George Michael e la mia adolescenza volata via “Last Christmas”

Ogni volta in cui scrivo qualche riga per dare l’addio a qualcuno che ho amato e che per me è stato importante, prometto a me stessa che quella sarà l’ultima, l’ultima volta in cui scrivo di morte e di dolore.
Mi sembra che, a ogni dipartita, il cuore si affolli di croci e mi dico che basta, non c’è più spazio e che non potrei più tollerarne altre, né di morti né di croci.
Ma non è così.
Non è così perché la vita e la morte se ne fregano di ciò che penso io. La vita continua e continua ad accompagnarsi alla morte; nascite e decessi continuano ad alternarsi, in una danza talvolta beffarda, senza sosta, senza soluzione di continuità, sempre senza permetterci di trovare senso o giustizia (come potrebbe essercene?), spesso senza consentirci di trovare pace.
Una gioia, un dolore, una gioia, un dolore.
Proseguendo fino all’infinito, proseguendo fin quando ci saranno esseri umani.

E il cuore continua a riempirsi di nomi, di gioie e poi di croci, continua a lacerarsi e a rammendarsi.
Nell’ultimo mese, ho vissuto molti dolori: sono morti i papà di due cari amici, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro; è morto un giovane uomo che era un amico e un collega; è morto un altro giovane uomo che conoscevo e che non vedevo da tanto, eppure stimavo; è morta una giovanissima ragazza che avevo sfiorato virtualmente, grazie al web.
In mezzo a tanto dolore, però, ecco la vita che si affaccia, prepotente: la nascita della figlia di un’amica carissima. Ed è gioia immensa per il mio cuore malconcio, ammaccato.

E così eccomi di nuovo a scrivere, di vita e di morte, perché – sapete – negli ultimi anni ho capito alcune cose. Leggi tutto

Brexit, i miei pensieri tra sogni europeisti e british icon

Brexit… Leave or Remain? That is the question! (credit NextQuotidiano)

Non sono un’esperta né di politica né di economia: cerco di seguire entrambe perché mi interessano, ma la verità è che le notizie connesse spesso mi lasciano perplessa o disorientata.
Sulle questioni sociali sono molto decisa: se si tratta di condannare tragedie come gli omicidi di genere o di schierarmi per garantire uguaglianza di diritti a tutti, sono determinata e inflessibile, mentre su tante questioni politiche ed economiche sono dubbiosa e mi è più difficile farmi un’opinione definitiva e prendere una posizione assoluta.

Tutti sanno che il 23 giugno il Regno Unito ha votato sulla Brexit, ovvero l’uscita dall’Unione Europea.
Tutti sanno anche quale sia stato l’esito del referendum: il Leave ha prevalso con il 51,9% dei voti. I britannici che hanno votato Leave sono stati 17.410.742; il fronte Remain ha ottenuto 16.141.241 voti.
La Scozia, l’Irlanda del Nord e Londra hanno votato largamente per il Remain; il Leave ha prevalso nel resto d’Inghilterra e in Galles. Insomma, altro che… regno unito!

In parole povere, sarà Brexit, ovvero il Regno Unito lascerà l’UE.
E, intanto, gli effetti – tutti negativi, al momento – si fanno sentire.
La sterlina è andata a picco, Borse e mercati finanziari sono andati in rosso in tutto il mondo. Da giovedì scorso, regna una sensazione di incertezza per il futuro, soprattutto in campo economico.
David Cameron, il primo ministro britannico, si è dimesso.
L’Europa sta rispondendo a muso duro: Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, seguita a ribadire la volontà di iniziare immediatamente i negoziati con Londra (che temporeggia) in vista della Brexit.
Pare che Scozia e Irlanda del Nord siano decise a non seguire la maggioranza inglese nel divorzio da Bruxelles e si parla di referendum (in Scozia) per sancire il divorzio.
Intanto, i pentiti del Leave aumentano e qualcuno chiede che il referendum venga ripetuto.
È un bel disastro, insomma, un autentico terremoto che scuote non solo il Regno Unito e non solo l’Europa.

Ecco, questa è una di quelle questioni politiche ed economiche molto ingarbugliate e nella quale ci sono infinite variabili: lascio le analisi profonde a chi se ne intende, tuttavia vorrei esprimere tre pensieri abbastanza precisi, soprattutto dal punto di vista sociale e culturale. Leggi tutto

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