Nuovo Istituto Design: quando l’autoritratto diventa utile
Tempo fa, avevo dedicato qualche parola al fenomeno dei selfie, “fotografie fatte a sé stessi, solitamente scattate con uno smartphone o una webcam e poi condivise sui social network”: è questa la definizione dell’autorevole Oxford English Dictionary per descrivere il tormentone mediatico degli ultimi anni, ovvero l’autoritratto ai tempi di Facebook, Instagram e Twitter. La moda è ormai così diffusa da aver convinto i redattori del dizionario circa il fatto che selfie sia stata la parola più utilizzata nel 2013, tanto da nominarla Oxford Dictionaries Word of Year.
Sociologi, psicologi, massmediologi e altri esperti si sono lanciati in studi e interpretazioni del fenomeno selfie, bollandolo come tipico dei nostri tempi e figlio della smania di avere quei 15 minuti di celebrità dei quali parlava anche Andy Warhol: secondo gli studiosi, insomma, siamo tutti un po’ disturbati o – nella migliore delle ipotesi – ammalati di protagonismo. Sinceramente, non adotterei la stessa severità: sarà che i selfie ogni tanto me li sparo anch’io, ma non ci vedo dietro motivazioni tanto gravi. Secondo me, c’è la tendenza a dare ragioni troppo profonde anche per cose che, alla fine, sono piuttosto innocue o insignificanti. Non capisco questo bisogno di fornire spiegazioni assolutiste e di individuare segni di un fenomeno per forza preoccupante: un po’ di leggerezza, un sorriso, suvvia! Anche perché più si dà enfasi a una cosa e più questa in effetti diventa gigante. Leggi tutto