RibbonXL di DMC e i miei (pessimi) approcci con la manualità

Tra i tanti ricordi d’infanzia che serbo gelosamente nel mio cuore e nella mia testa, c’è quello della mia nonna materna intenta a lavorare a maglia. In verità, lei era fenomenale in tante cose, per esempio in cucina (credo non mangerò mai più melanzane alla parmigiana come le sue), ma la maglia e l’uncinetto erano proprio il suo forte: lavorava senza la necessità di guardare i ferri tanto era abile e le ho visto fare di tutto, dai maglioni agli scialli, dalle coperte ai centrini, dalle presine alle bambole. Riforniva tutti quanti di babbucce morbide, colorate e caldissime: ne conservo ancora alcune paia, non le ho mai usate e le tengo con cura in una scatola.

Purtroppo io, sciagurata nipote, non ho ereditato la stessa manualità: quando voglio giustificare le mie mancanze in modo scherzoso, affermo di aver sbagliato fila quando distribuivano quella certa capacità e quindi, quando hanno distribuito l’abilità nello sferruzzare, ho decisamente sbagliato fila. E l’ho dovuto riconoscere ancora ancora una volta quando ho ricevuto a casa una bobina di fettuccia RibbonXL.

Se leggendo fin qui avete pensato che i miei siano solo ricordi nostalgici, non avete fatto i conti con una nuova ondata di passione per il tricot: c’è infatti un rinnovato interesse verso accessori, capi e oggetti per la casa fatti rigorosamente a mano coi ferri. Pensateci: scommetto che avete letto di qualche star che si cimenta in questa attività che, contrariamente a quanto si possa immaginare, non è riservata esclusivamente alla parte femminile della popolazione.

Come tutte le cose che tornano in auge, anche questa ha però subito un’evoluzione e una reinterpretazione: oggi va per la maggiore l’utilizzo di filati big size, rigorosamente riciclati e lavorati con uncinetti o aghi da maglia di grandi dimensioni. E qui entra in scena DMC, azienda internazionale leader nei filati per il ricamo e l’uncinetto: ricordo molto bene i loro gomitoli colorati nel cesto da lavoro della nonna. La storia dell’azienda vede risalire le sue origini addirittura all’anno 1746.

Sull’onda di questa passione per i filati riciclati, DMC ha lanciato il filato RibbonXL, distribuito attraverso Hoooked, brand creato nel 2008 dalla designer olandese Geesje Mosies: Geesje ha fatto nascere una nuova generazione di filati riciclando e dando nuova vita ad avanzi di tessuto. Il risultato è un filato morbido e leggero, dalla consistenza voluminosa, disponibile in ben 16 colori.

La fettuccia, consistente ed elastica (80% di cotone riciclato di alta qualità e 20% di altre fibre sempre riciclate), si può lavorare con un uncinetto oppure con aghi da maglia: indispensabile una buona dose di fantasia. Ogni bobina di RibbonXL si compone di 120 metri di fettuccia e pesa solo 250 grammi.

I colori di RibbonXL
I colori di RibbonXL
Le proposte DMC: complementi d’arredo fatti con RibbonXL
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Le proposte DMC: borsa fatta con RibbonXL
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Le proposte DMC: cesto portariviste fatto con RibbonXL
Le proposte DMC: cesto portariviste fatto con RibbonXL
Le proposte DMC: copri iPad fatto con RibbonXL
Le proposte DMC: copri iPad fatto con RibbonXL

Quando mi è arrivata a casa una bella bobina tutta bianca e morbida, mi sono ritrovata davanti al mio famigerato deficit da manualità quanto ad aghi e uncinetti.

Tuttavia non mi piaceva l’idea di arrendermi e ho cercato una strada alternativa: ho fatto una collana, aggiungendo tante perline colorate anch’esse rigorosamente riciclate.

Considerata la mia passione per i bijoux e visto che li colleziono da molto tempo, mi capita a volte di modificare o smontare qualcosa, quindi ho una piccola cassettiera nella quale raccolgo tutti i materiali da riciclare: ho deciso che potevano essere perfetti per accompagnare la mia fettuccia RibbonXL, perfino troppo bianca per i miei gusti.

Siate clementi nei giudizi, vi prego: ricordate che ho confessato spontaneamente tutta la mia inettitudine quanto a manualità 🙂

Pensate che, scrivendo questo post e facendo un po’ di ricerche, ho scoperto che il motto di DMC è “tenui filo magnum texitur opus”, ovvero “un capolavoro nasce da un semplice filo”: credo che Jean-Henri Dollfus, Jean-Jacques Schmalzer e Samuel Koechlin, i tre fondatori, avrebbero qualcosa da ridire circa la mia capacità di creare un capolavoro.

L’importante, però, è non arrendersi mai e provarci sempre, giusto? Anzi, secondo voi, potrò avere una seconda chance?

Come disse qualcuno… provaci ancora: per ora, il Do It Yourself – DIY non è la mia massima specialità, meglio (forse) che io torni a scrivere.

E mentre che ci sono, aggiungo anche questa performance poco brillante alla lista delle “cose per le quali ho sbagliato fila”.

Manu

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui il sito DMC, qui il mondo RibbonXL (c’è anche un libro scritto da Geesje Mosies), qui la pagina Facebook, qui Twitter. C’è anche un blog e qui trovate tutti i negozi DMC divisi per regione.

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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