Mikky Eger: i suoi gioielli e l’esperienza come sua allieva

Alcuni giorni fa, ho pubblicato su Instagram una foto con il mio pensiero a proposito della passione.

Credo che la passione, quella vera, chieda moltissimo prima ancora di dare: porta notti insonni, fa saltare i pasti, sconvolge tutti i ritmi, chiede impegno e devozione, riesce perfino a strappare delle lacrime, scompiglia e mette in dubbio tante cose, tante certezze. Mette in dubbio perfino l’idea che una persona può avere di sé stessa.

Eppure, riesce poi a rendere tutto mille volte tanto, con gli interessi.

Credo anche che tutto ciò sia particolarmente vero per le passioni che portano a creare qualcosa e che presuppongono una buona dose di talento: posso elencare l’arte, l’architettura, la fotografia, la moda, la gioielleria, la cucina, giusto per fare qualche esempio.

E oggi, desidero parlarvi di passione, creatività e talento applicati all’arte orafa: mi fa piacere condividere con voi la storia di Mikky Eger e la bellissima esperienza che ho potuto vivere grazie a lei.

Micaela detta Mikky è nata in Germania, precisamente ad Amburgo, ma si è trasferita a Milano all’inizio degli anni ‘90 per dedicarsi al design di moda: ha attraversato tutti gli ambiti della creatività disegnando, tra l’altro, tappeti e linee di calzature, inclusa una collezione di sandali ideata durante un viaggio tra le isole dell’Egeo. La sua attività si è poi rivolta al visual merchandising, alla vetrinistica e al set design.

Tra le sue esperienze in questo settore, cito la collaborazione con Swatch (per la quale ha disegnato per diversi anni i sistemi visual per i punti vendita) e quella con MTV (è stata set designer coordinando le ambientazioni della trasmissione Sushi con Andrea Pezzi). Leggi tutto

Fausto Colato experience: io artigiana per un giorno

Vi è mai capitato, guardando un oggetto, di pensare “ma sì, potrei essere capace di farlo anch’io”?

Lo confesso, a me è capitato di fare pensieri di questo tipo e non per arroganza, ve l’assicuro: credo capiti con quegli oggetti che fanno talmente parte della nostra quotidianità da portarci a considerarli non dico scontati, ma comunque piuttosto normali e semplici.

Faccio un esempio pratico: la cintura.

Chi di noi non la usa? Per gli uomini, poi, è fondamentale.

Ecco, fino a dieci giorni fa, avrei giurato che fare una cintura fosse un’operazione non particolarmente difficile o complicata: per carità, non immaginavo fosse una cosa alla portata di tutti (e soprattutto non alla mia portata, visto la mia manualità non eccelsa), ma – onestamente – non pensavo nemmeno che per fabbricarne una a regola d’arte, rigorosamente fatta a mano, di ottima qualità e destinata a durare nel tempo, fossero necessari addirittura una trentina di diversi passaggi. Leggi tutto

Tintoria Mattei e #ProgettoColore: tingersi una camicia da soli

Come eravate alla scuola materna e alle elementari? A me piaceva pasticciare con ogni tipo di materiale e non avevo paura di sporcarmi. Tornavo a casa con le mani tutte imbrattate per via di pennarelli, pastelli e tempere e a volte ci andava di mezzo anche il grembiule: mia mamma mi chiedeva se dipingessi sui fogli o sulle mani.

A volte, ancora oggi, mi guardo e penso che, in fondo, non sono molto cambiata dalla bimbetta di allora, goffa ma che si divertiva. Poi capita che mi invitino a un evento il cui hashtag è #ProgettoColore: secondo voi, qual è stata la risposta che ho dato a Tintoria Mattei?

Come dite? Dite che ho detto sì? Bravi, risposta esatta: avete vinto la condivisione dell’evento!

Il marchio bresciano Tintoria Mattei nasce nel 2010 come un piccolo laboratorio di camiceria artigianale. L’impulso – o sarebbe meglio dire il pallino – è la ricerca quasi ossessiva della perfezione unita all’amore per la tradizione riletta in chiave assolutamente contemporanea. Le loro sono camicie destrutturate e casual ma con dettagli attenti e ben studiati: il risultato è quell’effetto piacevolmente vissuto con DNA orgogliosamente italiano.

Il nome deriva dalla struttura originaria, il luogo dove si esprimeva la grande passione per l’antica arte del lavaggio dei capi con colori estratti da piante tintorie: la nuova Tintoria Mattei ha unito quella nobile sapienza allo sviluppo di tecnologie e di processi innovativi atti a garantire durata nel tempo. Leggi tutto

RibbonXL di DMC e i miei (pessimi) approcci con la manualità

Tra i tanti ricordi d’infanzia che serbo gelosamente nel mio cuore e nella mia testa, c’è quello della mia nonna materna intenta a lavorare a maglia. In verità, lei era fenomenale in tante cose, per esempio in cucina (credo non mangerò mai più melanzane alla parmigiana come le sue), ma la maglia e l’uncinetto erano proprio il suo forte: lavorava senza la necessità di guardare i ferri tanto era abile e le ho visto fare di tutto, dai maglioni agli scialli, dalle coperte ai centrini, dalle presine alle bambole. Riforniva tutti quanti di babbucce morbide, colorate e caldissime: ne conservo ancora alcune paia, non le ho mai usate e le tengo con cura in una scatola.

Purtroppo io, sciagurata nipote, non ho ereditato la stessa manualità: quando voglio giustificare le mie mancanze in modo scherzoso, affermo di aver sbagliato fila quando distribuivano quella certa capacità e quindi, quando hanno distribuito l’abilità nello sferruzzare, ho decisamente sbagliato fila. E l’ho dovuto riconoscere ancora ancora una volta quando ho ricevuto a casa una bobina di fettuccia RibbonXL.

Se leggendo fin qui avete pensato che i miei siano solo ricordi nostalgici, non avete fatto i conti con una nuova ondata di passione per il tricot: c’è infatti un rinnovato interesse verso accessori, capi e oggetti per la casa fatti rigorosamente a mano coi ferri. Pensateci: scommetto che avete letto di qualche star che si cimenta in questa attività che, contrariamente a quanto si possa immaginare, non è riservata esclusivamente alla parte femminile della popolazione. Leggi tutto

Transitions, ic! berlin e i miei talenti (molto) nascosti

Quando posso scegliere, do precedenza a brand e eventi nei quali ci sia un valore aggiunto. Mi piace scoprire cose interessanti, possibilmente trasversali, che coinvolgano diversi campi e diversi sensi, per poterle poi condividere con voi e mi piace mettermi un po’ alla prova: ecco perché ho accettato l’invito a partecipare a un evento organizzato da Transitions e dal brand tedesco ic! berlin.

Credo che Transitions non abbia bisogno di grandi presentazioni: è il leader mondiale nella produzione di lenti dinamiche. La luce entra nel nostro occhio, viene raccolta dalla retina ed elaborata dal cervello per ottenere immagini, tuttavia un suo eccesso provoca riverbero e può causare mancanza di comfort o può perfino impedire una visione corretta: le lenti dinamiche utilizzano la tecnologia per filtrare la quantità di luce, scurendosi e schiarendosi automaticamente, in modo tale che la visione risulti sempre ottimale.

Il brand ic! berlin produce montature famose grazie al tocco originale del suo eclettico stilista e fondatore, Ralph Anderl: la loro particolarità è il fatto di essere realizzate interamente a mano senza viti o saldature, in quanto utilizzano una particolare clip removibile che consente di smontare e rimontare l’occhiale con estrema facilità. Leggi tutto

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