Milano Fashion Week: Alberto Zambelli SS 2015

Sono profondamente convinta del fatto che possedere talento sia un dono innato che fa parte del nostro patrimonio genetico. Credo anche che tutti nasciamo con uno o più talenti, in quanto esistono moltissime forme e moltissime declinazioni di quella che possiamo considerare una straordinaria ricchezza.

Avere talento non è dunque un merito, così come non è un demerito non averne: il merito subentra nell’essere capaci di riconoscere quale sia il nostro talento, sta nel seguirlo, nel coltivarlo, nel fidarsi di lui e di dove può condurci.

Già, perché se è vero che avere talento è un dono, è altrettanto vero che esso richiede devozione, sacrificio, impegno per crescere e svilupparsi. È come una fiamma che ha bisogno di essere alimentata per restare accesa, è come un diamante grezzo che ha bisogno di essere lavorato per brillare, è come una pianta che ha bisogno di essere curata per fiorire: nulla è gratuito, nemmeno il talento, ed è qui che fa capolino il merito, ovvero la nostra capacità di gestirlo.

Il talento deve essere rispettato: sprecarlo è un peccato, è uno schiaffo al destino, perché rientra tra le cose che – per fortuna – non si possono né vendere né comprare. Leggi tutto

Milano Fashion Week, i ricordi: giorno 4, quando Milano leva il fiato

Cosa avete pensato leggendo il titolo? Avete pensato a qualcosa di brutto o a qualcosa di bello? Voglio parlarvi di un paio di eventi che mi hanno levato il fiato o tolto il respiro, come preferite, per quanto mi hanno regalato a livello di emozioni: sabato 22 febbraio, il quarto giorno di Fashion Week, ho partecipato a due eventi che mi hanno sorpresa sia per la bellezza delle location sia per quanto è stato presentato. Mi riferisco ad Alberto Zambelli e a Laura Mancini.

Sapete una cosa buffa? Mi diverte – e molto – il fatto che ci sia stato un filo conduttore che ha caratterizzato ogni mia singola giornata di Milano Moda Donna: mi chiedo se sia stata pura fortuna o se sia stato il risultato di scelte più oculate da parte mia. Spero si tratti della seconda opzione: ho sempre fatto una selezione alla fonte di ciò che pubblico qui sul blog, scegliendo ciò che reputo più vicino alla visione che voglio portare avanti e più vicino al tipo di moda che voglio raccontare e credo che nel tempo questo atteggiamento stia diventando sempre più radicato. Leggi tutto

Hype Glass: mi è sembrato di vedere un nano

C’è una cosa alla quale proprio non posso resistere: le proposte stuzzicanti e le iniziative carine, un po’ diverse dal solito. Immaginate quindi cosa succede se una persona mi scrive per propormi un pranzo… col nano. Mi spiego meglio: Alessandra Pepe, amica e collega che stimo fortemente, è stata scelta da Hype Glass per partecipare all’evento “Adotta un nano” e lei, a sua volta, ha selezionato alcuni blogger (tra i quali me, grazie). Alessandra e il suo nano preferito (Brontolo!) hanno partecipato a uno shooting: il fotografo Claudio Amadei li ha seguiti per un giorno e noi blogger li abbiamo raggiunti per pranzo, aiutando Alessandra “a tenere a bada il nano”, come ha scritto lei. Ci siamo molto divertiti, ebbene sì, e ci siamo anche un po’ presi in giro, con molta ironia: ripeto, queste sono le cose che piacciono a me.

Vi state chiedendo perché un nano? Seguitemi e vi racconto tutto.

Contrariamente a quanto alcuni potrebbero pensare, dico diversi no ogni giorno, per svariati motivi: per esempio, può dipendere dal fatto che il brand in questione non offra il contenuto che vado cercando in ogni cosa, oppure perché sono io che non potrei offrire loro il giusto posizionamento. Ovviamente, i miei non sono giudizi ma solo opinioni: visto, però, che questo è il mio blog, automaticamente diventa il criterio di scelta. Quando Alessandra mi ha fatto la proposta, sono andata a fare un giro in rete e ho trovato informazioni che hanno fatto sì che Hype Glass mi diventasse subito simpatico. Leggi tutto

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