Milano Fashion Week: Hanita FW 2015-16
Da un po’ di tempo, osservando la moda con attenzione, mi ronza in testa una certa idea: credo che il prêt-à-porter possa essere complicato, per alcuni versi, quanto la haute couture.
Ritenete che sia un’assurdità? E allora desidero spiegarvi un po’ meglio la mia teoria.
La haute couture è cosa per poche maison perché è la manifestazione di grandi capacità tecniche e creative: è un volo libero e meraviglioso che spesso avvicina il risultato all’arte tra genio e sregolatezza. Penso soprattutto a certi couturier, di ieri e di oggi, e a collezioni capaci di anticipare i tempi se non, addirittura, in grado di creare vere e proprie rivoluzioni del costume.
Il prêt-à-porter, invece, è (o dovrebbe essere) strettamente connesso con la quotidianità e ha (o dovrebbe avere) una regola fondamentale: essere portabile.
Ed è qui, a mio avviso, che arriva il nodo complicato per lo stilista chiamato a disegnare una collezione di questo tipo: deve essere capace di creare moda che sia sì quotidiana ma anche attraente, perché molte persone, oggi, non si accontentano più di capi funzionali pensati solo per coprire e proteggere il nostro corpo. Leggi tutto