Stefano Bressani e le Skultoshoes, una camminata tra arte e moda

Sono una persona piuttosto ostinata: se mi metto in testa qualcosa, non mi faccio distrarre o distogliere facilmente. Non per nulla, ai tempi della scuola, alcuni insegnanti mi definivano cocciuta.

Negli ultimi anni, sono alquanto determinata per quanto riguarda la moda: mi ostino a concepirla secondo la visione ben precisa che ho in testa.

Chiamatemi illusa o folle, ma fino a quando ci saranno persone come Stefano Bressani, non cambierò idea; fino a quando artisti del suo calibro vedranno nella moda un ambito di interesse e sperimentazione, continuerò a sostenere che non esistono solo le tendenze e le collezioni di stagione; fino a quando artisti, stilisti e designer firmeranno collaborazioni che danno vita a contaminazioni interessanti, continuerò a credere che la moda è in primo luogo una forma di comunicazione e che è dotata della stessa dignità di altri linguaggi.

Per sostenere questo pensiero, oggi mi faccio forte di un bellissimo incontro, quello tra Stefano Bressani e Silvia Fabiani, designer specializzata in calzature: insieme hanno creato le Skultoshoes, un connubio perfetto tra arte e scarpe, accessori moda da sempre molto amati dalle donne e spesso anche dagli uomini.

Stefano e Silvia hanno dato vita a scarpe-scultura in tessuti innovativi e dalle forme ardite: per presentare la loro collezione artistica, realizzata rigorosamente a mano e ça va sans dire in Italia, hanno scelto Vigevano, la città che forma un binomio indissolubile col mondo della calzatura. Qui, nel tempo, si sono sperimentate innovazioni che hanno portato a invenzioni come quella del tacco a spillo (anno 1953): la bella città lombarda è anche la sede di un importante museo interamente dedicato alla scarpa.

Non poteva quindi esistere luogo migliore per la mostra Walking the Art – Skultoshoes con la quale i due ideatori presentano il frutto di una collaborazione durata 2 anni e dalla quale è nata un’affascinante forma di espressione artistica e stilistica.

Cosa si trova esattamente in mostra a Vigevano, nella suggestiva Seconda Scuderia del Castello Sforzesco?

Aspettatevi, come ama definirla lo stesso Stefano Bressani, una vera e propria camminata nell’arte che ognuno di noi – visitatore, curioso, appassionato o esperto – può vivere personalmente.

A partire dagli anni ’90, il lavoro di Stefano Bressani si è sviluppato attorno alle Sculture Vestite, opere con le quali è riuscito a creare un suo linguaggio personale caratterizzato da colori, linee prospettiche e piani su più dimensioni.

Soggetto a una continua ricerca e a un’evoluzione che mantiene il tessuto quale punto cardine, il suo operato fa sì che arte, design e moda si incontrino grazie a progetti di varia natura, dalle opere d’arte da osservare fino a quelle da indossare – come nel caso, appunto, della mostra di Vigevano.

Le Skultoshoes ripropongono la sua tecnica più tipica detta stiacciato, tecnica che permette di realizzare opere tridimensionali: Stefano adopera il tessuto ed ecco perché si può dire che veste di stoffa le sue opere. Di conseguenza, è chiaro anche il perché del nome dato al suo lavoro.

L’idea originaria per le Skultoshoes è scaturita da un’opera intitolata Maliumbas: questa creazione è stata il punto di partenza di un esperimento che ben rappresenta il suo ideatore.

Il concetto fondamentale alla base del lavoro di Bressani è infatti quello di far vivere le opere d’arte, rompendo lo schema che le vorrebbe chiuse in musei e gallerie: Maliumbas ha subito una metamorfosi e così, da opera compiuta, è diventata una trama e poi un nuovo tessuto tecnologico.

Il tessuto è il risultato ottenuto grazie al matrimonio tra creatività e profonde nozioni tecniche, quelle che arrivano da Italian Converter, azienda italiana leader nel settore tessile e hi-tech: attraverso una tecnica di stampaggio a caldo chiamata Embossing, è stato possibile creare e riprodurre fedelmente l’effetto tridimensionale e materico caratteristico del lavoro di Stefano Bressani.

Ormai diventato materiale, Maliumbas è stato presentato in occasione di vari eventi: l’incontro con la designer Silvia Fabiani e col suo marchio artigianale maisonderriére (scritto esattamente così) è diventato decisivo per dare il via a una limited edition di calzature realizzate a mano come da migliore tradizione italiana.

Lo stile delle Skultoshoes è dominato da linee nette e incisive con vertiginosi tacchi e altrettanto vertiginosi plateau: sono scarpe grintose rese uniche dal tessuto Maliumbas declinato in diverse texture e finiture, dal velluto alla vernice, dal metallizzato alla nappa.

“Le Skultoshoes sono la prova evidente della forza che caratterizza il legame tra arte e moda, un rapporto estremamente profondo e complementare, capace di sperimentarsi e innovarsi continuamente”, racconta Stefano a proposito del progetto: inutile dire che con tali parole guadagna la mia calorosa approvazione nonché eterna gratitudine.

Il tutto non è però un puro esercizio di stile o un semplice divertissement: oltre all’aspetto artistico, nella realizzazione dei modelli in mostra, lui e Silvia hanno prestato particolare attenzione al comfort e alla portabilità, rendendo le Skultoshoes opere d’arte indossabili.

Le 12 creazioni sono tutte scarpe da donna: fa eccezione un ulteriore modello maschile nato da una collaborazione tra Moreschi e Stefano Bressani.

L’azienda vigevanese, leader nel settore calzaturiero, ha voluto realizzare una slipper o pantofola molto particolare che coniuga le linee di design tipiche del brand e il tessuto Maliumbas Velvet.

La slipper Moreschi – Stefano Bressani
La slipper Moreschi – Stefano Bressani

Oltre a ospitare la mostra, la città di Vigevano tributerà un ulteriore riconoscimento al lavoro di Stefano Bressani e Silvia Fabiani, una vera e propria consacrazione a conclusione del percorso espositivo: una delle calzature sarà inserita nella collezione permanente del Museo Internazionale della Calzatura Pietro Bertolini.

Il primo prototipo denominato SK SH 0001 andrà dunque a unirsi alle oltre 500 scarpe già in possesso del museo: la calzatura scelta è realizzata col tessuto Maliumbas arancio – un laminato metallizzato dai riflessi color bronzo – che ricopre la zeppa, in netto contrasto con la tomaia color bianco latte.

Il modello dal taglio netto e deciso è appositamente asimmetrico per lasciare in vista la sensualità del piede femminile.

Il modello SK SH 0001 che entrerà a far parte del Museo della Calzatura
Il modello SK SH 0001 che entrerà a far parte del Museo della Calzatura

Cosa ho particolarmente amato nel lavoro di Stefano e Silvia?

Le cromie intense che giocano con la luce creando bagliori sempre diversi, la tridimensionalità dei tessuti, i tagli decisi, le forme audaci.

E ancora l’unicità di modelli e materiali nonché l’arte manuale esaltata dal made in Italy più autentico.

Le Skultoshoes sono un discorso a due voci, sono due universi che si incontrano, due creatività distinte capaci di fondersi in un’unica armonia.

Foto ricordo con Stefano Bressani in occasione della mia visita del 3 aprile: un grande onore avere lui come cicerone
Foto ricordo con Stefano Bressani in occasione della mia visita del 3 aprile: un grande onore avere lui come cicerone

A riprova dell’entusiasmo col quale Stefano Bressani si è avvicinato al mondo della Moda, riporto una sua bellissima frase che si può trovare sull’ultima pagina del catalogo della mostra.

“Il mio intento è quello di dimostrare al mondo che un’idea non è sufficiente per cavarsela. Questa nasce ma poi va alimentata con lo studio, la perseveranza e l’inseguimento di quella perfezione che inevitabilmente non arriva mai. Un percorso che si snoda tra passione, esperienza e soprattutto la propria identità che è per me anche sinonimo di dignità e autenticità, cercando di scoprire nuove forme pur mantenendo una personale coerenza.”

Perseveranza, passione, identità, dignità, autenticità e coerenza: parole chiave e dense di significati.

È il filo che – a mio avviso – lega tutti i lavori di questo artista.

È il tipo di approccio che amo e che fa nascere in me il desiderio di rivolgervi un invito, sentito e caloroso: non accontentatevi delle mie parole, raggiungete Vigevano e regalatevi un’autentica camminata nell’arte.

Manu

 

 

Walking the Art – Skultoshoes

Col patrocinio del Comune di Vigevano, il supporto dell’Assessorato alla Cultura e in collaborazione con Moreschi

Fino al 19 aprile 2015

Vigevano – Seconda Scuderia del Castello Sforzesco

Orari: venerdì dalle 15:30 alle 17:.30; sabato e domenica dalle 10:30 alle 17:30 con orario continuato

Finissage: 19 aprile alle ore 16.30 presso il Museo della Calzatura Pietro Bertolini (che si trova al primo piano del Castello, qui trovate il sito). In questa occasione, il modello SK SH 0001 sarà inserito nella collezione permanente del museo.

Infopoint del Castello: 0381-691636

La locandina della mostra
La locandina della mostra

 

I    P R O T A G O N I S T I

Stefano Bressani

Nato a Pavia nel 1973, si diploma in progettazione meccanica presso l’Istituto Cardano e lavora per molti anni come progettista, facendosi anche apprezzare come arredatore e designer di interni.

Coltiva sin da ragazzo la passione per le arti figurative: alla fine degli anni ’80, scopre un’attrazione verso uno tra i più importanti maestri della pittura del XX secolo, Pablo Picasso, con particolare interesse verso il suo periodo di forte sperimentazione cubista.

Bressani si forma come autodidatta ed è interessato alla geometrizzazione, alla frammentazione e alla ricomposizione delle forme: la volontà di esprimere qualcosa di innovativo lo spinge a utilizzare diversi supporti e materiali e la scomposizione delle immagini viene ripresa su carta, tele e tavole in legno. Dall’incontro e dall’amore per i tessuti nasce la voglia di uscire dalla bidimensionalità per scoprire nuovi piani e quindi anche nuovi supporti.

La necessità di coniugare colori, linee e materiali diversi dà vita negli anni ’90 all’originale lavoro che chiamerà Sculture Vestite: l’innovazione non solo visiva ma anche stilistica e tecnica fanno di lui il fautore di un nuovo modo di fare e concepire arte all’insegna di un’assoluta riconoscibilità.

Nel 2011, gli SkultoKubo segnano un’ulteriore evoluzione del suo lavoro, portando l’operato dalla tridimensionalità dei quadri a una creatività a tutto tondo, come la linea Skultoshoes.

Per approfondire: qui il sito e qui la pagina Facebook di Stefano Bressani.

Silvia Fabiani

Nata in Val di Fiemme tra le Dolomiti trentine nel 1984, giunge a Milano guidata dalla passione per la moda: nel capoluogo lombardo, consegue il diploma in fashion design allo IED.

Dopo alcune collaborazioni, approda in Rose’s roses, marchio di calzature femminili dal gusto artigianale e romantico: nell’ufficio stile, ha la possibilità di disegnare ed elaborare bozzetti, scegliere i materiali e fare molta ricerca; parallelamente, segue il lavoro dei modellisti studiando i prototipi e vivendo in prima persona il processo produttivo e la nascita delle calzature.

Presso Bima, azienda della Lomellina a conduzione familiare, segue in prima persona il processo di realizzazione della scarpa, dal disegno al taglio della pelle, dall’assemblaggio fino alla spedizione.

La vita privata la porta a trasferirsi nelle colline dell’Oltrepò Pavese dove decide di dare vita al suo sogno: nasce maisonderrière, un progetto attraverso il quale ogni donna può creare la propria calzatura dal design personalizzato, dalla scelta dei materiali ai colori fino al tocco finale dato dall’incisione personalizzata (una frase, il nome, una data speciale) che viene impressa sulla suola.

Lo stile di Silvia è caratterizzato da linee molto incisive: tacchi 12 e plateau nascosti sotto la tomaia rendono le sue scarpe imponenti, grintose e allo stesso tempo comode. Ama il colore nero in tutte le sue sfumature date dalle diverse texture dei pellami, ma allo stesso tempo rivela un gusto romantico quando si tratta di realizzare scarpe da sposa dalle linee delicate e dai colori pastello.

Per approfondire: qui il sito e qui la pagina Facebook di Silvia Fabiani.

Moreschi

Moreschi è artigianalità e made in Italy 100%: l’azienda nasce nel 1946 a Vigevano e già dalla sua fondazione si caratterizza per una produzione di scarpe da uomo di alta qualità.

La scarpa Moreschi nasce da un binomio inscindibile: mano d’opera altamente qualificata e materiali pregiati selezionati con cura. Per realizzare una calzatura, il brand applica dai 250 ai 300 passaggi manuali.

Oggi Mario, Stefano e Francesco, terza generazione Moreschi, sono alla guida dell’azienda che con una produzione di circa 250.000 paia di scarpe all’anno, 400 dipendenti, 40 flagship store e corner sparsi nel mondo e una distribuzione in più di 80 nazioni rappresenta una delle maggiori realtà produttive italiane per la scarpa di lusso.

Per approfondire: qui il sito e qui la pagina Facebook.

Il video realizzato da Marco Sanna per illustrare il progetto Skultoshoes

 

 

 

 

 

Lo splendido scenario della mostra di Stefano Bressani: scorcio del cortile interno del Castello Sforzesco con la Torre del Bramante.
Lo splendido scenario della mostra di Stefano Bressani: scorcio del cortile interno del Castello Sforzesco con la Torre del Bramante.

 

 

 

 

 

Tutte le foto sono miei scatti realizzati in occasione della visita del 3 aprile 2015; la foto che ritrae me e Stefano Bressani è opera di Arianna Sanna.

Ringrazio Stefano e Arianna per il tempo che mi hanno dedicato, per lo splendido pomeriggio insieme e per la chiacchierata a proposito di arte, moda, passione e coerenza 

 

 

 

 

 

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Manu

Mi chiamo Emanuela Pirré, Manu per gli amici di vita quotidiana e di web. Sono nata un tot di anni fa con una malattia: la moda. Amo la moda perché per me è una forma di cultura, una modalità di espressione e di comunicazione, un linguaggio che mi incuriosisce. Scrivo e creo contenuti in ambito editoriale, principalmente proprio per la moda. Insegno (Fashion Web Editing, Storytelling, Content Creation) in due scuole milanesi. Vivo sospesa tra passione per il vintage e amore per il futuro e sono orgogliosa della mia nutrita collezione di bijou iniziata quando avevo 15 anni. Per fortuna Enrico, la mia metà, sopporta (e supporta) entrambe, me e la collezione, con pazienza e amore. Oltre a confessare un'immensa curiosità, dichiaro la mia allergia a pregiudizi, cliché, luoghi comuni, conformismo e omologazione. Detesto i limiti, i confini, i preconcetti – soprattutto i miei – e mi piace fare tutto ciò che posso per superarli. La positività è la mia filosofia di vita: mi piace costruire, non distruggere. Moda a parte, amo i viaggi, i libri e la lettura, l'arte, il cinema, la fotografia, la musica, la buona tavola e la buona compagnia. Se volete provare a diventare miei amici, potete offrirmi un piatto di tortellini in brodo, uno dei miei comfort food. Oppure potete propormi la visione del film “Ghost”: da sognatrice, inguaribile romantica e ottimista quale sono, riesco ancora a sperare che la scena finale triste si trasformi miracolosamente in un lieto fine.

Glittering comments

Manu
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Sì, un’unione bella e particolarmente ben riuscita.
Buon sabato,
Manu

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