Milano Fashion Week: Giorgia Fiore SS 2015

Giorni fa, mi è tornata in mente una vecchia pubblicità: reclamizzava una marca di utensili e lo slogan diceva “per dipingere una parete grande non ci vuole un pennello grande ma un grande pennello”.

Era geniale perché giocava con simpatia e intelligenza col grande potere e la ricchezza della lingua italiana: non solo le parole sono importanti, ma è importante anche il loro ordine all’interno di una frase. Dire “pennello grande” o “grande pennello” non porta allo stesso risultato: basta spostare l’aggettivo prima o dopo il sostantivo per cambiare senso, riferendosi alla grandezza o alla qualità.

Questa riflessione mi ha portata a pensare una di volta di più a quanto sia importante un uso accurato dei termini che scegliamo. Molti sostengono che noi blogger possediamo un vocabolario limitato e che non conosciamo che pochi aggettivi: tutto per noi sembrerebbe essere wow, top oppure favola.

Tempo fa, con molta ironia e autoironia, io e alcuni miei amici e colleghi ci eravamo divertiti a coniare l’hashtag #topfavolawow. Ammetto che mi capita di dire questa cosa è una favola, ma quanto a wow cerco di limitare l’uso solo a qualche commento veloce sui social: top, invece, non rientra proprio nel mio vocabolario.

Sicuramente termini simili non sono affatto sufficienti a delineare colei della quale voglio parlarvi oggi né è sufficiente aggiungerne altri come pulp e pop: Giorgia Fiore merita di essere raccontata con dovizia di particolari. E di termini. Leggi tutto

100 happy days: parte 3, ho vinto la sfida con me stessa

Ultimamente ho spesso in mente un vecchio adagio che dice “un dolore condiviso è dimezzato, mentre la felicità condivisa è raddoppiata”.

Più passa il tempo e più mi accorgo che è proprio così, come in una sorta di osmosi. Anche per questo mi è piaciuto partecipare al gioco 100 happy days, perché mi sono resa conto che aver condiviso i miei momenti felici ha fatto bene a me e talvolta perfino anche ad altre persone.

Alla fine ce l’ho fatta, sono arrivata al mio centesimo giorno felice: in cosa consiste il gioco-sfida? Nel trovare in ogni giorno un momento che ci abbia resi felici, rappresentandolo attraverso una foto da condividere sui social network.

Sapete, 100 happy days non mi ha affatto delusa in quanto l’ho affrontato – credo – con le aspettative giuste: non credevo, infatti, che mi avrebbe cambiato la vita, mi aspettavo solo un buon esercizio. Così è stato: come ho già scritto in precedenza, se facciamo attività fisica per rendere il nostro corpo più tonico e scattante, perché non fare altrettanto col buonumore e l’ottimismo, perché non allenare anche loro?

Oggi sono ancora più convinta che sia cosa utile e credo che il giochetto mi abbia insegnato alcune cose utili: essere più comprensiva con me stessa, darmi tregua, perdonarmi un po’ di più, tormentarmi di meno, non imputarmi sempre tutte le colpe, tirare il fiato. Leggi tutto

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