Palazzo Morando a Milano ospita la mostra Settecento! tra storia e moda

Meglio tardi che mai – recita un noto detto.

E allora sono ancora in tempo per condividere con voi, amici cari, il racconto di un’esperienza vissuta lo scorso 30 dicembre (ho confessato di essere in ritardo!): si tratta della visita alla mostra Settecento! ospitata da Palazzo Morando Costume Moda Immagine fino al 29 maggio.

Tre abiti femminili del Settecento, conservati pressoché intatti, sono i protagonisti dell’esposizione: i capi vengono presentati al pubblico per la prima volta in una mostra che illustra, da un lato, diversi aspetti dell’abbigliamento del XVIII secolo e, dall’altro, l’influenza del Settecento sull’abbigliamento contemporaneo – ed è questo l’aspetto che trovo particolarmente interessante.

Il percorso narrativo parte da questi tre abiti e li mette in dialogo con capi, tessuti e accessori dello stesso periodo. Leggi tutto

Il mito di Wonder Woman è in mostra a Milano

Tra la fine degli Anni Settanta e i primissimi Anni Ottanta andò in onda anche in Italia Wonder Woman.

Io ero davvero piccola piccola e della serie TV mi colpiva pertanto ciò che poteva essere colto da una bambina, ovvero gli aspetti più immediati e superficiali: la bellezza, la simpatia e la bravura di Lynda Carter alias Diana Prince / Wonder Woman, i colori vivaci delle immagini, la sigla, gli effetti speciali, i superpoteri dell’eroina che a me appariva un po’ come una Barbie mora in carne e ossa.

Di sicuro all’epoca sapevo poco – anzi niente – di women empowerment, di quanto fosse successo negli Anni Sessanta e Settanta sul fronte di lotte femministe e conquiste verso l’emancipazione né di ciò che si preannunciava per gli Anni Ottanta tra power suits (ovvero il tailleur pantalone per le nuove donne in carriera, spalline, anzi, spallone incluse) e il culto del corpo e della forma fisica a partire dall’aerobica praticata con look coloratissimi.

In seguito scoprii i fumetti della DC Comics inclusi quelli dai quali la serie TV aveva tratto ispirazione: non ero più piccola e iniziai a comprendere quanti piani interpretativi e quante sfumature ci fossero dietro l’eroina che aveva affascinato la bambina, iniziai a cogliere gli argomenti che oggi mi appassionano profondamente, che mi infiammano e che sono continua materia di studio nella quale coinvolgo anche i ragazzi delle mie classi. Leggi tutto

Le gemme in Dante, l’omaggio che mancava va in mostra a Casalmaggiore

Ricevo e volentieri condivido – È stata inaugurata lo scorso venerdì 24 settembre Dolce color d’orïental zaffiro – Le gemme in Dante e nei bijoux americani, una mostra a cura di Maria Teresa Cannizzaro e Fiorella Operto presso il Museo del Bijou di Casalmaggiore (CR).

Quando a scuola si studia Dante Alighieri, nato a Firenze nel 1265 e morto a Ravenna nel 1321, non siamo forse in grado di apprezzare fino in fondo la magnificenza di un poeta che tutto il mondo ha ammirato e ammira, colui che insieme a Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio compone le tre Corone Fiorentine ed è considerato un pilastro della lingua italiana; eppure, quasi chiunque ricorda a memoria, anche a distanza di tanti anni, almeno qualche terzina della sua opera più famosa, il poema la Divina Commedia.

Le celebrazioni che ricorrono quest’anno in occasione dei 700 anni dalla morte del poeta hanno toccato le più erudite e approfondite declinazioni possibili in un tributo più che doveroso: si aggiunge ora un tassello – prezioso, è proprio il caso di dirlo – grazie appunto al Museo del Bijou.

È così che le gemme citate in diversi passaggi della Divina Commedia prendono vita nei più iconici e originali bijou americani dagli Anni Quaranta ai Settanta, firmati da nomi prestigiosi quali Kenneth Jay Lane, Miriam Haskell, Pell, Trifari, Krementz: ne è nato un racconto inedito e un curioso incrocio tra i gioielli e i versi di Inferno, Purgatorio e Paradiso. Leggi tutto

SOCIOCROMIE, in mostra a Milano 100 anni in 25 colori

Ricevo e volentieri condivido – Da mercoledì 8 settembre a domenica 14 novembre, il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano ospita SOCIOCROMIE, mostra curata dall’architetto e designer Giulio Ceppi e dedicata al valore storico e sociale del colore.

Il concept si basa sull’idea che, attraverso specifiche cromie, è possibile evocare un concetto universalmente riconosciuto in quanto il colore è una dimensione fortemente radicata nell’immaginario collettivo ed è presente con numerose espressioni idiomatiche nel linguaggio.

La mostra evidenzia – nell’ambito del XX secolo e l’inizio del XXI – momenti di valore storico e sociale (legati alla politica, agli eventi sportivi, alle innovazioni tecniche) che ricorrono al colore quale espressione connotante: da ciò deriva la denominazione SOCIOCROMIE – neologismo ideato da Giulio Ceppi – che si riferisce a un fatto noto a tutti ed espresso attraverso l’uso di una determinata tonalità con una natura metaforica.

L’allestimento presenta una successione cronologica di 25 tavole sinottiche ognuna riproducente un singolo concetto, l’anno in cui il concetto è emerso e un colore, descritto tecnicamente e inquadrato storicamente con riflessioni di carattere complessivo e d’insieme. Leggi tutto

Nairy Baghramian Misfits alla GAM con attività e visite per adulti e bambini

Ricevo e volentieri condivido – La mostra Nairy Baghramian Misfits è aperta alla GAM Galleria d’Arte Moderna di Milano fino al 26/09: dal 29/08 riprende il ricco programma di visite guidate per adulti e attività didattiche per bambini e famiglie. Nairy Baghramian è un’artista visiva nata in Iran: classe 1971, nel 1984 si è trasferita a Berlino dove attualmente vive e lavora.

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Resta aperta fino al 26 settembre 2021 la mostra Misfits, la prima personale in una istituzione italiana dell’artista Nairy Baghramian. Promossa da Fondazione Furla nell’ambito del programma Furla Series e da GAM Galleria d’Arte Moderna di Milano, la mostra abita sia lo spazio interno sia quello esterno al museo, con un percorso espositivo che parte dagli ambienti al piano terra e prosegue sulla terrazza adiacente che si affaccia sullo splendido giardino di Villa Reale.

A partire dal 29 agosto riprenderà il ricco programma con tutta una serie di attività gratuite (incluse nel prezzo del biglietto di ingresso, intero 5 euro / ridotto 3 euro): Imperfetto naturale, un laboratorio creativo che guida alla scoperta della bellezza dell’imperfezione, nella natura come nell’arte, a partire dalle narrazioni suggerite dalle opere in mostra; Macchie senza macchia (e senza paura), una passeggiata tra le opere di Baghramian e gli spazi del parco che dà lo spunto per sperimentare con acquerelli e materiali di riciclo i possibili “incastri” tra le forme dell’arte e della natura; Natura imperfetta, una caccia al tesoro botanica che cerca di risolvere, tra piante “perfette” e foglie “imperfette”, l’enigma che le sculture in mostra pongono. Leggi tutto

Il Museo della Scienza di Milano presenta Collezioni di Studio

Ho sempre amato i film di avventura e devo dire che lunedì, quando sono stata al Museo Scienza e Tecnologia di Milano per l’anteprima stampa del nuovo progetto Collezioni di Studio, mi sono subito venute in mente un paio di situazioni tipiche proprio di tale genere cinematografico.

Avete presente la pellicola Una notte al museo in cui il protagonista scopre che, durante la chiusura notturna, ogni cosa all’interno del museo si anima e prende vita, dagli animali impagliati alle statue passando per lo scheletro del Tyrannosaurus rex? Ecco, prendetemi per svitata ma ho sempre sognato di poter vivere un’avventura simile…

E avete presente la scena di uno dei film del ciclo di Indiana Jones, quella in cui l’archeologo si ritrova in uno sconfinato deposito con casse colme di tesori indebitamente accumulati dai nazisti? È un tipo di immaginario – quello del deposito segreto colmo di importanti reperti e opere frutto dell’ingegno umano – che appartiene in realtà a tutto un filone non solo cinematografico ma anche letterario, poiché le vestigia del proprio passato hanno sempre intrigato l’essere umano e non solo oggi, ma già in epoche remote.

Se lunedì ho pensato a questo tipo di situazioni non è certo perché io sia rimasta chiusa nottetempo al museo (purtroppo no…) né perché ci siano nazisti dai quali salvare importanti reperti, ma piuttosto perché proprio quell’immaginario e quell’attrazione verso il nostro passato sono alla base del nuovo, bellissimo progetto che spinge il museo che tanto amo ad aprire i propri depositi al pubblico. Leggi tutto

Tutti per il Museo per Tutti, 1° campagna di fundraising del Museo da Vinci

È un luogo di cui ho parlato spesso perché è uno dei miei preferiti – e non solo a Milano: mi riferisco al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci.

Lo amo particolarmente poiché è un’istituzione storica e, allo stesso tempo, straordinariamente contemporanea: chi lo amministra è riuscito a farne un museo prestigioso ma vicino alle persone (non spocchioso, insomma), un museo capace di raccontare scienza, tecnologia, industria e molto altro ancora senza preconcetti e senza barriere.

Come ho già narrato in altri post, il Museo da Vinci vide la luce nel lontano 1953 grazie a un gruppo di industriali lombardi guidati dall’ingegner Guido Ucelli di Nemi: l’idea di quest’ultimo era quella di dotare l’Italia, al pari degli altri grandi Paesi europei, di un museo che raccontasse il «divenire del mondo» a partire da un’idea di unità della cultura.

Questa idea di dialogo senza barriere tra cultura umanistico-artistica e cultura tecnico-scientifica ispira ancora oggi le scelte e il piano strategico di sviluppo dell’istituzione meneghina e rappresenta uno dei motivi alla base del mio amore.

Il nome di Leonardo da Vinci accompagna il Museo fin dalla sua inaugurazione e calza a pennello: Leonardo è il miglior simbolo di quel dialogo e di quella continuità tra i due lati della cultura, espressioni differenti quanto complementari della creatività umana, fortemente presenti nella vita e nell’operato del celeberrimo genio del Rinascimento. Leggi tutto

Il mio letto è un giardino – il Mudec di Milano riparte così

Non può esserci sviluppo economico, sociale e conseguentemente democratico senza cultura, senza una solida base di conoscenza, di sapere, di istruzione.

Ne sono profondamente convinta e chi mi conosce sarà forse stanco di sentirmelo ripetere da anni.
Eppure, non riesco a smettere di sottolinearlo, di fare la mia parte (piccola, microscopica) affinché questo concetto fondamentale diventi condiviso, affinché non si creino malintesi in un frangente complesso come questo: non vi è antitesi tra cultura e sviluppo economico, anzi, la prima è presupposto fondamentale affinché il secondo possa verificarsi.
L’ignoranza genera buio e superstizione, genera false credenze e pregiudizi, fa sì che non si cresca né si progredisca; al contrario, conoscenza, sapere e istruzione ci rendono liberi e ci permettono di crescere, di migliorarci, di emanciparci, di aspirare a condizioni di vita migliori.

Per tutti questi motivi sono felice di dare spazio ancora una volta a un’iniziativa del MUDEC, il Museo milanese che tanto fa per promuovere quella conoscenza che crea coesione, che ci permette di essere liberi, che ci permette di guardare agli altri non con paura bensì con curiosità e interesse per diventare più ricchi, spiritualmente e intellettualmente.

Il MUDEC – Museo delle Culture di Milano presenta il primo approfondimento dopo il lockdown dettato dall’emergenza COVID-19: si tratta della mostra intitolata ‘Il mio letto è un giardino – Mi cama es un jardín. I tessuti delle donne del monte quichua (Santiago del Estero, Argentina)’. Leggi tutto

Prorogata fino al 25/10 la mostra sui costumi di Pinocchio ospitata a Prato

La mostra Pinocchio nei costumi di Massimo Cantini Parrini (foto Marco Badiani – courtesy of press office)

Alzi la mano chi conosce Pinocchio.
Anche se non posso purtroppo vedervi, cari amici, immagino una moltitudine di mani alzate.

Le avventure di Pinocchio – Storia di un burattino è il romanzo scritto da Carlo Collodi, pseudonimo del giornalista e scrittore fiorentino Carlo Lorenzini.
La prima metà apparve originariamente a puntate tra il 1881 e il 1882, completata poi nel libro uscito nel febbraio 1883.
Come tutti sanno, il romanzo racconta le esperienze di Pinocchio, marionetta animata scolpita da Mastro Geppetto: molto più di un semplice burattino, Pinocchio è diventato una vera e propria icona universale nonché una metafora della condizione umana.
Il libro – che si presta a una pluralità di interpretazioni – è considerato un capolavoro mondiale: ha ispirato centinaia di edizioni e traduzioni in innumerevoli lingue, ha dato vita a trasposizioni teatrali, televisive e perfino in cartoni animati e ha reso universali e proverbiali immagini metaforiche come quella del naso lungo del bugiardo.

È proprio per l’universalità e per il valore della figura di Pinocchio che sono molto felice di ospitare oggi una bella notizia: il Museo del Tessuto di Prato ha deciso di prorogare fino al 25 ottobre 2020 la mostra Pinocchio nei costumi di Massimo Cantini Parrini dal film di Matteo Garrone.

«Ripartiamo adottando tutte le misure di sicurezza per assicurare la salute dei visitatori, come previsto dal Decreto del Governo. In questo periodo abbiamo continuato a essere in contatto con il nostro pubblico attraverso iniziative promosse grazie ai canali social e al web. Il consenso riscontrato da parte di tanti ragazzi ci ha fatto decidere di prolungare la mostra fino al 25 ottobre per permettere di soddisfare le tante richieste pervenute.»

Con queste parole di Francesco Marini, Presidente della Fondazione Museo del Tessuto, riferite naturalmente alle misure di contenimento COVID-19, introduco la mostra che presenta i costumi realizzati per il film Pinocchio del regista Matteo Garrone da Massimo Cantini Parrini, pluripremiato costumista cinematografico. Leggi tutto

Belle scoperte che amo condividere: il Museo dell’Arte della Lana di Stia

Dalla pagina Facebook del Museo dell’Arte della Lana di Stia (AR)

Mi sto appasssionando sempre più a un fenomeno che reputo molto interessante: quello dei musei d’impresa.

Che cosa si intende con questa espressione?

Prima di tutto, va sottolineato che essa mette insieme due realtà – il museo e l’impresa – che, finora, sono stati comprensibilmente distanti nell’immaginario comune: si tratta di rendere disponibili e accessibili a tutti archivi, documenti, materiali, oggetti, prodotti, macchinari che raccontano la storia dell’impresa e dei suoi protagonisti.

Forti della loro storia, tante imprese italiane (grandi, medie e piccole) stanno decidendo di investire nella valorizzazione del proprio patrimonio industriale, mettendolo a disposizione della collettività e andando a costruire un ponte sospeso tra passato e futuro, un ponte che unisce persone, lavoro, cultura, tradizione e innovazione.

Molti musei di impresa ruotano attorno al Novecento, un passato che è già storia ma storia recente, tanto che la memoria si salda all’esperienza viva e, spesso, alla viva testimonianza di persone ancora presenti.

Ho avuto l’opportunità di scoprirne e visitarne due e, per entrambi, ho condiviso la mia esperienza attraverso il blog: mi riferisco alla splendida Galleria Campari di Milano (precisamente di Sesto San Giovanni) e a un luogo incantevole che si chiama Petit Écho de la Mode e si trova a Châtelaudren, cittadina situata nel dipartimento della Côtes-d’Armor in Bretagna, Francia.

Nata nel 2010 grazie al progetto di riqualificazione dello stabilimento storico originario, la Galleria Campari è un museo aziendale, interattivo e multimediale, che ospita mostre e iniziative volte a esplorare le diverse intersezioni tra il marchio Campari e ambiti quali l’arte, il design e la moda: vi sono stata varia volte e ne ho parlato qui, a proposito di una mostra, e qui, a proposito della proiezione di un film-documentario.

Inaugurato nel 2015, Le Petit Écho de la Mode era un tempo la sede dell’omonimo giornale: grazie a un’opera di ristrutturazione molto intelligente e molto ben condotta, è oggi un centro culturale polivalente che ruota attorno alla storia e alla tradizione di quella rivista. Ospita mostre ed eventi e consente la consultazione dell’archivio: l’ho visitato lo scorso agosto in occasione di un viaggio in Bretagna e ho condiviso tutti i dettagli qui.

Nell’ottica di due mie grandi passioni (quella per la condivisione di tutto ciò che profuma di bellezza e cultura e quella per il mio Paese, l’Italia), desidero oggi condividere la scoperta di un altro bellissimo museo d’impresa: lo scorso novembre, grazie a una cara amica di nome Loredana, ho potuto visitare il Museo dell’Arte della Lana situato nel complesso del Lanificio di Stia, in Casentino.

Il Casentino è per me una delle zone più belle della Toscana: è una delle quattro vallate principali della provincia di Arezzo ed è quella in cui scorre il primo tratto del fiume Arno. Leggi tutto

Le Nuove Gallerie Leonardo al Museo Scienza e Tecnologia da Vinci di Milano

Da martedì 10 dicembre, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano ha aperto al pubblico le Nuove Gallerie Leonardo, la più grande esposizione permanente al mondo dedicata a Leonardo da Vinci ingegnere, umanista e indagatore della natura.

Nell’anno delle celebrazioni per il V centenario della morte di Leonardo, dopo oltre quattro anni di intenso lavoro, il Museo presenta il progetto che rivoluziona la storica Galleria con cui inaugurò la propria vita e la propria storia nel 1953.

Sotto l’egida del Comitato Nazionale per le Celebrazioni 2019 e del Comitato Territoriale di Milano e della Lombardia, le Nuove Gallerie Leonardo godono della curatela di Claudio Giorgione (curatore Leonardo – Arte & Scienza del Museo), si avvalgono della collaborazione scientifica di Pietro Marani (Professore di Storia dell’Arte Moderna del Politecnico di Milano) e vantano il sostegno culturale di quattro prestigiose istituzioni: i Musei Reali di Torino, la Soprintendenza Castello di Milano – Musei Archeologici e Musei Storici di Milano, l’Institut de France, il Royal Collection Trust.

L’esposizione presenta la figura di Leonardo da Vinci sottolineandone i tratti realmente unici, in un serrato confronto con i suoi contemporanei: emerge così la reale grandezza del suo pensiero che è quello di un eccezionale uomo del suo tempo.

«Leonardo da Vinci, cui è intitolato il nostro Museo, è una icona, simbolo di curiosità e conoscenza multidisciplinare e interdisciplinare, di attenzione a soggetti specifici e principi globali, anche per questo testimone assoluto di contemporaneità – racconta Fiorenzo Galli, Direttore Generale del Museo – e dunque le Nuove Gallerie Leonardo segnano un momento importante nella storia della nostra istituzione, un progetto ambizioso che per il suo valore culturale, la sua ampiezza e l’investimento economico rientra nelle maggiori realizzazioni delle celebrazioni 2019 a livello internazionale. A oggi è infatti la più grande esposizione permanente dedicata a Leonardo, un traguardo di cui siamo particolarmente orgogliosi anche per il particolare e positivo connubio con i nostri partner pubblici e privati.» Leggi tutto

Van Cleef & Arpels, il tempo, la natura, l’amore: la mostra-evento a Milano

«Stupóre s. m. [dal lat. stupor -oris, der. di stupēre «stupire»]. – 1. Forte sensazione di meraviglia e sorpresa, tale da togliere quasi la capacità di parlare e di agire.»

Questa è la definizione che si trova se si va a cercare il sostantivo stupore nel vocabolario Treccani.

Ma se non vi accontentate di ciò, se volete sentire vibrare in voi il senso più profondo di questa parola… beh, allora mi permetto di offrire un piccolo suggerimento: fino al 23 febbraio 2020, stupore, meraviglia, emozione, bellezza, maestria albergano in unico luogo a Milano e precisamente a Palazzo Reale che ospita la mostra “Van Cleef & Arpels – il tempo, la natura, l’amore” curata da Alba Cappellieri.

Allestita nell’Appartamento dei Principi e nelle Sale degli Arazzi della reggia milanese, la mostra è a ingresso gratuito e questo è un dato che tengo a sottolineare immediatamente poiché trovo meraviglioso che un evento così importante e significativo sia offerto a costo zero a tutti coloro che ne vogliano godere: dischiudere bellezza e cultura senza pretendere soldi in cambio… questa è reale condivisione, apertura, accessibilità! Leggi tutto

Il Mudec di Milano ospita la (splendida) mostra ‘Elliott Erwitt – Family’

Avere l’opportunità di ascoltare grandi uomini e grandi professionisti: credo sia una delle esperienze migliori delle quali si possa godere ed è ciò che ho pensato martedì 15 ottobre mentre ascoltavo – con immensa emozione – Elliott Erwitt, grandissimo fotografo e autentica icona.

Ma voglio procedere con ordine, senza far prevalere l’emozione.

Se ho avuto l’opportunità di ascoltare Erwitt è perché il Mudec ovvero il Museo delle Culture di Milano (e in particolare Mudec Photo, la sezione fotografica) ospita per l’autunno 2019 il lavoro – lungo una vita – di questo straordinario artista che ha fatto la storia fotografica del XX e XXI secolo.

La mostra ‘Elliott Erwitt – Family’ presenta 60 scatti che per il grande fotografo americano (91enne, classe 1928) meglio rappresentano le sfaccettature di un concetto oggi più che mai impossibile da racchiudere in definizioni troppo strette – quello della famiglia.

La raccolta fotografica (selezionata dallo stesso Erwitt e da Biba Giacchetti, bravissima curatrice) alterna immagini ironiche a spaccati sociali, matrimoni nudisti, famiglie allargate o molto singolari, metafore e finali ‘aperti’ a discrezione di chi osserva.

La mostra è aperta al pubblico dal 16 ottobre 2019 al 15 marzo 2020 (AGGIORNAMENTO 14/02/2020 – PROROGATA FINO AL 29/03/2020) ed è promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE (che ne e anche il produttore) in collaborazione con Sudest57. Vede inoltre il contributo di Lavazza – main sponsor dello spazio Mudec Photo – sposandone in pieno l’impegno nel mondo della fotografia portata avanti fin dal 1993 attraverso il Calendario Lavazza, progetto grazie al quale la notissima azienda racconta storie e descrive una società sempre più globale prendendo in prestito gli occhi e lo sguardo dei più grandi maestri contemporanei dell’arte della fotografia. Leggi tutto

Io, Leonardo: perché il nuovo film d’arte mi è tanto piaciuto

Tra i tanti luoghi di Milano – la mia città – ai quali sono particolarmente affezionata c’è sicuramente il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci.

Uno dei motivi per i quali sono tanto affezionata a questo luogo è proprio il fatto che onora la memoria, il lavoro e il genio di Leonardo.

In aggiunta alle varie mostre e iniziative del passato e in corso (a proposito, se non avete ancora visitato la mostra ‘Leonardo da Vinci Parade’ della quale ho parlato qui avete ancora tempo fino al 27 ottobre), pochi giorni fa ho avuto l’opportunità di vivere una nuova e preziosa esperienza sempre grazie al Museo da Vinci: sono stata invitata all’anteprima stampa del film ‘Io, Leonardo’, produzione originale di Sky con Progetto Immagine in arrivo nelle sale cinematografiche italiane da mercoledì 2 ottobre distribuito da Lucky Red.

In occasione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci (1519-2019), Sky, Progetto Immagine e Lucky Red portano sul grande schermo la sua vita e il suo ingegno grazie a un film d’arte (e non un documentario) decisamente non convenzionale che racconta l’uomo, il pittore, lo scienziato e l’inventore con uno sguardo lontano dagli stereotipi.

Protagonista assoluta del film è la mente di Leonardo, uno spazio che da astratto diventa quasi concreto permettendo a noi spettatori di assistere alla rievocazione dei momenti più significativi della sua esistenza, un luogo dove natura e interni convivono e il suo genio prende vita. Leggi tutto

Belle (ri)scoperte che amo condividere: Musée Christian Dior a Granville

Durante il mese di agosto, in occasione delle vacanze, sono tornata in Bretagna e Normandia, due regioni francesi che amo immensamente e che, anche stavolta, sono state molto generose nei miei confronti regalandomi moltissimi spunti quanto a bellezza, conoscenza e cultura.

Attraverso un post recente ho condiviso la scoperta di un posto splendido che si chiama Petit Écho de la Mode e che si trova a Châtelaudren, cittadina situata nel dipartimento della Côtes-d’Armor in Bretagna: un tempo era la sede di un giornale dal titolo omonimo e oggi, grazie a un’opera di ristrutturazione molto intelligente e molto ben condotta, è un centro culturale polivalente che ruota attorno alla storia e alla tradizione di quella rivista.

Stavolta, desidero condividere la scoperta – o meglio la riscoperta – di un altro luogo di grande ispirazione in Normandia: si tratta della casa di infanzia di uno dei più grandi couturier di tutti i tempi e che ospita ora un museo proprio a lui dedicato.

Mi riferisco a Christian Dior che nacque a Granville il 21 gennaio 1905: la villa di famiglia in cui Monsieur Dior ha trascorso anni felici ospita oggi un museo nel quale io non tornavo dal 2012 e che quest’anno ho voluto nuovamente visitare.

Granville si affaccia sullo splendido golfo di Saint-Malo: la villa in cui si trova il Musée Christian Dior è costruita sul promontorio roccioso, con una vista mozzafiato, ed è circondata da un giardino incantevole.
È sempre bello tornare in questo luogo colmo di grazia e di pace: stagione dopo stagione, ospita tra l’altro mostre sempre diverse e che mirano a tenere costantemente vivo il ricordo nonché la straordinaria eredità del grande couturier. Leggi tutto

Belle scoperte che amo condividere: Le Petit Écho de la Mode

Come a tutti (credo), capita anche a me di vedermi affibbiare nomignoli e soprannomi vari.
Tempo fa, qualcuno ha fatto un paragone tra me e un “cane da tartufo” e devo dire che l’ho trovato particolarmente simpatico, divertente e calzante.
In effetti, con un cane da tartufo ho in comune pazienza, scrupolosità e perseveranza; la differenza pratica è che, al posto di preziosi, profumati e succulenti tuberi bianchi e neri, io cerco cose belle e buone tra vari ambiti che comprendono moda e arte, senza confini né paletti né pregiudizi. E spero quindi di avere anche lo stesso fiuto di un cane da tartufo.
Questo paragone mi piace, insomma, perché racconta la caratteristica che di me preferisco, quella di piccola ricercatrice del bello, di ostinata cultrice di tutto ciò che profuma di crescita, miglioramento e positività.

Credo pertanto che per far ripartire il blog dopo le vacanze non esista miglior modo del condividere una scoperta fatta durante le mie rigeneranti vacanze e di condividerla con tutti voi, miei carissimi amici che mi fate il dono e l’onore di leggere queste pagine virtuali.

Durante il mese di agosto, sono tornata in Bretagna e Normandia, due regioni francesi che amo immensamente e che, anche stavolta, sono state molto generose nei miei confronti regalandomi moltissimi spunti quanto a bellezza, conoscenza e cultura: in particolare, desidero condividere con voi la scoperta di un posto splendido che si chiama Petit Écho de la Mode.

Si trova a Châtelaudren, cittadina situata nel dipartimento della Côtes-d’Armor in Bretagna, e un tempo era la sede di un giornale dal titolo omonimo: oggi, grazie a un’opera di ristrutturazione molto intelligente e molto ben condotta, è un centro culturale polivalente che ruota attorno alla storia e alla tradizione di quella rivista. Leggi tutto

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