Gioielli alla Moda, la preziosità intangibile della creatività

Ci sono cose o eventi che sono capaci di trasmettermi un entusiasmo incontenibile e inarrestabile.

Un esempio? La conferenza stampa e l’anteprima di una mostra che riguarda una delle mie più grandi passioni: il gioiello.

Non posso, dunque, non nutrire il grande desiderio di condividere con tutti voi il racconto di un evento molto speciale che mette al centro piccoli capolavori, pezzi di storia, esemplari significativi della bellezza che la nostra Italia sa e può produrre.

La mostra in questione presenta 500 gioielli realizzati dai più celebri maestri bigiottieri, da giovani talenti del design, da piccoli artigiani, da maison e griffe internazionali della moda: sono creazioni che dal dopoguerra a oggi definiscono lo specchio estetico di una società in evoluzione, raccontano le conquiste e le ambizioni femminili, illustrano i cambiamenti e gli avvicendamenti dello stile e anche del progresso tecnologico.

Questi 500 pezzi (tantissimi, un lavoro di cernita enorme) sono i protagonisti assoluti di Gioielli alla Moda, mostra aperta fino a domenica 20 novembre a Palazzo Reale a Milano, nelle splendide Sale degli Arazzi, una delle sedi espositive più prestigiose della città – fatto che mi riempie di grande orgoglio.

Sono infatti felice che una tale sede dedichi attenzione al gioiello attraverso un evento unico (promosso e prodotto da Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale, salone Homi) completamente dedicato al rapporto esistente tra gioiello e moda nelle sue intersezioni con il costume, la manifattura e – come già accennavo – la bellezza italiana.

Desidero anche porre l’accento su un altro elemento di grande prestigio: la mostra è curata da Alba Cappellieri, docente di Design del Gioiello e dell’Accessorio al Politecnico di Milano, una delle massime esperte del settore. Ecco perché parlo di evento speciale ed ecco perché lo è sotto ogni punto di vista. Leggi tutto

Giulia Barela e i gioielli che ci portano in fondo al mare

Il mio primo incontro con Giulia Barela risale a due anni fa.

Mi trovavo a Vicenza e camminavo tra gli stand della manifestazione Origin Passion and Beliefs: fui magneticamente attratta dai suoi gioielli sospesi tra natura, arte e architettura. Queste tre passioni si intrecciano continuamente e costantemente nell’universo di Giulia che vive e lavora a Roma, città simbolo di bellezza universale ed eterna.

Ci siamo poi riviste in più di un’occasione al White, il salone milanese: pur avendo fatto varie chiacchierate e pur avendo fotografato diverse volte i suoi pezzi, fino a oggi non avevo avuto la possibilità di dedicarle un post (benedetto tempo che non mi basta mai). Oggi, finalmente, scrivo di lei con grande piacere.

Permettetemi di iniziare raccontando qualcosa a proposito del suo percorso che risulta significativo per comprendere il suo lavoro e le sue creazioni.

Giulia Barela è infatti approdata al mondo della gioielleria attraverso esperienze assai diverse tra loro: una laurea in giurisprudenza, un’intensa formazione tra Roma e Londra e, in seguito, un lavoro di prestigio nell’ambito delle relazioni internazionali.

Successivamente, è nata in lei la consapevolezza di volere realizzare un progetto molto più personale, partendo da una grande passione che fa da sempre parte della sua vita, ovvero i gioielli posseduti e indossati dalle tante donne della sua grande famiglia. Grazie a un innato talento, Giulia ha iniziato a disegnare monili e a farli realizzare: poi, il disegno non le è più bastato e ha deciso di imparare la tecnica della fusione a cera persa. Leggi tutto

Il meglio (e il peggio) della mia Settimana della Moda

Viene preparata a lungo da tutti gli addetti al settore, poi arriva e passa in un attimo: mi riferisco alla Settimana della Moda.

Quella appena terminata ha visto andare in scena (anzi, in passerella) le collezioni relative al prossimo autunno / inverno 2015 – 2016 e così ora sappiamo come ci vestiremo o almeno come gli stilisti ci vestirebbero: non solo, come ormai puntualmente accade a ogni stagione, la settimana è stata accompagnata da un carico di polemiche e discussioni di ogni genere e grado.

Quanto a questo clima di critica, prendo la mia parte di colpa: abitualmente preferisco essere costruttiva e dare spazio a ciò che mi piace, ma oggi desidero spendere anch’io qualche parola su alcuni comportamenti e atteggiamenti che mi hanno lasciato un’impressione molto negativa, purtroppo.

Già, confesso che è stata una settimana dolce e amara allo stesso tempo, ricca di luci ma anche di ombre: nonostante lo scorso ottobre abbia già scritto un altro articolo piuttosto dettagliato sulla questione accrediti, non riesco a stare zitta e desidero tornare a evidenziare un paio di concetti che esulano da qualsiasi distinzione di settore e che dovrebbero appartenere a tutti, qualsiasi mestiere si faccia.

Partiamo dalle ombre, perché preferisco occuparmi subito della parte brutta e riservarmi quella bella alla fine: spero che, mandato giù il boccone amaro, mi rimanga in bocca soltanto il dolce. Leggi tutto

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