Parah: dalla New Generation al concorso #iosiamoarte

Ve lo dico subito: oggi mi muovo su quello che potrebbe risultare un terreno minato, un po’ perché non è uno dei miei campi di specializzazione e un po’ perché rischio di attirarmi qualche antipatia visto che non rinuncerò – ancora una volta – a esporre il mio personale punto di vista. Qual è l’argomento? Costumi e moda mare.

Se è la prima volta che leggete qualcosa di mio e magari siete arrivati qui per caso, a questo punto avrete stampato un bel punto interrogativo in volto (come darvi torto): se, invece, siete lettori abituali (grazie!), avrete magari notato quanto sia strano che io scriva di beachwear. Già, su 168 post pubblicati a oggi, questa è solo la seconda volta in cui parlo di costumi.

Sui costumi e sulla nudità in generale ho il mio punto di vista che non starò qui a enunciarvi approfonditamente, primo perché non voglio tediarvi, secondo perché – ripeto – rischio di attirarmi qualche antipatia. Diciamo, sintetizzando, che non trovo particolarmente interessante l’essere poco vestiti, soprattutto perché trovo molto più interessante studiare cosa gli abiti raccontino di noi.

Tuttavia, penso che i punti di vista siano fatti per essere rivisti, quindi accetto volentieri di mettere in discussione il mio scarso interesse verso i costumi e lo faccio per due ottimi motivi. Il primo è che dichiaro da sempre di aver aperto il blog anche per superare i limiti e i preconcetti, cose che detesto soprattutto se sono i miei. Il secondo è che penso che chi scrive non debba farlo solo per sé stesso, ma anche e soprattutto per chi legge: quindi devo scrivere non solo di ciò che mi piace, ma anche di ciò che può piacere a voi e lo faccio con tutto il cuore perché amo l’idea che tra noi ci sia uno scambio. Altrimenti una tiene un bel diario segreto, scrive ciò che vuole e non rompe l’anima a nessuno, giusto? 😉

Scherzi a parte: penso che i costumi siano un argomento che voi, cari lettori, reputiate interessante. E avete ragione: mica tutti sono delle bestie strane come la sottoscritta. E poi, finalmente, andiamo verso la bella stagione che per molti è anche sinonimo di mare, argomento assai convincente anche per me (e sarà meglio che non vi dica come mi sono conciata lo scorso anno in spiaggia).

Per farmi cambiare idea definitivamente inducendomi a parlare di costumi, doveva però esserci qualcosa che mi colpisse e, tra tutte le proposte che mi sono giunte o che ho intercettato in giro per la rete, un’azienda è riuscita a convincermi: Parah. E chi sia non devo certo spiegarvelo io, anzi, scommetto che potreste spiegarlo voi a me.

Il primo motivo per il quale Parah mi ha conquistata è la collezione “New Generation”, un mix di tradizione e innovazione. I capi hanno forme leggere e destrutturate e il punto chiave è l’interscambiabilità dei colori e dei modelli: il brand ha infatti pensato a una donna che sceglie secondo gusti e necessità. Ecco la prima parola magica: scelta. Nessuna imposizione, dunque, nessuna cosa preconfezionata. E la scelta porta dritta dritta all’altra parola magica, ovvero personalità: mi piace che Parah abbia deciso di indirizzarsi a tutte quelle donne che non seguono pedissequamente i diktat del momento e che amano invece personalizzare il proprio look.

Questo lo adoro: poncho in maglia jacquard rigata
Questo lo adoro: poncho in maglia jacquard rigata

La collezione “New Generation” mixa stili diversi: romantico, high-tech, vintage.

I materiali scelti sono il neoprene, il seersucker (un tessuto di cotone usualmente a righe con un effetto stropicciato naturale ottenuto grazie a una speciale lavorazione), la lycra stampata a taglio vivo e il pizzo laminato iridescente: passamanerie, micro borchie, macramè e ruche impreziosiscono i capi.

A completare la linea ci sono capi di abbigliamento sia per la spiaggia che per la città, realizzati in pizzo sangallo rivisitato in chiave moderna e ancora in seersucker con un’impronta che mi ricorda gli anni ‘60 vissuti sulla Costa Azzurra (adoro Brigitte Bardot, ve lo dico). Il neoprene viene invece proposto in colori pastello o fluo e per finire c’è il telo zaino in spugna jacquard di cotone dalla doppia funzione: delizioso!

Parah, dunque, mi fa contenta su due fronti: il suo beachwear ha personalità e non è improntato a un’esagerata nudità.

Ecco il pantalone in <em>seersucker</em>: è un tessuto di cotone con un effetto stropicciato naturale ottenuto grazie a una speciale lavorazione. Io trovo faccia molto Brigitte Bardot a Saint-Tropez.<span style="font-size: 13px; line-height: 19px;"> </span>
Ecco il pantalone in seersucker: è un tessuto di cotone con un effetto stropicciato naturale ottenuto grazie a una speciale lavorazione. Io trovo faccia molto Brigitte Bardot a Saint-Tropez. 

Questo, invece, mi ricorda una versione moderna del mitico bikini di Ursula Andress in “Agente 007 – Licenza di uccidere”.
Questo, invece, mi ricorda una versione moderna del mitico bikini di Ursula Andress in “Agente 007 – Licenza di uccidere”.

Un abitino in <em>seersucker</em>.
Un abitino in seersucker.
Il telo zaino in spugna jacquard di cotone dalla doppia funzione: lo trovo delizioso!
Il telo zaino in spugna jacquard di cotone dalla doppia funzione: lo trovo delizioso!

Il secondo motivo per il quale Parah mi ha conquistata è il lancio di un concorso che si chiama “Io siamo Arte”, dedicato a tutti i gli amanti della fotografia e dell’arte. Ci sono due diverse modalità per partecipare a questo concorso.

Gli appassionati dello shopping potranno tentare la fortuna e vincere uno dei quattro week-end per due persone in una città a scelta tra Londra, Parigi o Berlino. Partecipare è semplicissimo: dal 1° aprile al 31 agosto 2014, chi acquista un capo della collezione “New Generation” potrà accedere all’estrazione registrandosi sul sito nell’apposita sezione dedicata, inserendo i propri dati e i codici indicati sul tagliando allegato al capo acquistato.

L’alternativa non richiede invece alcun acquisto: è sufficiente immortalare in uno scatto una propria libera interpretazione dell’arte. La foto va poi condivisa sul proprio profilo Instagram con l’hashtag #iosiamoarte: ogni mese, fra tutte le foto pervenute da aprile ad agosto, una giuria ne sceglierà dieci che vinceranno una Parah New Generation Gift Card del valore di 50 Euro. E sull’onda del concorso, durante la settimana del Salone del Mobile di Milano, nei giorni di giovedì 10 e venerdì 11 aprile, Parah porterà in zona Tortona un body painter che realizzerà una sua opera su una modella: il palco verrà allestito tra piazza del Rosario e via Bergognone e si animerà due volte al giorno, dalle 12:30 alle 15:30 e dalle 18:00 alle 22:00.

E così, il brand mi fa felice su un ulteriore fronte: crea una commistione di generi, una convivenza tra moda e arte. E lo fa attraverso Instagram, il canale social che trovo più interessante e più di ispirazione.

Sono soddisfatta: stavolta posso far pace coi costumi anch’io.

Anzi, sapete cosa vi dico? Partecipo al concorso: ho già un paio di idee.

Manu

 

 

Per approfondire e per giocare:

Qui trovate il sito Parah e qui tutta la collezione “New Generation”. Qui trovate la sezione dedicata al contest “Io siamo Arte”.

Entro il 31 ottobre 2014 verranno estratti i premi e comunicati i nomi dei vincitori dei quattro week-end: le Parah New Generation Gift Card sono 50 in tutto, distribuite su 5 mesi. La gallery delle foto e il regolamento completo sono visibili nella sezione dedicata.

Qui trovate la pagina Facebook, qui il canale YouTube, qui Instagram.

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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