YOOX ospita in esclusiva Franca Sozzani Private Collection

Quando ho fondato questo piccolo spazio web, ho voluto raccontare nella pagina Chi sono il mio pensiero circa abiti e moda.

Ho raccontato come io consideri la moda una forma di cultura, una modalità di libera espressione e di comunicazione personale e sociale, un linguaggio istantaneo e immediato che amo e rispetto.

Ho raccontato come io pensi che l’estetica non può e non deve essere slegata dall’etica e dai contenuti: la moda non è mera apparenza, può (e per me deve) essere anche sostanza ed essenza.

Ho raccontato come io – altamente imperfetta – abbia scelto una dimensione che molti credono essere basata esclusivamente sull’apparenza; ho raccontato come io abbia deciso di lavorarci portando testardamente avanti la mia visione basata (anche) su contenuti e sostanza.

Ho raccontato infine che per me i vestiti non sono fatti per farci apparire più giovani o più magri – o non solo per quello: i vestiti sono suggestioni e sogni tradotti in stoffa e noi, a nostra volta, possiamo sceglierli affinché ci rappresentino, attraverso la nostra interpretazione e personalizzazione, attraverso sottrazioni o aggiunte, per comunicare con gli altri e per raccontare chi siamo.

Sarò stupida, illusa, pazza, visionaria, cocciuta, ostinata ma nessuno mi fa cambiare idea: ancora oggi, continuo a credere che la moda non sia solo un bel vestito o il bel visino di una modella.
Continuo a credere che sia molto di più.
E continuo a credere fermamente che la moda debba essere inclusiva, ovvero essere rappresentativa della società in cui viviamo e di tutte le persone che la compongono.

Se tutto ciò è vero, se la moda è linguaggio, allora un guardaroba è un codice.
E costruire il proprio guardaroba, pezzo dopo pezzo, anno dopo anno, è come lavorare alla scrittura di un codice. Leggi tutto

Anna Dello Russo: cerco la leggerezza e smantello il guardaroba archivio

Magari qualcuno penserà che io sia un po’ strana, eppure devo fare una confessione: ho approfittato delle recenti vacanze di Natale per fare tre cose importanti.
La prima è stata studiare e, tra l’altro, sono riuscita a visitare un paio di splendide mostre utili per nutrire la mia fame di bellezza, come la mostra sui costumi del Teatro alla Scala che ho raccontato qui e che potete a vostra volta visitare fino al 28 gennaio.
La seconda cosa è stata preparare un po’ di lavoro per gennaio e, infine, mi sono occupata di alcune faccende in casa.

Qualcuno penserà «anziché divertirsi e riposarsi, questa matta ha sgobbato»: non posso dare torto a chi la pensa così, però fatemi dire una cosa.
Penso che il tempo sia prezioso, che dover sempre essere di corsa ci uccida e che rallentare sia un lusso: ho dunque preferito approfittare del rallentamento tipico del periodo natalizio per portarmi avanti.
È come se avessi fatto un regalo a me stessa perché, in realtà, mi sono divertita (a mio modo, lo ammetto…); non solo, aver avuto modo di programmare con maggiore calma alcune attività di studio e lavoro mi fa sentire più serena.

Senza contare che, finalmente, come accennavo, ho messo mano ad alcune attività casalinghe che procrastinavo da tempo infinito: in particolare, mi sono dedicata a una bella operazione di pulizia del mio ormai ingovernabile guardaroba archivio, argomento assai dolente (chiedete a mio marito).
Ammetto che la situazione mi era sfuggita di mano, da parecchio, tanto da non riuscire quasi più a entrare nella stanza che ospita la mia collezione di abiti e accessori: finalmente, ho trovato tempo, voglia e (tanto) coraggio per liberarmi di un bel po’ di cose che, ormai, non erano altro che zavorra.

Mia mamma lo chiama repulisti, chi usa un linguaggio più contemporaneo lo chiama decluttering: chiamatelo come preferite, io vi dico solo che, dopo averlo fatto, mi sento in effetti molto meglio, anche se serve ancora altro lavoro per arrivare al risultato che vorrei raggiungere.
Sono però felice di aver intanto ripreso in mano le redini della situazione e di aver suddiviso capi e accessori scartati in due gruppi: cose delle quali disfarmi definitivamente, cose da provare a vendere.
Come ho raccontato in altre occasioni, sono una sostenitrice della second hand economy e sono fermamente convinta che ciò che non serve più a noi possa servire ad altri: così come a me capita di comprare oggetti vintage o di seconda mano, penso che qualcuno potrebbe essere interessato a ciò che ho eliminato e che, in moltissimi casi, è in condizioni più che onorevoli, tanto da provare una fitta di dispiacere al pensiero di gettare via diverse cose.

Beh, dopo aver fatto tutto ciò (è stato un lavoraccio, ve lo assicuro…), immaginate il mio stupore nel leggere che una persona che stimo molto – Anna Dello Russo – sta facendo la stessa operazione di smantellamento archivio, naturalmente con le debite proporzioni (ovvero il suo archivio è infinitamente più sostanzioso, significativo e importante del mio).

Anna Dello Russo, classe 1962, ha una laurea in arte e letteratura nonché un master universitario in design della moda: è una vera influencer con ben trent’anni di carriera come fashion editor (molti di quegli anni trascorsi in Condé Nast) e dal 2006 è direttrice creativa di Vogue Japan. Leggi tutto

Carlo Zini, il grande bigiottiere che ha avuto la fortuna di fare ciò che sognava di fare

È con grande tristezza che condivido la notizia
della scomparsa di Carlo Zini che si è spento il 3 novembre 2021.
Vorrei poter chiudere gli occhi e fingere che non sia vero,
perché persone come lui sono eterne – o almeno tali mi piace pensarle…
E così, oggi più che mai, questo articolo diventa per me prezioso,
il ricordo indelebile di un incontro con un uomo speciale.
Riposa in pace, Carlo. A tutti noi resta il dono della tua arte.

 

Sono molto felice di segnalare una mostra stupenda che è stata inaugurata lo scorso sabato.

Ancora una volta, si tratta di una mostra che riguarda il bijou e il bijou di altissima qualità; ancora una volta, si parla di Made in Italy, uno dei miei argomenti del cuore; ancora una volta, la mostra è curata da Bianca Cappello, preparatissima esperta del gioiello della quale scrivo sempre con grande piacere; ancora una volta, lo scenario è quello offerto dallo splendido Museo del Bijou di Casalmaggiore, uno dei luoghi in cui mi sento a casa.

Fino al prossimo 4 giugno, tale Museo ospita infatti la prima antologica interamente dedicata a Carlo Zini, uno degli storici bigiottieri italiani.

E io vi consiglio di non perderla: vale davvero la pena di vederla.

Per fare il pieno di bellezza, talento, capacità; per essere orgogliosi una volta di più del nostro splendido Paese che ha talenti come Zini, professionisti come Bianca e luoghi dove si fa cultura. Vera. Reale. Concreta. Senza spocchia, senza paletti, senza compartimenti stagni. Perché la bellezza è educazione e cultura. Perché quando parliamo di moda e gioiello parliamo a tutti gli effetti di arti applicate.

Ma procediamo con ordine. Leggi tutto

La moda che verrà # 10: Vladimiro Gioia primavera / estate 2014

L’ho scritto anche sulla mia pagina Facebook: i successi delle persone che stimo mi danno carica, mi fanno sperare in giorni migliori, giorni in cui il vero talento e il vero saper fare diventino le uniche discriminanti. Mi piace usare queste parole per introdurre Vladimiro Gioia, stilista giovane ma già affermato: ho avuto il piacere di conoscerlo di persona e sono stata colpita dalla sua passione unita a semplicità e umiltà. Nelle sue parole ho percepito grande preparazione, notevole perizia e immenso amore per ciò che fa.

Dopo anni trascorsi a lavorare per l’azienda di famiglia, alcune stagioni fa Vladimiro ha dato vita a una linea che porta il suo nome. Le sue creazioni sono state subito notate da Domenico Dolce e Stefano Gabbana che hanno scelto alcuni suoi capi per Spiga 2, il loro negozio ubicato al civico 2 di via della Spiga a Milano: è lo store multibrand dove si possono trovare le proposte dei nomi più promettenti del panorama moda di tutto il mondo. Da lì passano molte celebrità e tra coloro che si sono innamorate di Vladimiro c’è Anna Dello Russo, spesso fotografata con i suoi capi. Leggi tutto

Shourouk e Swarovski: a glittering collection!

Secondo voi… una che ha scelto il nome “glittering woman” per il proprio blog poteva forse mancare a uno degli eventi più scintillanti che abbiano illuminato la notte di Milano nell’ultimo anno??? Certo che no!!!

Eccomi quindi a raccontarvi la nuova collaborazione tra il brand Swarovski e la designer parigina Shourouk, collaborazione che ha subito stregato il mio animo da gazza ladra attirata dalle cose luccicanti e che ha solleticato il mio grande amore per i bijou. Swarovski ha festeggiato la collaborazione (che è il caso di definire preziosa!) con una festa che si è svolta giovedì 12 settembre nel negozio di via Dante, eccezionalmente aperto per la serata: ospite d’onore, naturalmente, la brava e bella Shourouk.

Shourouk ha fondato il suo brand omonimo nel 2007: da brava parigina, si è formata allo Studio Berçot prima di affinare le sue tecniche per maison come Chloé e Galliano a Parigi e Roberto Cavalli a Firenze. La sua cifra stilistica è presto diventata inconfondibile, influenzata dalle sue origine tunisine e alimentata dai numerosi viaggi attorno al mondo: la capacità di unire ispirazioni tra loro molto distanti come i film di Bollywood, l’atmosfera africana e l’aristocrazia russa fa di lei una delle designer più interessanti a cui guardare oggi. Leggi tutto

JWU Fashion Project Web Reality: ecco com’è andata

Vi ricordate il post che avevo dedicato a JWU Fashion Project Web Reality e che potete rileggere qui? Mi fa piacere raccontarvi come il progetto si è sviluppato e come si è concluso.

Dopo un mese dal suo inizio, JWU Fashion Project Web Reality è giunto infatti a compimento: le 20 studentesse della Johnson & Wales University (scelte tra le migliori del corso di laurea in Fashion Merchandising & Retail Marketing) sono state protagoniste di un’avventura che le ha portate alla scoperta del mondo della moda. Leggi tutto

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