Vito Montedoro e la vita che nasce tra le crepe

“Se non tagli via i rami secchi, come pretendi di fiorire?”

Ho letto queste parole qualche giorno fa, su Instagram.

Vi è mai capitato di leggere qualcosa e di provare la sensazione che sia stato scritto per voi, che parli di e a voi? Le parole qui sopra mi hanno fatto proprio questo effetto: sembravano stare lì ad aspettarmi, in attesa che io le trovassi.

Le ho subito adottate o forse loro hanno adottato me, perché è un periodo in cui mi sento così, mi sento come un albero con parecchi rami secchi: la colpa è mia, non li ho potati ed essi hanno continuato a richiedere e a risucchiare preziosa linfa vitale senza dare né foglie né fiori né frutti.

I rami secchi sono tutte le persone che ci ronzano attorno senza creare un reale e reciproco scambio; sono persone che risucchiano energie senza creare un benefico ricircolo.

Da queste persone dobbiamo – o dovremmo – fuggire: dovremmo avere il coraggio di potarle con decisione come si fa, appunto, coi rami secchi e inutili.

Bene, visto che è primavera, direi che è un buon momento per un po’ di giardinaggio: ho voglia di pulizia, di circondarmi di persone con le quali ci sia un autentico scambio di idee, di passioni, di energie.

Ecco perché, oggi, desidero dare spazio a una persona che stimo e con la quale sento esserci un’affinità di visione.

Il suo nome è Vito Montedoro e la cosa buffa è che abbiamo avuto una sola occasione di vederci di persona: eppure, nell’epoca di Internet, ci si può frequentare in tanti modi, per esempio proprio grazie al web. Ho raccontato più volte quanto, grazie alla rete, riesco a intrattenere scambi con persone verso le quali nutro stima e che non ho possibilità di frequentare nella vita quotidiana: Vito rientra tra queste persone. Leggi tutto

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