Ntrippi Bags: le borse “in trip” che “intrippano”

Tutti usiamo Google per fare varie ricerche. Penso avrete notato un fatto: ogni ricerca effettuata resta nella memoria del nostro pc e ci resta fino a quando non si cancellano i file temporanei e non si svuota la cache del browser. Ci faccio caso soprattutto quando, a distanza di tempo, mi capita di ripetere una ricerca che avevo fatto tempo prima: io, magari, al momento non me ne ricordo, ma Google è lì pronto, zac!, a ricordarmelo. Ecco, la mia testa funziona esattamente come Google: se prima di andare a dormire non svuoto bene bene il mio cervellino, durante la notte lui continua a ripropormi i pensieri del giorno. E così stento a prendere sonno, cosa che ultimamente mi succede spesso e che mi è successa anche ieri sera. Il pensiero di ieri sera era il seguente: riuscire finalmente a presentarvi il progetto di due ragazze siciliane, due ragazze che ho incrociato tempo fa. Il loro progetto si chiama Ntrippi Bags e merita di essere raccontato, sempre nell’ambito del mio chiodo fisso del voler sostenere il talento e il saper fare.

Dietro al nome Ntrippi Bags ci sono Martina Patti e Anna Foti. Hanno entrambe percorsi scolastici attinenti alla moda (si sono laureate a Catania presso l’Accademia Euromediterranea al corso quadriennale di fashion designer) e, dopo essere state a Londra come stagiste presso alcuni stilisti emergenti, hanno deciso di provare a fare qualcosa di loro: vista la crisi e considerate le poche risposte lavorative ai curricula che avevano inviato, Martina e Anna hanno deciso di non stare ad aspettare, di rimboccarsi le maniche e di passare all’azione (brave, mi piace!). Attualmente sono in fase sperimentale: con grande umiltà, voglia di fare e concretezza, stanno tastando il terreno, sperimentando, osservando, proponendo, proprio per capire se esistano i presupposti che consentano loro di fare qualcosa più in grande. Si sono fatte conoscere in qualche sfilata: per due mesi a partire da settembre, le loro borse sono state selezionate per il Sed Store di Roma, un concept store completamente dedicato ai designer emergenti.

Da Londra si sono portate l’amore per il materiale con cui realizzano le loro borse: il neoprene. Come tutti saprete, il neoprene viene principalmente usato per le mute da sub e ultimamente gode di una riscoperta e di applicazione in campo moda con discreto successo: uno dei motivi è che, per esempio, applicato alle borse le rende perfettamente lavabili. Martina e Anna ne usano un tipo fine e pregiato, laminato in poliestere: le borse sono dunque morbide e piacevoli al tatto. Martina progetta anche le stampe: il tema conduttore è il viaggio. Sui bauletti, sulle buste e sui porta iPad le ragazze hanno rappresentato città importanti e concetti legati al viaggio: Roma col Colosseo, Firenze col David di Michelangelo, cartoline da Parigi e da Londra, la Sicilia con la stampa del tipico carretto, altre cartoline e biglietti aerei. Ci sono anche stampe che rappresentano particolari di mattonelle che hanno avuto modo di osservare e studiare in Sicilia e sulle quali loro hanno lavorato creando nuovi motivi astratti e colorati. Alcuni modelli sono trasformabili, per esempio da shopper a bauletto: “perché noi donne siamo mutevoli, un giorno vogliamo una cosa, un giorno un’altra e così le Ntrippi Bags possono accontentare queste volubilità”, mi spiega Martina.

Il nome del brand è un termine siciliano e sta per “intripparsi”, ovvero quando ci si fissa mentalmente con qualcosa (oggetto o persona): inoltre è un gioco anche con l’inglese in quanto “in trip” significa in viaggio e quindi perfetto per un marchio di borse ispirate al viaggio. “Intripparsi” è parola che ormai fa parte anche dello slang giovanile: intripparsi ovverso fissarsi e appassionarsi con una canzone, un film, uno sport.

I prezzi di queste creazioni non sono assolutamente alti, ve l’assicuro, e sono molto vari restando entro i 100 euro per i modelli maxi.

 

Quand’ero piccola, mia mamma mi ripeteva un proverbio: “aiutati che il ciel ti aiuta”. Mi sembra che Martina e Anna si siano date molto da fare e che non siano state ad aspettare la manna dal cielo, tuttavia il periodo è tosto e la strada – per tutti i giovani designer – è tutta in salita. Io voglio dare una mano a queste ragazze, perché loro mi piacciono e mi piacciono le loro borse, le trovo belle, divertenti, duttili, trasversali a adatte a un pubblico ampio: sia che abbiate 15 anni oppure 25, 35 o anche 50 e più, troverete la Ntrippi adatta a voi per modello, misura e stampa.

Vi lascio qui il link della pagina di Martina e Anna: sbirciate con curiosità e se vi piace qualcosa non esitate a scrivere a ntrippibags@hotmail.it, le ragazze saranno felici di darvi tutte le informazioni e i dettagli che vi serviranno.

Manu

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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