli studi d’artista.

Studi festival è un’iniziativa ideata e organizzata da artisti che hanno coinvolto altri artisti in modo orizzontale e democratico: è un progetto che vuole andare incontro alla città incrociando esperienze, discipline e generazioni.

Coordinando un evento comune tra gli atelier d’artista a Milano, Studi festival mira a creare un circuito e a raggiungere diversi obiettivi: offrire una panoramica e una mappatura del tessuto artistico; stimolare la collaborazione tra gli artisti; favorire il dialogo tra loro e la città.

Durante i sei intensi giorni di mostre ed eventi, ci sarà la possibilità di entrare direttamente in contatto col primo stadio della produzione artistica: gli atelier sono infatti i luoghi in cui si cominciano a sviluppare le idee e durante Studi festival questi spazi di lavoro diventeranno luoghi espositivi aperti a tutti.

Ma qual è l’idea che distingue fortemente Studi festival da esperienze simili? È il fatto che gli artisti non mostrano solo i propri lavori, ma invitano altri artisti ad esporre nel proprio atelier e sono a loro volta invitati. In ogni studio, quindi, gli artisti hanno ideato un vero e proprio progetto di mostra.

Nonostante questa sia la prima edizione, l’adesione è stata altissima e sono state organizzate mostre ed eventi in circa 50 studi sparsi in tutta Milano.

In ogni studio esporranno diversi autori e sono in programma performance, concerti, videoproiezioni e incontri in cui si cimenteranno personalità diverse: le mostre giocano con molti temi, affrontano con ironia la tante sfaccettature della diversità, invitano a dialoghi geografici e generazionali, creano mix inaspettati tra oggetti, pennellate, quaderni di appunti, disegni preparatori, sculture, elaborazioni digitali.

Non mancano i suoni, dal vivo o in remoto, capaci di aggiungere un’ulteriore vibrazione.

Tra i tanti eventi in calendario, segnalo quello che si svolgerà presso lo studio di Andrea Zucchi in via Savona 97: sei artisti – Gentucca Bini, Saverio Palatella, Sergio Colantuoni, Amilcare Incalza, Malena Mazza e lo stesso Andrea Zucchi – esporranno le proprie opere sul tema Metamorfosi dei Corpi.

Metamorfosi dei Corpi – una fotografia firmata Amilcare Incalza
Metamorfosi dei Corpi – una fotografia firmata Amilcare Incalza
Metamorfosi dei Corpi – <em>Atelier di scultura</em> di Andrea Zucchi (2011, olio su lino)
Metamorfosi dei Corpi – Atelier di scultura di Andrea Zucchi (2011, olio su lino)
Metamorfosi dei Corpi – una creazione firmata Gentucca Bini
Metamorfosi dei Corpi – una creazione firmata Gentucca Bini
Metamorfosi dei Corpi – una fotografia firmata Malena Mazza
Metamorfosi dei Corpi – una fotografia firmata Malena Mazza
Metamorfosi dei Corpi – una creazione firmata Saverio Palatella
Metamorfosi dei Corpi – una creazione firmata Saverio Palatella
Metamorfosi dei Corpi – una creazione firmata Sergio Colantuoni
Metamorfosi dei Corpi – una creazione firmata Sergio Colantuoni

Lo avrete già capito, protagonista di questo evento è il corpo visto attraverso le metamorfosi al quale è soggetto durante le fasi e i momenti particolari della vita: l’evento mi piace in particolar modo perché segna una forte contaminazione con la Moda.

Gli abituali campi d’azione dei sei protagonisti sono differenti: Gentucca Bini e Saverio Palatella lavorano nella moda e sono stilisti poliedrici; Sergio Colantuoni è un consulente creativo capace di spaziare tra marchi di moda e design; Amilcare Incalza e Malena Mazza sono fotografi il cui lavoro è caratterizzato da una continua sperimentazione; Andrea Zucchi, il padrone di casa, si muove tra la pittura a olio e i disegni fatti a penna a sfera.

Queste personalità ricche di sfaccettature si incontrano per raccontare il corpo e le sue pose tramite disegni, dipinti, fotografie, abiti: un linguaggio contemporaneo – talvolta spietato – che vede l’essenza della realtà proprio nella metamorfosi dei corpi.

La Moda fa sentire la sua presenza in maniera forte attraverso il talento di Gentucca Bini e di Saverio Palatella, con Sergio Colantuoni (che disegna collezioni di moda maschile e un marchio, di sua proprietà, di cinture) e anche con le immagini di Malena Mazza e Amilcare Incalza, fotografi che hanno collaborato con tante riviste patinate, firmando editoriali e campagne per maison e stilisti (Incalza lo ha fatto per lo stesso Palatella).

Ecco perché in questo post ho sempre scritto Moda con la M maiuscola, perché in questo caso abbandona i trend passeggeri e scende dalla passerelle per avvicinarsi invece all’Arte ed è questa la forma che di lei preferisco.

Non resta che accettare l’invito aperto a tutti, non resta che incontrare l’Arte che non vuole stare rinchiusa, ma che vuole vivere, farsi conoscere, dialogare e collaborare.

Manu

 

 

Per partecipare, per maggiori informazioni e per approfondire:

Studi festival si svolge da martedì 10 a domenica 15 febbraio tutti i giorni dalle 18 alle 21 in circa 50 studi sparsi in tutta Milano.

La partecipazione è totalmente gratuita.

Per maggiori dettagli, qui trovate il sito UnDo.Net; qui la sezione interamente dedicata al festival. Si apre con un approfondimento firmato da Anna Stuart Tovini e comprende la lista di tutti gli atelier partecipanti suddivisi per zone. Gli studi sono visitabili secondo i giorni e gli orari che ho esposto qui sopra, ma per dare un ordine ai tanti eventi, UnDo.Net ha pensato di suddividere la città in 5 zone.

Qui trovate inoltre la pagina Facebook e qui Twitter.

Metamorfosi dei Corpi si svolge presso lo studio di Andrea Zucchi in via Savona 97 (stesse date e stessi orari).

Qui il sito di Gentucca Bini

Qui il sito di Saverio Palatella

Qui il sito di Sergio Colantuoni

Qui il sito di Amilcare Incalza

Qui il sito di Malena Mazza

Qui il sito di Andrea Zucchi

 

 

 

 

 

Piccola parentesi personale…

Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Malena Mazza e Saverio Palatella e di seguire alcuni lavori nel quali sono stati impegnati.

Ho conosciuto Malena nel 2012 in occasione di una sua mostra personale a Milano (se volete, qui trovate il mio articolo).

Ho conosciuto Saverio sempre nel 2012 in occasione della presentazione di un suo cortometraggio (qui il mio racconto) e l’ho poi seguito in varie avventure (qui il mio racconto del suo coinvolgimento in un opening a Milano e qui la sua collaborazione con la cantante Rokia Troaré in un precedente articolo su A glittering woman).

Ricordi: io e Saverio Palatella in occasione dell’apertura del <em>concept store La Tenda</em> a Milano, ottobre 2012
Ricordi: io e Saverio Palatella in occasione dell’apertura del concept store La Tenda a Milano, ottobre 2012

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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