Milano Fashion Week: Vladimiro Gioia FW 2015-16

In un recente articolo, avevo annunciato che Vladimiro Gioia, stilista che apprezzo e che seguo ormai da parecchie stagioni, avrebbe aperto un suo spazio temporaneo ubicato in viale Piave, nel cuore di Milano.

E così è stato: mercoledì 25 febbraio, durante Milano Moda Donna, ho partecipato ai festeggiamenti insieme a tanti colleghi blogger. Sono stati presenti all’evento numerosi giornalisti, fashion editor, stylist e personaggi famosi, tutti arrivati col sorriso per lui, Vladimiro, professionista di grande talento e persona piacevolissima.

Lo spazio milanese non è stato l’unico a ospitare il suo lavoro e il suo estro creativo: a pochi giorni di distanza, precisamente il 6 marzo, lo stilista si è infatti spostato a Parigi per un’ulteriore inaugurazione e così anche la capitale francese ha avuto uno showroom firmato Vladimiro Gioia.

Sono molto felice di poter raccontare di questi due successi inanellati a brevissima distanza di tempo l’uno dall’altro, perché sono il frutto di un intenso periodo di lavoro: sono due aperture importanti in città che ben si collocano nel circuito internazionale della moda.

È stato un tam-tam rimbalzato da Milano a Parigi: pensare al made in Italy di eccellenza che si diffonde mi riempie di autentica gioia, anche perché devo dirvi che, con la collezione autunno / inverno 2015 – 16, lo stilista ha fatto un ulteriore passo avanti quanto a qualità e risultati estetici di grande carattere e forte impatto.

Vladimiro continua infatti la sua ricerca appassionata e prosegue sulla strada della sperimentazione: i colori diventano sempre più caldi e invitanti, gli intarsi sono sempre più simili a vere opere d’arte.

E mentre detti intarsi continuano a essere una specializzazione realizzata sotto sua diretta ed esclusiva supervisione, lo stilista ha condotto una ricerca accuratissima in tutta Italia allo scopo di trovare partner e laboratori in grado di realizzare insieme a lui lavorazioni particolarissime, come l’applicazione di perle, jais e cristalli che scintillano come diamanti.

Il risultato è la collezione che potete vedere, la sintesi di quella che posso definire una mappatura scrupolosa e appassionata di piccole realtà di eccellenza.

Io e la mia amica e collega Alessia Foglia intente a contenderci le pellicce firmate Vladimiro Gioia
Io e la mia amica e collega Alessia Foglia intente a contenderci le pellicce firmate Vladimiro Gioia
Creazioni firmate Vladimiro Gioia sul prestigioso <em>INFUR Magazine</em>
Creazioni firmate Vladimiro Gioia sul prestigioso INFUR Magazine
Io con una pelliccia della collezione Vladimiro Gioia FW 2015-16
Io con una pelliccia della collezione Vladimiro Gioia FW 2015-16
Io e la mia amica e collega Alessia Foglia con due capi della collezione Vladimiro Gioia FW 2015-16
Io e la mia amica e collega Alessia Foglia con due capi della collezione Vladimiro Gioia FW 2015-16

Il lavoro fatto da Vladimiro è molto importante perché va a evidenziare e salvaguardare un tessuto di capacità che rischiano di andare perdute, schiacciate dalle grandi industrie o peggio ancora dalla delocalizzazione delle produzioni all’estero.

Il made in Italy dello stilista diventa così un circuito virtuoso che inizia con la sua e comprende altre aziende nelle quali lui ha saputo riconoscere un valore.

Il suo è un tentativo concreto di mantenere quel prezioso sapere artigianale che, senza questo orientamento e senza questa mentalità, rischia invece di non avere più un mercato.

Basta parlare con lui e ascoltare il racconto delle realtà che ha incontrato e conosciuto per capire quanto lo stilista creda in tutto ciò.

Basta guardare i suoi occhi che si illuminano mentre racconta di lavorazioni e materiali per comprendere che sì, questa è la strada giusta.

Basta guardare il risultato del suo lavoro per capire che mai nessuna macchina potrà sostituire il lavoro di mani sapienti per realizzare certi intarsi, certe bordature, certe applicazioni e certi decori.

Vladimiro prende tutto ciò e celebra matrimoni di materiali e colori, unioni nelle quali pelli e pellicce vengono tagliate e poi ricomposte in mille accostamenti sempre sorprendenti.

E io sono completamente conquistata dalla sua passione.

Manu

 

 

 

Le foto sono miei scatti realizzati presso lo showroom milanese; ringrazio l’ufficio stampa Vladimiro Gioia per le foto che ritraggono me e Alessia.

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito di Vladimiro Gioia, qui la pagina Facebook, qui l’account Instagram e qui l’account Twitter.

Se volete leggere i miei post sulle precedenti collezioni di Vladimiro, qui trovate quello sulla primavera / estate 2015, qui trovate quello sull’autunno / inverno 2014 – 15, qui trovate quello sulla primavera / estate 2014.

 

 

 

 

 

Personal look: nelle foto indosso cappello Carmen firmato Capplé by Elisa Savi & Elena Masut

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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