Quando il talento risiede nel saper Ridefinire Cose

Quando incontro un progetto che mi colpisce, mi fa molto piacere continuare a seguirlo, vedere come procede e in che direzione si sviluppa.

È come se si creasse un filo sottile tra me e l’autore, al punto che veder crescere la sua idea mi dà una sorta di soddisfazione personale.

Circa un anno fa, ho avuto il piacere di conoscere Sonia Patrizia Catena, storica e ricercatrice d’arte esperta in design del gioiello contemporaneo: tra le tante cose delle quali questa giovane donna si occupa, c’è anche la manifestazione Ridefinire il Gioiello di cui è fondatrice e curatrice insieme a Lorenzo Argentino.

Il loro progetto è nato nel 2010 col desiderio di delineare un percorso di ricerca in un panorama assai frammentato, quello del gioiello contemporaneo, una dimensione nella quale manca una definizione consolidata così come manca una storia strutturata e organica: è un ambito ancora soggetto a studio, un territorio ricco di possibilità.

Come accennavo, Sonia si occupa di tante cose e, sull’onda di questa prima idea, ha creato anche Ridefinire Cose.

Ridefinire il Gioiello e Ridefinire Cose sono le due declinazioni di uno stesso proposito, quello di promuovere la creatività, il made in Italy e i giovani brand emergenti: entrambi si pongono l’obiettivo di indagare e mappare in modo trasversale e senza preconcetti le interdipendenze tra il settore dell’artigianato artistico e quello del design nonché di individuare le criticità e le opportunità che possono contribuire a sviluppare i due settori.

Nel complesso, il progetto Ridefinire ha coinvolto ad oggi più di mille persone tra artisti, designer, orafi e creativi: tutti sono stati in grado di spingersi oltre i confini usuali, dimostrando come il valore di un materiale stia nella capacità di vedere in esso anche altri usi attraverso ricerca, progettazione, innovazione e – perché no? – fantasia e immaginazione.

“Ridefinire Cose dimostra come ogni accessorio e oggetto si possa fare con tutto, nutrendosi di storie personali ogni giorno”, racconta Sonia: l’edizione di quest’anno ha visto la partecipazione di quindici creativi, ognuno con un approccio tecnico molto differente e quindi in grado di dare vita a una contaminazione tra vari linguaggi.

Per sua stessa natura, Ridefinire cose è in perpetuo movimento e quindi itinerante: dopo una prima fase presso la sede di Circuiti Dinamici (l’associazione culturale della quale Sonia Catena e Lorenzo Argentino sono membri), è stato ospitato nell’ambito dei tre giorni di Natura Donna Impresa a Expo 2015, kermesse che si è svolta dal 26 al 28 maggio a Palazzo Isimbardi a Milano.

Natura Donna Impresa a Expo 2015 è una manifestazione dedicata alle donne e alla loro capacità imprenditoriale, alla loro creatività e alle loro potenzialità, alla loro attenzione verso ambiente e sociale: ovviamente, Ridefinire Cose si inquadra alla perfezione in questi temi e così Caterina Misuraca e Paola Sammarro, ideatrici e curatrici di NDI, hanno selezionato tre dei quindici designer partecipanti al progetto di Sonia Catena.

Valentina Bonafè, Giovanna Monguzzi e il duo Tania Fabbri & Elek, creative che hanno ridefinito accessori moda tramite materiali alternativi, sono dunque entrate a Palazzo Isimbardi coi loro lavori che incrociano arti applicate e design.

Visto che Sonia è una persona con la quale è nato quel feeling immediato del quale parlavo in principio, sono andata a curiosare e a scoprire queste tre designer: a guidarmi, è stata proprio lei, la curatrice.

Gli scatti da me realizzati in occasione della mia visita del 27 maggio
Gli scatti da me realizzati in occasione della mia visita del 27 maggio

Parto iniziando a raccontare di Valentina Bonafè, esperta di tappezzeria nautica.

Valentina ha creato il brand EstroDiverso e ha deciso di applicare il suo sapere artigianale alla realizzazione di borse fatte con reti nautiche, bordi, rivestimenti di gondole e barche.

La borsa che ha partecipato a Ridefinire Cose è un capiente secchiello: è ornato da un’icona senza tempo, Frida Kahlo, la cui effigie è dolcemente mossa da lunghissime frange.

Giovanna Monguzzi ha invece realizzato un cappello recuperando le pagine di un atlante geografico: i luoghi sono diventati simbolo di ricordi e non per nulla la creazione si chiama Tutto il mondo in testa.

In esposizione a Natura Donna Impresa a Expo 2015, c’era anche un’altra opera di Giovanna: si chiama Libri fioriti e si basa su volumi che vivono una nuova vita, trasformandosi in vasi in cui le vecchie pagine ingiallite sono il terreno fertile per germogli… d’autore.

Le due designer Tania Fabbri e Elek hanno realizzato una borsa tramite cartone riciclato e tendaggi d’antan, riscoprendo maniglie di vecchi cassetti e chiavi di chissà quali antichi tesori: al cartone è stato dato un protettivo opaco allo scopo di renderlo impermeabile.

Il nome attributo alla loro creazione è Solo col sole e il perché è presto detto: “È una borsa meteoropatica che adora le passeggiate in campagna, i picnic interminabili, le pennichelle all’ombra dei salici.”

Meraviglioso, allora è perfetta per me: sono meteoropatica, amo le gite e le pennichelle all’ombra. Si parte per un picnic!

E per non sbagliare, porto anche Tutto il mondo in testa (lo adoro), nel caso in cui filtri qualche raggio di luce tra una fronda e l’altra.

Comunque, il cappello di Giovanna Monguzzi ha riscosso non solo il mio apprezzamento, ma anche e soprattutto quello di Natura Donna Impresa che ha premiato la creativa con una menzione speciale: “Per l’originalità assoluta del progetto e per lo sviluppo e la riflessione sulla tematica di Expo 2015, Nutrire il pianeta, energia per la vita. Altresì è segnalata per la ricerca e l’innovativo riutilizzo di materiali sostenibili in una soluzione poetica e creativa ricerca”, si legge nella motivazione.

Sono d’accordo: trovo poetico e creativo utilizzare le pagine di un vecchio atlante ormai inutilizzato, trovo evocativa l’idea di creare un legame tra il mondo e la nostra testa attraverso un cappello speciale che può così nutrire i pensieri.

Occorre nutrire il corpo, è vero, ma bisogna fare lo stesso con cuore e testa, possibilmente coltivando idee nuove, proprio come nel caso di Libri Fioriti che lo fa nel vero senso della parola.

Tornando alla mia intenzione di organizzare un picnic: cerco complici 🙂

Manu

 

 

 

Per maggiori informazioni e per approfondire:

Qui trovate il sito di Ridefinire il Gioiello, qui la pagina Facebook, qui Twitter, qui Tumblr.

Valentina Bonafè e il suo marchio EstroDiverso: qui trovate il sito e qui la pagina Facebook.

Giovanna Monguzzi e il suo marchio Toccodautore: qui trovate il suo sito e qui la sua pagina Facebook.

Tania Fabbri e il suo marchio Sicuramente Tardi: qui trovate il suo sito e qui il suo profilo Facebook.

Qui trovate il mio articolo sul concorso Ridefinire il Gioiello e qui quello su Alessandra Vitali, la designer alla quale ho deciso di attribuire un mio piccolo premio.

Il mio primo incontro con Sonia Patrizia Catena: qui.

Natura Donna Impresa a Expo 2015 inserito tra le iniziative di ExpoinCittà: qui trovate il sito e qui la pagina Facebook.

 

Da sinistra, nella foto scattata da Agostino Cotugno: io, Sonia Catena (curatrice di <em>Ridefinire Cose),</em> Giovanna Monguzzi (autrice delle opere <em>Tutto il mondo in testa</em> e <em>Libri Fioriti)</em> e Caterina Misuraca (una delle ideatrici di<em> Natura Donna Impresa)</em>
Da sinistra, nella foto scattata da Agostino Cotugno: io, Sonia Catena (curatrice di Ridefinire Cose), Giovanna Monguzzi (autrice delle opere Tutto il mondo in testa e Libri Fioriti) e Caterina Misuraca (una delle ideatrici di Natura Donna Impresa)

 

 

 

 

 

Personal look: nella foto indosso turbante black & white firmato Sine Modus

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

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