Caro Babbo Natale ti scrivo (così mi distraggo un po’)

Da giovanissima non avevo mezze misure né sfumature: con gli anni ho imparato che i punti di vista – soprattutto i propri – sono fatti per essere messi in discussione, rivisti e anche sovvertiti, se e quando è necessario.

Lo scorso anno, più o meno di questi tempi, avevo raccontato di non amare particolarmente le feste comandate con la conseguenza che non sono entusiasta all’idea di distribuire consigli per i regali, nello specifico per Natale.

Non ho cambiato idea sulle festività e continuo a pensare che tutto ciò che ho da dire sia già più o meno contenuto nel mio lavoro quotidiano e nei post che pubblico giorno dopo giorno qui sul blog, tuttavia, visto che mi sono arrivate diverse richieste, ho voluto mettermi in discussione e rivedere questo mio punto di vista almeno parzialmente, anche perché inizio a sentirmi un po’ come il malefico Grinch: quasi tutti sembrano essere presi dall’atmosfera natalizia che ormai si sta insinuando ovunque, quindi… che sia io la guastafeste? Leggi tutto

100 happy days: parte 3, ho vinto la sfida con me stessa

Ultimamente ho spesso in mente un vecchio adagio che dice “un dolore condiviso è dimezzato, mentre la felicità condivisa è raddoppiata”.

Più passa il tempo e più mi accorgo che è proprio così, come in una sorta di osmosi. Anche per questo mi è piaciuto partecipare al gioco 100 happy days, perché mi sono resa conto che aver condiviso i miei momenti felici ha fatto bene a me e talvolta perfino anche ad altre persone.

Alla fine ce l’ho fatta, sono arrivata al mio centesimo giorno felice: in cosa consiste il gioco-sfida? Nel trovare in ogni giorno un momento che ci abbia resi felici, rappresentandolo attraverso una foto da condividere sui social network.

Sapete, 100 happy days non mi ha affatto delusa in quanto l’ho affrontato – credo – con le aspettative giuste: non credevo, infatti, che mi avrebbe cambiato la vita, mi aspettavo solo un buon esercizio. Così è stato: come ho già scritto in precedenza, se facciamo attività fisica per rendere il nostro corpo più tonico e scattante, perché non fare altrettanto col buonumore e l’ottimismo, perché non allenare anche loro?

Oggi sono ancora più convinta che sia cosa utile e credo che il giochetto mi abbia insegnato alcune cose utili: essere più comprensiva con me stessa, darmi tregua, perdonarmi un po’ di più, tormentarmi di meno, non imputarmi sempre tutte le colpe, tirare il fiato. Leggi tutto

In cerca dell’altra metà del cielo? Provate con Imisi!

Immagino sarete stufi di sentirmi ripetere che mi piacciono le cose con un significato e con una storia, ma oggi devo ripeterlo una volta di più, perché i bracciali dei quali sto per parlarvi sono la dimostrazione che anche l’oggetto più semplice può avere dietro un pensiero, bello come una favola.

Dovete sapere che agli inizi del secolo scorso, nel sud della Grecia, viveva una donna di nome Ariadne: viaggiava continuamente da una città all’altra e di isola in isola, perché il suo mestiere era quello della levatrice. Era molto famosa in quanto riusciva ad aiutare tante donne e famiglie, grazie a consigli appropriati, al carattere gentile e alla grande esperienza.

Ariadne aveva un’abitudine che, col tempo, era diventata una sua caratteristica: attorno al polso di ogni nuovo nato, essa legava un nastro colorato. La leggenda sorta attorno alla sua figura narra che molti di quei bambini ebbero occasione di incontrarsi in età adulta: il fatto di avere ancora il nastro legato al polso fece loro credere di essere stati riuniti dalla fortuna che li aveva accomunati fin dalla nascita, avvenuta sotto il segno della brava levatrice.

Qualcuno di loro si innamorò e si sposò, qualcun altro iniziò una relazione di profonda e duratura amicizia, altri iniziarono a lavorare insieme con successo: in ogni caso, ognuno trovò la propria metà. Leggi tutto

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