Milano Fashion Week, i ricordi: giorno 5, a ciascuno il suo

C’è una cosa che mi affascina fin da quando ero una bimbetta: osservare come la Natura non finisca di sorprenderci con forme e colori, popolando il mondo di infinite varianti di animali e piante. E c’è una cosa che invece mi diverte: vedere come noi uomini, da sempre, abbiamo cercato di imitare colei che è nostra Madre. Ciò che la Natura fa con gli esseri viventi, l’uomo cerca di farlo con le proprie espressioni, soprattutto quelle artistiche. E la Moda non fa eccezione: stilisti e designer pensano incessantemente a nuove forme e a nuovi colori.

È per questo motivo che ho deciso di intitolare questo post “a ciascuno il suo”: perché durante il quinto giorno di Milano Moda Donna, domenica 23 febbraio, ho visto cinque collezioni completamente diverse tra loro e ho dunque riflettuto in modo particolare sulla capacità di ogni stilista di declinare la Moda a proprio modo, puntando su materiali, forme e colori completamente diversi.

Guardate e giudicate voi stessi: ecco Sergei Grinko, Vladimiro Gioia, Albino, Moi et “Sid”, Fatima Val.

 

SERGEI GRINKO

Sergei ha tutta la mia stima, l’ho dichiarato più volte e in diverse occasioni: lo reputo uno degli stilisti più interessanti della sua generazione.  Dopo aver attinto a piene mani da letteratura e altri mondi confinanti, per la collezione autunno – inverno 2014 / 15 Sergei si butta con entusiasmo in una nuova sfida: indagare il mondo che appartiene agli introversi. Sì, avete capito bene: gli introversi, ovvero coloro i quali vengono considerati timidi e chiusi. Ma per il nostro stilista non è così: per lui l’introverso è più una persona che cerca un mondo onirico dove ricaricarsi di quella energia che il mondo esterno gli sottrae ogni giorno. Per questo si rifugia talvolta nelle favole e nei ricordi infantili come Cheburashka, personaggio della letteratura per l’infanzia preso da un racconto del 1966 dello scrittore sovietico Eduard Uspensky (vi prego, digitate il nome sulla stringa di Google e guardate l’orsetto): il personaggio viene trasformato in un broccato tridimensionale a cui si aggiungono stampe gommate in ulteriore rilievo. La tematica “boyish”, cara allo stilista e portata avanti già dalle ultime 2 stagioni, strizza l’occhio a una visione orientaleggiante fatta di diversi strati di tessuti morbidi. Le pietre Swarovski utilizzate sono opache: gli abiti, con scolli a V che diventano cappucci, si mescolano a morbidi tailleur pantalone. Le camicie lunghe maschili sono indossate sopra pantaloni a sigaretta stretti o ad ampie gonne pantalone: la felpa viene rivisitata con pelle, con inserti in pelliccia e con applicazioni tridimensionali. Per la sera, Sergei propone abiti dalle forme trapezoidali, con grandi aperture sul lato o sul retro. I colori predominati sono il grigio, il blu, il blu-verde, il lavanda e soprattutto il nero, grande protagonista. La collezione è caratterizzata anche dagli accessori: le calzature hanno un carattere forte e i tacchi alti sono praticamente banditi e poi ci sono i cappelli che a me hanno ricordato un po’ quelli degli esploratori e un po’ quelli indossati dagli Amish (effetto enfatizzato e sottolineato dalla pettinatura delle modelle con scriminatura centrale e piccole trecce laterali). Mi sono sempre reputata un’estroversa, ma questa visione “Introvert” di Sergei mi affascina indicibilmente.

Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15: vedete, nella parte superiore, la stampa che rielabora graficamente l’immagine di <em>Cheburashka</em>, l’orsetto che ha ispirato lo stilista? (foto cortesia ufficio stampa)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15: vedete, nella parte superiore, la stampa che rielabora graficamente l’immagine di Cheburashka, l’orsetto che ha ispirato lo stilista? (foto cortesia ufficio stampa)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15 (foto cortesia ufficio stampa)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15 (foto cortesia ufficio stampa)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15 (foto cortesia ufficio stampa)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15 (foto cortesia ufficio stampa)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15: ancora la stampa ispirata all’orsetto Cheburashka (mia foto di backstage)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15: ancora la stampa ispirata all’orsetto Cheburashka (mia foto di backstage)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15 (mia foto di backstage)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15 (mia foto di backstage)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15 (mia foto di backstage)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15 (mia foto di backstage)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15: stampe e lavorazioni ispirate all’orsetto Cheburashka e al suo mondo (mia foto di backstage)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15: stampe e lavorazioni ispirate all’orsetto Cheburashka e al suo mondo (mia foto di backstage)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15: i bellissimi cappelli un po’ esploratore un po’ Amish, declinati in tutti i colori di collezione (mia foto di backstage)
Sergei Grinko autunno – inverno 2014 / 15: i bellissimi cappelli un po’ esploratore un po’ Amish, declinati in tutti i colori di collezione (mia foto di backstage)

 

VLADIMIRO GIOIA

Così come molti stilisti esprimono tutta la loro maestria attraverso i tessuti, Vladimiro Gioia lavora la pelliccia piegandola alle applicazioni più fantasiose che la sua mente creativa gli suggerisce, ottenendo risultati davvero sorprendenti. Ancora una volta si riconferma maestro dell’intarsio e dell’artigianalità rigorosamente made in Italy: la collezione autunno – inverno 2014 / 15 è un matrimonio ben riuscito tra creatività tutta italiana, estrosità e lusso. L’artigianalità resta il tratto distintivo dello stilista che è stato un vero pioniere dell’intarsio, strada oggi percorsa da molti altri: così come le piccole tessere dei mosaici di Ravenna e di Monreale – città famose in tutto il mondo per le loro opere – si uniscono creando capolavori dalla bellezza unica, così Vladimiro Gioia unisce pelli e intagli di pelliccia in un’esplosione di colori e volumi. Intarsi di visone nelle tonalità del rosso, viola, bianco e giallo ocra ricreano forme geometriche su cappotti e gilet, resi ancora più avvolgenti dall’utilizzo di volpi multicolore. Dettagli in coccodrillo cangiante e pitone, presenti in diversi capi su schiena, maniche e vita, definiscono le forme e rendono ancora più preziosi cappotti in visone e cincillà e bomber in volpe. Con un ulteriore tocco di originalità, Vladimiro dota alcune delle sue creazioni di ampie gonne a ruota che fanno sembrare i capi veri e propri abiti. Le sue sono pellicce esclusive che prendono forma grazie alle sapienti mani delle maestranze artigiane, lavorazioni artistiche straordinarie che fanno sì che la collezione si trasformi in un mosaico davvero unico nel suo genere. Con questa collezione, lo stilista presenta anche la sua prima campagna pubblicitaria, affidata alle sapienti mani della fotografa di moda Nima Benati: il suo lavoro è stato definito come “un viaggio surreale attraverso i colori”. Quale incontro poteva risultare più giusto? La sensibilità di Vladimiro e di Nima per il colore sfocia in un arcobaleno di estrosa eleganza.

Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15: le ampie gonne a ruota fanno sembrare i capi veri e propri abiti
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15: le ampie gonne a ruota fanno sembrare i capi veri e propri abiti
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15: un’immagine della campagna firmata dalla fotografa Nima Benati
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15: un’immagine della campagna firmata dalla fotografa Nima Benati
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15: un’immagine della campagna firmata dalla fotografa Nima Benati
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15: un’immagine della campagna firmata dalla fotografa Nima Benati
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15: un’immagine della campagna firmata dalla fotografa Nima Benati
Vladimiro Gioia autunno – inverno 2014 / 15: un’immagine della campagna firmata dalla fotografa Nima Benati

 

ALBINO

Quando penso ad Albino D’Amato, mi viene subito in mente l’eleganza che sa tratteggiare, decisamente agli antipodi rispetto ai concetti di ostentazione ed eccesso che spesso vanno per la maggiore su alcune passerelle negli ultimi anni: mi viene in mente il suo amore per le stoffe corpose, quelle che creano volumi e superfici da animare attraverso arricciature, zip, tagli al vivo, nodi e altri virtuosismi. Per l’autunno – inverno 2014 / 15 lo stilista presenta una capsule collection che sintetizza alla perfezione lo stile delineato in 9 anni di presenza sulle scene internazionali: la sua proposta si focalizza su abiti e capispalla dall’impronta sartoriale con costruzioni raffinate e linee essenziali. Qualsiasi aggiunta non necessaria è bandita e il riferimento al design è imprescindibile, così come il richiamo alla tradizione dei grandi couturier: d’altro canto, lui non ha mai fatto mistero di ispirarsi a Cristóbal Balenciaga e Hubert de Givenchy così come non è un segreto che i suoi primi studi, all’Università di Roma, siano stati nel campo del disegno tecnico. I cappotti proposti sono un mix di classicità con una punta di eccentricità: lo stilista non ha paura di proporre materiali lussuosi e pelliccia. Gli stessi materiali si ritrovano negli abiti dalla linea leggermente trapezoidale, mossi da pannelli a pieghe. La palette colori è originale soprattutto se accostata alla stagione invernale: avorio e acquamarina si mescolano all’alpaca cammello e al panno nero (colore non colore che non manca mai sulla passerella di Albino), creando un intreccio a metà tra dolcezza e grafismo dagli echi vagamente Art Déco. A completare il tutto, ecco apparire tocchi di melanzana e fragola: per me è un applauso a scena aperta su tutto. Guardando il grande lavoro fatto, mi fa sorridere ripensare a un simpatico aneddoto legato agli esordi dello stilista e a Valentino Garavani (quel Valentino), suo importante vicino di casa a Roma: da adolescente, Albino infilava disegni e schizzi nella sua cassetta della posta finché il grande stilista non gli fece rispondere dalla sua segretaria consigliandogli i corsi di moda a Parigi. Detto fatto: appena compiuti i 20 anni, Albino è partito. E chissà se lo stesso grande Valentino avrebbe mai immaginato di vederlo arrivare tanto lontano.

Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15: l’abito è mosso dal pannello posteriore a pieghe in un colore a contrasto
Albino autunno – inverno 2014 / 15: l’abito è mosso dal pannello posteriore a pieghe in un colore a contrasto
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15
Albino autunno – inverno 2014 / 15

 

MOI ET “SID”

Moi et “Sid” è un progetto che si ripropone uno scopo preciso: riaffermare il lusso del made in Italy attraverso abiti sartoriali che guardano agli anni ’40 e ’50 nonché al concetto di femminilità tipico di quei decenni (secondo me meravigliosi, aggiungo). Lo fa attraverso lo studio delle forme, la cura dei dettagli, l’attenzione ai particolari e la qualità dei tessuti. La capsule collection “Soie” proposta per l’autunno – inverno 2014 / 15 ha due punti focali: da una parte i tessuti preziosi, come seta e chiffon di seta, e dall’altra le strutture a palloncino che caratterizzano sia le gonne sia le maniche degli abiti. File di bottoncini rivestiti in stoffa sono ulteriori dettagli preziosi. Fabrizia Rossetti (che ha una laurea in storia dell’arte) afferma che gli abiti sono parte integrante della sua storia in quanto è cresciuta con donne che le hanno trasmesso l’amore per l’eleganza e per la qualità di tagli, forme e tessuti: lei riesce ad attualizzare il tutto e coltiva il suo sogno che è quello che gli abiti tornino a essere scelti in base all’occasione. La stilista afferma infatti che i diversi momenti che scandiscono lo svolgersi delle nostre giornate dovrebbero trovare espressione in abiti altrettanto diversi, da quello per il mattino a quello per il pomeriggio fino ad arrivare all’eventuale mise da sera. So che molti di voi penseranno che è una visione un po’ anacronistica rispetto al nostro stile di vita: io stessa difficilmente riesco a cambiarmi d’abito durante il giorno e molto spesso quando sono fuori non ho tempo di tornare a casa per passare dal lavoro all’aperitivo o alla cena. La massima concessione è quando riesco a portare un accessorio nella borsa, oppure un paio di tacchi alti se ho scelto scarpe basse per la giornata. Tuttavia penso che una delle caratteristiche della moda dovrebbe essere quella di farci aspirare a qualcosa di più: apprezzo quindi il sogno di Fabrizia, il suo desiderio di ripristinare una dimensione più chic e di riportare un po’ di bon ton che forse oggi manca un po’. Sarebbe bello se un certo tipo di grazia, femminilità ed eleganza tornassero a far tendenza, no?

Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15: deliziose maniche a palloncino
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15: deliziose maniche a palloncino
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15: un elegante color cipria e pazienti pieghettature
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15: un elegante color cipria e pazienti pieghettature
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15: la gonna a palloncino è accentuata dal pannello centrale pieghettato
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15: la gonna a palloncino è accentuata dal pannello centrale pieghettato
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15: il dettaglio dei bottoncini rivestiti in tessuto
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15: il dettaglio dei bottoncini rivestiti in tessuto
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15: il dettaglio dei bottoncini rivestiti in tessuto e lo scollo posteriore rotondo che sottolinea con grazia il movimento della schiena
Moi et “Sid” autunno – inverno 2014 / 15: il dettaglio dei bottoncini rivestiti in tessuto e lo scollo posteriore rotondo che sottolinea con grazia il movimento della schiena

 

 

FATIMA VAL

Ed ecco l’ultimo evento della giornata, uno dei più attesi dalla sottoscritta: buffo, quella domenica è iniziata e finita con due stilisti che amo molto e ai quali tengo in maniera particolare. La moda tracciata da Fatima per l’autunno – inverno 2014 / 15 è piena di significati eppure risulta immediata e leggera: i capi sono austeri e allo stesso tempo estremamente versatili, con un’allure tra lo sportivo e il militare. A farla da padrone sono volumi over, con tagli e movimenti sottolineati dal gioco di materiali e colori, alternati ad altri capi slim. L’over viene usato e soprattutto dosato dalla stilista sia attraverso tessuti di ricerca sia attraverso tessuti preziosi ripresi dalla tradizione classica italiana, come il double in cashmere bicolore. La felpa rivisitata con interventi di popeline o decorata con piccoli talismani non è più il capo banale e scontato di tanti anni fa: i piumini si vestono di novità grazie a intarsi di tessuto o di pelliccia e a tagli estremamente moderni. Ed è ancora la pelliccia a diventare dettaglio grafico sui cappotti. Tutto è giocato su una palette tipica da inverno ma con colpi di luce che spezzano la monotonia: nuance metalliche – bronzo, argento, oro – sono usati ora come tocchi di pigmenti ora come applicazioni di cristalli Swarovski. La moda di Fatima è moderna e cosmopolita (come lo è lei): gli stereotipi e i confini del vestire maschile / femminile vengono stravolti grazie a un equilibrio di volumi e a un gioco di proporzioni inedite. Al posto degli stereotipi, nasce una femminilità nuova che si nutre di creatività e che guarda al futuro forte della conoscenza del passato. È risultata perfetta anche la location scelta per l’evento: la Galleria Meravigli ha ospitato una passerella immersa in una foresta magica e moderna dalla quale sono uscite creature delicate ma al tempo stesse ferme e decise. L’effetto e l’impressione sono stati gli stessi della prima volta in cui vidi sfilare una collezione di Fatima, culminata con una donna-crisalide vestita di luce: questa giovane stilista sa esattamente da dove viene, dove vuole andare e dove ci vuole portare. Tutte le foto che state per vedere sono della mia cara amica Valentina Fazio: trovo che il suo obiettivo abbia colto alla perfezione tutta l’essenza del lavoro di Fatima e l’atmosfera.

Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15: il mio outfit preferito
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15: il mio outfit preferito
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15: le ragazze nell’uscita finale sulla passerella immersa nella foresta magica
Fatima Val autunno – inverno 2014 / 15: le ragazze nell’uscita finale sulla passerella immersa nella foresta magica

 

Che ne dite, avevo ragione nel sostenere che è stata una giornata all’insegna di caratteri diversissimi?

Alla prossima puntata: toccherà al sesto e ultimo giorno di fashion week, quello dedicato ai nuovi talenti.

Manu

 

Per approfondire:

Qui il sito e qui la pagina Facebook di Sergei Grinko

Qui il sito e qui la pagina Facebook di Vladimiro Gioia

Qui il sito di Albino

Qui il sito e qui la pagina Facebook di Moi et “Sid”

Qui il sito e qui la pagina Facebook di Fatima Val

 

Se volete…

Qui i ricordi del primo giorno di Milano Moda Donna

Qui il racconto della mostra speciale tenutasi in occasione di Milano Moda Donna con le illustrazioni di Rebecca Moses

Qui i ricordi del secondo giorno di Milano Moda Donna

Qui i ricordi del terzo giorno – prima parte di Milano Moda Donna

Qui i ricordi del terzo giorno – seconda parte di Milano Moda Donna

Qui i ricordi del quarto giorno di Milano Moda Donna

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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