Van Cleef & Arpels, il tempo, la natura, l’amore: la mostra-evento a Milano

«Stupóre s. m. [dal lat. stupor -oris, der. di stupēre «stupire»]. – 1. Forte sensazione di meraviglia e sorpresa, tale da togliere quasi la capacità di parlare e di agire.»

Questa è la definizione che si trova se si va a cercare il sostantivo stupore nel vocabolario Treccani.

Ma se non vi accontentate di ciò, se volete sentire vibrare in voi il senso più profondo di questa parola… beh, allora mi permetto di offrire un piccolo suggerimento: fino al 23 febbraio 2020, stupore, meraviglia, emozione, bellezza, maestria albergano in unico luogo a Milano e precisamente a Palazzo Reale che ospita la mostra “Van Cleef & Arpels – il tempo, la natura, l’amore” curata da Alba Cappellieri.

Allestita nell’Appartamento dei Principi e nelle Sale degli Arazzi della reggia milanese, la mostra è a ingresso gratuito e questo è un dato che tengo a sottolineare immediatamente poiché trovo meraviglioso che un evento così importante e significativo sia offerto a costo zero a tutti coloro che ne vogliano godere: dischiudere bellezza e cultura senza pretendere soldi in cambio… questa è reale condivisione, apertura, accessibilità! Leggi tutto

Alba Cappellieri e i gioielli dall’Art Nouveau al 3D printing

La passione per la lettura mi ha sempre caratterizzata, fin da piccina, e credo sia perché mi ha costantemente permesso di saziare la mia immensa curiosità, peraltro temporaneamente e mai definitivamente. Fino al libro successivo, insomma.

Scherzando, mia mamma racconta di non sapere se da bambina le costassi più in libri oppure in cibo, altra grande passione per la sottoscritta: ricordo quando, preoccupata per il ritmo con il quale doveva acquistare nuovi volumi, mi iscrisse prima alla biblioteca di zona e poi alla splendida Sormani, sede principale del sistema bibliotecario milanese. Ricordo altrettanto bene l’impressione che mi faceva quel luogo così storico e per me un po’ magico.

So anche per certo che è stata la lettura a peggiorare la mia miopia già congenita: sempre da bambina, infatti, avevo la pessima abitudine di leggere in condizioni di luce spesso sfavorevoli, ovunque mi trovassi e qualsiasi fosse il pezzo di carta stampato.
Più di una volta, mamma mi beccò a leggere perfino i fogli di vecchi quotidiani che lei stendeva sul tappeto della cucina per proteggere il pavimento le rare volte in cui friggeva…

Naturalmente, è stata la lettura a influenzare ciò che faccio ora e a consolidare l’amore per la comunicazione.
Leggere non è solo una passione ma è anche parte integrante e fondamentale del mio lavoro: spesso, oggi, devo optare per gli strumenti digitali (web, supporti elettronici, formati pdf e quant’altro) ma, ovviamente, la carta è rimasta la mia preferita. Aprire un quotidiano appena acquistato piuttosto che un libro intonso e tuffarvi il naso resta per me uno tra i piaceri più grandi che esistano.
Ho smesso, invece (per fortuna!), di leggere i quotidiani stesi in terra…

Devo dire che, tra lavoro e svago, raramente mi capita di fare letture che risultino in contemporanea piacevoli, interessanti e istruttive quanto riescono a esserlo i libri di Alba Cappellieri, illustre professore ordinario di Design del Gioiello e dell’Accessorio Moda al Politecnico di Milano.

Seguo ormai da tempo e con attenzione il suo lavoro (qui il mio post più recente) perché Alba – mi permetto di chiamarla per nome – soddisfa in aggiunta un altro mio appetito infinito: quello per il mondo del gioiello e delle sue molteplici sfaccettature e declinazioni e sono dunque felice di annunciare l’uscita della sua nuova fatica letteraria intitolata Gioielli dall’Art Nouveau al 3D Printing.

Il volume propone uno straordinario repertorio di gioielli, orafi e grandi maison internazionali che, a partire dagli inizi del Novecento a oggi, hanno interpretato le evoluzioni del gusto in forme preziose.
Propone dunque un viaggio senza confini, dalla Francia all’Asia, dagli Stati Uniti all’Italia, dall’Inghilterra alla Germania, dall’Olanda ai paesi del Nord e si va dai capolavori dell’Art Nouveau di Lalique, Vever e Fouquet all’eleganza dell’Art Déco con le meraviglie di Cartier, Boucheron, Tiffany, Mario Buccellati e Fabergé; dalle invenzioni di Van Cleef & Arpels (maison della quale ho parlato spesso come qui e qui nei post più recenti) e di Bulgari negli Anni Cinquanta alle avanguardie olandesi e al gioiello d’artista degli Anni Sessanta per arrivare, infine, alle proposte dei designer e degli stilisti della contemporaneità.
Esattamente come io stessa sono passata dall’analogico al digitale (dal libro in carta al web), parallelamente il nuovo millennio è rappresentato nel volume dall’introduzione della manifattura digitale come la stampa 3D e le tecnologie indossabili (anche in questo caso, discorsi che mi sono cari e che sto pian piano affrontando anch’io, nel mio piccolo, ovviamente, come feci qui nel 2016): c’è spazio anche per i nuovi processi creativi, produttivi, distributivi e comunicativi (determinati dal modello open source, ovvero sorgente aperta, che si riferisce a tutte quelle tecnologie di cui i creatori favoriscono il libero studio, lo sviluppo, l’utilizzo), processi che stanno definendo gli scenari del gioiello del futuro.

Si tratta dunque di un approfondito saggio storico-critico che introduce un’eccezionale selezione di immagini (che è costata molto lavoro, come racconta la stessa Cappellieri), pensata come una galleria ideale dei capolavori dell’arte orafa dal XX secolo a oggi: le immagini sono accompagnate da un ricco glossario sulle tecniche e i materiali, tradizionali e innovativi.

Non pensate, però, a un volume noioso: ho usato il termine saggio perché è la definizione corretta ma – come dicevo in principio – Alba Cappellieri ha il dono (dono prezioso quanto raro) di rendere piacevolissimo e fruibilissimo anche un volume particolarmente ricco dal punto di vista dei contenuti storici e critici. E il libro risulta infatti bello sia da leggere sia da sfogliare.

Ho avuto il piacere di assistere alla (gremitissima!) conferenza che, giusto un paio di giorni fa, si è tenuta presso la Pinacoteca di Brera a Milano: in tale occasione, Alba Cappellieri ha presentato il libro dialogando anche con Gabriele Aprea (presidente di Chantecler e del Club degli Orafi ) e Vincenzo Castaldo (direttore creativo di Pomellato), in un tavolo moderato da Federica Frosini, direttore del magazine VO+.

Ho molto amato come il tavolo di discussione è stato condotto partendo dalla domanda di apertura di Alba Cappellieri: qual è la definizione di gioiello?
Le risposta non è univoca, naturalmente, e le definizioni possono essere diverse in base a chi risponde: per esempio, la definizione è sicuramente diversa tra uomo e donna, ma anche tra orafo e artista (interessante, in tal caso, come per quest’ultimo il corpo diventi perfino una superficie espositiva).
Ognuno di noi attribuisce al gioiello un significato diverso, un’accezione diversa, una declinazione diversa.
Per diversità di età, esigenze, professione, attitudine, interesse e per mille altri motivi ancora.

Gioielli dall’Art Nouveau al 3D Printing si propone come punto di incontro tra i diversi punti di vista, i diversi significati e i diversi mondi, senza pretesa di graduatorie o classifiche perché – come ben dice Alba Cappellieri – «è ora di ragionare per assonanza e non per divisioni».

Questo desiderio di unire e non dividere è per me un motivo più che sufficiente per acquistare il volume, un motivo che si aggiunge alla piacevolezza e alla preziosità evidenti dal primo istante.
Senza dimenticare che, com’è stato ricordato, il gioiello è anche gioco, fin dalla sua etimologia: il termine gioiello deriva infatti dal latino iocalis da iocus ovvero «scherzo, gioco».

Non potrei essere più d’accordo sulla dimensione anche ludica e gioiosa del gioiello e allora permettetemi di concludere con una battuta scherzosa: spero di non perdere qualche altra diottria tra le pagine scintillanti (e per me particolarmente golose) del tuo meraviglioso volume, cara Alba.

Manu

 

Gioielli dall’Art Nouveau al 3D Printing
2018, edizione italiana, inglese e francese
24 x 28 cm, 264 pagine, cartonato, Euro 60 (qui sul sito dell’editore Skira)
ISBN 978-88-572-3736-7 I, -3737-4 e ISBN 978-2-37074-091-5 F

Alba Cappellieri è professore ordinario di Design del Gioiello e dell’Accessorio Moda al Politecnico di Milano dove dirige i corsi di laurea triennale e magistrale in Design della Moda.
È direttore del corso di alto perfezionamento in Design del Gioiello, del Master internazionale in Accessory Design
e del Master in Fashion Direction – Brand & Product Management presso il Milano Fashion Institute.
Dal 2013 al 2016 ha insegnato Design for Innovation alla Stanford University.
È membro del Comitato Scientifico dell’École Van Cleef & Arpels a Parigi e della Fondazione Cologni a Milano.
Nel 2017 è stata nominata ambassador del Design Italiano per l’Italian Design Day a Osaka.
Dal 2014 è direttore del Museo del Gioiello in Basilica Palladiana a Vicenza.

Immagine in alto: la copertina del libro Gioielli dall’Art Nouveau al 3D Printing e pendente Sylvia pubblicato a pag. 73 (1900, Vever su disegno di Henri Vever, oro, smalti, agata, rubini, diamanti. Parigi, Musée des Arts Décoratifs, credito fotografico: © ADAGP, Paris 2018: Les Arts décoratifs, Paris. Photo Jean Tholance, All right reserved).

Il mio compleanno e la bellezza della gratitudine

E sono quattro.

Che cosa?

Con oggi, 26 novembre 2016, sono quattro i miei compleanni festeggiati attraverso A glittering woman, questo spazio web al quale tengo molto e che curo con grande passione, come se fosse una tenera piantina da fare crescere giorno dopo giorno.

Quindi, per prima cosa… tanti auguri a me 🙂 😆 🙂 😆

Sapete, riguardando i post degli anni passati, ho notato come ogni compleanno sia stato caratterizzato da un tema di fondo, da una sorta di leitmotiv.

Il primo anno è stato quello della gioia mista però a una vena di malinconia (lo stesso giorno è successo un fatto che mi ha rovinato la giornata); il secondo è stato invece l’anno della sindrome da pallina da flipper (quella che prende quando ci si sente un po’ sballottati come avviene, appunto, a una pallina intrappolata nel celebre gioco).

Il terzo, lo scorso, quello del 2015, è stato l’anno della teoria del kintsugi. Detta anche kintsukuroi, significa letteralmente riparare con l’oro ed è una pratica giapponese che consiste nel sistemare oggetti rotti attraverso l’uso di materiali preziosi: contiene – naturalmente – un messaggio intrinseco, ovvero che la vita consta non soltanto d’integrità, ma anche di rottura e che tale rottura va accolta come qualcosa che aggiunge bellezza.

Questo, invece, è solo e semplicemente l’anno della gratitudine. Leggi tutto

Bouton d’or, fior di gioielli in casa Van Cleef & Arpels

Ci risiamo, sono in piena fibrillazione primaverile: annuso l’aria come un animaletto che esca dalla tana dopo un lungo letargo e gioisco del più piccolo raggio di sole come un passerotto che riscaldi le piume dopo il freddo e grigio inverno.

E così, oggi desidero raccontarvi una storia che ha il profumo di questa stagione: tutto nasce con un fiore, il ranuncolo, uno dei miei preferiti. Prediligo i fiori eleganti ma allo stesso tempo semplici, non pretenziosi.

I ranuncoli provengono dall’Asia e la conoscenza di questa pianta è molto antica: i Greci la chiamavano batrachion che significa rana ed è stato Plinio, scrittore e naturalista latino, a informarci del perché di tale etimologia. Molte specie di questo genere prediligono le zone umide, ombrose e paludose, habitat naturale degli anfibi: da qui, ecco giungere il nome che è rimasto ancora oggi grazie alla riconferma da parte di Linneo, botanico e naturalista svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi.

Sapete qual è il corrispondente del nome ranuncolo in francese? Bouton d’or, letteralmente bottone d’oro. Poetico, vero? Ed evocativo, perché in effetti il ranuncolo assomiglia a un bottone di petali.

E non potrebbe esserci nome più adatto per una collezione della Maison di gioielleria Van Cleef & Arpels, gioielli che sembrano fatti proprio con tanti piccoli e preziosi bottoni d’oro.

Ciò che mi piace è che, come accade spesso in casa Van Cleef & Arpels, anche questi monili sono sospesi tra modernità e tradizione: l’estetica della collezione Bouton d’or trae infatti la sua origine da un motivo denominato “paillette” e che fece il suo ingresso negli archivi della Maison nel lontano 1939. Leggi tutto

Cartoline virtuali da Milano al tempo di Instagram / PARTE 4

A volte ritornano: capita con le persone, coi ricordi e perfino coi post. Come in questo caso.

Per la prima, la seconda e la terza puntata di questo post, occorre tornare rispettivamente al 30 luglio 2014, al 24 dicembre 2013 e al 30 dicembre 2014. È passato un po’ di tempo, dunque.

L’idea è nata da una riflessione: da ragazzina, soprattutto quando andavo alle medie, partivo per le vacanze estive con una lunga lista di indirizzi, lista che serviva a ricordarmi a chi dovessi mandare le cartoline. Guai a non mandarle e guai a non riceverle, era una sorta di rito.

A mio avviso, oggi è Instagram a svolgere in modo virtuale parte della funzione che avevano le cartoline: Instagram non serve forse a condividere, attraverso immagini e fotografie, ciò che ci piace, ciò che facciamo e i posti in cui andiamo? Le stesse cose che facevamo mandando una cartolina.

E così, visto che le cartoline – poverette – sembrano non andar più di moda, ho pensato di fare dei post raccogliendo le foto che scatto e poi pubblico su Instagram, soprattutto quelle che riguardano la città nella quale vivo: cartoline virtuali da Milano via Instagram. Leggi tutto

La primavera di Van Cleef & Arpels: nuova boutique e una mostra

Da sempre, ho la tendenza a dimenticare le cose brutte e a ricordare solo quelle belle.

Credo che questa memoria selettiva sia dovuta alla mia natura ottimista e che, conseguentemente, il mio subconscio faccia un’operazione ben precisa: tutelo me stessa e non spreco energie – e spazio di memoria – con la negatività. Privilegio la bellezza e riesco a far sbiadire le cose spiacevoli come se fossero vecchie fotografie: tengo gli insegnamenti, se ci sono stati, e cerco di liberarmi del resto e delle inutili zavorre.

Giorni fa, non ricordo nemmeno come, mi è tornato in mente un dolcissimo ricordo del periodo delle scuole elementari: non so se fosse una mania solo della mia maestra, ma la signora Gabriella Consolandi (mi ricordo il suo nome perfettamente) ci dava da fare i pensierini.

I pensierini erano piccole frasi molto semplici e infatti erano legati alle prime classi, credo fino alla terza. Costituivano spesso il compito che la maestra Gabriella ci dava da svolgere a casa: “per domani fate 10 pensierini sulla vostra famiglia”, ci diceva per esempio.

Non vi dirò nemmeno sotto tortura quanti anni sono passati da allora (accontentatevi di sapere che sono troppi, per i miei gusti), però, visto che è un ricordo molto tenero, oggi voglio cimentarmi in questo gioco e provare a mettere giù qualche pensierino. Leggi tutto

Caro Babbo Natale ti scrivo (così mi distraggo un po’)

Da giovanissima non avevo mezze misure né sfumature: con gli anni ho imparato che i punti di vista – soprattutto i propri – sono fatti per essere messi in discussione, rivisti e anche sovvertiti, se e quando è necessario.

Lo scorso anno, più o meno di questi tempi, avevo raccontato di non amare particolarmente le feste comandate con la conseguenza che non sono entusiasta all’idea di distribuire consigli per i regali, nello specifico per Natale.

Non ho cambiato idea sulle festività e continuo a pensare che tutto ciò che ho da dire sia già più o meno contenuto nel mio lavoro quotidiano e nei post che pubblico giorno dopo giorno qui sul blog, tuttavia, visto che mi sono arrivate diverse richieste, ho voluto mettermi in discussione e rivedere questo mio punto di vista almeno parzialmente, anche perché inizio a sentirmi un po’ come il malefico Grinch: quasi tutti sembrano essere presi dall’atmosfera natalizia che ormai si sta insinuando ovunque, quindi… che sia io la guastafeste? Leggi tutto

Perlée Couleurs, il fascino senza tempo delle pietre dure

Tutti abbiamo bisogno di momenti di tregua, di zone di conforto in cui ci sentiamo rassicurati, di porti sicuri nei quali percepiamo che nulla di male può accaderci. È un bisogno molto umano e a contare non è quanto questi attimi siano lunghi, bensì la loro qualità e l’energia che riescono a regalarci.

Ogni volta in cui mi invitano in Van Cleef & Arpels, riesco a godere di preziose gocce di serenità. Non importa dove dovrò correre dopo, non importa qual è il pensiero del giorno: per un po’, mi fermo, mi siedo e nutro il mio senso estetico con vera, autentica bellezza. Vivo la mia piccola favola da principessa scintillante, anzi, glittering.

In fondo, la maison è una favola a partire dalla sua stessa storia. Alla fine del XIX secolo, Estelle Arpels, figlia di un commerciante di pietre preziose, incontrò un ragazzo di nome Alfred Van Cleef, figlio di un intagliatore: fu l’inizio di una storia d’amore culminata nel 1895 col loro matrimonio.

I due sposi avevano molte cose in comune: entusiasmo giovanile, spirito pionieristico e una passione per le pietre preziose. Ispirati dal desiderio di creare qualcosa di duraturo insieme, decisero di fondare il marchio Van Cleef & Arpels: nel 1906 nacque la loro prima boutique in place Vendôme, a Parigi, di fronte al mitico Hotel Ritz.

Furono tra i primi gioiellieri ad aprire nella prestigiosa piazza e oggi, più di 100 anni dopo, l’amore tra Estelle e Alfred continua a essere onorato da una grande tradizione: il loro desiderio di creare qualcosa di eterno si è dunque avverato. Leggi tutto

Design Week ’14: Fairy Tales by Van Cleef & Arpels, sogno e poesia

Prima riflessione: chissà perché noi esseri umani sembriamo sentire l’esigenza di inscatolare ogni esperienza in generi e compartimenti a tenuta quasi stagna. Non so, forse lo troviamo rassicurante. Ma la bellezza ignora (per fortuna) questa nostra propensione e rifiuta di avere genere: sfugge a qualsiasi definizione, valica le linee di confine che tracciamo, mischia le carte unendo cose e persone apparentemente lontane.

Seconda riflessione: ci sono occasioni in cui c’è tempo per lasciare sedimentare le emozioni; ci sono altri frangenti in cui è necessario restituire subito ciò che si è vissuto allo scopo di permettere ad altri di godere a loro volta delle stesse emozioni.

Sono questi i due pensieri che ho fatto ieri sera mentre lasciavo l’inaugurazione della mostra intitolata Fairy Tales con la quale Van Cleef & Arpels festeggia la Design Week 2014 di Milano. Sento il bisogno di parlavi subito di questa mostra perché è bellissima e perché è in corso fino a domenica 13 aprile: spero dunque possiate visitarla a vostra volta presso la boutique di via Pietro Verri 10 tutti i giorni dalle 10:30 alle 19:00. L’ingresso è libero. Leggi tutto

Collezione Cosmos by Van Cleef & Arpels: a very glittering spring

Sentite anche voi la primavera che aleggia da qualche giorno nell’aria?

Io sì, tantissimo: noto che si fa largo ovunque e a Milano fa capolino qua e là in mezzo a cemento e asfalto.
Ovunque ci sia un’aiuola, è subito un’esplosione di colori: alberi e cespugli sono carichi di boccioli.

Lo ammetto, tiro un sospiro di sollievo nel vedere tutto ciò, non ho mai fatto mistero della mia cortese antipatia verso l’inverno, ma evidentemente non sono l’unica a sentire gli influssi positivi della primavera: Van Cleef & Arpels sceglie questa stagione per lanciare la collezione Cosmos che – naturalmente – è perfettamente in sintonia con l’idea di rinascita.
La nuova collezione fa l’en plein e rende omaggio alla natura e alla fortuna, due fonti d’ispirazione da sempre care alla maison, nonché all’amore.

Martedì sono stata invitata insieme ad altri blogger e giornalisti nella boutique di via Pietro Verri per conoscere da vicino e per provare la collezione Cosmos: se parlo d’amore è perché la linea è caratterizzata da quattro petali a forma di cuore, uno dei simboli più classici in casa Van Cleef & Arpels, un simbolo nato negli anni ’50 associando la leggerezza del quadrifoglio alla grazia del fiore.
Il nome della collezione si rifa invece al termine greco kosmos che significa ordine. Leggi tutto

Van Cleef & Arpels: il mio pomeriggio da vera glittering woman

Ebbene sì, questa volta la vostra glittering woman ha proprio esagerato quanto a lucicchìo: sono passata al brillare dei diamanti e che diamanti! Ero già stata invitata altre volte a presentazioni di gioielli (parlo di metalli nobili e pietre preziose), ma mai mi era capitata un’esperienza come quella che ho vissuto grazie a Van Cleef & Arpels, maison di alta gioielleria che produce meraviglie fin dal 1906.

Quando giovedì 3 ottobre sono arrivata nella splendida boutique di via Pietro Verri, ho scoperto che quello che avevano pensato per me e per altre mie colleghe blogger era un meraviglioso pomeriggio a base di champagne, raffinatissime prelibatezze e gioielli da sogno, messi a nostra completa disposizione senza alcun filtro o barriera. Nel salotto privato al primo piano, al centro del tavolo, c’erano vassoi colmi di bracciali, anelli e collane che noi eravamo libere di provare e fotografare mentre ci scambiavamo impressioni: è stato un pomeriggio davvero speciale, pieno di bellezza e di chiacchiere piacevoli. Un pomeriggio divertente e rilassante, un po’ come nei film, un po’ come tutte abbiamo sognato da bambine… Leggi tutto

error: Sii glittering... non copiare :-)