Happy birthday (anche se lo detesto) to me

Di una persona che scrive per passione e per lavoro si potrebbe essere portati a pensare che non resti mai senza parole e che sappia sempre cosa dire.

In realtà non è così, anzi, volete sapere cosa capita a me? Di solito mi inceppo e bisticcio con le parole proprio quando si tratta di spiegare con chiarezza le mie emozioni e i miei sentimenti.

Tutto ciò mi fa sorridere, lo trovo buffo, ma in fondo è ciò che succede in tanti mestieri: c’è un detto che racconta che il ciabattino, dopo aver aggiustato le calzature di tutti, va in giro con le scarpe rotte. Eh, la saggezza popolare…

Scrivo 364 giorni all’anno celebrando il talento e la bravura altrui: l’unico giorno che dovrei dedicare a me stessa, il 365°, quello del mio compleanno, uno in tutto l’anno, non so cosa dire.

La verità è che da bambina aspettavo con impazienza il 26 novembre: oggi, da adulta, lo cancellerei dal calendario. Quest’anno, intanto, l’ho cancellato da Facebook.

E poi scrivi un post qui?, penserete magari voi e non posso darvi torto: ultimamente sono la regina delle contraddizioni e dell’incoerenza. E spesso mi sento esattamente come una pallina dentro un flipper: sballottata. Leggi tutto

Tanto di cappello a Doria 1905

Ci sono gesti e abitudini che non passano mai di moda, che non sono soggetti a trend, che non hanno tempo.

Bere un buon caffè al bar.
Leggere il giornale fresco di stampa al mattino.
Andare a comprare il pane appena sfornato e assaggiarlo quand’è ancora caldo.
Aprire per la prima volta un libro appena acquistato.
Indossare capi ben fatti, secondo tradizione, per esempio un cappello.
Fare cappelli è un’arte nobile e lo sa bene Doria, brand storico dal passato prestigioso proiettato oggi verso ricerca e innovazione allo scopo di fondere lo studio dei propri archivi e delle lavorazioni sartoriali con tecniche di produzione di avanguardia.

Doria 1905 affonda le sue radici nella tradizione del fatto a mano: propone copricapo per uomini e donne, coppole, trilby, cloche, berretti, caps, fedora, tutti preparati con massima cura e attenzione quanto a scelta dei materiali, rifinitura dei dettagli e rispetto per la storia e l’esperienza del vero made in Italy.
L’azienda riesce così a mantenere inalterate lavorazioni tramandate di generazione in generazione sebbene le stesse vengano appunto innovate grazie a tecniche avanzate. Leggi tutto

100 happy days: parte 3, ho vinto la sfida con me stessa

Ultimamente ho spesso in mente un vecchio adagio che dice “un dolore condiviso è dimezzato, mentre la felicità condivisa è raddoppiata”.

Più passa il tempo e più mi accorgo che è proprio così, come in una sorta di osmosi. Anche per questo mi è piaciuto partecipare al gioco 100 happy days, perché mi sono resa conto che aver condiviso i miei momenti felici ha fatto bene a me e talvolta perfino anche ad altre persone.

Alla fine ce l’ho fatta, sono arrivata al mio centesimo giorno felice: in cosa consiste il gioco-sfida? Nel trovare in ogni giorno un momento che ci abbia resi felici, rappresentandolo attraverso una foto da condividere sui social network.

Sapete, 100 happy days non mi ha affatto delusa in quanto l’ho affrontato – credo – con le aspettative giuste: non credevo, infatti, che mi avrebbe cambiato la vita, mi aspettavo solo un buon esercizio. Così è stato: come ho già scritto in precedenza, se facciamo attività fisica per rendere il nostro corpo più tonico e scattante, perché non fare altrettanto col buonumore e l’ottimismo, perché non allenare anche loro?

Oggi sono ancora più convinta che sia cosa utile e credo che il giochetto mi abbia insegnato alcune cose utili: essere più comprensiva con me stessa, darmi tregua, perdonarmi un po’ di più, tormentarmi di meno, non imputarmi sempre tutte le colpe, tirare il fiato. Leggi tutto

Vintage a Belgioioso: ispirazioni, destini e Roberta di Camerino

Ieri, in macchina, ascoltavo la radio più o meno distrattamente: a un certo punto, è andata in onda la pubblicità e uno slogan ha catturato tutta la mia attenzione. Mi pare fosse di una casa automobilistica e diceva pressapoco “il futuro è di chi ha un grande passato”.

Mi è sembrato un segno: stavo infatti guidando per raggiungere il Castello di Belgioioso, sede della manifestazione Next Vintage, un appuntamento al quale sono molto fedele.

Non è un mistero che io ami il vintage: ne parlo spesso e lo apprezzo per tanti motivi, non ultimo quello del valore del passato che continua a vivere grazie al passaggio di un oggetto dal vecchio al nuovo proprietario.

È come se gli oggetti riuscissero a legare passato, presente e futuro con un filo rosso. E lo fanno con un alto contenuto di personalità, visto che sostengo con convinzione il fatto che scegliere un oggetto che abbia già avuto una sua storia richieda personalità e che un po’ di questa nostra personalità finisca poi col permeare l’oggetto stesso.

Mi piace l’idea che una borsa, un abito, un gioiello diventino un racconto, il racconto della storia dei suoi proprietari: a ogni passaggio, si aggiunge un capitolo. Leggi tutto

Riflessioni (coi baffi) su amore e matrimoni

Si dicono un sacco di brutte cose sull’amore: circolano tanti luoghi comuni e ormai voi lo sapete come la penso sui “si dice che”.
Si dice che sia un bluff, che gli uomini non lo cerchino e che le donne ne siano vittime per certe favole lette da bambine: alcuni dicono addirittura che non esista.
Posso dirlo? Sono tutte grosse fesserie. L’amore esiste, eccome se esiste: è più reale di molte cose della nostra esistenza, talvolta più della materia stessa. Il punto è che, come tutte le cose belle, è raro e prezioso ed è molto esigente: richiede dedizione e impegno assoluti, ogni giorno, sempre. Non ammette intermittenze né pause né giorni di ferie.
E non è vero che tante persone non ci credano o che non lo desiderino. Fesserie anche queste. Sono pochissime le persone che possono fare davvero a meno dell’amore. Leggi tutto

Sine Modus, i turbanti vintage lontani dalle tendenze passeggere

Diversi anni fa, intercettai un paio di leggings in un negozietto: da brava figlia degli anni ’80 che li ricordava col nome di pantacollant, non me li feci scappare.
Un giorno me li vide un’amica forse troppo giovane (beata lei) e, sgranando gli occhi, mi chiese “hai tagliato i piedi a un paio di collant?”: chissà se si è ricordata di questo episodio quando i leggings sono poi tornati prepotentemente in tutti i negozi qualche stagione dopo.
La stessa cosa mi accadde con i turbanti: li amo da sempre e parecchie stagioni fa ne trovai uno nero, semplicissimo e in jersey, da H&M, precisamente nella linea Divided. Divenne un fedele compagno.
Sapete meglio di me che, adesso, il turbante è il copricapo più desiderato.
Insomma, ciò che voglio dire è che, proprio io che detesto i trend, riesco spesso a captare – in modo assolutamente casuale o forse istintivo – capi che poi diventano must have, come piace scrivere a molti.
Ve lo confesso: è a quel punto che mi vien voglia di escludere il capo in questione dal mio armadio e non perché io sia una snob, ma perché vorrei che non si adottasse pedissequamente tutto ciò che la moda ci propina e si pensasse di più a ciò che i capi raccontano di noi. Pretendo che un capo mi rappresenti e credo che questa pretesa dovrebbe appartenere a tutti noi. Leggi tutto

Camogli, il mare e il mio amore per le piccole cose un po’ ruvide

Finalmente, dopo aver a lungo sospirato sulle foto condivise da amici e da persone che seguo su Instagram e su Facebook, è toccato anche a me: due-giorni-due di mare. Una toccata e fuga, dunque, ma quando serve so accontentarmi.
Moltissimi lombardi amano la Romagna e la sua Riviera e hanno ragione: è una terra bellissima, solare e generosa. Io, però, faccio parte di coloro i quali preferiscono la Liguria.
Sarà che ci sono sempre andata, fin da piccola, e che dunque a questa regione collego tanti ricordi, quelli più cari, incluso il primo bacio da adolescente: lo ricordo benissimo, fu a Bordighera, in una sera d’estate.
Sarà che la Liguria è più vicina al mio sentire: è un po’ ruvida e possiede quella bellezza particolare, graffiata e graffiante, a tratti aspra e mai perfetta. Credo che sia proprio per questo che mi è entrata dentro rubandomi l’anima.
Amo le imprecisioni, le sbavature, i muri con gli intonaci un po’ scrostati: esattamente come mi sento io a questo punto della mia vita.
Amo il mare in qualsiasi stagione, in qualsiasi condizione, a qualsiasi latitudine. Più che i panorami a perdita d’occhio, amo soprattutto i dettagli, le piccole cose. Leggi tutto

A Belgioioso per il vintage: curiosità e la mostra su Gianfranco Ferré

Next Vintage Belgioioso: provate a dire queste tre parole a chiunque sia appassionato di moda e di vintage e verrete ricompensati con un ampio sorriso. La mostra-mercato che si svolge tutti gli anni, in aprile e in ottobre, è un importante punto di riferimento per tutti coloro che amano la moda intesa come storia del costume e dunque come linguaggio carico di significati: io non manco mai, è un appuntamento fisso ed è la terza volta che ne parlo qui sul blog.

Mercoledì sono stata a Belgioioso per l’anteprima stampa della nuova edizione: ho deciso di prendermi i miei tempi e di farmi un regalo, dedicandomi essenzialmente a studiare e a chiacchierare. Mi sono concentrata su alcune persone che ormai sono diventate amiche e mi sono piacevolmente imbattuta in un paio di conoscenze novelle che spero possano diventare a loro volta amicizie. Sono affascinata dal fatto che tutte queste persone siano legate da un filo comune: sono appassionate di ricerca e sono instancabili nel loro lavoro. Mi sono anche deliziata con una mostra meravigliosa, dedicata al grandissimo Gianfranco Ferré. Leggi tutto

Il mondo di Capplé: crochet, amore e fantasia

C’è una diatriba che va avanti da tempo nel mondo dei fashion blog: da una parte ci sono quelli di outfit, dall’altra quelli letterari. Io sono tra coloro che hanno un blog soprattutto per raccontare le storie degli altri: trovo gratificante dare questo tipo di senso a uno spazio che vorrei potesse avere un’utilità non solo per me stessa.

Post dopo post, ho maturato un pensiero: chi scrive con lo scopo di donare visibilità a coloro che lo meritano, deve lasciare spazio. Non deve rendere protagonista sé stesso, ma deve cedere tale ruolo mettendo in luce coloro di cui parla: è come se chi scrive fosse un presentatore che fa il suo lancio per poi ritrarsi nel buio e lasciare che sia l’artista a esibirsi. Ovviamente il racconto avviene attraverso voce, cuore, testa, pancia e occhi che sono i miei, quindi qualcosa di “mio” c’è, sempre e comunque, tuttavia i protagonisti veri devono restare loro: i designer, i creativi e gli stilisti dei quali parlo.

Non pretendo che tutto ciò sia una verità assoluta: è solo il mio punto di vista. Cerco di essere una testimone, una voce narrante e tutto questo esattamente per un motivo: il mio sogno più grande è che la moda e i suoi protagonisti suscitino interesse ed emozione. Questo è il mio scopo. Amo talmente tanto moda e creatività che mi succede quello che avviene quando si ama davvero una persona: si preferisce il bene dell’altro al proprio. Per questo non amo particolarmente comparire e per questo il mio non è un blog di outfit: se a volte compaio, è solo per dire che io per prima scelgo per me queste creazioni, prima ancora che proporle a tutti voi.

Questo post è dedicato a Capplé ed è uno di quei casi in cui metto la mia faccia, in senso figurativo (come sempre) ma anche in senso… fotografico: entrare nel mondo di Elisa Savi Ovadia ed Elena Masut è entrare in una dimensione fatta di passione, di manualità, di infinita fantasia ed è praticamente impossibile resistere alla tentazione di provare tutti i loro cappelli – cosa che ho ampiamente fatto, come vedrete qui sotto. Mi è sembrato che apparire potesse avere un senso. Leggi tutto

Milano Moda Donna, un amarcord quasi privato

Chi ha letto gli ultimi post si sarà fatto l’idea che in questi giorni io sia un pochino malinconica, con un occhio rivolto al passato: non lo nego. Di solito, non sono una persona che ama cullarsi in ciò che è stato e tanto meno lo rimpiango, mi piace guardare avanti: eppure, due volte l’anno, mi prende questa strana malinconia, in occasione del mio compleanno e verso la fine dell’anno. Due momenti a poca distanza l’uno dall’altro, visto che il mio compleanno è il 26 novembre (qui il post). L’esatto contrario di ciò che mi succede in settembre, quando invece mi sento frizzante per l’anno lavorativo che ricomincia dopo la pausa estiva.

E – guarda caso – settembre è anche il mese di uno dei due appuntamenti annuali di Milano Moda Donna: in attesa del 19 febbraio, data in cui tutto ricomincerà, ho deciso di pubblicare un album di ricordi della scorsa edizione. In questi mesi, ho pian piano pubblicato i racconti delle sfilate e delle presentazioni che ho vissuto in prima persona: ora è il momento di un collage di momenti e ricordi quasi privati. Leggi tutto

Il party Belle Époque Imperiale della contessa Pinina Garavaglia

I sogni a volte si avverano: io ci credo, sapete. Leggevo della contessa Pinina Garavaglia sui giornali, leggevo dei suoi salotti culturali, dei suoi eventi, delle sue feste: poi, un giorno, mi sono trovata vis-à-vis con lei grazie a un evento milanese e (per me ancora inspiegabilmente) si è accorta di me.

Pinina Garavaglia è una delle grandi protagoniste della vita mondana italiana e internazionale. È una persona estremamente interessante e piacevole, poliedrica, sfaccettata, dotata di grande intelligenza, cultura ed eleganza. I suoi salotti sono un’esperienza unica e impareggiabile, anche grazie alla sua squisita educazione: è capace di mettere insieme persone molto diverse tra loro e di riuscire ad amalgamarle alla perfezione. Nessun ospite viene mai lasciato in disparte nemmeno per un solo attimo, tutti vengono trattati con estremo rispetto ed attenzione: Pinina sa dare spazio a ognuno e alla sua corte ci si sente a proprio agio e importanti (dote assai rara). Sempre sorprendente, la contessa è per me fonte di gioia inesauribile in quanto – come solo i grandi artisti sanno fare – considera la moda un gioco intelligente, un linguaggio, una forma di comunicazione ed espressione. Leggi tutto

Knitwits: contro il freddo, l’arma dell’ironia e del divertimento

Ho cercato di ignorarlo fino a quando ho potuto e devo ammettere che lui, a oggi, è stato magnanimo: di chi sto parlando?

Dell’inverno, il momento dell’anno che più detesto: abbiamo avuto un principio di stagione clemente, ma da qualche giorno l’aria si è fatta più pungente, preannunciando il grande freddo.

Sono freddolosa da morire, detesto la neve, soffro a causa delle giornate corte e per la mancanza di luce, non scio e non pratico sport invernali: se mi copro troppo mi sento un piccolo Omino Michelin, se non mi copro abbastanza tremo come una foglia.

Non ho pace, insomma, e sì, sono una di quelle persone che d’inverno hanno le mani perennemente gelate (non vi dico come sono ora che sono seduta qui al pc, le mie dita sembrano dei ghiaccioli).

Mi tocca dunque cercare motivi per amare l’inverno, o quanto meno per cercare di sopravvivere fino al disgelo – sigh: stamattina ne ho trovato uno meraviglioso e si chiama Knitwits.

Conoscete già questo brand americano che sta conquistando grandi e piccini in giro per il mondo?

Tutto è cominciato con la creazione di marionette da dito e il successo è arrivato quando l’azienda ha deciso di portare gioco e divertimento su prodotti moda: è così che sono nati cappelli, paraorecchie e guanti, ognuno animato da personaggi che compongono un vastissimo cast.

Lo zoo KnitWits passa dagli animali della savana a quelli polari: non mancano personaggi di fantasia come lo yeti, il Bigfoot e l’unicorno. Leggi tutto

Un buon compleanno a me e tanti grazie a tutti :-) :-) :-)

Tante persone pensano che occorrerebbe festeggiare il proprio compleanno facendo qualcosa di speciale e diverso rispetto al solito.

Oggi è il mio compleanno e semplicemente lavoro, ma sono fortunata perché amo profondamente ciò che faccio: ho pensato che la “cosa speciale e diversa” potesse essere quella di festeggiare con qualcosa di insolito qui sul blog. Per esempio, fare un bel collage di miei ritratti in momenti felici appartenenti all’anno che si chiude oggi per lasciare spazio a uno nuovo.

Ma sì, diamoci questa botta di egocentrismo! Io che celebro sempre gli altri, volentieri e con tutto il cuore, per una volta celebro me stessa, anche perché ho bisogno di consolarmi: nonostante sia un’ottimista e una che vede un sacco di bicchieri mezzi pieni, nel compleanno riesco a vedere solo quello che è, ovvero un altro anno che se ne va, sigh.

Già, detesto i compleanni. Anzi, no, non è corretto: detesto il mio. Leggi tutto

Unconventional spirit & people: il mercatino di Alessia Bee L’Alì

Ultimamente lavoro troppo: soprattutto non riesco a mettere un argine tra vita privata e vita professionale. Mi spiego meglio: mi sento privilegiata nel poter fare un lavoro che mi piace e quindi per me non esistono più orari o giorni di riposo, mi ritrovo a fare ricerche anche a notte fonda, guardo i social illudendomi di giocare ma in realtà lavoro, vado in giro per gli affari miei ma trovo sempre uno spunto che finisce col diventare un’idea per un nuovo articolo o per un nuovo progetto… Diciamo che questa è la fortuna e al tempo stesso il limite del fare un lavoro che si ama e che non si considera solo un lavoro, appunto, bensì un sogno e una passione totalizzante.

Ad ogni modo: come direbbe Britney Spears… “Oops! I did it again”, ovvero l’ho fatto di nuovo! Domenica ero invitata dalla mia amica Alessia (che sul mio blog avete già incontrato qui e qui) che ha riunito nel suo piccolo “regno” un gruppo di creativi e amici per una festa d’estate. E io non sono stata capace di stare ferma: mi sono goduta la giornata, alla grande, ma l’atmosfera mi è piaciuta così tanto che ho deciso di ricavarne anche un post per il blog. Come potevo resistere alla tentazione di presentarvi alcune fantastiche menti che ho conosciuto o rivisto??? Leggi tutto

PF Paola Frani collezione spring summer 2014 a Rimini

Mi piacciono le aziende che possono contare su una storia e su un percorso e che sanno dare un valore non solo a ciò che creano, ma anche alle persone che lavorano affinché i sogni diventino quelle stesse creazioni. Ecco perché mi piace Paola Frani ed è per questo motivo che seguo la stilista e il suo marchio da un po’ di tempo: grazie ai magazine coi quali collaboro, ho potuto spesso raccontare le loro collezioni, tra le quali quella per il prossimo autunno / inverno (potete leggere l’articolo qui).

Paola Frani e il suo staff sono una bella realtà con la quale si può parlare e costruire un percorso, perché hanno voglia di confrontarsi e perché per loro le persone non sono un numero. Trovano sempre nuovi modi per raccontarsi e, oltre alle sfilate, hanno organizzato delle giornate chiamate “Taste me” – letteralmente “provami” – per far sì che stampa e blogger possano avvicinarsi ai loro capi come in genere raramente avviene: un sogno ad occhi aperti che si avvera, quello di poter giocare a fare gli stylist per un giorno e con un’intera collezione a disposizione. Se volete sapere come è andata con la collezione che potete trovare ora nei negozi, qui trovate il mio racconto. Leggi tutto

Una domenica speciale parte 2: il Circo delle Pulci

Eravamo rimasti al racconto della mattinata trascorsa domenica al mercatino di Porta Genova (potete leggerlo qui): ecco il resoconto del pomeriggio, dove in qualche modo sono state ancora presenti… le pulci. Sono infatti passata dal mercato delle pulci al Circo delle Pulci, per la serie “mi piacciono i posti ad alto tasso di creatività e immaginazione”.

Cos’è il Circo delle Pulci? Il nome fa riferimento all’omonimo spettacolo itinerante che ebbe successo tra Ottocento e Novecento e ne riprende tutta la bizzarria in forma moderna. E’ un misto tra un circo e un mercato: da una parte ci sono artisti che si esibiscono dal vivo, dj set, installazioni e piccoli workshop; dall’altra c’è l’area market che propone espositori vintage e hand made; si aggiunge anche una food court che spazia dalle pizze al sushi passando per i cannoli siciliani. Il Circo è itinerante, come da tradizione, e per questa edizione ha scelto una location tipicamente estiva: le piscine Argelati di via Segantini, proprio dietro Ripa di Porta Ticinese. E per fortuna, un sole meraviglioso ha benedetto la giornata, cancellando definitivamente il grigiore invernale grazie all’allegria di questo popolo variegato. Leggi tutto

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