Sei artisti esplorano la Metamorfosi dei Corpi

A come Arte. Quattro lettere, solo quattro, per racchiudere un mondo.
Un mondo ampio, articolato, sfaccettato perché è espressione dell’animo umano, è espressione della nostra parte immateriale, quella che sfugge a confini e definizioni.
Come ho già avuto modo di affermare, per me bellezza e cultura non conoscono genere, non possono essere intrappolate in strutture rigide e devono scorrere liberamente mescolando forme che sono solo apparentemente diverse.

Amo l’Arte perché è modalità d’espressione trasversale.
Perché regala emozioni e sensazioni che spesso sono soggettive, anche se è vero che esistono criteri universali e che esiste la critica degli esperti.
Perché può annullare le distanze di qualsiasi tipo, di epoche, di luoghi geografici, di classi sociali.

Sapete quali sono le mie mostre preferite?
Quelle in grado di creare un dialogo, una convivenza, un ponte, un’armonia.
Quelle che non seguono necessariamente un ordine cronologico bensì tracciano affinità più sottili, mescolando epoche vicine e lontane.
Quelle che riescono ad affiancare nomi celebri e meno conosciuti, evitando di partire da un pregiudizio di superiorità in base alla fama.
Quelle che attribuiscono uguale dignità al lavoro di qualsiasi artista sia che si esprima attraverso un dipinto, una scultura, un’installazione, una foto, un abito.
Un abito, sì. Gli stilisti, il loro lavoro e le loro creazioni sono sempre più spesso i protagonisti di mostre in grandi musei in tutto il mondo. Leggi tutto

error: Sii glittering... non copiare :-)