Milano Fashion Week: Grinko SS 2015
Settimana scorsa, scrivendo un altro post, ho raccontato che, di solito, cerco di leggere la cartella stampa che racconta la collezione solo dopo aver visto la sfilata, per non farmi influenzare: è vero che tali comunicati sono scritti appositamente per diffondere ciò che lo stilista ha voluto esprimere, ma è altrettanto vero che è bello trovare i propri riferimenti.
Sono stata profetica, in un certo senso: oggi, vi parlo infatti di un caso in cui ciò che ho percepito è un po’ differente rispetto a ciò che lo stilista ha pensato nel progettare la propria collezione. E pensate che lo scopro solo ora, perché, completamente appagata da ciò che avevo visto sfilare, ho dato un occhio a cartella e comunicato stampa oggi, riprendendo in mano il tutto per raccontarvi la sfilata primavera / estate 2015 di Sergei Grinko, uno dei miei stilisti preferiti tra quelli appartenenti alla nuova generazione.
Questa mia personale interpretazione può significare due cose. La prima ipotesi è quella che io non capisca nulla di moda, cosa peraltro possibile e plausibile. La seconda ipotesi darebbe invece ragione a ciò che penso da sempre: la moda non è una scienza bensì un linguaggio e come tale è soggetta a molteplici interpretazioni.
Sergei chiama la collezione Synthetic Riot, riferendosi alle guerre, disturbi assurdi e artificiali, diavolerie tutte umane che stravolgono l’equilibrio della Natura: un tema molto attuale, dunque, soprattutto se pensiamo ai conflitti, spesso fratricidi, che sconvolgono e insanguinano i tempi che viviamo.
Lo stilista non abbandona però la speranza che l’uomo rinsavisca e che ritorni a un equilibrio fondato sulle regole che la Natura stessa ci suggerisce: sviluppa questo tema attraverso stampe che si ispirano alla pittura astratta di inizi ‘900 (in particolare a Vassily Kandinsky e Henri Matisse) e le mescola a occhi e lacrime, elementi pop proposti in ogni dimensione, in versione micro e macro, scomposti e sfumati, oppure fatti in silicone e resi tridimensionali dall’inserimento di cristalli Swarovski, appositamente studiati da lui stesso.
Grinko richiama la Natura nelle sue più diverse forme e manifestazioni: crea stampe esclusive su cadì e broccati di seta, enfatizza e rielabora gli elementi con spalmature cangianti e infine colora il tutto coi toni del bianco sfolgorante, del sabbia, del verde acqua, del pervinca fino ad arrivare a un blu intenso.
La sua donna vive e si muove costantemente in geometrie eleganti e fluttuanti, con capi dai tagli asimmetrici e dalle silhouette destrutturate: quella che lui immagina e crea è una femminilità sofisticata, una allure no age, oltre il tempo, fatta di tagli e volumi futuristici, a tratti quasi spaziali.
Gli accessori, spille e collane in cristalli Swarovski, ornano non solo gli abiti ma anche le borse che hanno forme inusitate e manici a scomparsa: le pochette sono declinate in accostamenti che vedono l’impiego di pellami esotici (coccodrillo e pitone) alternati a materiali plastici.
Le calzature della linea Mario Valentino per Grinko hanno linee appuntite e tacchi squadrati e sono rese preziose da pellami ricchi di bagliori metallici e cangianti.
Vi chiederete, a questo punto, cosa non avessi compreso delle intenzioni di Sergei quando avevo assistito alla sfilata a Palazzo Clerici lo scorso 22 settembre.
La sua speranza di un ritorno all’equilibrio è così ben riuscita ed è così forte che non avevo percepito la tensione iniziale: piacevolmente cullata dal suo mare di sfumature dal verde acqua al pervinca intenso, avevo percepito solo la serenità.
Inoltre, innamorata da sempre dei fumetti e della Pop Art, avevo colto il lato ironico e divertito degli occhi disseminati ovunque: mi era sfuggito il concetto dell’occhio che guarda ma allo stesso tempo piange, rimandando non solo alla vista ma anche e soprattutto alla visione, ovvero alla presa di coscienza della realtà che ci circonda.
Sarà colpa del mio eterno ottimismo? O sarà piuttosto merito di Sergei, capace di cancellare quel disturbo arrecato dall’uomo alla Natura e capace di creare un nuovo equilibrio?
Opto per la seconda ipotesi e per il potere che la Moda ha di evocare in ciascuno di noi mille sensazioni differenti.
Manu
Qualche mio scatto in backstage alla sfilata del 22 settembre
Per maggiori informazioni e per approfondire:
Qui il sito di Sergei Grinko, qui la sua pagina Facebook, qui Instagram e qui Twitter
Se state programmando un viaggio a Parigi, vi segnalo che Sergei ha aperto il suo primo flagship store proprio nella capitale francese: lo trovate al 31 di Rue d’Anjou nel centralissimo 8° Arrondissement, poco distante dagli Champs-Élysées, da Place de la Concorde e da Rue du Faubourg Saint Honoré (la fermata metropolitana più vicina è Madeleine)
Se volete leggere i miei articoli sulle precedenti collezioni di Sergei Grinko: qui la collezione autunno / inverno 2014-15, qui la collezione primavera / estate 2014, qui la collezione autunno / inverno 2013-14
La sezione New Talents del sito della Camera Nazionale della Moda dove potete trovare anche Sergei Grinko: qui
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Manu
Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.