Il settimanale Gioia! (col punto esclamativo) compie un anno
Un anno fa, ero stata invitata al party organizzato per festeggiarne il rilancio; esattamente un anno dopo, sono stata invitata alla serata in onore del suo primo compleanno. Di chi o di cosa parlo? Del settimanale Gioia! e il punto esclamativo non sono io a mettercelo.
Lo scorso anno, la casa editrice Hearst ha deciso di rifondare il buon vecchio Gioia (senza punto esclamativo), testata storica ma bisognosa di un restyling, esattamente come capita talvolta a noi donne: avete presente quando ci guardiamo allo specchio e intuiamo che è giunto il momento di cambiare taglio di capelli o di provare un nuovo colore di rossetto? Ecco, a volte succede anche ai giornali, perché i tempi cambiano e corrono, anzi, galoppano. E in questi casi non serve il parrucchiere o il make-up artist, ma un buon direttore e un buon team.
Come avevo già raccontato lo scorso anno, ho molti ricordi legati a Gioia: rammento bene quando mamma e io andavamo a comprarlo insieme, soprattutto d’estate, quando ero a casa da scuola. Diventavo pazza se in allegato c’erano i gadget: facevo a gara con mia sorella per accaparrarmeli e in un armadietto del bagno conservo le miniature di profumo collezionate anche grazie a quegli omaggi. È stata sicuramente una tra le prime riviste a far sì che crescesse in me il senso della moda: ora, a distanza di tanti anni, mi sono ritrovata a festeggiarne prima il rilancio e poi il primo compleanno. Chi me l’avrebbe mai detto allora?
Il nuovo Gioia! (col punto esclamativo), guidato con mano felice dal direttore Maria Elena Viola, è riuscito in questo primo anno in un’impresa non facile: rinnovarsi restando fedele alla sua memoria storica.
Il tutto è stato fatto con un tocco di ironia, freschezza e leggerezza, doti che non guastano mai, nonché onorando il messaggio intrinseco nel suo stesso nome e in quel punto esclamativo che lo accompagna e che, quindi, è tutt’altro che casuale: “non è solo un nome, ma un manifesto programmatico, una promessa”, così ha scritto Maria Elena nel suo editoriale sul numero 24, quello del compleanno.
Comprendete che, a una come me che della positività ha fatto una scelta di vita, queste dichiarazioni sono piaciute un sacco, soprattutto completate dall’affermazione “da praticare in prima persona”: bravo direttore!
Il suo invito a fare pratica in prima persona mi ha fatto riflettere sul fatto che il settimanale Gioia! a me ha sempre regalato sorrisi a piene mani, in effetti.
Da bambina, quando guardavo sognante le foto, soprattutto quelle di moda, e mi disputavo i gadget con mia sorella.
Lo scorso anno, quando alla festa mi sono sentita come una debuttante grazie al bouquet che mi hanno legato al polso all’ingresso.
Ed è riuscito nell’impresa ancora una volta quest’anno, grazie a Boy George (sì, quel Boy George nei panni del dj), grazie a una location pazzesca (la Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri), grazie alla presenza dei ragazzi dell’Accademia del Teatro alla Scala e infine grazie a una raccolta di copertine rivisitate da alcuni stilisti famosi.
Happy birthday, dear Gioia!, ti auguro cento di questi giorni.
E desidero che ti arrivi un grande grazie, da me e dalla bambina che ero, quella che amava i campioncini di profumo e che sognava la moda: di quest’ultima, oggi, sono (quasi) riuscita a farne un lavoro. Ed è anche per merito di quei primi approcci avvenuti attraverso le tue pagine.
Manu
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Se volete rileggere il mio articolo sul Garden Party dello scorso anno, cliccate qui
Il primo compleanno del settimanale Gioia!: ecco il racconto della festa attraverso le immagini.
Tutte le foto sono miei scatti, eccezion fatta per le ultime tre sotto alle quali sono indicati i crediti.
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Manu
Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.